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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Fumetti e Cartoni non giapponesi
Dalla Serie: Hellblazer
Titolo Fanfic: RIUNIONE DI FAMIGLIA.
Genere: Horror, Giallo, Azione, Soprannaturale, Dark
Rating: Per Tutte le età
Autore: briareos galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 31/05/2007 10:52:36

Costantine si troverà a percorrere la scia di sangue degli insensati massacri di famiglia, alla ricerca di una causa scatenante.
 
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IL FORNELLINO A MICROONDE.
- Capitolo 1° -




Com'era il pensiero?
Prendi il bambino e ficcalo nel forno?
come da confezione,cottura prevista cinque minuti.
Facile,facilissimo.
Constantine vide casa sua,o almeno quella che avrebbe potuto essere casa sua e tutta la sua attenzione era rivolta al fornellino a microonde.
Un classico modello economico,con le sue rifinutire in plastica,magari un pò abusato,ma comunque perfettamente funzionante.Faceva il suo sporco lavoro da fornellino.
Erano quasi le otto di sera,l'ora delle cene e dei televisiori accesi sugli orrori del mondo.
La buona Inghilterra in mano ai laburisti,il congresso dei Lord che discutiva animatamente sull'invio di nuovi soldati al fronte iracheno,i tabloid con la foto shock di Diana.Il televisore era un occhio sull'orlo del mondo,cinico,spietato,e vomitava conati di luci di parole e d'immagini nell'anima delle persone.
Ma non era paragonabile a quel misero fornellino,o almeno a quello che conteneva...era un grumo di ossa e sacchi di fluidi scoppiati grande come un fagottino,e il sangue aveva incrostato il vetro come fosse il catarro di un vecchio fumatore alla fine dei suoi giorni.Costantine capì solo poco dopo cosa fosse,osservando che nei sacchi mortuari della polizia ne mancava uno più piccolo.
E la culla era vuota.

Ne aveva vista di merda in vita sua,ma quella le batteva tutte,si ricorda di una volta che aveva ficcato la testa in un pozzo infernale e dal suo spioncino aveva osservato La Califernia, anime condannate all'eternità ad essere spellate vive a cui poi ne veniva ricucita sopra la pelle di un'altro,così,all'infinito,senza senso.
Ma questo era anche peggio.

-Ehi,cazzo,non stare a fissare così quella schifezza altrimenti non mangerai carne per una vita... -

Era Stevenson,l'ispettore della polizia locale che dondolava da una parte all'altra della scena.In quel momento stava tracciando il palcoscenico di un'altra strage familiare,o come avevano prese a chiamarle in centrale, un'altra "riunione di famiglia" .Ultimamente ne stavano succedento a pacchi di stronzate simili,e già c'erano gli schizzacervello che facevano a gara per salire sui palcoscenici e dire che era questo e quest'altro.Ma la realtà era che nessuno ne aveva la minima idea,di sicuro non era normale.
Certo,era capitato a volte che a qualcuno scorreggisse il cervello e facesse a fette moglie figli e nonni,per poi magari metterle in frigo,ma quello che stava vedendo adesso era un campo di battaglia.Semplicemente avevano preso a sgozzarsi fra di loro,come se fossero stati macellai in un mattatoio comunale,e avevano continuato a sventrarsi fino a ricoprire il pavimento con i propri intestini.
E sangue,ovunque,sul divano buono,in cucina,nel bagno,nei letti...poco alla volta,diligentemente,educatamente.
Sulla porta alcuni poveri addetti sfigati raccattavano gli organi con delle pinzette, pezzetti d'ossa sotto il tavolo,fra la cenere del camino,nella lettiera del gatto.
Poi c'era il forno a microonde.
Steve non aveva il coraggio di ordinare a nessuno della sua squadra di ripulirlo,era una cosa che non potevi imporre senza poi riflettere che magari quel povero stronzo si sarebbe impiccato in casa sua.
E lui non ci si sarebbe neppure avvicinato.Gesù,una bambina di due mesi ficcata dentro e fatta cuocere fino a farla esplodere.E la cosa peggiore è che probabilmente era stata proprio la madre a farlo,con un sorriso smagliante da barbie che preparava la cena per il buon maritino che veniva dall'ufficio.
Marito,che a guardare le tracce,era tornato a casa,si era tolto la giacca e poi aveva preso il primogenito per i capelli e ne aveva fatto uno scalpo.
Per poi aprirgli la gola e fatto trascinare in tutta casa come un pupazzo...per poi fare baldoria con la mogliettina.
Riunione di famiglia.

