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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: UNA MATTINA D' AGOSTO INSIEME.
Genere: Sentimentale, Romantico, Erotico, Dark
Rating: Vietato Minori 18 anni
Avviso: One Shot, Lemon
Autore: briareos galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 29/08/2007 19:42:15

è un "incest" a forte valenza erotica. corto e gustoso, e me ne vergogno amorte d'averlo scritto.
 
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AGOSTO
- Capitolo 1° -

Era una mattina d' Agosto, l'aria era ancora fresca e non faceva presagire il torrido calore infrernale che sarebbe stato da lì a mezzogiorno.
Le rondini volavano cinquettando nell'aria, contendendosi allegramente piccoli bocconi d'insetti ed altre schifezze che i pulcini trangugiavano golosamente; alcuni metri più giù il giardino dei Rossi veniva innaffiato da una valvola a spruzzo compiuterizzata, in barba alle leggi sullo spreco dell'acqua potabile.

La villetta dei Rossi era una fotocopia delle tante che si susseguivano una accanto alle altre nella via "buona " della città, dove il camion della spazzatura faceva attenzione a non fare troppo rumore la mattina per non svegliare i potenti "professionisti" che dormivano nei letti.
Notai, avvocati, commercialisti, insomma, gli ecclesistici del potere burocratico, sempre buoni in ogni circostanza.
Nella villetta dei Rossi abitava Franco Rossi, che aveva impiantato la sua famiglia in quella zona svenandosi le braccia, sperando che il contatto con "il club degli amici felici" gli avrebbe permesso quello scatto qualitativo che gli avrebbe permesso di farsi il Suv.
I restanti componenti della famiglia erano lì perchè ci erano capitati, e si godevano l'ambiente finto-borghese senza lo stress da prestazione del capofamiglia.
La moglie era una nordica dai lunghi capelli biondi e gli occhi blu, liscia come un daino nonostante i due figli partoriti; il marito era una ometto bassotto e ingobbito dalla scrivania, sempre colto da un nervosismo isterico che gli lo portava a sbranarsi le unghie delle mani.

Poi c'erano Leonardo e Caterina, di venticinque e tredici anni. Leonardo, chiamato sempre e solo "leo" era un ragazzo spensierato, che aveva vissuto tranquillamente il liceo e viveva l' università senza ansie. Caterina, che tutti chiamavano sempre e solo "kate", era una ragazzina esile che aveva preso gli occhi e i capelli dalla madre, e che stava molto per i fatti suoi, tra le sue musiche e le sue leggerezze.

La casa era vuota, i coniugi Rossi erano in qualche isola dell' equatore a spargere la forza culturale dell' Euro, kate era partita la sera prima a casa di una sua amica, e non sarebbe tornata prima di un paio i giorni. La famiglia era fidata, avrebbe trascorso il suo tempo passeggiando e raccontando frivolezze con le sue amichette. Un modo come un'altro per colmare l'enorme vuoto che creavano le vacanze estive.

Leo era solo nella casa, lasciato indietro per sua esplicita richiesta. Svegliandosi e sentendo la casa silenziosa, priva dello scalpicciò isterico del padre sentì un sentimento di libertà che lo rinfrescò subito. Era andato a letto vestito, sopra le coperte con tanto di scarpe, e perciò non perse tempo a cambiarsi.
Si sedette sulla sponda del letto senza la minima volontà di fare chissacchè, anzi se ne andò nel salotto con il solo motivo di sdariarsi sul divano di pelle. Scese le scale di volata saltando gli ultimi gradini e godendosi gli echi che rimbalzavano in cucina, lanciò la maglietta sul pavimento e incespicò pirma su un piede e poi sull' altro, togliendosi le scarpe e buttandosi come un tonno nel divano da milleduecento euro.
La stoffa morbida, spaziosa dei cuscini, il fresco che traspariva dai tessuti e la comodità delle dimensioni rendevano quel divano il Re dei mobili da salotto, leo godeva come un matto a poltrire sdraiato facendosi coccolare dalla ventola posta sul tetto.
Se avesse potuto, si sarebbe messo a fare le fusa.
Rimase lì nel dormiveglia, mentre la luce del mattino scivolava senza far rumore sul vetro delle finestre. Leo si sentì irrigidire da un'erezione mattutina, una di quelle cose che accadono solo agli uomini, e che non hanno un vero e proprio perchè.
Si sbottonò i jeans e li tirò giù, insieme agli slip, fino alle cosce. Il sedere toccò il divano fresco e gli venne un pò di pelle d' oca, poi si adeguò. Lasciò che il suo amico Leo Secondo si liberasse da quella stretta, insieme ai suoi Inseparabili Due, e il fresco venticello del ventilatore lo rinvigorì. Leo lo sentì alzarsi senza sforzo, in quel buffo ondulare calmo prima un pò su, per poi ricadere giù, su e ancora giù, finchè si tenne fermamente eretto tuto da solo. Ea da un bel pò che non compiva sforzi, per cui era un bel tronchetto nodoso che guardava allegramente il soffitto. La punta rossa era scivolata fuori dalla leggera coperta che lo avvolgeva, e si godeva l'aria fresca.

