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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Beyblade (Bakuten Shoot Beyblade)
Titolo Fanfic: CHRISTMAS' LOVE
Genere: Sentimentale, Romantico
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: redeagle86 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 21/02/2007 09:12:44

una storia di natale...una kxh ovviamente
 
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- Capitolo 1° -

Una KxH one-shot nata per augurarvi un felice Natale. Dato che ormai è passato
vi auguro comunque un magico 2007!
(Anche ai nostri poveri blader, sempre vittime di noi, folli autori di ff!)

Kei Hiwatari camminava a passi lenti per le strade illuminate, senza una meta precisa.
Non c’era un’anima per le vie: erano tutti rintanati in casa a consumare il cenone ed attendere il Natale. La notte della Vigilia: non immaginava di trascorrerla in quel modo.
Ma, da cretino qual’era, non aveva trovato niente di meglio da fare che litigare con Hilary. E il motivo era una vera scemenza.
Gli sarebbe bastato tornare indietro e chiederle scusa. Sarebbe stato facile, certo, ma non voleva farlo. E, per una volta, non era l’orgoglio a impedirglielo.
Si erano urlati cose rabbiose, cose che nessuno dei due pensava veramente. Tranne una. L’ultima.
Nel momento in cui l’aveva pronunciata, era calato il silenzio e Kei se ne era andato, lasciandola sola nel giardino di casa Kinomiya.

I piedi lo portarono nel solito posto. Al parco.
Si appoggiò alla ringhiera, lasciando scorrere lo sguardo lungo l’orizzonte. Che ore erano? Forse mezzanotte. Forse era già Natale.
E lui era lì da solo come un perfetto idiota.
Le chiavi di casa, chiuse nella tasca della giacca, tintinnavano tentatrici, invitandolo a rifugiarsi nella villa: alla quindicesima sala da ballo, forse, avrebbe dimenticato quella storia.
Ma che cosa gli era successo? Non era da lui quel comportamento, non era da lui scappare al primo ostacolo, al primo rischio…non si riconosceva.
L’amore cambiava così tanto le persone? Lui non si sentiva diverso, o almeno non gli era mai sembrato fino a quella sera, quando aveva perso la sua glaciale indifferenza e si era ritrovato a fare un’umana scenata di gelosia.

“Tutti riuniti a casa Kinomiya, i blader stavano finendo di preparare la tavola. Rei, ai fornelli, cucinava una cenetta sopraffina, mentre gli altri apparecchiavano.
Hilary era radiosa nell’abito rosso che indossava: Kei era rimasto senza parole quando aveva aperto la porta e se l’era trovata davanti. Sarebbe stato a guardarla per delle ore, godendo del suo sorriso sincero e del suo viso dolce, che sembrava irradiare più luce delle luci sull’albero.
La ragazza era salita su una sedia per prendere una scatola e aveva perso l’equilibrio…Takao l’aveva presa al volo fra le braccia, evitandole la caduta.
-Appena in tempo- disse il giovane.
-Cosa farei senza di te?
A quelle parole il cuore del russo si era contratto in una morsa: una sorta di rabbia repressa si impadronì della sua anima e uscì in giardino, sotto gli sguardi stupiti dei compagni.
Il freddo della sera gli aveva raffreddato un po’ i bollenti spiriti, consentendogli di cercare una spiegazione al suo comportamento. Che cavolo gli era preso? Lui era impassibile, non poteva essere geloso.
Non Kei Hiwatari.
E allora perché aveva desiderato incenerire il suo amico?
-Kei, si può sapere cosa ti succede?- Avvolta nel suo cappotto bianco, Hilary lo aveva raggiunto nel giardino.
-Non sono affari tuoi.
-Possibile che tu sia sempre così scostante? Neppure a Natale riesci ad essere un po’ più gentile. Ti ho solo chiesto cosa c’è che non và.
Ma il ragazzo non rispose, facendo così aumentare la collera di lei. Se avesse avuto un sasso fra le mani, probabilmente glielo avrebbe tirato in testa con tutte le sue forze.
-Kei Hiwatari, te lo ha mai detto nessuno che sei solo un bambino viziato?!
-Nessuno ti ha chiesto di preoccuparti per me.
-Ti ripari dietro delle frasi acide, ma in realtà hai solo paura di affrontare le cose!
-Ma chi sei tu per parlarmi in questo modo? Tu non sai niente di me!
-Sei uno spocchioso blader asociale!
-E tu una ragazzina impicciona!
-Io ti volevo solo aiutare!
-Invece non riesci a capire che ti amo!
Hilary sgranò gli occhi e lui si rese conto di ciò che aveva appena pronunciato.”

Quelle parole gli erano uscite di bocca ancora prima che le pensasse.
Eppure Rei lo aveva avvertito:
-Parlale, prima che quelle paroline insidiose ti scivolino fuori senza controllo.
E lui, come sempre, aveva fatto di testa sua e non l’aveva ascoltato. L’aveva persa per sempre, come il più grande deficiente di questo mondo. Con che coraggio poteva guardarla ancora in faccia?

