LA MIA STORIA COMINCIA QUI - Capitolo 1° -
Finalmente Domenica, non se ne poteva più. Ecco che mi sveglio, scendo dal letto molto lentamente, sui miei capelli biondi rifletteva la luce del sole, erano arruffati e disordinati, avevo gli occhi ancora socchiusi. Mi alzo, e mi affaccio fuori al balcone. Casa mia, non era una villa, non era né grande né piccola, casa mia era accogliente, familiare, quando entravi ti sentivi a casa tua, eri a tuo agio; però da quel piccolo balcone, avevi una vista mozzafiato che nessuno ti avrebbe tolto, vedevi, in tutto e per tutto il villaggio della foglia nei suoi minimi particolari, gli abitanti che si muovevano in mille direzioni, chi andava a destra chi a sinistra, sembravano piccole formiche che lavoravano nei formicai. Abbassai lo sguardo, guardai la collana col fiore che portavo al collo, l’unico ricordo rimastomi di mia madre, poi alzai un po’ la manica destra del pigiama per assicurarmi se avevo ancora quel braccialetto azzurro, che mi riporta alla mente quel giorno che mi stravolse la vita…
Era una giornata di pioggia, per Konoha, e oggi mi toccava andare all’ospedale, come avevo promesso, per aiutare a curare i feriti, mi sentivo un po’ sottopressione, tutti si aspettavano grandi cose da me, ma io avevo paura di deludere la gente, di non riuscire a soddisfare le loro aspettative e di deludere tutti… Così mentre cercavo di non bagnarmi, arrivai tra una goccia e l’altra all’ospedale del villaggio. Attraversai le corsie bianche dell’ospedale con passo felpato, aprii una delle tante porte di quell’edificio, sicura, che non ci fosse nessuno. Presi il mio camice bianco da dottoressa e, lo appoggiai sull’appendi abiti, mi tolsi la maglia e il pantalone, rimasi col mio completino nero: un reggiseno di seta lucida, con dei brillantini sulle coppe, e uno slip a brasiliana sempre di seta nera lucida, con dei brillanti sulla parte anteriore. Ora, cercavo disperatamente la maglia e il pantalone da mettere, prima di indossare il camice, frugaii nella borsa, ma niente, oddio, ero in quella stanza, praticamente nuda e, senza l’ombra di vestiti. Abbassai le spalle come per dire che ormai mi ero rassegnata, avevo dimenticato la maglia e il pantalone… non sapevo proprio… -Scusami, stai cercando per caso questi?- un ragazzo disteso sul letto m’indicò la maglia e il pantalone. -Ahhhhhhhhhh.- urlai come una pazza. Cioè quel ragazzo, in pratica, mi aveva visto mezza nuda e, io non me ne ero manco accorta, anche se di solito ho i sensi molto sviluppati… “Oh, porca puttana” pensai. Presi il camice bianco, e mi coprii subito. -Ehm…potevi dirmelo che eri lì…- dissi titubante, non sapendo proprio che dire. -Ma se ti avessi chiamato, non avrei avuto il piacere di vedere i tuoi vestiti che scivolavano via sulle tue curve e, vedere quella cascata di capelli biondi che si appoggiavano sul tuo seno…- rispose sicuro. Io rimasi immobile, ero incerta se arrossire o dargli un clamoroso schiaffo, decisi non fare nulla delle due opzioni, presi i vestiti che m’indicò il ragazzo. -Per favore, girati.- chiesi educatamente. Lui si voltò dall’altra parte del letto. Mi vestii velocemente, presi la mia borsa. Poi mi fermai un attimo a guardare quel ragazzo. Sembrava carino, arrossii per un momento, dopodiché gli dissi. -Se vuoi puoi girarti di nuovo.- -Ti ringrazio.- Mi sorrise. Infine, me ne andai da quella stanza un po’ irritata, anche se mentre uscii feci un gran sorriso e, mi appoggiai alla porta, perché alla fine non mi era poi tanto dispiaciuto che mi avesse visto.
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quand'è che aggiungi un nuovo cap??? ç.ç
Sono impaziente!!!
Picchì non continui???
Io aspetto impaziente ^^