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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: L'OSTAGGIO
Genere: Sentimentale, Azione, Drammatico, Erotico
Rating: Vietato Minori 18 anni
Autore: rumicfan galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 20/08/2007 09:52:36 (ultimo inserimento: 08/04/09)

lei la figlia del più influente giudice, lui il benjamino del mafioso del paese. un'attrazione che potrebbe essere fatale per entrambi.
 
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MARIA LA FIGLIA DEL GIUDICE
- Capitolo 1° -


Salve volevo avvisarvi che questa è la mia prima volta che mi cimento in una storia originale, qindi vi prego siate clementi! Avevo quest'idea che mi frullava per la testa già da un po di tempo,volevo tenerla per trasformarla in fumetto ma con tutti i i miei impegni e l'altro mio fumetto che è ancora in corso, mi son detta perchè non scrivere la storia? così eccomi qua! dunque sicuramente troverete un modo di parlare un po Terrons (come lo definirebbe la mia collega) ma e voluto perchè questa storia è ambientata in Sicilia, e precisamente a Sciacca dove ho passato ben 13 anni della mia vita, naturalmente i fatti e i personaggi sono completamente inventati, quindi se ci dovesse essere qualche coincidenza è puramente casuale! bene e dopo questa piccola premessa vi lascio alla lettura, sperando che un po vi diverte, o che almeno vi svaghi un po ^___^!!!!









Maria, la figlia del giudice


Il sole bruciava l’asfalto di Sciacca, un paese di collina che si affacciava sul mare: un luogo in cui la maggior parte degli abitanti si conosceva tra loro. Era una città che profumava di gelsomini e limoni. Se faceva caldo, e non avevi voglia di andare a scuola, potevi organizzarti con un’amica, e con lo scooter raggiungere la spiaggia, che si trovava a pochi chilometri di distanza dal centro abitato.
-Uffa! oggi la prof interroga, e io non ho studiato!- pensò Maria, una ragazza dai lunghi capelli neri e ricci. Mentre, seduta sugli scalini di una casa, aspettava di veder scendere l’amica con cui solitamente andava a scuola.
“Ciao Maria!” la voce di Siria colse di sorpresa la ragazza, ancora seduta sulla scalinata.
“Ciao Siria! Ieri hai studiato storia?”
“No, accidenti! oggi c’è la prof. che interroga!” rispose Siria, piagnucolando per la preoccupazione.
Maria si alzò, sfoderando uno dei suoi sorrisi furbi, e con la mano le fece cenno di avvicinarsi al suo motorino, uno scooter cinquanta nero con dettagli cromati. Sollevò il sellino e invitò la sua amica a guardare dentro il porta oggetti.
Siria vide un paio di asciugamani e due bikini colorati.
Maria richiuse il sellino, con evidente soddisfazione e tutta l’aria di chi vuol marinare la scuola per andarsene al mare, e disse: “Non credi che faccia caldo oggi?”
Siria all'inizio rimase seria, abbassò lo sguardo, e una strana sensazione s'impadronì di lei: si sentiva un verme. Si morse un labbro, e con una mano andò a spostarsi una ciocca bionda dal viso, poi prese coraggio e parlò: “Senti Maria… io devo parlarti di una cosa importante.”
Siria alzò lo sguardo e l’appuntò negli occhi dell’amica , mentre Maria, sconcertata, la osservava interrogativa.
“D'accordo, andiamo al parco delle terme? Lì staremo tranquille e potremo parlarne!”
Siria annuì. Maria cominciava a preoccuparsi per lei, non l’aveva mai vista così seria. Montarono sullo scooter e sfrecciarono tra le auto del traffico mattiniero.
Quando arrivarono, passeggiarono per qualche minuto nella piazzetta di fronte alla villa, vicino la ringhiera, sporgeva sull’alta scogliera del mare di Sciacca. Si fermarono a guardare il panorama marino, da li si vedeva il porto, e le spiagge vicino alla vecchia fornace.
Alcuni turisti si erano fermati a fotografare il posto. A Maria quel luogo piaceva molto, perché, con una sola occhiata, poteva scorgere sia la città che il mare.
“Maria, io non so come dirtelo …”cominciò titubante Siria.
“Forza, siamo amiche, o no? Spara, qualunque cosa sia non devi preoccuparti!”
Siria strinse le mani al parapetto e guardò giù, verso il mare, come se quella distesa azzurra potesse darle la forza di parlare.