Constantine tolse lo sguardo da quel fornellino, ma l'immagine gli si era ormai fissata dietro le retine,nel cervello,come il bagliore dei saldatori.

- Steve,ma che cazzo è successo qui?Meeeerda... -

- John,veramente sono io che lo chiedo a te.E' la quarta volta nel giro di una settimana.Solo una settimana,capisci? Altre quattro belle famiglie ridotte così,madre padre figli,un giorno li vedi fare la spesa,il giorno dopo li ritrovi sparsi per casa.Gente incensurata,tranquilla. -

- E' proprio la gente tranquilla che mi fa più paura...-

- Già...capisco il lapsus,ma questo no...questo proprio no. -

- E io poliziotto che dovrei dirti? Che ci faccio qui ? -

- Tu SAI perchè sei qui. -

- No,non lo so. Spiegami cosa dovrei fare in un mattatoio simile.-

- Uomo,tu ci sguazzi in queste storie, al dipartmento ci sono pacchi di documenti su un'ombra che va e viene sopratutto nel giro degli strambi,degli strambi VERI,di quelli che poi trovi ammazzati in un vicolo con le budella perforate da dei proiettili d'argento. -

Constantine si mise una mano sul cuore ed una su una bibbia invisibile.

- Poliziotto,le giuro che non ho mai toccato una pistola! -

- Altrimenti non staremmo qui a parlare.Resta il fatto che potrei sbatterti dentro per anni solo perchè mi girano le palle,tanto con i tipi come te basta alzare un pò il tappeto che ci trovi una valanga di merda. -

- Credi di spaventarmi,poliziotto? -

- No è solo un modo per chiederti aiuto,per metterti pepe al culo.Perchè tanto so che sei qui solo per tua spontanea volontà.Constantine,io è trent'anni che faccio questo schifo di mestiere,e già al decimo anno ti accorgi che non lo fai per i soldi,nè per la carriera,nè per la famiglia;lo fai per la Gente,quelli che poi ti rovinano perchè gli hai fatto una multa.Figli di puttana patentati,ma è la Mia gente e non posso restare a guardare mentre si scannano fra di loro senza motivo... -

- "Sindrome Da Sceriffo"? -

- Mettila come ti pare,ma te lo chiedo come uomo:se sai qualcosa,dammi una mano,non sappiamo dove sbattere la testa.Ora come ora il reparto scientifico è sparato a lavorare su alcuni campioni d'acqua presi dall'impianto idrico,perchè in ultima ipotesi hanno pensato che qualche grandissimo stronzo abbia buttato qualcosa di tossico per far impazzire la gente,ma secondo me siamo fuori strada. -

- ...A che cosa pensi,Steve? -

- Non lo so. Il folletto nel mio cervello mi bisbiglia che è qualcosa che ho sempre sotto gli occhi,ma non riesco a vederlo.Mi fa diventare matto. -

Costantine si guardò intorno,il televisore era ancora acceso e mandava una delle solite demenziali pubblicità stronze.Una donna nuda ammiccava verso la telecamera coprendosi le gambe con una scatola di cereali.Aldilà del vetro una bambina era ridotta ad un grumo di carne dentro una scatoletta . E cosa ancora peggiore salotto dove stava ora era lurido di sangue,ma sotto quel tanfo rugginoso aleggiava ancora un'altro odore,ancora più intenso.
Quello dell'Odio
Il poliziotto aveva ragione,c'era qualcosa di strano dietro tutto,qualcosa che sapeva di ufficio;di gente in cravatta,di sonniferi e prozac.Di percentuali di vendite. Non aveva ancora deciso,ma aveva bisogno d'una boccata d'aria.

- Ascolta ,Steve,io non ti prometto nulla,ma farò un giro,e se scappa fuori qualcosa forse verrò anche a dirtelo...-

- Ci spero John.non lasciarmi in merda.-

I poliziotti lasciarono passare l'uomo in impermeabile,senza porgli domande e senza guardarlo.L'ispettore aveva chiaramente detto che lui era un "fantasma" e così doveva essere,poco importa se andandosene aveva scroccato un paio di sigarette,l'importante era che non comparisse in nessun rapporto la presenza di un estraneo nel bel mezzo delle indagini.