-Hilary, ma che è successo? Abbiamo sentito urlare…- iniziò Takao. Aveva mandato fuori la ragazza a parlare con l’amico, ben sapendo che tra i due c’era del tenero. O almeno, che entrambi provavano qualcosa di più di una semplice amicizia. Ma non era andata come sperava: c’erano state delle grida, come se stessero litigando ferocemente e ora la giovane era sola nel cortile.
Ma lei non lo stava ascoltando: continuava a fissare il punto in cui, fino a pochi minuti prima, stava Kei.
-Hilary…
-Mi ama…ha detto che mi ama…
-Hila-chan, che stai blaterando?
Hilary si volse, abbracciando il giovane con gioia sincera.
-Mi ama! Kei ha detto che mi ama!
-D’accordo, Hila, sono felice per te…ma ora lasciami respirare…
-Oh, perdonami.
-Grazie. Se ho capito bene, quell’iceberg di Kei ti ha confessato i suoi sentimenti...e tu?
Il sorriso della fanciulla si tramutò in un’espressione abbattuta.
-Gli ho urlato che era uno spocchioso, asociale, viziato e vigliacco.
-Scusa, fammi afferrare la logica: lui ti ha detto che ti ama e tu gli hai risposto che era uno spocchioso?- domandò il capitano con voce perplessa.
-No, prima gli ho detto che era uno spocchioso e lui ha risposto che mi ama. Poi se ne è andato.
-Per me voi due non state proprio tanto bene- aggiunse con sguardo confuso.
-Che cosa devo fare?
-C’è bisogno di chiederlo?! Gli corri dietro, gli dici che sei stata una sciocca e che lo ami alla follia.
-La principessa che insegue il principe?!
-La principessa che da dello spocchioso asociale al suo principe?!- ribatté lui, inarcando un sopracciglio. –Non tutte le favole hanno uno svolgimento classico, ma finiscono tutte con “e vissero felici e contenti”.
-Ma dove lo cerco? Non so nemmeno dove sia finito…
-Segui il tuo cuore. Lui sa la strada da seguire.- Stava per rientrare, quando si voltò ancora una volta, esclamando: -E non azzardarti a tornare da sola!

Aveva visitato tutti i posti che Kei era solito frequentare: la spiaggia, il parco, la sede della BBA…
Ma di lui non c’era traccia.
Ora, ferma davanti al cancello da almeno cinque minuti, cercava dentro di sé il coraggio per suonare il campanello. Villa Hiwatari era là, arroccata come un tetro e lugubre castello, con le sue tremila stanze e il suo milione di servitori.
Solo una luce era accesa, flebile come la sua speranza di trovarlo lì.
Aveva aspettato tre anni quella dichiarazione: non era arrivata proprio come l’aveva sognata, ma le aveva comunque detto di amarla.
Bhe, lei lo amava da sempre, dal giorno in cui lo aveva visto combattere per la prima volta. Aveva scoperto cosa si celava dietro quella maschera di ghiaccio, tutto l’ardore e la passione che bruciavano oltre le sue splendide iridi ametista.
Si era innamorata di tutto ciò che era: della sua solitudine, della sua malinconia, delle parole che chiudeva nel cuore, dei suoi silenzi, del sorriso che raramente gli illuminava il viso, delle sue insicurezze. Di tutto ciò che era, di ciò che mostrava e di ciò che celava.
Ma era certa di non essere ricambiata, o almeno lo era fino a quella sera.
Stringendo i pugni, alzò lentamente una mano.
E udì un rumore di passi alle sue spalle.

Kei si bloccò in mezzo alla strada: avrebbe riconosciuto fra mille quel cappotto bianco, quella figura e quella cascata di capelli castani.
-Hilary…- mormorò.
La giovane sussultò, per poi volgersi nella sua direzione. Sembrava stupita di vederlo.
-Kei…credevo fossi in casa…
-Sono arrivato adesso- rispose lui, evitando il suo sguardo.
-Ti ho cercato dappertutto.
Il ragazzo deglutì, prendendo il coraggio a due mani.
-Hila, mi…
-No, sono io che ti chiedo scusa. Non pensavo quelle cose- lo fermò lei.
-Davvero?- replicò Kei, incredulo. –Cioè…nemmeno io: è stato solo uno scatto d’ira.
-Non pensavi veramente di…
-No.- Tornò ad abbassare gli occhi.
Quel Kei era veramente timido e impacciato: c’era voluta un’arrabbiatura con i fiocchi per fargli abbattere quel muro di difesa e fargli aprire il cuore. Bhe, se le cose stavano così, avrebbe giocato d’astuzia.
-Peccato- concluse Hilary con un velo di malizia.
-Come sarebbe, peccato?- ribatté il blader, posando gli occhi sulla giovane.
-Bhe, peccato che tu non lo pensassi- continuò, passandogli accanto.
-Perché?
-Perché ti avrei ricambiato.
-Cosa?!- esclamò, afferrandola per un polso e costringendola a voltarsi. –Vuoi dire che tu…
-Io…
-Tu mi…ami?- esitò il giovane.
Hilary gli si avvicinò, allacciandogli le mani sulla nuca e sorridendogli.
-Mio caro signor Hiwatari, sei tu quello che non si è accorto di nulla.
-Io non credevo…
-Ti amo da sempre, da anni. Ma tu non mi hai mai degnato di uno sguardo. Ora pretendo che tu mi guardi negli occhi e mi dica chiaramente ciò che provi per me.
Kei la fissò con i suoi grandi occhi viola, perdendosi in quelli castani di lei. E, con un sorriso sulle labbra, le sussurrò:
-Ti amo, Hilary. Buon Natale.
-Ti amo anch’io, sciocco di un blader. Buon Natale anche a te.
Le loro labbra si incontrarono in un lungo bacio, mentre la neve iniziava a scendere lieve, donando a tutti un bianco Natale.












FINE
 
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