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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: LETTERA D'ADDIO...
Genere: Sentimentale, Drammatico
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: regina-di-picche galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 18/10/2007 16:50:49

E' china sulla sua scrivania e sta scrivendo una lettera. Quella che sta scrivendo, è la sua lettera di addio al mondo...
 
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- Capitolo 1° -

Immaginatevi di entrare in un lungo corrridoio con varie porte su entrambi i lati. Arrivati in fondo, aprite l'ultima porta a sinistra. Dentro potrete vedere una ragazza di diaciassette anni, capelli ramati, occhi verdi e molto bella. Troppo magra, però. In poche parole, Francesca. E' china sulla sua scrivania e sta scrivendo una lettera. Sta piangendo. Lacrime amare, piene di tristezza e dolore; ma sta anche sorridendo. E' felice. Ma anche triste. Dovrà dire addio a tutte le persone che ama. Soprattutto a lui. Ma è anche felice: non dovrà mai più soffrire. Quella che sta scrivendo, è la sua lettera di addio al mondo...

"Oh... sinceramente, non avrei mai pensato di arrivare a questo punto... al punto di desiderare di morire...
Ho sempre saputo di essere una persona fragile, di avere una piccola incrinatura dentro di me... ma ho deciso di ignorare questa frattura e ho costruito una maschera di allegria e spensieratezza attorno a me.
Però col tempo, invece che ripararsi, ha cominciato ad allargarsi e dopo poco quella che era una piccola fenditura, si è trasformata in uno ferita abbastanza profonda che mi rendeva triste; ma sono riuscita a non far crollare il mio travestimento, per non far preoccupare voi, la mia famiglia, e i miei amici.
Ma, com'era prevedibile, è arrivato il colpo di grazia: lui si è messo con un'altra ragazza della mia classe. Sarò sincera con voi: c'è un ragazzo della mia classe che mi piace, e mi piace veramente tanto. Per un po' di tempo abbiamo flertato leggermente e io mi ero convinta di piacergli, cosa che mi rallegrava molto; ve ne eravate accorti che c'è stato un periodo in cui ero più felice del solito, vero? Era una sensazione bellissima: mi sentivo così in pace con me stessa e con gli altri; è stato probabilmente il periodo migliore della mia vita, quello in cui la ferita mi sembrava rinsavisse.
Quel giorno di due mesi fa avevo preso una decisione: glielo avrei confessato. Gli avrei confessato che lo amavo e gli avrei chiesto di mettersi con me. Arrivai a scuola raggiante di felicità e andai dalle mie amiche. Loro erano consapevoli di quanto era forte il mio amore per lui.
Gli arrivai davanti e loro mi guardarono tristi; io, non capendo mi avvicinai a loro e salutai Eleonora, la mia migliore amica, come al solito, cioè con un bacio sulla guancia. Lei mi guardò, si scambiò uno sguardo rassegnato con Alice e Maria e mi prese per mano portandomi in bagno. Io la guardavo confusa.
Appena al sicuro in un gabinetto, mi abbracciò forte. -Mi dispiace... mi dispiace veramente tanto. Devo darti una notizia terribile: Andrea si è messo con Carlotta. Mi dispiace da morire, Fra.- mi disse. Io rimasi immobile, come pietrificata. Sentii una specie di CRACK dentro di me: la ferita si era trasformata in uno squarcio enorme. Provai una sensazione di gelo penetrare dalla spaccatura, trasformando tutte la felicità che avevo provato fino ad un attimo prima in dolore allo stato puro. Scostai Eleonora e vomitai. Poi mi sedetti per terra, con gli occhi spalancati e un'espressione di puro terrore sul viso. Eleonora si sedette accanto a me e mi abbracciò nuovamente, mentre lacrime silenziose cominciarono a scendere dai miei occhi, facendo colare tutto il trucco. Poi mi accorsi di cosa stavo facendo: mi stavo mostrando per come ero realmente, triste e debole. Asciugai violentemente le lacrime e andai a sciacquarmi il viso, sotto lo sguardo preoccupato e addolorato di quella ragazza d'oro che è Eleonora.
Vi prego, quando le annuncerete la mia morte, consolatela dicendole che a lei è andato uno dei miei ultimi pensieri e di non piangere per me, dato che per me era troppo doloroso vivere in questo mondo di dolore e sicuramente sarò più felice in qualunque luogo andrò, ma che lei è forte e ce la farà sicuramente a vincere tutte le sfide a cui la vita la sottoporrà.
Torniamo al racconto del giorno più terribile della mia vita. Dopo che i segni del pianto furono spariti, mi feci aiutare a rimettere il trucco da Eleonora e la pregai di non dire a nessuno che avevo reagito a quel modo. Rimisi la mia maschera di allegria e tornammo in classe.
Il professore ci sgridò perchè eravamo in ritardo, ma ci perdonò, in quanto siamo due studentesse modello e non abbiamo mai fatto tardi in vita nostra. Sono riuscita a fingere di stare bene per tutta la mattina, come se non fosse successo niente, anche se Eleonora, che aveva visto la mia reale disperazione, ogni tanto mi lanciava occhiate con un misto di preoccupazione, sorpresa per il mio atteggiamento e dolore. Ma dentro soffrivo come mai in vita mia e il gelo che era penetrato dalla spaccatura non accennava ad andarsene, trasformandosi in ghiaccio attorno al mio cuore.
Appena tornata a casa vomitai nuovamente, ma non c'era nessuno che mi aspettava e nessuno se ne accorse. E' da allora che ho iniziato a mangiare sempre meno e a dimagrire sempre più, facendo preoccupare moltissimo tutti quanti. Fino a che, durante un'ora di ginnastica, non svenni. Mi dissero che Andrea non aveva reagito in alcun modo, standosene in disparte con Carlotta.
Quando mi hanno portato alla clinica, devo dire che, sinceramente, in parte ero contenta: non avrei più dovuto vedere quei due assieme che si baciavano sotto ai miei occhi.
Eleonora, Maria e Alice venivano spesso a trovarmi e mi rendevano molto felice perchè capivo che non tutti mi avevano abbandonata. Ora odiano profondamente Andrea, per ciò che mi ha fatto.
Dopo un mese mi hanno mandato a casa dicendomi che stavo bene; ma dovete sapere, mamma e papà, che io vi avevo sentito parlare assieme ai medici che vi dicevano che loro non potevano fare niente finchè io non fossi stata disposta a guarire.
Però, io non sono mai stata disposta a farmi curare. Ho deciso io, consapevole di ciò che facevo, di ridurmi in questo stato. Non sopportavo già più questa vita e questo mondo.
Ho sempre vissuto con ottimismo, accontentandomi con ciò che avevo e stringendo bei legami con le persone. Purtroppo, mi sono accorta troppo presto di quando la vita fosse in realtà orribile e meschina. Un giorno ti senti la persona più felice della terra, e il giorno dopo ti ritrovi a desiderare di morire.
Provo pietà per coloro che nasceranno e dovranno vivere in un mondo martoriato dalle guerre e dal male. Ma non riesco a provare odio per chi ha ridotto questo pianeta così: loro non erano consapevoli di ciò che avrebbero causato le loro azioni
Come anche non riesco ad odire Andrea per ciò che mi ha fatto; questo perchè io lo amo troppo profondamente. La mia ultima volontà, consiste nel chiedervi di non odiarlo nemmeno voi. Per rispetto nei miei confronti, io vi prego di non portare rancore verso di lui; questo lo chiedo anche a Eleonora, Maria e Alice.
Un ultima cosa: ditegli che lo ho amato con tutta me stessa e che a lui, è andato il mio ultimo pensiero...
Vi ho sempre voluto bene, a voi tutti. Pregherò per voi ovunque andrò.
Addio."



