torna al menù Fanfic
torna indietro

MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: InuYasha
Titolo Fanfic: TONIGHT I’LL DIE FOR YOU
Genere: Sentimentale, Romantico, Drammatico, Introspettivo, Song-fic
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: mewkaggy galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 09/01/2008 16:55:23

Song-fic e death-fic...Kagome ha perso la vita, per mano di Naraku...Quale sarà la scelta di Inuyasha ora che ha perso tutto con la sua morte?...
 
Condividi su FacebookCondividi per Email
Salva nei Preferiti
   
TONIGHT I’LL DIE FOR YOU
- Capitolo 1° -

Kagome ha perso la vita, per mano di Naraku ed in questa breve song-fic Inuyasha la ricorda provando un dolore indicibile per la sua scomparsa… Quale sarà la scelta di Inuyasha ora che si sente inesorabilmente solo e vuoto da quando Kagome non è più accanto a lui? ...
È una song-fic e death-fic! La più tragica che mi sia mai uscita, ma era da un po’ che mi frullava quest’idea in testa.
La canzone a cui è dedicata la fanfic è, come al solito una dei Linkin Park, la nuovissima “What I've Done” (scusate la poca fantasia sulla scelta del gruppo ma dopo mille ricerche questo è stato proprio il testo perfetto che ho trovato… amo le loro canzoni tanto quanto i loro testi magnifici**).
Le parole della canzone sono proprio adatte, direi perfette, alla fanfic (se siete difficili di inglese come me alla fine trovate la traduzione che ho prontamente preso da internetXD).
Sarò felice di leggere i vostri pareri, ci ho passato molte ore su questo piccolo testo (soprattutto notturneXD)e sapere cosa ne pensa una mente estranea non fa mai male per migliorarsi… ma ciò che mi preme di più è augurarvi una buona lettura, sperando che susciti in voi qualcosa di più della semplice storia, magari come un minimo percezione del dolore inaccettabile descritto nel personaggio che ha invaso già la sottoscritta… troppo sensibile forse-.-
Buona lettura a tutti.



TONIGHT I’LL DIE FOR YOU

“STANOTTE MUOIO PER TE”




“ In this farewell
There’s no blood
There’s no Alibi “



Sono lacrime che bagnano e scorrono, cadono in una folle cascata. Sono gocce di dolore che mai hanno inondato tanto il mio viso ed il mio cuore. E l’urlo, dilaniato di sofferenza e risentimento, invade di strazio l’aria oscura ed immota di questa notte insieme alla mia anima.
Senza te non ha più senso esistere. Non serve più questa vita che vivo.
Questo è il mio dolore ed il mio peccato, il fatto che io viva ancora e tu no.
Ed il dolore più grande è essere così distante da te, perchè ogni attimo corre via e cancella il precedente ed ogni istante che passa, veloce, mi porta sempre di più lontano da te.
Nulla ha più un significato adesso, non lo ha da quando ho capito che mai più potrò anche solo scorgere il tuo viso lontano, sentire lieve il tuo dolce profumo.
Che senso ha vivere se ora tu, l’unica mia ragione di vita, non esisti più?
Ed è colpa mia se non ci sei più, non ho potuto far nulla per trattenerti ed impedirti di andartene.
Ma ora no, non piango più. Perché se tu fossi qui saresti triste di queste mie lacrime, ed io non vorrei mai più farti stare male. L’ho fatto già troppe volte. I miei caldi occhi ambrati sono fermi, il demone ha avuto la meglio sull’umano, che è in me. Sono più mostro che uomo, perché in questa condizione minore sarà la sofferenza della mia anima.
E’ vero i miei sentimenti per te mai sono stati chiari, mai ho avuto il fegato di dirti quanto tenessi a te. Mai sono stato capace di rivelarti che quando sparivi del tuo mondo io stavo male, perché tu non eri accanto a me.
Tu sei l’aria che respiro, lo sei diventata da quando mi sono incurabilmente innamorato di te. Sì, ti ho sempre amata, ma mai te l’ho fatto capire. Ho amato te, la persona più singolare che abbia mai visto questo mondo, o ogni altro mai esistito e che mai esisterà nei millenni avvenire.
Tu sei sempre stata l’unica energia e ragione che mi abbia permesso di vivere… e di essere più uomo di quanto io potrei mai divenire.
Ma forse tutto ciò l’ho solo capito adesso, in queste ultime e dolorose ore che scorrono e che, ad ogni secondo che si aggiunge al primo, spezzettano un po’ di più il mio cuore frantumato e sperdono più lontano la mia anima nel deserto del dolore, che non ha un ritorno.


