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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Death Note
Titolo Fanfic: PATETICO
Genere: Sentimentale, Romantico, Erotico, Introspettivo
Rating: Vietato Minori 18 anni
Avviso: One Shot, What if? (E se...), Lemon, Shounen Ai, Yaoi
Autore: -yuu- galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 20/03/2008 10:06:11

Cosa sarebbe successo se Mello e Near avessero avuto altro da dirsi quando Mello va a prendersi la foto? LeggeteXD
 
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CAPITOLO UNICO
- Capitolo 1° -

avvertenze: i personaggi di questa storia non sono di mia proprietà e i fatti narrati non sono realmente accaduti. Questa fanfiction è stata scritta al solo scopo di divertimento e non a scopo di lucro
(non vorrei mai rubarli ai mitici Ohba e Obata! sia mai! i miei due kami *_*)


Patetico


...Patetico…pateticopatetico…

Questa parola, tagliente, lacerante, frustrante, mi risuona nelle orecchie al ritmo di un tamburo. Come gli ultimi accordi di una canzone conclusa, che sfumano, diffondendosi intorno.
Patetico!
Lo so…ma continuo comunque, un passo dopo l’altro, una ferita riaperta dopo l’altra, un ricordo dopo l’altro, ad avvicinarmi a te, sgraziato come una ballerina incapace, con la paura stampata nello sguardo.
Ogni
singola
maledetta
volta.
Anche ora, sto correndo verso di te con un’inquietudine ed un’angoscia amare. Il dolce/amaro gusto di ciò che finisce.
È proprio così, ora. Qualcosa sta per finire, rompersi, distruggersi.
Sono io quella cosa? Sei tu? È il mi orgoglio, che ancora una volta riuscirai a demolire?
Near…mi vedi dalle telecamere, mentre con la pistola puntata alla nuca di Halle, giungo fino a te?
Near, dimmi…cosa stai pensando?
Lo so già.
Patetico…
Tu vinci sempre. Avevi previsto anche che sarei arrivato da te, giusto? Che ti avrei cercato.
Varco la soglia che mi separa da te e dai tuoi giocattoli, dal tuo mondo. Pistole caricate puntano verso di me. Al tuo via spareranno.
Cosa mi dirai, Near, quando sarò in fin di vita?
Domanda sciocca.
Io non morirò. Non sono qui per quello.
La foto…
Dici a tutti, me compreso, di abbassare le armi, che uno spargimento di sangue sarebbe inutile. E così mi fai sentire la tua voce. Da tanto non potevo udirla. Che effetto mi fa?
È fredda, risoluta, ma anche pietosa.
Con la rabbia nei movimenti, eseguo ciò che chiedi, come un perfetto cucciolo domestico che ascolta un ordine del suo padrone.
Quella maledetta parola risuona ancora dentro di me, piano, come gocce che scendono da un rubinetto.
Plik
Patetico
Plik
Patetico
E ora anche un’altra la accompagna, altre mille, nella corsa.
Perdente. Numero 2. Cagnolino da compagnia. Schiavo. Sciocco.
In uno scatto d’ira sto di nuovo alzando la pistola. Stavolta però la sua fredda bocca è puntata verso di te.
Vuoi morire, Near?
Vorrei davvero ucciderti, per calmare il mio dolore.
Non servirebbe, però. Sarebbe solo un altro gesto patetico.
Mi calmo.
E finalmente tu mi porgi ciò che cercavo, ciò per cui in teoria sono qui, assicurandomi che quella mia foto è l’ultima in circolazione. Nessuno dovrebbe poter giungere a me.
La giro e vedo due parole che fanno montare in me una valanga di sentimenti.
Rabbia.
Confusione.
Tristezza.
Ma anche dolcezza.
Dear Mello
Ti guardo. Sei voltato verso lo schermo.
Dear Mello…
Dear Mello…
Dear Mello…