Il prete sta parlando già da una mezz'ora. E' una giornata assolata. La giornata adatta per uscire nei prati e giocare con spensieratezza. Purtroppo però, questa giornata allegra fa da sfondo a un evento triste. Un funerale: il funerale di Francesca. Attorno alla tomba ci sono molte persone. Sono tutte vestite di nero e la maggor parte sta piangendo. -...Questo è l'ultimo saluto che porgeremo a questa ragazza meravigliosa, la cui vita è stata brutalmente stroncata dalla malinconia e dall'anoressia. Una ragazza incapace di odiare, che amava chiunque incontrasse sulla sua strada e anche chi non incontrava. Preghiamo per lei.-
Le persone più scosse sono sicuramente i suoi genitori, che ancora non riescono a capacitarsi della scomparsa della loro figlia. Anche Eleonora, una ragazza minuta, bionda e con gli occhi neri, la sua migliore amica, piange disperatamente. Molto più distante, nascosto all'ombra di un albero, c'è un ragazzo.
Capelli tinti di nero con riflessi blu; occhi blu e neri all'esterno dell'iride. Alto e slanciato, vestito con jeans attillati neri con una catena, camicia blu, giacca elegante nera e scarpe da ginnastica nere. Ha in mano un mazzo di fiori: dei fiordalisi, dei garofani bianchi e delle rose bianche. Andrea.
Quando tutti se ne fsono andati, lui si avvicina lentamente. Rimane per un po' lì davanti in silenzio, il viso impassibile.
Poi, tutt'a un tratto, delle lacrime sfuggono al suo controllo e prendono a scivolargli lungo le guance. Cade a terra in ginocchio e scoppia in un pianto disperato. -Perchè?! Perchè lo hai fatto? Perchè...- dice fra un singhiozzo e l'altro.
Si asciuga il viso e si rialza. Fissa la tomba ancora un po'. Poi appoggia i fiori e si volta. Un'ultima lacrima scivola solitaria e con una lentezza esasperante lungo il suo viso. -Non preoccuparti. Fra poco ti raggiungerò...- Sorrise. -Frà... anch'io... ti ho sempre amato...-
 
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