“ ‘Cause I’ve Drawn Regret
From the truth
Of a Thousand Lies”



E adesso tu non sei più qui, io non vivo più perché tu, mia aria vitale, sei scomparsa. Ogni respiro che entra nei miei polmoni è come una lama che mi penetra nel petto e crea un dolore inconcepibile da sopportare.
Non vivo e mi consumo a poco a poco in questa sofferenza. Non c’è più volontà, alcuna voglia di vivere… di lottare.
Già, lottare, ciò che ho sempre fatto fin da quando ho memoria, eppure adesso nemmeno questo a più importanza, poiché nemmeno più la mia esistenza vuota ha alcun un senso. La mia lotta per la sopravvivenza è finita quello stesso momento in cui tu te ne sei andata, quando ho capito che non ci sarebbe stata più alcuna occasione di riportarti indietro, da me.
Tu eri altro ed altro di più di ciò che ho detto. Era la mia luce che illuminava l’oscurità intorno. Ma ora tu non m’illumini più con la tua purezza ed io sprofondo di nuovo nel mio baratro e profondo buio di amarezza.
Ora sono qui, a pensare a te, come ogni singolo e minuto istante da quando ci siamo lasciati. Sono disperso e spento nella mia funesta tenebra e morto nella mia esistenza.
Eccolo qui Goshinboku, il nostro albero secolare. Il ricordo di noi, insieme nella gioia e nella sofferenza. Il luogo che ha visto crescere il nostro sentimento d’amore, che ci ha visto per la prima volta ed un’ultima, insieme e divisi allo stesso tempo. Tu lontana da me, io troppo inadatto per te. Ma allo stesso tempo unito da un sentimento d’amore che non eravamo in grado di rivelarci l’un l’altro. Io nemmeno a me stesso.
Ecco è davvero così, non è un incubo di ciò che potrei mai aver temuto di più al mondo. È vero, tu non sei più qui. La foresta è così vuota e mesta, il mondo è più triste di prima, ora che te ne sei andata.


” So let Mercy Come
And Wash Away
What I’ve Done”