“Maria, io e Marco ci siamo fidanzati!” disse tutto d’un fiato.
Maria rimase lì, ferma, a boccheggiare per qualche secondo; si sentiva morire, come se avesse ricevuto un pugno sullo stomaco.
“Co-cosa?” riuscì a balbettare, incredula.
“Maria mi dispiace, ma l’altro giorno si è dichiarato. Io non te l’ho mai detto, ma… Marco piaceva tanto anche a me, e tu non ti decidevi a farti avanti, così ho accettato la sua corte!”
“M-ma io credevo che fossi cotta di Massimo!” sbraitò Maria, confusa e arrabbiata.
Siria però non le rispose, continuando a guardare il mare.
Maria sentiva la rabbia crescere in sé.
Quando Massimo era andato da lei per chiederle di uscire, aveva rifiutato categoricamente, perché sapeva che Siria era pazza di lui. E lei, invece, non ci aveva pensato due volte a tradirla. Come aveva potuto fidanzarsi con il ragazzo di cui era stracotta? E poi lei lo aveva sempre criticato, arrivando spesso a litigarci. Come era potuto succedere? Maria si sentiva tradita, delusa, e non riusciva a capacitarsene.
“Sei una pezza di merda!” le disse piena di rancore; poi le voltò le spalle e se ne andò con passo deciso.
“Aspetta! Maria, io..!” gridava intanto Siria, cercando di raggiungerla, nonostante non sapesse cosa aggiungere ai suoi appelli. Non voleva perdere Maria come amica, ma ormai aveva accettato la proposta di Marco.
Maria azionò l’acceleratore e sfrecciò via con il suo scooter.
“Maria…” fece Siria, guardando le spalle della sua amica scomparire dietro le auto.
Marco era un bel ragazzo, alto, occhi castani e lunghi capelli neri, che spesso teneva legati in una coda bassa. Aveva la pelle ambrata, e un fisico longilineo, magro. Non riscuoteva molto successo tra le studentesse della scuola, forse perché tutte smaniavano per il ragazzo più carino dell’istituto: Luca, capelli chiari e occhi azzurri, vivaci. A Maria non piacevano i ragazzi pallidi”, lei preferiva quelli dalla pelle scura, allegri e solari. Luca, invece, si dava delle arie da divo di Hollywood, e recitava la parte del bel tenebroso; e a lei suscitava solo antipatia, perché sapeva di tutti i cuori che aveva infranto. Le sue amiche, però, non capivano cosa avesse contro di lui. Più di una volta aveva chiesto loro: “ma come fa a piacervi un simile idiota, tutto muscoli e niente cervello?” ma nessuna sembrava accorgersi dell’immensa stupidità di Luca. Marco, invece, era tutto il contrario. era il primo della classe, era sempre allegro e circondato da amici. Ma quello che contava maggiormente era il suo essere semplice e diretto; e se anche qualcuna lo guardava in maniera speciale, lui non ci dava peso, limitandosi a scherzare e a trattare tutti come buoni amici. Aveva sempre il sorriso disegnato sulle labbra carnose… E adesso quelle labbra le avrebbe sfiorate Siria.
Maria si morse il labbro."Vatti a fidare degli amici." pensò la ragazza, ancora arrabbiata.
E dire che le avevano soprannominate le “Veline di striscia”, dato che stavano sempre assieme e che lei era mora e la sua amica bionda.
Arrivò a casa sua, una grande villa, con un giardino che era l’orgoglio di suo padre; poi entrò sbattendo la porta.
“Maria, non sei andata a scuola?” la voce della cameriera arrivò prima di lei.
Anna, la cameriera, uscì dalla cucina con il grembiulino bianco e due patate in mano. Era una giovane donna di ventotto anni, aveva gli occhi castani grandi e vivaci, e i capelli dello stesso colore legati in una coda di cavallo. Indossava dei comodi jeans, e una t-shirt colorata.
Maria distolse gli occhi dal viso della donna, la sorpassò e si mise a correre verso la sua stanza.
Anna lasciò le patate, si tolse il grembiulino e, senza farsi problemi, seguì la ragazza.
Entrò nella sua stanza e trovò Maria sdraiata a pancia in giù, che stringeva fra le braccia il suo cuscino.
Anna si sedette accanto a lei, sul letto, e poggiò delicatamente una mano sulle sue spalle.
“E' successo qualcosa?” chiese, spostandole una ciocca di capelli che le ricadeva sul viso.