Costantine sentì il vento umido della notte accarezzargli la faccia,come se Londra lo volesse consolare.Non era certo la Londra di Piccadilly Circus,della Tacher o del principino Henry,ma la Londra Negativa,quella che viveva negli intercapedini della notte,che si addensava come cristalli nelle ombre dei lampioni.E Jonh Costantine sprofondava avidamente in quella grossa ragantela di leggende e racconti di alcolizzati davanti all'ennesima birra.
In fondo,tutta la sua vita era un grosso delirio,quel genere di stranezze che senti in fondo ai bicchieri. Ma cosa ne sarebbe del mondo senza le stronzate che si intravedono di notte?Se oltre alle tasse non ci fossero anche gli incubi del sonno,che senso avrebbe vivere?L'uomo che non ha paura perde il diritto di vivere poichè la sua esistenza non ha scopo.
John aveva sempre vissuto con una gamba aldiquà e aldilà del mondo,e negando a sè stesso la razionalità,seguendo nessun'altra strada se quella dell'egoismo.Era la cosa più semplice,sopravvivendo a quello che il caso gli portava fra le mani.
Ed ora la cicogna del destino gli aveva parcheggiato tra le mani qualcosa di grosso e sentiva di non potersi tirare indietro.Semplicemente perchè questo era il Suo scopo,se avesse girato le spalle e fosse corso a rinchiudersi in qualche bar probabilmente capo a due settimane e si sarebbe trovato agonizzante disteso su un marciapiede come unico compagno di viaggio una bottiglia mezza vuota di gin.
Dunque mise un piede una davanti all'altro,mentre nel suo cervello gli ingranaggi iniziavano a montare qualche punto d'inizio.Conosceva qualcuno in grado di dargli qualche traccia,ma non sarebbe stato facile convincerlo.La notte era giovane per cui non perse tempo.
L'uomo a cui John pensava era un vecchio transessuale che viveva dignitosamente in umido appartamento di periferia.In questi momenti prendeva in considerazione che l'essere uno dei pochi stronzi a non saper guidare aveva effettivamente anche i suoi svantaggi. Continuava a ripeterselo mentre scivolava fra i tunnel delle case, con le scarpe che gli macinavano i piedi e il fiato che gli si faceva pesante ad ogni passo che faceva;forse avrebbe dovuto fare aerobica.Dopo alcuni chilometri si trovò davanti il portone del condominio,incastonato tra mille altri tutti uguali che si dissolvevano nella nebbia.Non c'era nessun interfono o campanello al lato della porta,e a ben vedere non c'era neppure il numero civico.Un'appartamento inesistente.
Bussò come poteva alla porta,e dopo un pò sentì la voce di una portinaia venire da dietro.

- Qui non c'è nessuno,se ne vada! -

- Signora devo solo parlare con il signor Noha,poi me ne andrò! -

- Qui non c'è nessun N'a,se ne vada o le cavo un occhio!-

-Come scusi ?!-

- HO DETTO CHE SE NON SE NE VA IMMEDIATAMENTE LE STRAPPO UN'OCCHIO DAL CRANIO! -

Costantine si domandava se fosse una minaccia a vuoto. La megera stava dall'altra parte di un portone che avrebbe messo in difficoltà un'ariete medioevale,come avrebbe potuto attaccarlo?

