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...Ma dov'è quel numero? Giuro, mi sembrava di averlo messo qui... Oh, farò senza, è (più o meno) la stessa cosa.
La differenza più grande tra un manga ed un anime è il prezzo: il cartone non lo paghi, mi sembra, mentre il manga richiede sempre soldi. Potremmo dire che il manga è destinato ad un'intrattenimento privato, mentre il cartone, essendo gratuito e distribuito su una rete commerciale, anch'essa gratis, è un intrattenimento pubblico. Il risultato è che è sotto gli occhi di tutti.
Certo, ci sono sempre i genitori ignoranti che piazzano i figli davanti alla tv per i loro motivi, ma immagino stiano diminuendo, visto che spesso gli anime vengono additati dalla stampa (per puro e semplice sensazionalismo, non mi stancherò mai di ripeterlo).
La censura nasce da due cose fondamentali (no, stavolta la religione non la conto perché troppo scontata):
1) Qui in Italia c'è la concezione che i cartoni siano solo per bambini.
2) Siamo discendenti del popolo romano.
Se il primo punto si spiega da sé, il secondo può sembrare parecchio strano. Tuttavia è un collegamento logico che ora spiego: l'impero romano mai, mai e MAI vide di buon occhio la cultura greca: i romani sono sempre stati tipetti pratici, rigidi e rispettosi dell'autorità superiore, mentre in Grecia c'era, diciamo, un'atmosfera libertina (guarda caso proprio in seguito a questa libertà mentale si sviluppò la filosofia). I romani disprezzavano gran parte dei dissoluti costumi greci e, quando la cultura egea iniziò ad invadere la penisola, i modi più spinti (ritenuti vergognosi) e/o irrispettosi verso l'autorità (il teatro con scopo di satira) non vennero adottati.
Se mi avete seguito (ma anche no), la morale è: persino i nostri antenati erano di rigide vedute; qualunque cosa non avesse fini pratici era superflua.
Appiccicando questa immagine ai giorni nostri, possiamo vedere come i cartoni giapponesi rientrino solo in parte nelle cose pratiche di Mediaset: il superfluo è proprio quello che censurano. |
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