Maria non ce la fece più, e scoppiò a piangere.
“Su, piccola… dimmi, cos’è che ti tormenta?” Maria si aggrappò al collo della donna, continuando a piangere.
“Oh, Anna!” disse in un singhiozzo.
La cameriera sorrise dolcemente; voleva bene a Maria, l’aveva vista crescere, e le si era affezionata incredibilmente, come se fosse stata la sua sorellina. D’altronde, aveva solo ventotto anni, mentre Maria ne aveva diciassette, senza contare che la ragazza passava molto più tempo con lei che non con i suoi genitori, sempre impegnati con il lavoro. Il padre di Maria era un giudice famoso e molto influente, mentre sua madre lavorava al comune come ministro. In pratica, con la figlia passavano unicamente i fine settimana; ma anche in quelle occasioni, spesso entrambi restavano attaccati al telefono per ore e ore. Per questo motivo Maria si confidava spesso con lei, e Anna le dava dei consigli.
“Quella stronza di Siria..” disse Maria, tirando su con il naso “si è fidanzata con Marco senza chiedermi il permesso!”
Così prese a raccontarle l’accaduto nel dettaglio; poi, quand’ebbe terminato, mangiarono del gelato.
Per Maria, la giornata sembrò improvvisamente aver preso un’altra piega. Mandò tutti all’inferno e si sentì più leggera: da quel momento in poi, non avrebbe più parlato con Siria.
“Che ne dici di arrivare in spiaggia e di farci un bel bagno?” propose Anna.
“E per il pranzo? Come farai?”
“ Preparerò pasta all’aglio e olio, un qualcosa di sbrigativo, insomma! Vedrai che conosceremo un altro ragazzo che ti farà dimenticare immediatamente quell’idiota di Marco!”
Maria sorrise e si alzò, decisa a seguire il consiglio della sua vera e unica amica.
Era da tempo ormai, che Anna viveva da loro come un altro membro della famiglia. Era stata assunta giovanissima, quando aveva appena quindici anni. Aveva perso i suoi genitori in un incidente d’auto, e si era ritrovata da sola, sballottata da un parente all’altro. In seguito quando aveva compiuto i suoi quindici anni, aveva deciso di lavorare sodo, badando a sé stessa per conto suo. Ma era solo una ragazzina, e nessuno era disposto a prenderla sul serio, a darle un lavoro, se non sottopagato; e lei non voleva farsi sfruttare fino al midollo per sempre. Era disperata: con i pochi spiccioli che ricavava dalle sue fatiche, non poteva nemmeno permettersi di affittare una casa. Poi, un giorno incontrò Maria. La trovò che piangeva sulle scalinate di un palazzo, con indosso lo zainetto dell’asilo. La piccola si era persa, perché, come le aveva raccontato tra i singhiozzi, voleva dimostrare alla madre di essere in grado di tornare a casa da sola, senza essere accompagnata da quell’antipatico del suo autista. Anna la rassicurò, e dopo essersi fatta spiegare a grandi linee dove abitava, la accompagnò verso casa. Quando raggiunsero la villa, la prima cosa che notò fu una donna fuori di sé, che, come scoprì dopo, era la madre di Maria. La signora urlava, in preda al panico, e rimproverava aspramente l’autista per la sua negligenza. Inutile dire che l’uomo fu licenziato in tronco. Anna rimase meravigliata da quella casa ampia e lussuosa e, al confronto, si sentì sporca e vestita di stracci. Per questo motivo, non volle neanche salire sul pianerottolo, limitandosi a osservare la scena dell’abbraccio tra madre e figlia da lontano. Stava per andarsene, quando la signora la invitò dentro per ringraziarla. Le offrì del caffé e dei biscotti. Poi, Maria insisté affinché Anna vedesse la sua cameretta. Le mostrò i suoi giocattoli e dopo ancora la portò in giardino. Infine, persino Rosa, la madre della piccola, la trattò con estrema gentilezza, invitandola a pranzo. Subito Anna rifiutò l’offerta, perché non voleva arrecare disturbo, ma Maria si mise a piagnucolare, costringendola ad accettare.