-Signora,la prego mi faccia entrare,le giuro che non sono dell'immigrazione! -

Una mano ossuta spuntò fuori dal legno ignorandone le leggi fisiche.Aveva le unghie spezzate e tinte malamente di uno smalto rosso che si era screpolato da lungo tempo,ma puntavano dritte al suo occhio destro.L'uomo fece appena in tempo ad accorgesene e si corpì il volto,mentre gli artigli gli graffiavano la fronte.Si ritrasse dal portone verso la strada,ma il braccio pareva non avesse fine;era come un lungo serpente senza gomito,di pelle vecchia e grinzosa,e cercava in tutti i modi di arpionargli l'occhio.John gli afferrò un dito e lo torse nell'atto di romperlo,ma questi pareva fatto di gomma.
Inciampò su qualcosa,ma si tenne in equilibrio.Un'altro braccio era cresciuto dall'asfalto,e gli bloccava un piede,mentre si sentiva tirare i capelli da qualcuno dietro.Poi vide che dall'altro lato della strada una ventina di serpenti con la testa a forma di mano erano nati dal muro,e si protendevano verso di lui.Costantine non aveva mai sentito parlare di niente di simile e la meraviglia lo bloccò abbastanza a lungo perchè le mani lo afferrassero e lo trascinassero nuovamente davanto al portone.Era come essere presi nei rami di un albero,lo tenevano bloccato mani e piedi e altre cinque dita ondeggiavano di fronte a lui.Quando scattarono all'attacco spalancò la bocca e ne afferrò un dito,mordendo con tutta la forza che aveva in corpo.Se lui ci avesse rimesso un'occhio,quella strega aldilà della porta ci avrebbe rimesso un dito.Magra consolazione,considerando che visto il numero di mani che aveva.Mentre lui aveva solo due occhi.
Ma quel dito sembrava un copertone,era duro e i suoi denti stridevano contro quella carne come se stesse tentando di tranciare un filo dell'alta tensione.aldilà della porta si rifece viva quella "cosa" che aveva la voce da vecchia.

- ...figliolo,se non vuoi che ti tolga un'occhio posso sempre strapparti i denti... -

Le dita si agganciarono come morse idrauliche su un canino,e iniziarono lentamente a fare pressione,facendogli sanguinare la gengiva.Costantine era nel panico.Poi un'altra mano gli afferrò la lingua.

-...o se preferisci posso strapparti la lingua... -

l'uomo cercò di parlare,e le dita si ritrassero dalla sua mascella dolorante.

- Waxari,sorella di Baba Yaga, la prego...mi lasci entrare...-

Dall'altra parte del portone la creatura tentennò silenziosamente .

-...Come fai a conoscermi ? -

- Lei è la banshee dei serpenti,la matrona dei sospiri,è la più grande strega vivente! E' un'onore incontrarla ! -

- Eeeh giovanotto,un tempo davo fuoco all'acqua,ma ora la vecchiaia...-

- La prego signora,mi lasci andare... -

Anche se non lo vedeva,Costantine sapeva che quella vecchia se la stava ridendo.

- Perchè vuoi incontrare Noha? -

- Devo avere delle informazioni ! -

-E cosa ti fa credere che lui lo sappia? -

- PERCHE' LUI SA TUTTO! La prego mi lasci andare! -

Era esaperato.voleva andare via,anche perchè una mano gli stava palpando insistemente le natiche.

-..Vabbè ,adesso basta. -

Era la voce di Vladimir Noha,aldilà del portone. Le mani si ritirarono e finalmente vide la sua aguzzina,che gli faceva strada verso l'interno dell'edificio.Era un patetica,miserevole vecchia puzzolente e sfasciata che lo squadrava sorridendo da dietro un paio di occhiali spessi come fondi di bottiglia.Gobba com'era non superava il metro d'altezza, reggendosi su una stampella con quattro gambe.Accanto a lei,sorridendo, stava un uomo in vestaglia,alto,dalla pelle ben curata.I capelli grigi erano accuratamente tirati all'indietro,chiusi un una lunga coda che gli cascava sulle spalle.
E rideva educatamente sotto i baffi.

- Vedo che hai fatto conoscenza con la mia nonnina,carissimo John...-

- se QUESTA è la vostra ospitalità,mi domando com'è che ancora non avete l'esercito sotto casa -

- Caro Jonh,noi siamo...paladini della privacy, tu hai visto il portone della nostra umile abitazione solo perchè la mia cara nonnina ha fatto sì che tu lo vedessi...-

- Dev'essere comodo...ma sei un pò vecchiotto per stare con i tuoi nonni.Non ti vergogni? Quand'è che ti troverai un bel partito e ti formi una famiglia?