Le mie ginocchia toccano il pavimento dietro la tua poltrona con un suono sordo. Mi aggrappo allo schienale e scoppio a piangere. Lì, davanti a tutte quelle persone. Lì, davanti a te. Ma soprattutto, lì davanti a me stesso che finalmente ammette di essere il più debole.
La foto mi scivola dalle mani e raggiunge il suolo, posandosi lontano da me.
Ti sento sussultare a sentire i miei singhiozzi disperati.
Forse ti chiedi perché…
Forse mi disprezzi anche…
O forse ridi di me…
La tua voce spezza il silenzio.
Mi meraviglioso quando ti sento pronunciare solo due parole.
-lasciateci soli.
Il mio cuore accelera, perdendo il battito solo per un frammento di secondo. Cosa vuoi dirmi, Near?
Non so più che cosa pensare. Ho anche mal di testa.
Il mio sguardo miserabile cade ancora sulla foto sul pavimento. Le tue parole scritte dietro per me. Le osservo e mi accorgo che non mi danno più rabbia. Sono…contento.
Non mi sono neanche reso conto che ora siamo soli. Ad un tratto, le mie mani, aggrappate allo schienale della tua poltrona nera, cedono, perché non hanno più appoggio dal momento che tu ti stai voltando per non darmi più le spalle.
Di scatto giro la testa in cerca di qualcosa da fissare per non guardare te, ma non ci riesco. Sento il tuo sguardo che mi scruta, che curiosa nel mio cuore, che viola i miei pensieri,
Tu sai cosa sto pensando, vero, Near?
Ti guardo.
Incontro, così, finalmente, i tuoi occhi.
-Mello…
Mi asciugo le lacrime per non sembrare patetico.
-Mello…
Mi chiami ancora.
-che c’è?
Ti rispondo, infastidito, con la voce dura ma comunque rotta dal pianto.
Ora devo averti offeso, perché taci.
Ti fisso. Sei assorto.
Mi accorgo ora di essere buttato qua ai tuoi piedi, al tuo cospetto, prostrato come un suddito al suo re.
Così, mi alzo, e il mio movimento ti risveglia, distogliendoti dai tuoi pensieri.
Vorrei davvero sapere che cosa stavi pensando, Near.
Mi fissi.
-sarà meglio che vada…
mi guardo ancora intorno in cerca della foto. La individuo e il mio corpo si sposta.
Nemmeno un battito di ciglio prima che tu afferri la mia mano di scatto.
La stringo in un pugno e ti guardo. Abbassi la testa.
-Mello…
-Near?
Lentamente le tue dita riescono a farmi distendere la mano. La accarezzi lentamente, ma contemplandola. Sembra quasi che tu stia tentando di infondermi forza.
Mi allontano di scatto, infastidito, per poi avvicinarmi ancora a te, pericolosamente.
Appoggio le mie mani allo schienale dietro la tua testa.
-non giocare con me, Near!
L’ho quasi urlato.
Rimani zitto per pochi secondi.
Ad un tratto, le tue mani mi prendono i fianchi e mi avvicinano a te. Le tue gambe aperte si incrociano dietro il mio corpo, costringendomi a fare uno o due passi avanti ed impedendomi la fuga. Stringendomi a te.
-Mello…
Deglutisco.
-tu non sei un giocattolo.
La tua voce era dolce e delicata, ma il tuo tono comunque piuttosto alto. Cosa vuoi dirmi?
Le tue mani si portano dai miei fianchi al mio viso, che con bramosia ma infinita delicatezza avvicini al tuo. Le tue labbra sfiorano le mie timidamente.
Ho gli occhi spalancati. Non mi aspettavo nulla di tutto ciò. Sono confuso…dammi qualcosa da pensare, Near. Sono un tuo schiavo, dimmi cosa devo fare ora.
Dapprima tieni gli occhi socchiusi e poi li chiudi definitivamente, baciandomi ancora, stavolta con più disinvoltura.
Non riesco a separarmi, a ritrarmi.
Sono frustrato…
Ma ti odio? No.
È dura ammetterlo, Near, è dura anche ammettere che questi tuoi dolci baci innocenti mi piacciono. Ed è ancora più dura ammettere che sono felice, che il cuore sta per scoppiarmi in petto!
Socchiudi le labbra e io faccio lo stesso con le mie.
Raccogliendo un po’ di coraggio e prendendo io l’iniziativa ti metto una mano dietro la testa, tra i tuoi capelli candidi, e la avvicino a me. Con l’altra mano ti sfioro una guancia.
-Mello…
Era più un’invocazione.
Sorrido e ti bacio, infilando la mia lingua dentro la tua bocca calda. È una stupenda sensazione. Ti ho colto di sorpresa ma ti riprendi subito e ricambi il bacio, che si sta trasformando in qualcosa di più di un bacio innocente.
Mi accarezzi la schiena dal giubbotto e io mi rendo conto di indossarlo ancora. senza un motivo preciso me lo levo con foga e lo lascio cadere. E dopo torno sulle tue labbra che mi fanno impazzire, scendo sul tuo collo bianco e delicato e lo bacio e lecco più volte.