Così Rosa la portò in cucina, dove Anna l’aiutò a preparare il pranzo. Quando si accomodarono a tavola, Rosa si mise in braccio la piccola per farla mangiare. La donna era molto amorevole, e Anna, nell’osservarle, fu invasa dalla malinconia. Scoppiò a piangere. Senza sapere il perché finì per confidarsi con la donna che era stata così gentile con lei. Le raccontò dell’incidente d’auto in cui i suoi genitori morirono, le disse che era disperata, che voleva un lavoro, e che era stanca di essere sballottata da un parente all’altro. Proprio allora Maria l’abbracciò forte e disse la frase che le avrebbe cambiato la vita: “Mamma, può restare a vivere con noi?”. Rosa non rispose subito a quella domanda. Osservò per un po’ la ragazza, e le domandò se era capace di svolgere le faccende domestiche. Lei rispose di sì. Da quel giorno Anna fu assunta come governante. Il suo compito era quello di tenere in ordine la casa e di occuparsi di Maria quando i suoi genitori non potevano. Era stata proprio la piccola Maria a salvarla dal baratro della solitudine; ed era stata sempre lei a regalarle il calore di una famiglia.



“Accidenti! Dobbiamo rimandare a domani, quella ragazza ha agito fuori dai nostri schemi.” Disse un uomo che guardava attraverso il suo cannocchiale in direzione della villa. Era nerboruto, dalla pelle scura, con una cicatrice che gli solcava la guancia, e la testa completamente calva.
“Gianni, maledetto idiota! Posa quell’affare, vuoi che ci scoprano?” lo rimproverò dal posto guida un uomo che fumava nervosamente una sigaretta. Il fumo andava infilandosi tra i suoi ricci castani, portati corti e gonfi in uno stile anni ‘80, di cui era un fanatico.
“Ehi, Michele! tieniti pronto a seguirla, non ho intenzioni di rimandare a domani. Il colpo si fa oggi.”disse Davide dal sedile anteriore. Davide era un bel ragazzo di ventidue anni, alto, con due profondi occhi verdi e lunghi capelli rossi. La sua testa sembrava una sorta di ribellione al mondo intero, il colore non era di un rosso ramato naturale ma di una tinta più accesa, come il sole al tramonto; spesso li portava sciolti, ma, con il caldo che faceva in quei giorni, aveva preferito raccoglierli in una coda, con qualche ciuffo ribelle che, nonostante tutto, gli ricadeva sul viso. Per via del suo aspetto particolare in generale, più di una volta, Davide si era ritrovato a litigare con quelli che non avevano saputo astenersi dal fare commenti. Vestiva in modo semplice, con un paio di jeans stracciati e una maglietta senza maniche bianca, che gli sottolineava il fisico atletico.
“Però, notevole. la ragazzina non è niente male.” disse Gianni, trafficando con il cannocchiale.
“Sembri un vecchio maniaco.” si lamentò Davide.
“Ha parlato il santarellino!”
Il rossino borbottò un “tsk”, mettendosi tra le labbra una sigaretta. Aveva giurato che quello sarebbe stato l’ultimo lavoro che avrebbe fatto, e che, con i soldi che ne avrebbe ricavato, sarebbe uscito fuori dal giro della malavita, sarebbe sparito dalla circolazione, e se ne sarebbe andato per sempre in Giappone dove aveva sempre sognato di vivere.
Davide era il più giovane tra quelli che lavoravano per Don Carusi, il mafioso del paese. Era poco più che un adolescente diciassettenne, quando venne notato da Luigi, il figlio del boss, che lo osservava dalla finestra, mentre faceva a botte con tre ragazzi più grandi di lui. Tutto era cominciato quando i tre seccatori avevano interrotto il rosso, intento a corteggiare una ragazza. Lo avevano trascinato via in malo modo, e mentre due lo tenevano fermo, e il terzo lo prendeva a pugni, approfittando della loro superiorità numerica. A fatica, Davide era riuscito a divincolarsi dalla morsa degli aggressori, iniziando a difendersi. Ne era uscito con vari ematomi e un occhio nero, ma tutto sommato, poteva ritenersi soddisfatto di avergli dato una lezione a suon di arti marziali. Quella sera stessa, Luigi aveva rincontrato Davide in paese, e in quell’occasione il rosso lo aveva lasciato a dir poco stupito. Gli stessi ragazzi che lo avevano aggredito solo qualche ora prima, infatti, in quel momento lo servivano e riverivano, chi offrendogli una sedia, chi accendendogli una sigaretta, e chi porgendogli una birra.
Luigi non era riuscito a trattenere una risata, decidendo così di mandare uno dei suoi uomini ad invitarlo. Era stato proprio tra le mura della lussuosa villa del figlio del boss, che Davide aveva ricevuto la sua prima proposta di lavoro, un’occupazione che gli avrebbe permesso di guadagnare facilmente un mucchio di soldi.