- Mha,la gente...non mi ci trovo con questa generazione...credo la le persone migliori siano spariti nel 1920 anno più anno meno.Andiamo nel mio studio,vediamo che posso fare per te. -

la casa era antica,fossilizzata nel tempo e con un cronico problema di muffa.c'era umidità ovunque,spore e spore di funghi verdi fiorivano lungo le pareti come fosse una palude,e l'aria era densa,salmastra e forse addirittura infetta.Più che un condominio pareva una tana di un qualche grosso insetto velenoso.
Forse perchè era così.
La famiglia del caro Vladimir era composta da persone nate da consaguinei,da generazioni e generazioni.In aggiunta a questa loro disgraziata caratteristica molti di loro si erano lasciati corrompere da studi della magia che erano stati abbandonati dalla razza umana per la loro "impraticabilità anatomica".Ciò che studiavano,facevano e costruivano in quella specie di appartamento fantasma non era fatto per essere visto da gente normale.
E per normale intendo quelle persone con due sole braccia e due sole gambe.
Vladimir era solo un'eccezione della regola, esteriormente umano ma forse in profondità era qualcos'altro.John non lo voleva sapere.
Il padrone di casa lo fece accomodare in una stanzetta buia,illuminata da poche candele poste su un piccolo tavolo tondo. Sembrava una grande sala da ballo,ma era vittima della cancrena che si stava mangiando tutta la casa,con la muffa che si aggrappava umida ai drappi delle tende appaese alle finestre.
E a proposito delle finestre, Costantine ora riusciva a vedere abbastanza distintamente che erano state inchiodate a delle assi di legno,in più strati.

- Aspettami qui John,vado a mettermi comodo...-

- Come "comodo"? Ma se stai in vestaglia ?-

- Ha,senti,non farti impressionare con così poco...-

Vladimir era sparito nel buio, Costantine si sedette nell'unica sedia che arredava la stanza,di fronte al tavolino.Non si sentiva al sicuro,anzi ,voleva scappare via.Ma ormai era in trappola; non c'era motivo per cui il caro Noha volesse fargli del male,ma chi avrebbe potuto dire cosa si celava dentro a quel cervello anomalo? Ad un tratto si spensero le candele,contemporeanemente Costantine si decise a togliere le tende,ma non c'era più una porta dietro di sè. La superficie era umida e gocciolante e qualcosa s'era mangiato la maniglia. Sempre se ci fosse mai stata una maniglia,ovviamente.
Costantine,te ne vai di già?
Perchè aveva formulato quel pensiero?Stava cercando di raschiare con le unghie qulla specie di melassa vischiosa per raggiungere la porta,ma era fibrosa e inspessita,e ricaccivano indietro i suoi tentatavi di fuga.Era come in quel film di Indiana Jones quando Harrison Ford e il muso giallo rimanevano intrappolati nel corridoio pieno di insetti,solo che qui non c'era speranza d'uscirne.E l'insetto era uno solo,omosessuale e sadico.
Non proprio una bella situazione.Costantine calmati,non ti voglio riempire di uova...era ancora lui che pensava?Uova? Che significava? Una luminescenza tenue iniziava a eccitarsi,fioca nel buio più fitto.
Ed ecco Noha che era tornato da lui,comodo comodo.
Nella luce verminosa che s'espandeva sulle pareti di carne vide s'innalzarsi su di lui un'antenna che vibrava in modo osceno.Si agitava come una frusta,e alla fine del corpo la tenebra ne confondeva le forme, con alcuni dettagli di organi porosi che mandavano vapore.Polmoni,forse branchie.O qualcosa di peggio.
La voce si formava direttamente dentro la sua testa, piacevole come un bruco che scavi sotto la pelle.

- Costantine,cosa vuoi sapere?-

- Cosa cazzo sei?! -

- Non sei carino,non lo sei per niente.Sono qualcosa che non vuoi vedere,sei troppo...snob per compiacerti del mio corpo. sai le tue sinapsi sono molto primitive...che segreti nascondi dentro di te? -

- Lasciami in pace Noha,escimi dal cervello,lo dico per il tuo bene.-

- Cosa mai conterrà questo scrigno?...su fai vedere le tue zone buie allo zio Valdimir...-

