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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Naruto
Titolo Fanfic: RACCONTI DAL DESERTO
Genere: Sentimentale, Commedia, Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Avviso: Shounen Ai
Autore: ilakey galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 09/01/2007 16:03:03 (ultimo inserimento: 05/11/08)

Una serie di drabble o one shot di più generi, incentrate sui tre fratelli del deserto: Kankuro, Temari e Gaara
 
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ORECCHIE DA GATTO
- Capitolo 1° -

INTRODUZIONE
Una serie di drabble (per ora ne ho scritte due e una terza è in corso, ma spero siano di più XD) o one shot dedicate ai tre adorabili fratelli della sabbia: Temari, Kankuro e Gaara. Alcune saranno shounen ai, potrebbero essere shojo ai o semplicemente generiche (niente incesto), o AU o chissa cosa XD. Spero non siano da buttare XD anche se non credo siano poi così belle (o saranno poi così belle), comunque buona lettura :°D

1- Orecchie da gatto
Rating: PG
Avvertenze: shounen ai
Noticina: non ho la più pallida idea della prima volta che Kankuro indossò la sua divisa nera XD quindi mi sono basata sulla mia fantasia. Pairing-assurdo XD nato perchè mi sono appassionata ai fumettini della bravissima whitedog2; spero che la fic vi piaccia comunque.


"Io non sono un gatto." Si disse Kankuro osservandosi attentamente allo specchio.

Kankuro odiava quando qualcuno lo chiamava gatto. O micio. O qualche altro felino derivato.
Lui non era un gatto, non miagolava, non faceva le fusa, non aveva una coda.
La prima volta che qualcuno lo aveva chiamato gatto fu anche la prima volta che indossò la sua famosa divisa nera.
"Kankuro, sei proprio come un gatto." gli disse Temari, iniziando a pizzicargli le guance e toccargli le presupposte 'orecchie da gatto' sul suo cappuccio.
La seconda volta che lo chiamarono gatto fu quando Gaara entrò nella stanza. Lo osservò con i suoi impassibili occhi e con il suo usuale tono tranquillo gli chiese perchè si fosse vestito da gatto.
La terza volta che venne chiamato gatto fu quando suo padre lo vide. Fu umiliante e si vergognò di se stesso.
Poi ci fu una quarta, una quinta e probabilmente anche una sesta, ma Kankuro smise di contarle.
Non capitò poche volte che un nemico lo sottovalutasse per il suo aspetto. Quel nemico non ebbe più la possibilità di sottovalutare nessun altro.
Nessuno poteva chiamarlo gatto.

"Non sono un gatto." Ripetè davanti allo specchio, togliendosi il cappuccio della divisa.
Maito Gai si avvicinò dietro di lui, abbracciandolo: "Lo so, micio."

Bhè, quasi nessuno poteva chiamarlo gatto. C'è sempre qualche eccezione.
 
Continua nel capitolo:


 
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