Non aveva accettato subito, ma ben presto si era convinto, dimostrando, inoltre, di essere particolarmente in gamba. Presto divenne uno dei più richiesti per i lavoretti loschi. Aveva la fedina penale pulita, e questo si era rivelato particolarmente utile. Era stato posto a capo di un modesto gruppo di picchiatori a soli diciannove anni.
I picchiatori erano quelli che persuadevano le persone a collaborare e a non mettersi contro Don Carusi. La posta che mettevano in gioco in questo sporco ricatto, era un’esistenza pacifica e la vita. Si occupavano, inoltre, di mantenere l’ordine fra i diversi gruppi, che spesso si mettevano in competizione per far carriera nel mondo del crimine.
Tempo dopo, venne incaricato ai sequestri, e questo era il terzo a cui faceva parte.
Le sue occupazioni gli avevano sempre reso molto denaro, ma Davide era stanco della violenza e della malavita; ora desiderava una vita tranquilla, e soprattutto la sua libertà. Ma sapeva bene che per uscire dalla famiglia di Don Carusi c'era solamente un modo: la morte. L’alternativa era fuggire, far perdere le sue tracce. Ma per farlo aveva bisogno di altro denaro che avrebbe ricavato proprio dal colpo che stavano apprestandosi a compiere.
Aspettò pazientemente e, dopo pochi minuti, vide le due donne uscire dalla casa del giudice Alassi.
Gianni depose subito il cannocchiale, e Michele mise in moto l’auto.
Maria e Anna avevano deciso di andare al mare con lo scooter, così che avrebbero fatto prima per tornare a casa.
“Come agiamo?” chiese Gianni, sfregandosi le mani.
“Per adesso lasciamole divertire, e aspettiamo il momento giusto. C’è troppo traffico e non riusciremmo a scappare in tempo.”
Gianni annuì. Le seguirono fino alle spiagge di San Marco. C’era poca gente, e le acque erano calme. La sabbia era un bollente manto dorato.
Faceva così caldo, che anche i sequestratori avvertirono il desiderio di buttarsi in acqua. Tuttavia si limitarono a posteggiare in prossimità della spiaggia, attendendo pazientemente che le due facessero ritorno a casa. In quel momento, prendere la ragazza sarebbe stato più semplice.
Intanto Davide le teneva d’occhio, e con il cannocchiale fece zoom su di loro.
Proprio allora, Maria si stava spogliando, togliendosi l’abitino di cotone e rimanendo con un bikini azzurro.
Davide rimase sorpreso, poi sbirciò la foto che gli avevano dato di Maria Alassi. Lì era magra, quasi senza seno, sembrava una ragazzina delle medie. Ma era naturale, visto e considerato che risaliva a qualche anno prima. Adesso invece, dal cannocchiale vedeva una ragazza alta, formosa, dalla vita stretta e i fianchi larghi. I suoi grandi occhi azzurri venivano messi in risalto dal costume, e la sua pelle nivea lasciava presupporre che per quell’anno non fosse mai andata al mare prima di allora. I ricci le arrivavano fino al giro vita, e aveva il sedere a mandolino: quella che vedeva non era affatto una ragazzina bensì una donna. Pensando a ciò, capì perché Gianni aveva fatto quell’ apprezzamento. La ragazza che dovevano rapire era bella, come lo erano in poche.
Davide si riscoprì contento, e sorrise, continuando a scrutare Maria. Ma subito dopo il sorriso gli morì sulle labbra, quando pensò che gli sarebbe toccato tenere a bada i suoi uomini. Quella donna poteva diventare una pericolosa tentazione.
“Ragazzi non possiamo prenderla adesso, deve essere da sola, altrimenti la donna che è con lei potrebbe dare l’allarme, e noi non avremo il tempo di sfuggire ai posti di blocco della polizia.”
Gli uomini di Davide annuirono, trovandosi perfettamente d’accordo con il loro capo.
“Dai, andiamocene. sto soffocando dal caldo!” si lamentò Davide, riponendo il cannocchiale.
Il giorno dopo, Parcheggiarono a qualche chilometro prima della scuola, sperando che Maria Alassi non avesse intenzione di marinare ancora una volta. Quello era un punto dove la ragazza passava spesso per andare a prendere la colazione al bar, un posto dove si diceva che facessero il cappuccino più buono del paese. La zona era buona perché il traffico era quasi assente, e da lì per andare “al rifugio” non erano costretti a passare per il centro.