Leo non aveva intenzione di masturbarsi, ma era un'erezione spontanea e piacevole, e s' inventò degli esercizi. Sorridendo a occhi chiusi si mise comodo con le mani dietro la nuca, e irrigìdì gli addominali e le natiche facendo ondeggiare il bacino come se qualcuna gli stesse sopra. Leo Secondo si stiracchiò e si tese verso l'esterno, e invece che rilassarsi rimase rigido.
Ancora una volta, due, tre, mentre le vene pulsavano sotto la pelle sottile, e la punta diventava scarlatta. Leo sentiva che in una scala da uno a dieci lui era a otto, pronto e preparato a tutto, liscio e pulito e decisamente irrequieto. Ma se si fosse "scaricato" a quell 'ora del mattino sarebbe passato rincoglionito tutto il resto della giornata, così lo lasciò fare. Continuò a muoversi e a irrigidirsi, fino a passare a nove, ora le natiche si staccavano dal divano e le gambe si erano leggermente divaricate, lasciando spazio agli Inseparabili Due. Se avesse avuto una ragazza tra le mani l'avrebbe resa felice.
Aumentò la velocità delle spinte,ancora e ancora, trascinato da Leo Secondo che lo spronava ai fatti, che quasi esplose sentendo dei piccoli tentacoli che si avvolgevano ad anello su di lui.
Leonardo fece un salto, preso dal panico, e vide la sua sorellina kate che stringeva a pugno la sua erezione e faceva scorrere velocemente la sua mano bianca su e giù, guardando ipnotizzata il suo membro che vibrava ad ogni passata.
Leo sentì un vuoto in pancia e si sentì quasi schizzare, non fosse che il disgusto di farlo in mano alla sua sorella lo bloccò.
Si alzò di scatto in piedi, preso nello shock cercava di rivestirsi alla rinfusa, tirandosi su i calzoni e le mutande insieme, mentre Leo Secondo, al triplo delle sue dimensioni normali gli impediva di portare gli slip alla vita e di tirare la cerniera. Si accorse che stava praticamente sbattendo in faccia alla sua sorellina il suo membro eretto che continuava a fissare senza vergogna, e Leo si lasciò andare in un riso imbarazzato e gli diede le spalle.
Si ricompose infilando Leo Secondo fra le gambe, riuscendo così a rivestirsi. Era come camminare con il manico di una scopa infilato nei panataloni, solo che faceva male.
Leonardo la guardò allucinato.

- O Katerina, ma che fai ?! -

Caterina non si scompose, si sedette sul divano e guardò suo fratello con gli occhi vispi.

- Ma che fai tu ! -

Giusto

- Da quantè che sei qui ?-

- Da prima di te, ero scesa a fare pipì quando ti sei buttato sul divano -

Tradotto: sono quaranta minuti buoni che ti vedo con l'uccello al vento.

Stettero zitti, Leo si grattava la nuca, preso dall' imbarazzo di sè e di Leo Secondo che protestava furioso, che incurante di tutto era passato dal livello nove al livello ventidue. Di fatto era un potente, primitivo terzo cervello, che ruggiva incurante del mondo che gli scorreva accanto. Leo pensò che lo avrebbe "scaricato" più tardi.
Decise che la cosa migliore era dimenticare tutto, e se ne andò dal salotto, bollando l' atto della sua sorellina come un impeto di curiosità. Chi non l 'aveva avuto a quell'età?
Piccoli segreti che rimanevano incastrati nei ricordi.
Nulla di grave.
Nulla di grave.