Ti scappa un timido gemito.
-Near…
Sussurro sul tuo collo con il mio fiato caldo.
-mh..Mello…?
Ti guardo ora negli occhi, il viso ad un centimetro dal tuo. Vi leggo qualcosa di confuso, una dolcezza, una purezza. Non sei arrabbiato con me. Non mi odi quanto io credevo di odiare te.
E tu, Near, cosa vedi nei miei occhi spenti?
Riesci a leggere tutto ciò che voglio dirti?
Percepisci i miei pensieri?
E tu, angelo bianco, riesci a sentire i battiti veloci del mio cuore innamorato?
Riesci a capire, ora, ciò che ho appena capito anche io, e cioè che ti amo?
Sì, ti amo.
Di un amore ingiusto, sconfitto, lacerante.
Dell’amore più dolce, delicato e candido che esista.
Candido come te.
Lentamente ti accarezzo il volto, sorridendoti, poi ti bacio il naso e scendo sulle tue labbra morbide, le abbandono e mi poso sul tuo collo, scendo. Tra l’incavo del collo e della spalla trovo un punto sensibile e tu gemi. Mi chiami.
Comincio a slacciarti la camicia bianca e tu sussulti. Spero che questo non ti infastidisca, spero che sia ciò che vuoi.
Tu non mi fermi.
Ti tolgo dunque l’indumento e ti bacio tutto. Sei soffice e puro. E dolce come il cioccolato al primo morso.
Ti slaccio i pantaloni con delicatezza e te li tolgo, mentre tu guardi in alto. Forse un po’ sei imbarazzato. Sei timido, Near?
Mi aiuti a togliermi il mio giacchino e i miei pantaloni di pelle e mi guardi mentre mi scopro a te. Sempre lì, seduto su quella poltrona.
Fremo. Voglio farti mio, però non voglio farti male…lo sai?
Ti faccio scendere dalla poltrona e ti tolgo anche l’ultimo indumento che copre le tue parti più intime e ciò che scopro è dunque che mi vuoi anche tu…
Mi spoglio anche io e tu mi guardi, arrossendo leggermente, poi mi baci laddove il mio desiderio raggiunge il limite. Gemo.
Sei delicato e questo tuo tocco leggero e timoroso mi eccita di più.
Ti tocco i capelli, accarezzandoli, poi tu alzi il viso e guardi la mia espressione persa. Mi sorridi ma non continui.
Mi prendi la mano e mi tiri giù, sul pavimento freddo accanto a te, facendomi sedere.
-Near io…
-Mello, voglio fare l’amore con te.
L’hai detto con il tuo tono di voce, delicato e risoluto insieme.
Ti bacio sulla bocca e tu ricambi, facendo guizzare la tua lingua sulla mia, allontanandola e tornando come se giocassi. Poi ti separi e ti stendi.
Sono qui davanti alla creatura più splendida del mondo. Non l’ho mai fatto con un ragazzo. Ho paura, tanta, tantissima paura di farti male. Come devo comportarmi?
Mi lascerò guidare dall’istinto, perché non so nulla.
Non so più nulla. Non mi sento più umano. Sono un tutt uno con le mie sensazioni e miei desideri.
-Near…ti farà male.
-non importa, Mello…
Mi sorridi.
Io avvicino una mia mano a te e allargandoti le gambe ti infilo un dito dentro per prepararti.
È molto difficile entrare.
La tua espressione è molto tesa. Ti accarezzo con l’altra mano il viso.
-Near, rilassati…
Respiri, cercando di distendere i muscoli. Ora la situazione è più agevole e così ti infilo dentro un secondo dito.
Ti scappano gemiti di dolore che quasi mi fanno smettere. Avverti la mia preoccupazione e cerchi di rassicurarmi sorridendo.
-Near…
-no, vai..
Respiri affannosamente.
-sei sicuro?
Annuisci e al tuo sì comincio a muovere le dita dentro di te finché non distendi il viso e inizi ad avvertire piacere.
Così, tolgo le dita e mi preparo ad entrare definitivamente. Spingo.
Gridi.
Ti fa male. Più male…
-Mello..
Ti aggrappi a me e una lacrima scende dai tuoi occhi e ti solca il viso. La bacio e ti sussurro di stare tranquillo.
Dopo un po’ ti abitui alla mia presenza prepotente dentro di te e allora entro ed esco, lentamente.
Sei disteso, abituato alla situazione e io gemo una, due, tre volte finché tu non mi preghi di spingere forte.
-mh..ah…Mello…
Ansimo.
-com’è?
Chiedo, ridendo. Sono così felice…
-be..bello…
Osservo la tua espressione eccitata e non riesco a pensare a niente di niente. Quando mai avei immaginato di trovarmi un una situazione come questa?
È incredibile, quasi non ti riconosco.