Davide scese dall’auto: lui aveva il compito di bloccare la ragazza. Poi Michele sarebbe arrivato subito dopo con l’auto mentre a Gianni spettava il compito di aprirgli la portiera.
Si poggiò al muro, e si accese una sigaretta. Dopo solo pochi minuti di attesa, a qualche metro di distanza, si fermò lo scooter della ragazza.
Maria scese e si tolse il casco, mentre la sua attenzione venne attirata dai capelli rossi di Davide. Si accorse di non riuscire a staccare gli occhi da quel ragazzo. Era alto, e dal fascino tenebroso. Quando lui ricambiò il suo sguardo Maria entrò in fretta nel bar, imbarazzatissima.
Quando Davide l’aveva guardata negli occhi aveva provato una strana sensazione: quella ragazza lo aveva colpito particolarmente. Gli occhi di lei erano grandi, chiarissimi e dolci.
Michele, intanto, aveva messo in moto l’auto, avvicinandosi a lui. Anche Gianni era pronto, e Davide prese dalle tasche un fazzoletto imbevuto di cloroformio.
Poco dopo, Maria uscì dal bar, e si diresse verso il suo scooter, posto sul retro. Non ebbe il tempo di accorgersi di nulla, che si sentì afferrare da forti braccia. Poi, qualcosa le si posò sul viso coprendole il naso e la bocca.
Il terrore si impadronì di lei facendole accapponare la pelle. Voleva inspirare l’aria per urlare,
ma si sentiva stordita. Vide una macchina avvicinarsi a lei. Infine, la vista le si offuscò, e tutto divenne nero.

 
Continua nel capitolo:


 
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VOTO: (6 voti, 9 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 9 commenti
maggyeberty - Voto: 27/04/10 19:12
stupenda! meravigliosa! non ho altre parole per descrivere questa storia... complimenti, sei un'ottima scrittrice.
la storia è interessante, intrigante, sensuale..ti tiene col fiato sospeso e gli occhi incollati allo schermo!
ogni personaggio è caratterizzato in maniera dettaggliata, e grazie alle perfette descrizioni fisiche mi sembra di avere le persone davanti agli occhi.
ti giuro, ho letto poche fan fic ben strutturate e interessanti come la tua!
spero che aggiornerai presto, sono ansiosa di scoprire come proseguirà questa avventura...inoltre, non vedo l'ora di leggere di come si evolverà il rapporto tra Maria e Davide!
ancora complimenti, sul serio, sei fantastica.
ho letto i capitoli tutto d'un fiato, mi sono piaciuti moltissimo, specialmente, adoro i momenti in cui Maria e Davide sono soli (ma vààà =P)
ti prego, aggiorna presto! per favoreeee! =)=)=)
nel frattempo buon lavoro!
ciaooo =)


ps. aggiorna presto ti pregooooooo!
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kim193 18/07/09 02:20
Ti prego continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua continua!
Sono mesi che aspetto il seguito... =( Continuaaaaaaaaaaaaaaaa!!! Please!!!
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Rif.Capitolo: 8
lelithcla
01/07/09 04:17
complimenti!!!:=)
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marion20 - Voto: 25/05/09 21:21
ti prego continuala e bellissima !!!!!!!!!!!!!!
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kim193 - Voto: 13/04/09 00:14
Dio ma questa fanfic è fantastica!!! Ogni capitolo nuovo è sempre più appassionante!! Aggiornala al più presto!! Baci Kim
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redreira 19/02/09 20:51
Leggendo tutta la ff mi sono resa conto che in realtà è veramente molto bella... Poi sono molt curiosa per quanto riguarda il seguito... Ti prego!!! Aggiornala al più presto!!!
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Rif.Capitolo: 1
redreira - Voto:
19/02/09 19:41
Ehi... Mi piace questa ff! Continua =)
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Rif.Capitolo: 7
loc - Voto:
22/12/08 22:08
bella bella!! mi piace molto!
di sicuro la metto tra i miei preferiti
spero che aggiornerai molto presto...non farti attendere ^^
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Rif.Capitolo: 1
sweetland - Voto:
16/12/08 15:38
ma come!!!!!7 capitoli e nessuno che commenta?????dai non mollare !io l'ho letta tutta d'un fiato. mi piace ed e' anche qualcosa di originale.Non lasciarla in sospeso,l'ho messa anche tra i miei preferiti!!!!!ciao!!!!
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