Leonardo se ne andò in cucina, deciso a sfumare tutto dietro un caffè. Si distrasse canticchiando mentre rovistava tra gli scaffali. Accese la radio, che chiaccherò in modo professionale dei massacri giornalieri . Irak, Iran, Palestina, tutti posti dove i fuochi artificiali non li facevano solo a capodanno; poi politica, meteo ed altre stronzate. Stava scomodo, gli facevano male i tendini del pene, che erano tesi in modo innaturale. Sentì che Leo Secondo stava lentamente ritornando al livello sei, perciò lo afferrò delicatamente con il pollice e l'indice e lo rimise al suo posto negli slip. Si sentì subito meglio.
Caterina entrò in cucina, continuando a puntare i suoi occhi verdi su di lui.
Leo pensò che era da farla vedere. Ma da uno bravo, e che probabilmente sarebbe finita in pillole e calmanti.
Leo Secondo ebbe un sussulto in ricordo di quel breve massaggio, e Leonardo fu costretto a sedersi su uno sgabello.
Kate continuava a fissarlo, con uno sguardo che una tredicenne non dovrebbe avere. Leo, gli parlò per vedere se era tutta storia passata anche per lei.

- Kate, ma non eri da un'amica oggi? -

- Sì, ma poi non ci sono andata. Non mi andava. Senti, ma sei venuto? -

- COSA !? -

- ...Cioè, non ho visto nulla... -

- Kate, ma ti ha cappottato il cervello? Che te lo devo ricordare io che certe cose non si fanno MAI e poi MAI? -

- ...Vabbè...guarda che lo so quello che fai prima di addormentarti! -

- NO, tu non lo sai che faccio, che hai solo tredici anni e devi cercarti un ragazzino invece di andà a toccare tuo fratello! -

- ...Va bene. Ma allora sei venuto o no ? -

- NO! E NON VOGLIO PIU' SENTIRE QUESTO DISCORSO! -

Intanto Leo Secondo era a livello nove . Kate annunciò che andava a farsi uan doccia e Leonardo cercò di finire la sua colazione. Era furioso, principalmente con sè stesso. Il suo obbiettivo era Leo Secondo, che non accennava a scendere, e la cosa peggiore era che voleva che quel massaggio si fosse concluso.
Che gli fregava, a lui, che fosse una minorenne e perdipiù la sua sorellina? Lui non sentiva muri, come uno schiacciassi tirava senza guardare in faccia nessuno.
E poi Caterina. D' accordo che era un'adoloscente, ma quel comportamento era assurdo!
Era malata.
Anzi erano malati tutti e due visto che la sua erezione non si dissolveva. Leo Secondo aveva ragione, avrebbe voluto che finisse, magari sarebbe stato più semplice.
Sì?
No?
Non doveva chiederselo.

Finì la sua tazza e tornò in camera sua, voleva uscire da quella casa e prendersi una boccata d'aria. Si stava cambiando quando entrò Kate, a chiedere dov'erano gli asciugamani.
Leo Secondo impose il suo personale modo di vedere le cose: lo sguardo scivolò sulle gambe piccole e sode della sorella, risalendo dalle caviglie fino alle anche, coperte da una mutandina a righe arcobaleno; poi su sull'ombelico e la vita snella e la t-shirt bianca su cui si adagiavano i seni acerbi.
E poi indugiò sul collo, il mento e la bocca dalle labbra delicate.
Denti bianchi, perfetti.
E gli occhi che lo fissavano.

Leo non aveva modo di dissimulare la sua eccitazione, Leo Secondo premeva crudelmente contro la stoffa che avrebbe dovuto nasconderlo, e Kate capì d'essere l'obbiettivo di quella freccia.

- Leo...posso...toccarti...? -

- No, guarda, kate, stammi lontano che...-

- ...Solo un'attimo...-

E si era già avvicinata. Si accostò al suo bacino, e tirò giù la poca stoffa che li divideva. La differenza d'altezza la portava a sentire la gomma dura e calda contro il suo petto, e la portò sotto la t-shirt, mentre suo fratello emetteva un gemito. Lei sorrise.