Miroku ha voluto che tu tornassi nel tuo tempo, anche se non c’era più vita in te.
Ho consegnato personalmente le tue spoglie ai tuoi familiari. Mi si stringeva al cuore, tanto che per la mia vergogna non sono riuscito a reggere il loro sguardo per più di un istante. La cosa migliore era tenere il capo basso. È un’ottima soluzione anche per nascondere le lacrime trattenute a stento agli occhi lustri che non vuoi mostrare a nessuno.
Continuavo ad odiarmi, ogni istante, come ora.
Ho detto loro poche parole, solo quelle necessarie, perché sapessero cosa ti era accaduto. Solo perché potessero sapere chi fosse stato il tuo carnefice. Naraku, il responsabile, Naraku il tuo assassino. Il demone odiato che abbiamo inseguito per lungo tempo. Si era reso conto di quale fosse la tua vera forza, una potenza spirituale che avresti potuto sprigionare al di là di ogni nostra immaginazione, un’arma mortale per lui. Ha deciso di eliminarti, ti ha teso un’imboscata. La mia grave colpa è stata farmi prendere alla sprovvista e permettere che ti colpisse. È bastata una zanna di quell’orripilante demone, che a causa del mio errore ti ha colpita al petto. Niente è servito e prima che potessimo anche solo cercare di raggiungere il villaggio Edo per chiedere aiuto a Kaede, tu espiravi i tuoi ultimi spasmi a fatica dal tuo petto sanguinante. Ti sono stato accanto, sentendomi responsabile, sentendomi inutile, sentendomi per la prima il vero mostro del demone che cova dentro di me. Mi hai sussurrato ti amo prima che i tuoi occhi perdessero l’ultimo scintillio ed l’ultimo respiro ti fosse negato. Prima che potessi comprendere il tuo sussurro mi sono ritrovato il tuo corpo abbandonato tra le mie braccia, senza più alcun segno vitale. Le mie fini orecchie non percepivano più il sollievo del lieve battito del tuo cuore.
Hanno compreso e pianto a lungo i tuoi familiari, la notizia della tua scomparsa ha portato non poco dolore come nel nostro gruppo, se non di più.
Ti hanno fatto una cerimonia funebre, non ne avevo mai viste così. Ti hanno nascosta in una piccola e candida bara e poi ti hanno seppellita nella terra dopo una cerimonia. La tua nuova dimora è un comune cimitero comunale di Tokyo. Credo che sia giusto così, che il tuo spirito riposi per sempre nel tuo mondo, nelle terre dove sei nata e dove sei stata destinata.
Anche, nel Sengoku, Miroku si è assicurato di provvedere spiritualmente alle tue esequie. Il suo cerimoniale si è svolto presto, poco dopo il tragico accaduto. Io non sono riuscito a muovermi per molto tempo, l’incredulità e l’incapacità di credere reale il presente ha disperso la mia mente in un vuoto di muta disperazione. Ma Miroku ha resistito, è più forte e buono di quanto creda lui stesso. Ha agito subito per occuparsi del tuo corpo triste e, ormai, freddo di morte, che ancora, quasi inconsapevolmente, stringevo tra le braccia. Quel corpo troppo diverso dalla vera Kagome dei miei ricordi, sempre calda e solare.
Sono già passati tre giorni.
Credo che Sango pianga ancora adesso, cerca di nascondere le sue tristi emozioni, ma il mio udito ed il mio fiuto sono lesti a svelare il vero. Davvero non so cosa potrei mai fare per loro.
Credo sarebbe meglio sparire, confido che sarebbe meglio lasciarli soli, in una serena esistenza da soli umani, senza un ingombro mezzo demoniaco. Non ne ho fatto parola, è inutile discutere ora, la decisione è già presa, abbandonerò i miei due cari amici e li lascerò al loro sereno destino. Quando sarà il momento capiranno il mio gesto ed alla fine se ne rassegneranno.
Questo stesso giorno sono andato al tuo cimitero, e lì, in mezzo all’erba si ergeva la tua candida tomba. Sulla lapide marmorea vi era inciso il tuo nome, quel nome che mai dimenticherò e che mai si cancellerà nel mio cuore.
Ero venuto a dirti addio, poiché mai più verrò a percorrere quei luoghi, mai più varcherò il pozzo mangia-ossa e vedrò la tua vera casa, da cui colpevolmente ti ho strappato. Mai più ci sarà una sfera da cercare. Poiché la fonte di tutte queste nostre lotte è scomparsa, insieme a Naraku. Sono stati entrambi distrutti, poco tempo dopo che te ne eri andata. La sfera ha esaurito tutto il suo potere fino a sgretolarsi e portando la scomparsa dell’odiato Naraku per sempre da questo mondo, per mano mia. Credo che questo sia stata la conseguenza più utile che quell’oggetto ci abbia mai portato.


“ I'll face myself
To Cross out what I’ve Become
Erase Myself
And let Go of What I’ve done”



Oltre a queste parole, nient’altro riesco a dire. Se non farti sapere quanto io stia male per tutto ciò che ci è accaduto. E osservo a Goshinboku che, a sua volta, mi scruta silenzioso ed ogni tanto un sospiro di tristezza percorre i suoi rami verdi. Parlo al nostro albero ed è come se dicessi le mie ultime parole a te, solo a te.
Niente di gioioso invade la mia mente ormai, le mie parole sono tristi ricordi, i miei pensieri sono dolorosi rimpianti ed i miei gesti sono spenti, senza più alcun significato. La mia espressione ha dipinto la tua morte su di essa.
È ora di cessare questi inutili pensieri e gesti. Ma tuttavia è così difficile. Non riesco a dimenticarti, è inconcepibile il solo pensiero, mai ci potrei riuscire a mettere una pietra sul passato, a gettarmi tutto alle spalle.
È ora di spazzare via queste nubi di disperazione.
Una pallida e fredda luna risplende costellata intorno da una miriade di stelle, nel manto blu della notte. Mi ci rivedo in quel corpo celestiale, mentre provo ad immaginare che io sia una di quelle luminose stelle, ma che sia spenta, priva di qualsiasi scintillio. Il mio volto pare privo di qualsiasi sprazzo di vitalità, come la fredda luna, ed il cuore è gelido di morte.
Pian piano estraggo la spada dal suo fodero. Il suo aspetto consunto e logoro viene sostituito da quello splendente della potente zanna del mio defunto padre. Come ho già detto, ho deciso da tempo cosa sia meglio per il futuro che verrà. Per tutti noi.
Credo che per me non abbia più senso questa battaglia per la vita.
È vero, è un pensiero egoistico decidere di abbandonare tutto. In fondo arrendermi non è mai stato un gesto concepibile per me, ma ora niente m’importa, nemmeno il valore e l’orgoglio hanno più un senso. La vendetta per la tua scomparsa l’ho avuta e non ho più nulla da fare in questa vita, me ne andrò per placare il mio male che già a morte mi porterebbe, nell’anima. Questo è il fato a cui è già andato incontro il mio cuore.
Sarà davvero la giusta punizione per il vero colpevole della tua fine? Per colui che non è stato in grado di trarre in salvo la tua vita? E, anzi, l’ha messa a repentaglio? Non credo, è più una pace che una punizione. Ma più inconcepibile sarebbe ancora rimanere qui, lontano da te. Per entrambi, credo.
I pensieri mi hanno fatto navigare nel mio mondo, il tempo ci distanza sempre di più. Porrò fine a questo scorrere. Mi fermerò anche io, come te, così saremo più vicini che mai, per sempre. Ed ancora più simili.
Osservo ancora la lama di Tessaiga risplendere al riverbero lunare. Riluce di vita. Ecco il momento è giunto, un attimo solenne, questa sarà la mia fine, degna della parte di demone che è in me, ed anche dell’anima umana che ho dentro.
Scruto ancora un istante Goshinboku. Le sue fronde fremono alla lieve brezza serale, intonando quasi un canto soave e musicale.