Sei lo stesso Near che alla Wammy’s House se ne stava in disparte senza partecipare ai nostri giochi? Sei lo stesso Near che mi ha superato sempre in tutto? Lo stesso Near che conosco, il più degno successore di L? lo stesso di cui una decina di minuti fa avevo paura?
È tutto surreale. Forse sto sognando…
Ho aumentato di molto il ritmo senza neanche accorgermene.
Ansimo, gemo, ti bacio. Darti piacere mi appaga.
Sento l’orgasmo vicino. Arriva, in un mare di colori e vibrazioni.
Sono venuto dentro di te, Near.
-scusami…
Sorrido e mi accorgo che non ti importa, anzi sentire il mio sperma dentro di te ti porta al limite e così vieni schizzandomi il petto.
Ansimiamo insieme, poi ridiamo.
Esco da te lentamente e mi alzo. Sei arrossito quando ti ho guardato un’ultima volta.
-hai dei fazzoletti?
-ah, sì, scusa…
La tua voce è ancora ansimante.
Fai per alzarti.
-lascia, faccio io…
-ok…primo cassetto.
Rimani lì.
Trovo il pacchetto e mi pulisco lentamente mentre penso a te, guardandoti, con l’ennesima valanga travolgente di sentimenti che mi attanaglia. Ora sono confuso perché mi sono reso appena conto di ciò che ho fatto con te.
Butto il fazzoletto nel cestino e mi vesto, seguito a ruota da te che mi lanci occhiate furtive mentre il mio viso serio riesce a spegnerti il sorriso.
Quando siamo entrambi rivestiti, ci scambiamo uno sguardo dal quale mi distolgo subito.
Non riesco a sorridere.
Raccolgo la foto, ancora confuso.
-io vado… ci si vede…
Mi sto voltando per andarmene. Mi saluti.
-si, ciao. Alla prossima, Mello.
La tua voce è un misto di delusione e arrendevolezza, rancore e lacrime (forse te lo aspettavi). Trema, insicura, mentre mi saluti.
Ma comunque, è così dolce che non resisto più. Mi fai scoppiare il cuore, mi fai dimenticare i miei stupidi complessi da signor numero 2.
Mi giro e scatto verso di te che sei girato di nuovo verso i monitor a controllare i tuoi collaboratori che si annoiano e sono preoccupati per te.
Ti abbraccio forte da dietro, appoggiando la mia testa sulla tua spalla.
Sussulti.
-Near..
Non rispondi.
-Near, ti amo…
Sento il tuo cuore accelerare notevolmente. Ti volti verso di me e mi abbracci a tua volta. Mi stringi, forte, e ti sento singhiozzare e farfugliare parole quasi incomprensibili.
-Near…
Ti guardo il viso, ti asciugo le lacrime e ti bacio sulle labbra con dolcezza, labbra che subito dopo mi rendono il ragazzo più felice, dolce e innamorato del mondo, pronunciando parole che per poco non mi fanno scoppiare a piangere.
-ti amo anche io, Mello. Da sempre, sempre e per sempre…
Ti stringo, baciandoti con passione un’ultima volta e poi mi allontano.
-vado, ok?
Sorridi, poi sussurri un ‘sì’.
Ti asciughi le lacrime e ti ricomponi.
Mi avvio. Ti sento parlare nel microfono con voce seria e distaccata.
-tutto a posto, ora. Potete tornare. Mello sta uscendo.
Mi fermo e comincio a scartare una barretta di cioccolato che avevo nella tasca del giubbotto.
E, senza voltarmi, ti parlo ancora.
-il quaderno della morte appartiene ad un dio della morte che può vedere solo chi possiede il quaderno.
Sono sicuro che mi guardi sbalordito e sorridi. Gli altri fanno il loro ingresso nella stanza.
Mordo la tavoletta di cioccolato. Il suo sapore mi inebria. Mi ricorda…il tuo sapore, Near…
Me ne vado, consapevole di amarti e di essere amato, di volerti e di essere voluto.
E di essere il numero 2 più pateticamente felice del mondo.

The End


Note dell'autrice: la parte in corsivo, quella in cui mello parla del quaderno della morte, l'ho messa appunto in corsivo perchè è una citazione da DN^_^

piaciuta la mia ficcy?*_*
commentate^_^
 
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VOTO: (3 voti, 4 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 4 commenti
dorian94 - Voto: 26/02/10 18:35
Che cariniiiiii!! Io in genere preferisco le ff MattxMello, ma questa è divina *-*
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yuchico-chan - Voto: 30/01/10 14:39
stupenda amo le melloxnear
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maillove - Voto: 13/06/09 18:54
Meravigliosa!*__* Non so che dire, è così dlce e piena di sentimento!^^
Davvero una bellissima Fan fic! Brava!
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samarye 12/05/08 19:18
oh caspita...
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