- ...è bollente...-

Kate iniziò a baciare gli addominali di lui, con una mano su una natica, mentre l' altra si alzava e si riabbassava ritmicamente sotto la maglietta.
Leo accompagnava il movimento con delle spinte.
Sentiva il calore salire, nella stretta di quelle mani piccole che continuavano ad accompagnare il suo piacere. Non aveva provato nulla di simile, mai con nessuna delle sue ragazze. Ora stava a gambe divaricate e spingeva fino ad alzare i talloni da terra, e sotto la t-shirt bianca della sua sorellina il movimento si fece più frenetico, ora kate lo teneva con entrambe le mani e lo stringeva con i palmi, avvolgevano l'erezione del suo fratello con i polpastrelli delle dita.
Non avrebbe schizzato, non ancora, bloccato nella meraviglia e nella vergogna di quel gesto.
Voleva toccarla, sentire il suo calore, le sue mani si chiudevano rese ipersensibili dall'eccitazione. Si distaccò mentre la sua sorellina fissava il suo pene eretto, e la guidò ad un armadio che stava a pochi passi dietro di lei.
Quando lei si appoggiò con la schiena Leo si inginocchiò davanti a lei, e fece scivolare l'indice sulla coscia. Poi abbracciò la sua vita con il braccio sinistro, la differenza fisica fra i due era tale che con quel solo gesto arrivava con le dita fin sotto la maglietta bianca.
Incontrò il respiro veloce del suo cuore, e il piccolo seno dalla pelle tesa.
Caterina fece un gesto adulto, aggiustandosi i capelli dietro la schiena con movimento del collo. Sentiva il contatto morbido delle labbra che baciavo la pelle appena sopra l'ombelico.
Poi aprì leggermente le gambe, mentre il palmo della mano destra di suo fratello risaliva l'interno coscia. Leo appoggiò la V del suo indice e il pollice fra le gambe di Kate che si chiusero subito.
Leo incrociò dal basso gli occhi verdi di Caterina, che lo guardava accaldata, deglutendo con forza. Poi lentamente gli fece spazio.
Il polso si spostava lentamente sulla stoffa, il pollice sulla piccola piega umida, le dita che lambivano le natiche irrigidite della tredicenne. Continuò ancora a muoversi, sotto lo sguardo di kate, arrossato dall' eccitazione, le labbra come tinte di rossetto.
Anche lei era calda, e stava silenziosa, talvolta portanto avanti la testa in un sospiro prolungato, per poi ricadere con le spalle al legno dell'armadio.

Chiuse gli occhi, e mise una mano su i capelli di suo fratello, mentre il palmo di leo spingeva con più forza e più velocemente nelle sue mutandine colorate.
Poi la mano smise di ondeggiare ritmicamente, e la sua sorellina lo guardò alzarsi con la bocca semiaperta, delusa.

- ...perchè...ti sei fermato...? -

Non andava bene. Leo Secondo voleva di più, voleva carne e muscoli con cui fronteggiarsi, grida e sospiri. Leonardo trovò il modo di staccarsi.

- Ora...ora basta così Caterina. -

La ragazza si allontanò imbarazzata, tenendosi il petto come se il calore la bruciasse ancora. Prese gli asciugamani e andò in bagno.
Suo fratello cercava di calmarsi. Aveva dovuto staccarsi per il calendoscopio che gli sparava nel cervello Leo Secondo, di kate a terra, con i vestiti strappati, oppure di lei distesa sul letto con il sangue che le scivolava via tra le lenzuola, e poi sempre lei con le lacrime agli occhi, distrutta, o umiliata o rovinata.
Questo era la volontà di Leo Secondo, una visione del piacere che passava dall'abuso allo stupro.

Un grido spezzò la sua concentrazione, kate gridava dal bagno. doveva essere successo qualcosa, era colpa sua, tutte le colpe del mondo erano sue, lui aveva venticinque anni, lei tredici, lui avrebbe dovuto sapere quanto era sbagliato tutto quello che stavano facendo. Corse quasi a rompersi il collo verso il bagno, e lo spalancò vedendoci qualcosa di terribile. Non trovava kate, la sua Caterina era sparita, e guardò dentro la doccia e non vide niente, mentre un colpo di vento chiudeva la porta alle sue spalle e la chiudeva a chiave.
La chiudeva a chiave?

Caterina eri lì sulla porta con la chiave in mano, che rideva allegramente di lui.
Prese la chiave e la fece cadere nei suoi slip variopinti.

- E ora se vuoi uscire...finisci quello che hai iniziato. -

Leonardo sbuffò di sollievo, guardando quella ragazzina così fissata. Rise e la prese in braccio.

- kate, lo sai di cosa hai bisogno tu? DI UNA BELLA DOCCIA FREDDA! -

Così dicendo la gettò con attenzione nell vasca e afferrò l' erogatore, inondandola a pioggia. Ridevano e si rubavano a vicenda la manopola, fino ad essere completamente zuppi dentro la vasca.
L'acqua non era così fredda.
Kate aveva la maglietta trasparente, sotto i capezzoli erano come piccoli bottoni rosa. Leo fece scivolare la sua bocca fino al ginocchio, poi ridiscese fino all'arcobaleno. Tolse via quel quadro hippy, che tintinnò in lontananza con la chiave. Kate non sembrava preoccupata, solo un pò nervosa.