“ Put to rest
What you Thought of Me
While I clean this Slate
With the Hands of Uncertainty”



Impugno la spada rivolgendola verso il mio petto. E con un rapido gesto l’estremità della lama penetra in un fiotto di sangue vermiglio ed una vampata di dolore. Quel dolore d’espiazione che placa di un poco la sofferenza ed il risentimento più grandi che mi travolgono senza darmi pace.
Spilla ancora vivo la rossa linfa vitale e m’inonda le vesti e la mano, che ancora stringe forte l’elsa, fino a sbiancare le nocche.
Solo un gemito di dolore riaffiora dalle mie labbra, anch’esse macchiate di sangue, mentre con un gesto voluto affondo ancora di più l’arma in quel cuore, trafitto per la seconda volta. Prima trafitto d’amore ed ora per mano mia, per amore.
Cado a terra in ginocchio, di fronte al maestoso albero secolare, ed un filo di sangue ancora spilla dalla mia bocca storta in un’espressione di dolore e soddisfazione. Anche se non credo che questa punizione sia all’altezza della mia colpa.
Sento fluire le mie energie. Mi accorgo che sto tremando. Il mio cuore pompa a fatica, batte ancora, fino all’ultimo nei suoi estremi minuti di vita. Va bene così, non c’è fretta.
Sono contento, anche il dolore se ne sta andando, insieme alle ultime forze.
Il battito del cuore si fa lento, socchiudo gli occhi, mentre un soave torpore mi avvolge la mente ed il corpo.
È silenzio intorno. Neanche il frinire dei grilli riesco più ad udire. Anche il vento ha smesso di ululare e cantare tra le fronde degli alberi e tace nel silenzio del bosco. E Goshinboku mi sovrasta immobile, mi osserva coscienzioso, quasi di un pensiero proprio e di una mesta pietà. I ruscelli, pure, hanno taciuto per questi istanti il loro monotono e costante scrosciare.
“ Ti amo Kagome, ora e per sempre” riesco a sussurrare flebilmente. Un sussurro che pare un grido triste e sconsolato in quella quiete totale.
Struggente si è sentito per quel breve attimo il sussurro ansato nell’immota aria, quell’istante d’amore immenso, sfuggito nell’ultimo sospiro del silenzio fragile di questa notte, tanto che pare non esista, quasi il tempo si sia fermato a prendere fiato sotto lo sguardo freddo e malinconico della luna.


“ For What I’ve Done
I start again
And whatever pain may come “



Il mio respiro è diventato affannoso, ingestibile, ma non importa, i miei pensieri sono tutti catturati da ciò che stento a vedere. Sei tu, e sei di fronte a Goshinboku. Mi sorridi e lentamente ti avvicini. Il tuo passo è silenzioso, angelico. Il mio primo pensiero è che tu sia l’angelo venuto a prendermi.
Ma sembri quasi reale. Le forze mi mancano, lotto con tutto me stesso per non cadere a terra e chiudere gli occhi.
No, non credo tu sia un angelo, mentre mi guardi, insanguinato e trafitto dalle mie stesse mani, il tuo viso si fa triste ed una lacrima ti accarezza la guance.
Gli angeli piangono? No, perché tu non sei un angelo. Tu sei la mia amata Kagome, che è triste di dolore per. Scusami, sono ancora stato capace di vederti piangere a causa mia.


”Today this ends
I’m Forgiving What I’ve Done!!!”