Qualcosa non andò per il verso giusto,Noha s'era inabissato come un sottomarino fra i neuroni di quel cervello impertinente,ma la sua coscienza ne rimase intrappolata. Era come un groviglio di uncini,tanto più cercava di scivolare tra gli impulsi elettrici tanto più questi gl'impedivano la discesa...o la risalita. Rimaneva bloccato lì,in una zona non precisata del cranio cone un'eco rinchiuso in un cilindro troppo stretto. Poi trovò uno spiraglio e ci si gettò, aprendo le frequenze della sua mente con l'intenzione di sconquassare i procedimenti logici e impiantarvi qualche blocco ipnotico;uno stregone potente come Costantine sarebbe stato un burattino dal valore immenso.Ma si ritrovò in un luogo che non aveva mai esplorato in nessun tipo di coscienza.Forse aveva raggiunto l'Anima? C'era forza, era come un mare in tempesta, un piatto prelibato da assorbire, ma come tentò la fusione venne trafitto da un'uncino d'osso,un'allucinazione, una follia,eppure sentiva chiaramante tutta la sua mente che veniva trascinata via dal corpo e strappata di peso,insieme alla propria anima che aveva lasciato indietro. Era da impazzirci,ma qualcuno,o qualcosa,aldilà del mondo dei vivi,lo stava pescando,proprio nello stesso modo in cui si tirano in barca i merluzzi,a strattoni. Tutto questo a un passo dall'Anima di Costantine...quell'idiota aveva fatto qualcosa di terribile con sè stesso,ma ora tutto quello che sentiva erano delle mani acide che lo stavano artigliando, afferrandolo senza dargli fuga. Si dibatteva disperato,ma non poteva fare proprio nulla,iniziò a percepire la sua vita che agonizzava in un calendoscopio di ricordi, un'attimo prima dell'obliò.
Poi era ancora fuori dal quel cranio terribile,espulso via sbrigarivamente come un brufolo.

Con i suoi occhi nascosti guardava John che si accendeva tranquillamente una sigaretta.L'aveva tirato fuori giusto in tempo.

Era caduto in una trappola. Costantine aveva piazzato delle trappole addirittura all'interno di sè stesso, e come un pazzo aveva fatto qualcosa che nessun malato di mente avrebbe mai neppure immaginato:la sua Anima non risiedeva all'interno di quel corpo,ma era piazzata dall'altro lato dell'esistenza,nel regno dei morti. Gli spiriti contorti dei dannati cercavano di nutrirsene,di afferrarla e farla a pezzi,ma essendo morti non potevano fare altro che continuare a guardarla e a odiarla...e aspettare. Milioni di esseri bruciati dall'odio che attendevano ringhiando solo che quell'Anima finisse il suo tempo,covando e digrignando i denti.Dopotutto nessuno è immortale. Così qualsiasi cosa cercasse di avvicinarla veniva fatta a pezzi,divorata e masticata viva,forse in eterno.Quale orrore poteva pensare una blasfemia così orribile?

Vladimir gridò terrorrizato.L'antenna era immobile a terra,come una medusa arenata.

- Ti è piaciuto Noha? Lascia in pace la mia mente se non vuoi soffrire d'insonnia...dimmi solo quel che voglio sapere e non farmi perdere tempo.-

Quell'essere era ancora sconvolto,ma aveva una dignità da mantenere. Dopotutto quello stronzo in impermeabile non aveva nessun potere e nessuna forza da muovere contro di lui,fintanto fosse rimasto lontano dalla sua anima.

- Costantine,credi di potermi minacciare in casa mia? Potrei trasformare il tuo intestino in una tana di larve...o vuoi provare quanto dolore può farti provare un parassita che ti succhi il midollo dalla spina dorsale? -

- Non mi fai paura,hai solo dato un'occhiato all'inferno...ma non ne hai viste tutte le giostre....-

- Cosa vuoi sapere? -

- Cosa sai dell'aria che vola su Londra?-

- Che cosa vuoi dire? -

- Insomma,ti è parsa più velenosa del solito,hai fiutato qualcosa di strano? -

- No,niente se escludiamo l'inquinamento tre volte superiore alla norma.-

- E cosa sai di tutta stà gente che cerca d'accopparsi a vicenda?-

- Niente...non li capisco.Forse voi "umani" state facendo il controllo della popolazione con un suicidio collettivo. -

- Non venirmi a raccontare stronzate! -

- John,non lo so,tutto è come è sempre stato,prevedibile sin da quando il primo fratello della mia famiglia si è accoppiato con la sua sorella.-

Costantine si mise le mani in tasca,dubbioso. Ma che forse quell'abominio,non ne sapesse nulla? Doveva cercare di farlo parlare con le buone...per ora.

- Vladimir,ma non li leggi i giornali?! Ti pare normale che le persone si stiano macellando a vicenda senza un motivo? -

- Non è normale,ma io non ne so nulla.Forse.Dipende.-

- Dipende da cosa? -

-...Ho percepito dei picchi di elettricità elettromagnetica dai ripetitori televisivi,con un'onda molto più potente del normale....-

- E che vorrebbe dire ?Non parlarmi per dei fottuti di indovinelli,cerca di essere chiaro,cazzo! -

- Forse stanno tramando qualcosa,nelle torri di vetro...hai visto l'ultimo Grande Fratello? -

- No, ho di meglio da fare...ma sei veramente rincoglionito...? Io ti parlo di omicidi,OMICIDI e tu ti metti a paralarmi di quattro stronzi e qualche migliaio di figli di puttana senza una vita propria? -

- Bè,dovresti prendere più sul serio quel progamma,perchè è proprio quell'emissione in diretta che ho trovato molto anomala.-

- Vladimir,stupida checca,dammi qualcosa di concreto. -

- Qualcosa di concreto? Inizia a spargere voce,fai visita a qualche conoscente, dove c'è un massacro c'è lo Squalo,tu lo sai bene.Forse è impazzito e sta facendo caccia grossa. Poi ci sono i Miraggi,ormai ce ne sono rimasti pochi,ma sono sicuro che tu non avrai grosse difficoltà.-

Costantine sbuffò e decise che aveva sbagliato persona. Vladimir era fuso,era inutile. Ora dal grande fratello era passato a parlare dello Squalo,o di quelle patetiche sanguisughe che passavano l'esistenza a nascondersi. Era proprio andato.

- Noha,va bene così,diciamo che non ne sai un cazzo, stai invecchiando.Ora fammi uscire.-

- Hei John, non si fa mai nulla per nulla,tu che hai da offrirmi? -

- Ti offro la possibilità d'avvelenare ancora la terra per qualche secolo con la tua stirpe merdosa,cosa vorresti di più? -

- Non mi basta,forse io ORA decido di prenderti qualche organo,magari la milza o il fegato...sembri succulento....e poi devo farti pagare quello scherzetto che mi hai tirato-

- Ok Vladimir,in onore della nostra amiciza ti dò tre secondi per tirarmi fuori da questo nido di serpi. -

- Altrimenti cosa, caro John Costantine? Sei come la mosca intrappolata nella tela del ragno...e ti credi una vespa.-

Dalle tenebre si levò una chela irta di denti come quella di un coleottero, che stava mandando una bava vischiosa sul pavimento.

- Vladimir,non provare neppure a toccarmi.Uno.-

Il braccio chitinoso era sospeso su di lui come una scure,ma non si ritirava.

- Noha,siamo a due... -

Fece scivolare la mano dentro l'impermeabile afferrando una scatola come un pistolero.Estrasse prima che scattasse il terzo secondo, barando come suo solito.
Vladimir guardò un'attimo perplesso quell'oggetto,poi ritrasse il pungiglione e estese un tentacolo, a prendere quello che Costantine gli stava porgendo. Era uno specchio,un'oggettino puerile da bigiotteria,ma in quella casa era proibito portare oggetti su cui guardarsi.
E a ragione. John accese le candele sul tavolo con il suo accendino,e diede subito le spalle verso quell'orrore da film di fantascienza,e che in fondo era solo un uomo. Sentì Noha urlare con le sue bocche,un'urlo isterico,disperato, mentre ritirava la sua pelle dalla stanza,e lo lasciava uscire.
Nel corridio incrociò waxari, la cara nonnina tentacolare che lo guardava con aria di rimprovero.

- giovanotto...c'era proprio bisogno di farlo piangere così? -

- Signora è stato lui a incomiciare! -

- Sì...l'abbiamo viziato un pò troppo...ora passeranno mesi prima che torni a parlare...se ne vada prima che decida di farti del male...-

Costantine uscì dalla casa d'incubo,e quando si guardò indietro non vide nient'alto che una strada senza uscita.Ma forse aveva una pista da battere.

 
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