Leo la avvolse con le braccia, e iniziò a leccarla.
La sua vagina sembrava un rigo di pennarello, glaba e rosa, si contraeva ritmicamente ogni volta che veniva sfiorata.
Come un fiore con i suoi steli, che si ritiravano lentamente e poi si concedevano, insieme ai gemiti di kate che si andavano moltiplicando, fino a quando le cosce si serrarono e il piccolo corpo della tredicenne manifestò un'orgasmo.
I sussulti si andarono moltiplicando nel lamento di una voce che tremava nel bagno.
Poi guardò suo fratello, con lo sguardo di chi si è appena alzata.

Leo uscì dalla vasca e fece sedere la sua sorellina sul bordo della stessa, ancora priva di slip. Non parlarono, mentre Leo Secondo veniva accolto dentro le labbra e i denti perfetti di kate. Solo la punta, rigida e vibrante, che scomparì lentamente nella bocca inesperta della ragazzina.
La saliva lambiva quel fungo scarlatto e scivolava dall'angolo della bocca, i capelli dorati di Caterina si muovevano confusamente avanti e indietro.
Mentre la lingua rosa scivolava assaporando incessantemente le palpitazioni della carne, le dita sfioravano i testicoli e la pelle, che continuava a dilatarsi.
Leonardo teneva le gambe completamente aperte, in modo che che i suoi testicoli si muovessere liberi, e lasciando che fosse la sua sorellina a farlo venire.
Da dietro solo le natiche si contraevano violentemente, arrossando nella pelle bianca nelle ondate che prendevano tutto il suo bacino.
L'imbarazzo di quel che stava facendo lo rimproverava ancora in un'angolo della sua testa, scossa dal piacere e dall'urgenza di liberarsi fra le labbra di Caterina. Non era "brava", ma la situazione, l'indecenza e lei che continuava a muoversi senza fretta gli stavano dando un piacere quasi doloroso.
Sentì i sussulti degli addominali, e parlò.

- kate...sto per venire...lasciami o ti sporco tutta. -

Caterina afferrò il suo membro e lo resse dentro di sè, mentre continuava a muovere convulsamente la testa. Leonardo cercò di trattenersi, poi si arrese e eruttò il suo piacere in quella bocca troppo piccola per contenerlo. Arrivò a scariche, senza il coraggio di guardare sentiva che stava dando quanto non aveva mai fatto prima. Le contrazioni erano tremende, schizzando sperma a fiotti, sentiva che il liquido colava via oltre la bocca, sulle faccia e sulle mani della sua sorellina.
Kate non aveva smesso di muoversi, e così continuò a svuotarsi fra quelle labbra, un' eiaculazione dopo l'altra fino a quando leo lasciò andare via le ultime gocce di liquido seminale in quelle dita che lo trattenevano.
Caterina sentì esaurirsi la rigidità del pene di suo fratello, e lo lasciò andare.
Sentì un conato e vomitò senza dolore sul water lì accanto, liberandosi di quello che aveva ingoiato.
Leonardo si riprese, e vide la sua sorellina persa in una ragnatela di filamenti biancastri, e la aiutò a ripulirsi.

Il sole d' Agosto entrava dalla finestra, fuori le rondini stridevano, l'annafiatoio automatico faceva il suo lavoro.
Non si sa cosa dissero e fecero poi, nè sei genitori lo seppero mai che i loro figli si erano macchiati del peccato dell'incesto.
Finì il giorno, ne venne un'altro, ma l'unica cosa che si sa per certo della famiglia Rossi, è che il fratello e la sorella non litigavano mai.


 
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VOTO: (2 voti, 3 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 3 commenti
engels - Voto: 04/10/08 21:06
è qualcosa di peccaminoso ma stupenda veramente incredibile ed è veramenrte un peccato finirla cosi dovrebbe esserci un seguito
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sweetland 28/09/08 08:22
madonna non ho mai riso cosi tanto ..fino alle lacrime...ehhhhhhhhhhhh!Leo Secondo....
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mako-meiko - Voto: 25/07/08 13:44
NooooOOOOOOOOOOO...nn puoi farmi finire una storia così bella!!!Cmq molto bella complimenti!!
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