I tuoi capelli volano ad una brezza che non sento sulla pelle, ed il tuo viso è illuminato di una luce più luminosa del riverbero tenue della luna ed è così pallido, come quando hai chiuso gli occhi di fronte a me mentre ti stringevo e ti strillavo di non andare.
Ora stai facendo lo stesso? Sei tu che chiedi a me di non andare?
Tristemente porgi una mano verso di me. Cerco con tutte le forze di afferrarla, ma non ci riesco, anche solo muore il braccio è uno sforzo impossibile.
Tu ti volti, la tua gonna verde è scossa al vento e ti allontani scomparendo nella boscaglia. Io cerco di alzarmi per afferrarti ed impedirti di lasciarmi di nuovo, riafferrarti per supplicarti di rimanere con me. Provo a gridare, per trattenerti qui, perché solo guardarti mi rende felice, placa quel dolore che neanche la lama di Tessaiga e riuscita a sopraffare. Ma tutto questo è difficile e quando non riesco a scorgere più la tua figura mi accorgo di essere caduto a terra senza neanche rendermene conto, neanche un briciolo di forza mi rimane per alzarmi almeno a carponi.
Adesso è anche difficile tenere gli occhi aperti, il buio delle palpebre chiuse è più confortante.
La mia mente è invasa da flash di noi due insieme, di quel terribile giorno in cui te ne sei andata, di Sango e Miroku tristi, dopo che avranno scoperto ciò che ho fatto. Mi sento in colpa nei loro confronti, ma presto anche questo sentimento scompare nella nebbia di torpore in cui sono immerso. Non sento più alcun dolore.
Sono felice di averti rivista un’ultima volta, questo era il mio desiderio, anche se il mio ultimo pensiero è rendermi conto che probabilmente è stata tutta una mia illusione.
E poi il nero mi avvolge e la mia mente si svuota di ogni pensiero, il mio cuore di ogni dolore ed l’anima di ogni sentimento. È questa la fine di ogni essere vivente, uno svuotamento totale fisico e spirituale. È questa la morte, che cancella ogni cosa. Spegne i dolori, l’odio, le sofferenze, le gioie e l’amore.
Un amore intenso il nostro che forse impregnerà ancora questi luoghi, questo triste mondo di odio e sofferenza. Forse vivrà quel nostro ti amo d’amore e di morte.
Quanto coraggio ci vuole per morire? Tanto, ma non basta solo il coraggio. Ci vuole anche tanto amore schiacciato da un immenso dolore. Questa ora è la mia forza di morire.
Come hai fatto tu prima di spegnerti per sempre anche io ti dirò la verità del mio cuore.
“ Kagome, ti amo” bisbiglio.
Io oggi muoio per te.


“ What I’ve Done
Forgiving What I’ve Done.”






*Nota: il testo della canzone è perfetto per la fic, anche se a dire il vero credo che Inuyasha non si sia mai perdonato per la morte di Kagome^^



TRADUZIONE:

Linkin Park What I've Done


Quel Che Ho Fatto

In questo addio
non c'è sangue
non ci sono alibi
perchè ho estratto il rimpianto
dalla verità di mille bugie
e così lascia che la pietà
arrivi e cancelli...

quel che ho fatto
affronterò me stesso
per tracciare una croce
su ciò che sono diventato
cancellare me stesso
e lasciar andare quel che ho fatto...

lascia perdere ciò che hai pensato di me
mentre io pulisco questa parete
con le mani dell'incertezza
quindi lascia che la pietà
arrivi e cancelli...

quel che ho fatto
affronterò me stesso
per tracciare una croce
su ciò che sono diventato
cancellare me stesso
e lasciar andare quel che ho fatto...

per quel che ho fatto
ricomincio da capo
e qualsiasi dolore possa mai venire
oggi questo finisce
sto perdonando quel che ho fatto...

affronterò me stesso
per tracciare una croce
su ciò che sono diventato
cancellare me stesso
e lasciar andare quel che ho fatto...

quel che ho fatto
quel che ho fatto
perdonando quel che ho fatto...




 
  » Segnala questa fanfic se non rispetta il regolamento del sito
 


VOTO: (0 voti, 0 commenti)
 
COMMENTI:
NON CI SONO ANCORA COMMENTI, SCRIVI IL PRIMO! ^__-
 
SCRIVI IL TUO COMMENTO:

Utente:
Password:
Registrati -Password dimenticata?
Solo su questo capitolo Generale sulla Fanfic
Commento:
Il tuo voto: