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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Fumetti e Cartoni non giapponesi
Dalla Serie: Hellblazer
Titolo Fanfic: IL PAESE DEI PECCATORI URLANTI
Genere: Horror, Giallo, Azione, Erotico, Soprannaturale
Rating: Per Tutte le età
Autore: briareos galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 27/12/2006 19:27:41 (ultimo inserimento: 11/01/07)

John Constantine è chiamato in Italia ad affrontare il più terrificante incubo della sua carriera....
 
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IL PAESE URLANTE
- Capitolo 1° -




Il sole era ancora nscosto al di là dell'orizzonte,ma già la luce bianca dei primi raggi allungava l'ombra dietro l'uomo che aspettava.
L'aereoporto di Firenze era sospeso nella nebbia,ai parcheggi le moto che affollavano ogni singolo centimetro d'asfalto parevano sospese nel nulla,e nonostante la sua proverbiale attività,non si vedeva anima viva nei paraggi.Solo alcune rade macchine passavano di tanto in tanto,con i vetri bianchi appannati.
L'aria freddda del mattino pizzicava la gola rossa del prete che aspettava,sicuro di poter scorgere il suo ospite da un momento all'altro.
Lo avrebbe riconosciuto?O forse avrebbe girato altrove?E se poi quell'unusuale inquietudine fosse proprio causa sua?Che tutto questa scenografia da film horror anni trenta fosse solo un suo capriccio?Non lo conosceva molto,ma quel poco che sapeva dell'uomo che stava aspettando è che era molto più pericoloso di quando sembrasse,che aveva fatto cose orribili,con sè stesso,con i suoi parenti.
Che non era un santo,ma che aveva visto e parlato con Dio.
Che aveva raggirato innumerevoli volte angeli e demoni,e creature infinitivamente più antiche e potenti.Il prete pensò che se il Vaticano ne sarebbe venuto a conoscenza,di lui,e di quest'incontro,probabilmente sarebbe semplicemente sparito,come molti altri.Perchè l'esercito del Papa non erano solo le Guardie Svizzere,come le uniche entrate del vaticano non era solo l'otto per mille di buoni e caritatevoli cittadini.
Riflettè quanto Il mondo fosse complesso e malato.Erano lontani i tempi del collegio,quando il bianco era bianco e il male aveva un solo nome.Ma questi erano solo dubbi,e i dubbi sono il tarlo della fede.E la fede è tutto per un prete.Per quanto un prete possa scendere così in basso da chiedere l'aiuto a satana in persona.
Si chiese se alla fine di tutto fosse stato proprio necessario l'aiuto di quest'uomo così controverso.Se il male avrebbe potuto scacciare un altro male più grande.
In fondo il serpente non muore se si morde la lingua.

Nella nebbia apparve un fuoco fatuo,che si avvicinò lentamente,mostrandosi per quello che era.L'uomo reggeva una sigaretta fra le labbra e attraversava la strada con pigrizia.Il prete si fece avanti,e gli andò incontro con lo spirito di chi si chiude nella gabbia del leone.

-John Constantine!eccoti arrivato,finalmente!

Di fronte alle braccia aperte del prete l'uomo fece un passo indietro.Portava un paio di blue jeans,un maglione tarlato e sopra tutto un grosso impermeabile aperto.Era un uomo robusto,ma non abbastanza da sembrare pericoloso,anzi il suo aspetto sfatto e trasandato gli davano un'apparenza cagionevole.La barba disordinata sulla faccia,i capelli biondi unti di sporco e le borse sotto gli occhi lo rendevano un barbone perfetto.Sulla sua figura solo i suoi occhi blu spiccavano come pozzi luminosi sul suo volto,mostrando come anche la luce può essere più cupa dell'ombra.
Tutto contornato dal suo sorriso sardonico.

Si abbracciarono per un momento per poi salutarsi.

- Eccoti qua pretaccio delle mie palle!brutto avvinizzato pedofilo,come te la passi?! -

- Come Dio vuole!Ma voi in inghilterra che avete paura dell'acqua?Puzzi come un cane in putrefazione! -

- Maddai,speravo che per andare a trovare un branco di villici non dovessi preoccuparmi di come mi vestivo...-

- Perchè?i "villici" il naso non ce l'hanno? o forse pensi che viviamo tra gli stronzi dei maiali? -

-..Perchè hai qualcosa contro i maiali?il buon Dio avrebbe qualcosa da dire... -

- Non nominare Dio,bestemmiatore! Muoviamoci,la strada è lunga e non ho una ferrari.-

Constantine seguì il prete nel parcheggio.Pensò che il vecchietto fosse con la merda fino al collo se lo aveva chiamato fin lì da Londra.Fra l'altro scavalcando il pieno il Vaticano.Doveva aver trovato una cazzo di bomba atomica in quello sputo di posto dove l'avevano spedito a salmodiare rosari.Inoltre i capillari rotti sul viso del prete indicavano che stava bevendo più di quanto gli consentisse la sua cirrosi.
Girarono l'angolo.
Constantine apprezzò le linee gotiche dell'auto,il suo color nero fumo,ma poi il suo apprezzamento crollò quando vide la zona posteriore occupata da svariate corone di fiori con una cassa di legno in mezzo.

- VINCENZO! Ma cazzo questo è un merdosissimo carro funebre! -

-Ma che credi con la miseria che mi passa il vescovo mi ci compravo un'auto sportiva?Ma lo sai quanto costa un carro funebre? Forza monta su e non rompere!-

Constantine fece il giro,poi si decise a entrare.

-...Ma che cazzo di storia...in viaggio con la macchina dei morti...dì un pò,ma che almeno siamo solo in due o la cassa è occupata? -

- ...cassa e occupante fanno parte del problema...-

-..Porca merda! Cazzo fammi scendere,ne ho già abbastanza di queste stronzate! -

- John ma che fai?Stai fermo,che tanto ho bloccato le portiere eppoi porco il Giuda,.ma non sei il famossissimo stregone?cazzo vuoi che ti faccia un morto stecchito?

- No io non l'ho mai detto,io non ho mai detto che mi piace cazzeggiare con i morti,solo perchè tiro due colombe dalle mutande non vuol dire che dorma con i cadaveri! -

- Ma TU non ci devi dormire!Forza Stai fermo e buono o ti mando al purgatorio per tutto il viaggio! -

Constantine si ricompose e si mise la cintura di sicurezza.Il bello e il brutto delle parole di Vincenzo è che non stava scherzando.Con un gesto,quel buon padre di campagna avrebbe disassociato il suo corpo e spedito la sua anima in un posto di merda solo perchè gli giravano le palle.Vincenzo poteva questo e altro.Se lui riusciva a far spuntare un paio di colombe dalle mutande,quel prete poteva tirare da sotto la veste tutta l'intero plotone dei carri armati di Rommel,direttamenta dall' inferno.Sabbia inclusa.E allora,lui che ci faceva lì?

La macchina si disarticolò dal traffico,che di lì a poco andava aumentando minuto dopo minuto.Constantine si sentiva come su un letto di chiodi.Aveva la nausea,e quella bara dietro gli faceva venire i brividi.Ma non era per l'eventuale corpo in decomposizione che teneva dentro,quanto "qualcos'altro" che si era infilitato nell'auto,e che adesso condivideva la propria presenza con l'aria che stava respirando.Ma non riusciva a capire cosa fosse.Il prete Vincenzo stava chiuso nel suo mutismo.

- Vincenzo,dove cazzo hai imparato l'inglese?un corso accellerato in qualche convento?che vi insegnano anche l'uso di internet...no,perchè altrimenti prendo pure io i voti...-

- No,mio caro e ATEO Constantine,in realtà sei tu che stai parlando un ottimo italiano... -

Costantine allargò le braccia verso il tettuccio della macchina.

- ho buon Dio ci hai miracolati! Credevo che questo tuo servo avesse contravvenuto alle legislazioni,e avesse fatto uso Dell' Effetto Pentecoste senza autorizzazzione...ma mi sbagliavo...ho signore pietà per la mia malizia! -

- Piantala John,mi fai incazzare quando fai così! -

- Ho signore,perdonalo,non sa quel che dice...-

- Che potevo fare?Mandare una lettera a Roma e aspettare che si scatenasse l'apocalisse mentre attendevo la risposta? -

- Se lo sapranno saranno cazzi amari -

- Se non risolviamo la questione una multa o un provvidimento disciplinare non varranno lo sputo d'una lumaca. -

- Vincenzo,dimmi perchè mi hai chiamato.Non c'è nulla che tu non riesca a gestire.Hai visto e fatto cose inimmaginabili...cazzo,sei come Superman! Nel giro,si dice che potresti trasformare l'inferno in ghiaccio! -

Il volto del prete si oscurò.Le sue labbra si fecero bianche e sottili.

- ...Questa roba non è roba mia.Qui Dio e Satana non c'entrano,è qualcos'altro....-

- E allora perchè non hai chiamato i tuoi superiori? -

-..Perchè i miei superiori avrebbero chiamato me...e visto che non ho potuto nulla,ho chiamato...un...consulente estero...-

-..Cioè me...allora raccontami tutto,dammi il quadro della situazione...-

- E' qui il problema,non so come spiegartelo...è come se si fosse cancellate le varie convenzioni.Morte e vita hanno lo stesso significato,è strano...la terra sussulta,le ombre...strisciano come serpenti... -

- Vincenzo ma ti sei calato un acido?! -

- NON SCHERZARE PORCA MADONNA! Non c'è propro nulla da scherzare! Ieri una bambina è venuta da me,era GRAVIDA nonostante avesse solo sei anni! I genitori credevano fosse un'opera miracolosa,e hanno voluto che io la benedissi.Mentre mi preparavo la bambina ha iniziato a gridare mentre qualcosa iniziava a divorarla dall'interno...ha gridato per ore prima che mi decidessi a fare qualcosa. -

- Cazzo!...e che hai fatto? -

- Ho dovuto ucciderla,quella,quella...cosa si comportava come un parassita,la faceva soffrire come se...si nutrisse del dolore di quella povera bambina...buon Dio,era così,così piccola e quel mostro era...suo figlio... -

- E i genitori? -

- I genitori erano atterriti...un uomo e una donna che avevo battezzato io stesso...a un tratto c'è stato un odore di...di carne,come pelle sudata, e le ombre li hanno...li hanno... -

- Cazzo Vincenzo,parla! -

- NON SO COME DIRTELO,porca troia! E' stato come se fossero masticati vivi da un dinosauro invisibile!...la carne volava via come...come fossero stracci...buon Dio... -

I due rimasero in silenzio nella macchina.Immobili nei loro sedili,incuranti dello sferragliare del motore e della strada.
I finestrini rimandavano lo scorrere del paesaggio.
In sovraesposizione,i loro sguardi assenti si fissavano.

-...questo era solo l'episodio più grave,ma sono successe molte altre cose strane...persone impazzite mentre dormivano,animali che si automutilavano...-

- Vincenzo,non ho mai sentito nulla di simile...mai.E dire che ne ho viste di stronzate in vita mia...cosa ne hai fatto del corpo della bambina? -

- Non potevo lasciarla lì.E sai la cosa più strana?Ho sparso sul corpo in quasi due litri di benzina,ma non bruciava. Il suo addome continuava a muoversi come se la cosa che aveva dentro cercasse di uscire...non sapevo che fare. -

- Eccazzo,non dirmelo,perchè non lo voglio sapere...-

- Si',invece.L'ho messa dentro una bara e l'ho nascosta fino a ora...avresti avuto un'idea migliore?

- PORCA MERDA mi stai dicendo che quella schifezza del cazzo è qui con noi,DENTRO questa macchina?! -

- Mi serviva il tuo aiuto.Prima di arrivare al paese faremo una deviazione,conosco un posto che è stato classificato come un nodo entropico.TU mi aiuterai ad attivarlo .Ci butteremo dentro qulla cassa e che quella anima innocente vada in pace. -

- E chi l'ha mai fatto?Io non ho mai lavorato con questa roba new age.Non ho idea come funzioni...che dobbiamo incularci a vicenda fino al tramonto e poi fumarci uno spinello cantando in sanscrito? -

Vincenzo sorrise.

- No,non ti darò questa soddisfazione,anche se ti spezza il cuore...è un rito che si rifà alla cabala,è semplice perchè di solito una volta completato permette un'armonizzazione,ma noi lo lasceremo a metà.Questo basta.-

-...mmn,mai,mai piaciuti gli incantesimi lasciati a mezzo...portano una sfiga tremenda. -

- Cazzo Constantine ma te la fai addosso per nulla! Ma tutte quelle storie su di te allora sono delle idiozie! -

- Calma prete.Tu affronteresti un'orda di demoni incazzati a mani nude...io posso camminare nella merda senza sporcarmi le scarpe. -

- Vedremo a che ti servirà quando la merda sarà così alta da toccare le nuvole. -

- Allora imparerò a mangiarla... -

La macchina rallentò e si inoltrò in una strada secondaria,e poi ancora un'altra deviazione dentro ad un bosco.La macchina cigolava sopra le buche ed i sassi di quello che sembrava il letto di un fiume,finchè vincenzo fu obbligato a fermarsi.
Scesero e si posero nello sportello del bagagliaio.Caricarono la cassa,uno davanti ed uno dietro.Constantine sbuffava rumorosamente con la sigaretta in equilibrio tra le labbra,Vincenzo davanti avanzava soreggendo la bara con una mano sola.

- Cazzo prete,questo non è il peso di una bambina! Ma che ci hai messo dentro? -

- Nulla.forse quella cosa è cresciuta al suo interno -

-...Merda che schifo...-

I due camminarono per un tratto,mantenendo un buon passo.Dai tronchi si poteva scorgere non lontano uno spiazzo piano,pulito.Lo raggiunsero in una mezz'ora.Quando furono sul momento di appoggiare a terra la cassa Constantine notò di aver finito la sua Pall Mall.Appoggiò la bara sulle gambe e cercò di accendersene un'altra,frugando nel suo impermeabile.L'accendino continuava a sfuggirgli dalle dita,distraendolo.La bara rovinò sui sassi con il suono di sacchetto di plastica pieno d'acqua che venisse sbattuto.Vincenzo lo fulminò con lo sguardo ma non ebbe il tempo di dire nulla.
La bara aveva iniziato a saltare con all'interno un qualcosa che sbatteva da una parte all'altra cercando di uscire.Qualcosa privo di ossa e artigli ma con una ferocia dell'animale in trappola.Constantine fu sul punto di scappare.

- Cazzo ma stò schifo non finirà mai? -

- Piantala e vieni qui.Procedi con un rito di trasmutazione,ma tieni il passo con il mio.Poi fermati quando mi fermerò io. -

- ok prete.Ma se saltano fuori dei casini,sarai da solo -

Vincenzo non rispose,e si avviò verso una piccola pietra bianca posta al centro dello spiazzo.Constantine intanto si guardava intorno alla ricerca di qualcosa.

-EHI prete,ma con che cazzo lo facciamo il cerchio empirico? -

- Niente cerchio,nessuna protezione,sarà questione di secondi.E poi in caso di problemi,qualsiasi cosa uscirà dal buco lo ricaccerò dentro a pedate nel culo. -

La cassa non smetteva di saltare e cigolava come non faceva prima.E poi puzzava,puzzava in modo terribile di carne sudata,eccitata.Era un odore che si sentiva nelle coperte dei ragazzini,o nei corpi tesi nell'atto dell'accoppiamento.Quell'odore,in una situazione cosi orribile terrorizzava i sensi che brancolavano cercando un qualche ricordo a cui aggrapparsi.
I due uomini si posero uno davanti all'altro,in mezzo stava la pietra calcarea.Salmodiavano un mantra intricato,stonato.Spezzavano ognuno il ritmo dell'altro,acuivano la voce per poi usare tonalità roche e stridule,poi ad un tratto Vincenzo fece un cenno, e rimase solo,mentre sembrava a ripetere lo stesso ultimo brano della sua nenia come un disco rotto.Constantine corse alla bara e la trascinò meglio che potè verso la pietra bianca.
Cercò di affollare la mente di cazzate mentre copriva quei pochi metri,perchè ormai la cassa iniziava a creparsi e iniziava a levarsi il pianto di un neonato,come un'artiglio che graffiava la sua mente.Sicuramente lo sentiva anche Vincenzo che aveva il volto ancora più teso.
Nello spiazzo,a parte la bara che l'uomo stava trascinando,nulla sembrava cambiato.Il vento non soffiava più forte e l'erba non si muoveva in modo inusuale.Ma quando un'agolo della cassa toccò la pietra questa iniziò a venire trascinata dentro il blocco,scomparendo poco a poco come se dall'interno della roccia ci fosse qualcuno che la stessa tirando dentro.La creatura all'interno non smise di piangere nemmeno quando fu scomparsa per più della metà del suo contenitore.

In uno schianto una pretuberanza esplose al di fuori della bara,come un'arto,e tastò l'erba in cerca di qualcosa a cui aggrapparsi.Constantine si ritirò velocemente,disgustato.Era qualcosa di corrotto,di sbagliato.Era un'aborto deforme di nove mesi,un qualche insetto,un fungo pulsante di qualche genere,ma con qualcosa di sbagliato.Di immensamente triste,come i figli di Chernobyl.

E gridava,ora con voce di bambina,di disperazione.Non avrebbe dormito per anni.
Altri incubi che si aggiungevano alla lista.

Quella specie di zampa si portò dietro una zolla di terra,e quando scomparve definitivamente,l'eco di quelle urla continuarono a eccheggiare.

- Geeeesù,Vincenzo...-

-...Ora capisci perchè ti ho chiamato?...questa roba...tutto questo orrore...non è normale...-

I due tornarono alla macchina.Da lì passarono in silenzio il resto del viaggio.La macchina attraversò paesi antichi,immobili nel tempo.Boschi,cimiteri,province.Dall'orizzonte andarono sparendo le colline,i boschi,e si aprì le lunghissime distese di campi della maremma.E l'auto penetrò più in profondità quella zona così aliena,fra sterminati campi di girasole a riposo,abbandonando da tempo la strada asfaltata per quella sterrata,sabbiosa.I recinti erano abbandonati,i pali di sostegno marci e coperti di rovi,e poi ad un tratto,l'assurdo.
Esattamente dal cartello del paese in poi,a perdita d'occhio,spariva tutto Un mare di sabbia e sassi si estendeva all'infinito,per centinaia di chilometri,e giù,impercettibile,la macchia scura del paese,che pareva essere al centro esatto di quel delirio.
Vincenzo fermò l'auto a cavallo fra i due mondi.Constantine scese,e si guardò intorno.Il sole era ancora alto,ma faceva freddo.Il vento turbinava isterico,come se non avesse una direzione.L'uomo con i capelli biondi prese due manciate di terra,una per mano,una al di là e al di quà del confine.Le due terre non si mischiavono.Quando tentò di portare le due manciate negli opposti confini,queste rimasero a terra per un momento,poi tornarono ognuno nei rispettivi luoghi d'origine,come polvere di ferro attratta da un magnete.
Constantine guardò il cielo.Le nuvole all'esterno del confine scivolavano via ,mentre quelle all'interno continuavano a sfarsi ed a riformarsi continuamente.Faceva venire il mal di testa.

-...Vincenzo,sei stato tu a recintare la zona o il fenomeno si è fermato da solo? -

- John io ho PROVATO a fermare questa cosa,e hai visto qual è il massimo che sono riuscito a fare.Non so che sia.Si allarga di minuto in minuto,per millimetri.E quello che riamane chiuso dentro,impazzisce.Le piante hanno iniziato a germogliare a una velocità pazzesca,nel giro di un'ora avevano completato migliaia di cicli vitali.Dopo un giorno erano invecchiate di secoli.I frutti si staccavano dall'albero quando erano ancora germogli,e arrivavano a terra che erano già avvizziti.Dopo un mese di tutti gli alberi,l'erba i frutteti...non rimasero che rami disidratati.e poi...sabbia.Quel che vedi è tutto quello che rimane.-

-...e le persone?che effetto ha avuto su di loro? -

- Sono terrorizzati.alcuni hanno cercato di suicidarsi,ma non ci sono riusciti.-

- Sei riuscito ad impedirglielo? -

- Non a tutti quelli che volevano farlo.Un mio amico s'è sparato in bocca con il fucile da caccia,pallettoni a ombrello.L'unica cosa che gli è rimasta è la mandibola e una parte della faccia,il resto lo abbiamo raschiato via dal muro -

- ...E gli altri...? -

-...Molti credono sia l'apocalisse e pregano molto,altri sono completamente andati e girano per il paese in condizioni pietose...tranne una.C'è una ragazza che sta meglio degli altri,mi ha aiutato in un sacco di cose.Prima era la ribelle del luogo,sai il tipo,vestita sempre di nero,unghie tinte di viola...ora invece mi è sempre vicina...è una brava ragazza... -

- E se fosse lei la causa di tutto questo casino? -

- Ci ho pensato.Ma non ha nessun particolare influenza,e non conosce niente della magia vera.Ha riempito camera sua di libri pseudo satanici,buffonate da quattro soldi e di quei cantanti moderni brutti come cavalli.Nient'altro -

- In pratica è la pazza che girava con l'ombrello del deserto...-

-...Finchè non è iniziato il diluvio.Già. Ascolta,un'ultima cosa prima di muoverci,John:primo,la bambina e la famiglia hanno traslocato,secondo ho chiamato un mio contatto al Vaticano che mi deve un favore.Non gli ho dato spiegazioni,ma se non lo richiamo fra una settimana e gli dico che è tutto a posto lui chiamarà direttamente l'ufficio del Santo Padre.a quel punto,probabilmente manderanno giù un qualche plotone di qualche tipo.Quegli stupidi pensano che il fuoco purifichi tutto,ma non è vero.Ci sono esseri che ci nascono nel fuoco,che lo respirano,che lo mordono...se non ci riusciamo noi,probabilmente non ci riuscirà nessuno -

-Vincenzo,così mi fai sentire un Ghostbuster...dove hai nascosto gli zaini protonici? -

-...Io ho qualcosa di meglio:"camminando nella valle del male io non provo alcun timore,poichè il mio cuore è fermo nella fede.."-

- ..."di aver accanto il peggior figlio di puttana di tutta la valle"? -

-...ESATTO,figlio d'un cane! andiamo a ficcare un dito in culo a chi ha combinato tutto questo casino! -

Saltarono in macchina e il prete fece galoppare il motore in sbuffi di polvere e sassi.All'interno della zona la luce del sole era estraniante,malata.Arrivarono in un mucchio di pietre arroccate su sè stesse.Le case parevano schiacciate l'una con l'altra,e in mezzo delle vie talmente strette da sembrare corridoi scavati nelle stesse abitazioni.L'intonaco dei muri andava via a brandelli e i tetti erano pericolanti.Grondaie rugginose pendevano dall'alto,stridendo nel vento.
Attraversando il paese Constantine sentì di non essere a casa sua,a Londra.
La Londra negativa,impossibile,dove i membri della famigli reale si accoppiano con i serpenti in virtù di un legame eretico con i sopravvissuti di Sodoma,dove le fogne sono un labirinto mistico,dove l'alta finanza è guidata direttamente da Blatoxi,l'arcidemone del profitto.
La sua Londra piena di segreti,piena di burle e maledizioni.
Ma quella non era Londra,non era neppure Italia.Ora,dove il piede poggiava terra,lui calpestava un universo nuovo e delirante,qualcosa di mai visto nè sentito.

Nella piazza la polvere era onnipresente nell'aria,in continuo movimento.Quando la macchina si fermò fu subito circondata da una piccola folla di persone.
Gli indigeni locali parevano corrosi dalla polvere.Non si distinguevano i giovani dai vecchi,tutti piegati,avvolti in panni di stoffa grezza.Sulla bocca portavno dei fazzoletti per proteggersi dalla polvere.Vincenzo ne tirò fuori due simili da uno scomparto dell'auto e indicò a Constantine di legarselo addosso.
Nonostante il sole faceva freddo,lame di ghiaccio sferzavano il viso e mani.
La gente si riunì subito intorno al prete,che diede pochi cenni di spiegazioni,li benedisse e li spedì alle loro abitazioni.In pochi attimi la piazza fu di nuovo vuota.
La chiesa era alta, e pareva la costruzione più solida del paese.Poi Constantine fu fulminato da un problema terrificante,che lo avrebbe perseguitato per tutto il tempo che fosse perdurata la polvere.

-Vincenzo! Con stò bavaglio addosso non posso fumare! E' proprio obbligatorio che me lo tenga!? -

- Non rompere ed entra dentro! -

I due entrarono in chiesa,e chiusero il portone alle spalle.L'interno era buio.L'elettricità era fuori discussione,e così il riscaldamento.Al centro della sala stava un braciere acceso,che il prete prese ad alimentare con alcuni rami.Poi gettò un paio di asciugamani all'uomo che lo seguiva.Questi ebbe solo il tempo di prenderli al volo.

- ...Che ci devo fare...? -

- ...Datti una lavata! Se dobbiamo togliere la maledizione da questo paese cerchiamo di non aggiungere quella della tua igiene! -

-...Almeno ce l'hai l'acqua calda...?

-...Sì come no..sulla stufa c'è un catino,fattelo bastare! -

Costantine si lavò come meglio potè.Situazioni simili non gli davano pensiero,anzi,gli davano un certo senso nostalgico.trovò pure il tempo di fregare un paio di vestiti dall'armadio del prete.Gli rubò gli abiti buoni che indossava per le trasferte a roma per i congressi.
Alla fine aveva un'apetto elegante e austero,e sopra tutto il suo immancabile,logoro impermeabile.Vincenzo lo squadrò un'attimo e poi passò oltre.

-...Guarda,quelli puoi tenerli,ma poi non sperare che ti paghi...-

-...Ma io non lo faccio per soldi,lo faccio per professionalità,per avventura e la buona compagnia...-

- Da dove vuoi iniziare? -

- Non lo so.Inizia a darmi qualche pianta di questo posto,case,complessi, e via dicendo...poi vedremo. -

- Io non posso venire con te,almeno non per ora.Per quanto vale,questa rimane una chiesa.e' la nostra ultima fortezza in caso tutto vada a puttane. -

- D'accordo,tutto il mio rispetto.Peccato che qull'assurdità della bambina sia successa proprio in chiesa.Non so che valenza mistica abbia, a questo punto. -

-C'è la mia...la Nostra fede,ecco quale.Una cosa che tu,John,non comprenderai mai...-

- Ecco che è questo posto,una buco dove ficcare il capo quando tutto va a merda! -

- Occhio come parli,John Costantine.... -

-Cos'è,una minaccia?,Il tuo spirito da Inquisitore è ritornato alla gioventù? -

Il portone della chiesa si aprì,e ne entrò una ragazza.Aveva i capelli biondi tinti di nero,e un trucco pesante sul viso.Dosi abbondanti di rimmel,e un rossetto viola sulle labbra,unghie nere spezzate,brufoli.Diversi chili di troppo nei punti sbagliati la facevano un pò goffa.Avanzava decisa vero la coppia che si stavano fronteggiando.

- Ei Vincenzo! Questo biondino sarebbe l'arma segreta che farà piazza pulita di tutto questo casino? -

Il prete si voltò a guardarla.

- PATRIZIA! Fatti il segno della croce quando entri in chiesa! -

- L'ho messo in lista per la prossima volta...allora,non ci presenti? -

-...Patrizia questo è John Costantine,professione figlio di puttana,John,questa è Patrizia Meroli,ragazzina mitomane e sessualmente disturbata.E ora affanculo tutt'edue che ho da mandare avanti una chiesa! -

Costantine rise

- "sessualmente disturbata!?" -

- ...E' che Vincenzo mi ha beccata mentre mi masturbavo nell'ossario del cimitero...non me l'ha perdonata.Ma almeno non l'ha detto ai miei.-

-Perchè "mitomane"?-

- Perchè non è vero! -

- Non è vero cosa?Che sei una mitomane o che te la fai con i morti? -

-...Decidi tu.E tu perchè sei ne "figli di puttana"? -

- Perchè quando tendo ad accoltellare la gente quando mi gira le spalle .-

-...Mi piaci.Senti,se hai qualche domanda fammela,io di qui so tutto.Non sono mai uscita da questo cesso di posto...e ora qualcuno ha tirato la catena.Era ora. -

- Guidami in un posto dove posso trovare i progetti delle case,possibilimente qulli più vecchi possibile.-

I due uscirono dalla chiesa,lasciandondosi il portone alle spalle.Fuori Constantine gettò via il suo fazzoletto,visto che gli impedive di ficcarsi il catrame delle sue sigarette nei polmoni.La polvere era secca,e fredda.Gli raschiava le guance,e aveva un sapore agrodolce.
Patrizia lo portò direttamente attraverso una paio di corrdoi,che avevano la pretesa di essere delle vie tra le case.Il paese era più grande di quanto sembrasse all'esterno.Le finestre sbarrate,Il selciato e poi l'alta statura delle mura davano l'impressione che in origine l'intero ammasso di case avesse un'altro scopo.Nel disordine delle costruzioni,nulla sembrava essere posto lì per caso,ogni muro aveva il proprio contrario,e le ombre che proiettavano rimanevano all'interno delle mura stesse.
Le ombre si sovrapponevano l'una con l'altra.
Il biondo pensò che probabilmente il tutto aveva una qualche funzione esoterica.O l'architetto era un pazzo.

Ebbe modo di assistere ad un paio di scene caratteristiche del luogo.A ridosso di un muro stava un cane spelacchiato,piegato su sè stesso nell'intento di pulirsi la pancia.Quando gli fu vicino notò invece che si stava sbranando gli intestini fuori dallo stomaco.Li mordeva furiosamente,strappandondoli dalla loro sede.Sembrava vesse in bocca una quantità di vermi rosa;Il sangue colava lungo una discesa che non aveva notato,finendo in un canale di scolo.
La ragazza aveva distolto lo sguardo dall'inizio alla fine.
Poi alcune carcasse di altri animali,gatti,uccelli tutti che avevano trovato la stessa fine,anche se esercitata in modi diversi.I gatti si erano scarnificati a morte la carne del viso,e nelle loro zampe stavano ancora brandelli dei loro occhi.I volatili avevano strofinato loro stessi nei muri fino a consumarsi le ossa,o si erano trafitti i polmoni con il becco.

Ma non c'era nessun uomo nei paraggi.
Arrivarono al municipio.L'interno era grande,e pareva che svolgesse più funzioni:c'erano un tavolino,una scrivania,libri,un vecchio flipper,un grosso raccoglitore pieno di fascicoli...La ragazza si liberò della sua protezione,e li gettò sopra un tavolo.Erano da soli.

-...Dunque...John...mi sembra ti chiami così,no?Comunque,caso non fosse,chissenefrega.Questo buco è il Municipio.Fa anche da centro sociale,libreria,e da internet point.Quando ancora c'era corrente e telefono.-

-...Però...chissà che vita dev'esserci da questi parti...-

- Quella che ti immagini.Anzi,per me ora è migliorata di molto;prima sì che era un vero incubo! C'erano proiezioni domenicali di "BuonaDomenica", forum di disscussione sulla droga e via dicendo...tutti bruciati,con i neuroni murati vivi dentro i loro crani.-

-...Tranne te...-

- Bè io un pò sono sempre stata un passo avanti rispetto a questi bifolchi.E un giorno mi comprerò ogni singola casa solo per farci un megaparcheggio! -

Patrizia andò a frugare in alcuni scaffali,e tirò fuori una cassa polverosa.

-...Tiè ecco qua.-

Constantine guardò il fascicolo,e l'etichetta che indicava fosse proprietà del governo,usufruibile solo previa autorizzazione.

-Ei per stà roba bisognerebbe chiedere permesso al sindaco...-

-..il sindaco ha fatto un pompino ad un fucile da caccia,ora sono Io che mi sono autoproclamata sindacA. -

Diede un vigoroso sputo su un foglio bianco e lo porse al biondo.

- Guarda,questo è il contratto,firma e testimoni inclusi.C'è pure la ceralacca,che vuoi di più!? -

-..Lo sai Patrizia? Mi piace il tuo stile.Forse potremmo fare grandi cose insieme. -

La ragazza sbottonò alcuni bottoni del colletto,e si appoggiò sul tavolo,dimostrando con i fatti di essere senza reggiseno.

-...Grandi quanto...?Perchè io sono abituata bene...so rendere le cose ancora più grosse di quel che sono in realtà.. -

- Sei vergine,vero? -

- No,CAZZO! io non sono vergine da quando avevo dodici anni! -

Patrizia si accostò al suo orecchio,premendo il seno sulla spalla dell'uomo.Constantine stava sfogliando delle piante ingiallite e piene di escrementi di topo.

-...Sai...ero io e mio cugino,in cantina...c'era odore di muffa,ragni...e aveva un biscione notevole per la sua età...sai? -

- Non faccio fatica a crederti.Vista la vita che c'era da queste parti immagino che per te c'era la fila...l'hai fatto anche con Vincenzo? -

-Ho lui è stato il primo...mmm le sue grosse mani ruvide su di me...chissà se poi tutte quelle cosette l'ha imparate al collegio...-

- Ma non era stato il tuo cugino il primo? -

Patrizia si bloccò,poi se nè andò imbrociata,mandando diverse volte quell'uomo in posti differenti.Si abbottonò il colletto e tirò su il petto.Il seno sciolto gli dava fastidio.Aveva accuratamente scelto di non mettersi il reggiseno solo per il tipo che stava arrivando,ma era tutto inutile.Aveva pensato che sarebbe stato perfetto,scopare con quel mago di Londra,ma pareva che non c'era possibilità. Che poi Vincenzo l'aveva messa in guardia diverse volte verso quell'uomo,ma a quanto pare non era nè mago nè uomo.Assomigliava di più ad un cartomante frocio del cazzo,di quelli che passavano nelle reti private.
Forse era colpa sua.Forse era troppo grassa.
Quando stò casino si fosse aggiustato sarebbe andata in Francia a fare la scrittrice,e poi avrebbe fatto la pittrice,le gallerie di tutto il mondo avrebbero ucciso per i suoi quadri,e a quel punto nessuno gli avrebbe più rotto le palle perchè era grassa.

Constantine non trovò nulla di veramente utile tra quei fogli.C'era la certezza che il paese era una sorta di "tappo" verso qualcosa,ma non si sapeva se era verso l'alto o verso il basso.Le costruzioni rimandavano di continuo alcuni numeri cabalistici,formule e geometrie di di trattenimento,ma di fatto non erano specifiche per nulla.Ogni pentagramma,ogni cerchio ha la sua funzione,ma qui era tutto generalizzato.
C'era stato qualcun altro che aveva scoperto questo posto,ma anche lui non ci aveva capito molto,e per sicurezza aveva fondato un monolite a forma di paese.Tutto qui.

Fra le righe c'era il punto focale in cui si concentravano le rette mistiche.I cerchi di solito si iniziano a costruire dall'interno,dal più piccolo al più grande e poi vi vengono aggiunti rinforzi e altri tipi di campi di sicurezza,ma l'origine del tutto è sempre un cerchio che circoscrive il fenomeno.Si mise il foglio in tasca e richiamò la ragazza.Le chiese di portarlo nel punto indicato dalla cartina.

Fuori il vento continuò imperterrito a schiaffeggiare le due figure che scivolano fra i vicoli.Incontrarono un paio di persone che urlavano correndo senza un motivo.Era pomeriggio,e il sole si sta apprestando a scendere oltre l'orizzonte.La ragazza dava segni di inquietudine mano a mano che si accentuavano i bagliori dell'orizzonte.

- Patrizia,dimmi perchè la gente non se ne va da qui,neppure ora che c'è l'inferno. -

- Non possiamo uscire,siamo bloccati qui.Questa è una trappola per topi,si entra ma non si esce.Solo Vincenzo può, perchè-dice-è toccato dalla benedizione della fede.-

- Che stronzata! -

- Dici che si può scappare di qui? -

- Certo! E chi ti obbliga di stare qui ad aspettare che questo posto sprofondi?! -

- Echeccazzo,allora domani mattina mi tolgo dalle palle! -

- Perchè non stanotte? -

- Perchè di notte qui non è sicuro. -

- Che succede? -

-...E' come se ci fossero delle tigri invisibili.e' come stare in un mare infestato dai pescecani...-

-... Come in quel film,Picht Black,con quei mostri che avevano paura della luce?

- Bè qui i mostri non si vedono,e poi loro...ti mangiano dentro...ti fanno diventare matto come questi animali,come questa gente. Ti rovinano.Comunque,eccoci arrivati -

La ragazza indicò una statua,in mezzo ad una piazza.La figura mostrava un soldato sull'attenti,era corrosa dall'incuria e la faccia non aveva più un volto.La targhetta alla base era illeggibile.

- Patrizia,a chi è dedicato questo blocco di pietra? -

- E io come faccio a saperlo? -

- Sai,abitandoci da una vita... -

- Ma sarà uno di questi militi ignoti del cazzo...muoiono ottocento persone e lo stato se la sfanga con una merda di statua.... -

- Nulla è per caso,ragazza,parlo per esperienza... -

Constantine esaminò la statua.Dalla sua grandezza si poteva trarre di quale magnitudo era stata la manifestazione al tempo in cui il paese non era esistito ancora.Fece i suoi calcoli.
Qualcuno aveva trovato una porzione di "qualcosa" im mezzo ad un campo e aveva chiamato qualche specialista.Quest'ultimo,pur non sapendo cosa fosse ne percepì la pericolosità,e cercò di inscriverlo dentro un cerchio;Ma questo non era bastato,allora aggiunse un pentacolo.Ma anche questo non bastò. E via di questo passo,finchè alla fine costruì in'intero paese,pietra dopo pietra.
E questo solo per far ritrarre una zona di quattro metri quandrati circa.
Solo quattro metri.
Ora la zona era più o meno di quasi trenta chilometri dal centro del paese,in espansione. Anche se dall'esterno sembravano centinaia.
Qualsiasi cosa fosse era inarrestabile.Andava troncato alla radice.Ma cosa era?
La ragazza gli diede una spinta.

- Jonh,caviamoci dalle palle,inizia a fare buio.-

- Ma scherzi?! Proprio ora che inizio a lavorare bene! -

- Allora ci starai da solo qui fuori.Io torno da Vincenzo -

- Non eri tu quella tutta Sangue&Sesso? -

- Solo negli orari di lavoro.Dai,almeno accompagnami -

- NO! Vaffanculo,la strada la conosci.E inizia a correre,perchè sento che qualcosa si avvicina! -

Patrizia mostrò il medio all'uomo in impermeabile,e scappò via.Ovviamente Constantine non sentiva avvicinarsi nulla,ma era ora di smettere di cazzeggiare.
Passeggiò solo per il paese,guardando le ombre e il vento inseguirsi,unirsi nel tramonto di quello strano posto.

Poi fu buio.Totale,solido.Aveva portato una torci elettrica dagli scaffali della chiesa,ma non l'accese.Prima di tutto doveva "sentire".
E lo sentì.Nel nulla sentì caricare dall'alto una forza schiacciante,che avrebbe travolto tutto con una forza inaudita.Era il ritirarsi delle acque prima del grande tsunami,solo che non era acqua,ma era qualcosa di vivo che stava preparando un'assalto.
Constantine fissò la direzione da cui sentiva che quel nido di serpenti avrebbe caricato.E lo fronteggiò.L'idea era quello di farsi prendere in pieno,e poi organizzare una difesa sul momento.
L'acqua smise di ritirarsi per scorrere violenta per i vicoli,travolgendo tutto,la furia omicidia era un velo nebbioso che sfiorava le dita,era la spuma del mostro,la sua saliva,e poi un macigno invisibile attraversò il suo scheletro chiudendogli i polmoni.Dei rami viscidi s'insinuarono sotto la sua pelle,non poteva vederlo,ma lo sentiva come risaliva sotto i muscoli,dentro la spina dorsale,invadendolo.Il suo corpo non era più suo,non sentiva più nulla,era sdraiato,ritto in piedi o morto,non sapeva neppure questo,l'unica cosa che sentiva era il terrore.Non c'era una difesa organizzabile,aveva sbagliato.Non c'era modo di uscirne.
Sentiva le loro zampette,dentro di lui,pungiglioni di scorpioni,a migliaia,e poi le uova,che minuscole zampette infilavono sottopelle,nelle narici dentro il cervello.Quello che a contatto gli sembrò un grosso millepiedi indugiò un'attimo con le sue antenne all'entrata dell'orecchio,e poi si aggiunse anche lui al banchetto di quel corpo.
Sentiva i propri organi sciogliersi,le larve che si dimenavono dalle uova appena schiuse,e quelle che fiorivano all'interno dei suoi testicoli.
E poi la necrosi degli arti,il suo scheletro divorato,bianco giaceva sulla strada,e guardò il cielo gridando aiuto,e la luna,immensa,era l'unica luce e si aprì come una palpebra,mostrando un occhio felino che lo fissava.
Ancora non smetteva di urlare,e da dietro un grosso artiglio gli si piantò fra le scapole.Non poteva vederlo,ancora no,ma era come se lo vedesse.Sentiva l'odore terribile dell'adrenalina,i muscoli di granito che torcevano quell'artiglio dentro di lui, e poi altri che lo fissavano,che fissavano lui come preda,e quello sopra di lui che veniva riconosciuto come capobranco.Era la legge del più forte,la legge della sopravvivenza,spietata e inappellabile.
Sentì il morso,la mascella dell'animale che si chiudeva su di lui,i denti affilati che frantumavano le ossa e gli portavano via un braccio.Non era un'illusione,lui era ancora lì,sentiva tutto,la terra il sangue che bagnava il terreno,il ringhio feroce del branco che si avventava su di lui.
Cadde su di lui una grandine di bisturi che lo trascinavano furiosamente da una parte all'altra,dilaniandolo,sentì distintamente la spina dorsale piegarsi fino a strapparsi dalla sua sede.Sentì la sabbia strisciare e poi gli aghi che gli entravano in profondità nella carne.Era immobilizzato.Le spire del serpente gli scivolavano accanto,poi lentamente iniziò a ingoiarlo vivo dai piedi.
La mandibola mostruosa della bestia lo trascinava dentro il suo stomaco,soffocandolo.Non poteva più respirare,era dentro una sacca umida,e già gli acidi digestivi iniziavano ad aggredirlo,corrodendolo lentamente.
Non sarebbe mai finita.
Doveva uscirne fuori fintanto che la sua coscienza era ancora integra.In pochi minuti sarebbe impazzito.Si distaccò da sè stesso,dalla paura,dall'orrore.In un lontanissmo angolo della sua mente la sua mano frugava all'interno dell'impermeabile,e afferrava la torcia elettrica . Usò la retrocognizione. Ogni oggetto ha una storia,dove è dov'era,dov'è stato .Ora avrebbe usato quella lampada come un filo d' Arianna, percorrendo all'incontrario il tragitto che aveva fatto dalla chiesa a quel momento. Il corridoio di luce del faro non illuminava i mostri che lo stavano lancinando;da qualche parte,fra i denti,le lance,le ferite,un corpo stava percorrondo una strada chiusa tra due mura,mentre il vento gli turbinava intorno.Passo dopo passo gli anni scorrevano,sperimentando ogni attimo un nuovo modo di morire. La sua mente era uno specchio che
veniva frantumato più e più volte,e ogniqualvolta che i pezzi toccavano terra questi si ricomponevano.E più velocemente veniva infranto più velocemente tornavano insieme,in una gara tra il martello e lo specchio.Quando il martello fosse riuscito a frantumare lo specchio più velocemente di quanto questi fosse stato in grado di ricomporsi,allora della coscienza di Jonh Constantine,non sarebbe rimasto che un urlo infinito.
Avrebbe urlato fino a riempirsi i polmoni di liquido.Fino a morire.

Dopo secoli il arrivò al portone di legno della chiesa.Una parte del suo corpo colpì con ferocia,urlò e fece qualcos'altro,finchè un paio di grosse mani callose non lo trascinarono dentro.
Oltre il portone il tormento infinito ebbe fine.La mente fu liberata talmente in fretta dai suoi aguzzini che il vuoto creatosi lo mandò quasi sotto shock.
Una voce,lontanissma,due volti lo sbirciavano dalla finestra dei suoi occhi. Vincenzo e Patrizia lo guardavano mentre lui stava disteso a terra in posizione fetale
Era la voce del prete.

-...Cos'era,la Chiesa,Jonh?Un posto dove ficcare il capo quando tutto è in merda?e allora perchè sei tornato qui? Non mi avevi detto che potevi camminare nella merda senza sporcarti? -

- ho...cristo...non ho mai sentito una cosa simile....-

-Almeno la tua follia ti ha fatto capire che è? -

Constantine si mise seduto su una panca di legno.La chiesa era accogliente,sicura.Era una fortezza indistruttibile,era la casa dell'anima,qui il vento non violentava gli animi.Qui il buio non nascondeva mostri.Sia lode a Dio sempre sia lodato.
Il cervello inizò a funzionare,sempre meno sconvolto.

- Forse so cos' è.Ma prima ditemi,voi,come avete fatto a sperimentare quest'atrocità e a sopravvivere? -

Patrizia era appoggiata al muro.Guardava il biondo con una luce nuova negli occhi,forse lo stava rivalutando.

- Nessuno è mai stato tanto a lungo là fuori.Anche i pazzi che abbiamo incrociato rientrano a casa prima di buio.E dentro le case per ora siamo al sicuro:io ho messo la testa fuori solo una volta,per pochi secondi.Il tempo di rificcare dentro il collo che alcuni capelli mi erano diventati bianchi.Stà roba mette davvero paura. -

- E tu prete? -

- Io...una volta.Ero io e il sindaco,con cui avevo legami molto stretti. Ci eravamo attardati,il buio ci è letteralmente piombato addosso.Io ero alcuni metri davanti a lui. e quando sono arrivato alla chiesa non ce l'ho fatta ad aspettarlo.L'ho chiuso fuori. -

-...cazzo...quanto è stato fuori quest'uomo...?-

- Tutta la notte.La mattina era qua fuori sul portone,che le sue palpebre non si richiudevano.Non sapevamo quanto fosse cosciente.Lo abbiamo capito solo quando s'è suicidato.Che il signore Dio abbia pietà della sua anima... -

- Vincenzo,ricordami di starti sempre un passo davanti.... -

Costantine rimase in silenzio un'attimo,sprofondato nei suoi meccanismi.

- Io credo che tutto questo sia solo un Flusso di Coscienza, di qualcosa di grande.Di qualcosa di fottutamente brutto. -

- Un Flusso? Di questa portata? Ma perchè?Non esiste un'entità in grado di fare tutto questo!. -

- Parli proprio tu.Il tuo libro sacro è pieno di testimonianze simili eppure ci credi.E a tutto quello che sta succedendo chiudi gli occhi,nonostante ti sia caduto proprio sulle palle! -

- Non essere blasfemo.La Stella della natività,il diluvio,la pioggia di rane erano motivate e giuste.Quello che sta accadendo qui è...INSENSATO! -

- Ecco! Come vacilla la fede,quando quello che viene tramutato in sale sei TU...e non lo sfigato della porta accanto! -

Patrizia si avvicinò ai due.

- Scusate ma non tutti hanno fatto la scuola di harry potter.Di che parlate? -

Constantine la guardò.L'oscurità donava davvero a quella ragazza.

-Hai mai fatto catechismo? -

- Sì...per un pò di tempo...-

- Conosci le puntate principali della telenovela? Sai,gli ebrei,il diluvio,Sodoma e Gomorra... -

- Bè sì...sopratutto la storia di quelle due città...mi fa sempre ridere la parte in cui i sodomiti vogliono fottersi gli angeli! -

- Ok,bene. Vedi,quello che sta succedendo qui è la replica del finale di quella storia. Solo che non sappiamo nè chi è nè perchè lo fa.-

- Allora basterebbe scappare senza guardarsi indietro! -

- Credi che qualsiasi cosa sia ce lo lascerebbe fare? Io penso che se volevi scappare avresti dovuto farlo prima.Forse IO ho un metodo per andarmene,ma non potrei portarmi dietro più di una persona. -

- Cos' è un modo per dirmi che se voglio andarmene devo sbattertela in faccia? -

- Cos'è,una scusa per sbattermela in faccia? -

- BASTA! Torniamo a noi,Jonh. Sappi che io ti impedirei comunque di uscire,e sai che ci riuscirei.In quanto a te Patrizia,non ti preoccupare,tutto tornarà alla normalità.Entro una settimana al massimo. -

- Certo...sai Patrizia?saremmo tutti impalati,torurati e bruciati a negli incroci delle le strade.Affinchè "il maligno non possa ritrovare la via di casa".-

- Prete...è vero? -

- Il dolore sarà la nostra espiazione per il Paradiso....non devi temerlo. -

Patrzia si allontanò da Vincenzo,inorridita.Instintivamente si avvicinò a Constantine,che sorrise in direzione del prete. Era una piccola,importante vittoria.
La ragazza attaccò.

-LURIDO ANIMALE PARASSITA!Bastardo marcio,brocca di merda come mai,COME MAI non ci hai permesso di uscire?!Tutta quella storia della fede,del "cancello dei giusti" era tutto,TUTTO,una STRONZATA! Potevamo essere fuori da questa merda e invece siamo intrappolati qui,con te,aspettando che le guardie svizzere ce lo ficchino in culo! In paese ti linceranno! -

Vincenzo guardò Constantine con occhi cupi.Il biondo accanto alla ragazza allungò il braccio e gli cinse la vita,con le labbra si avvicinò al suo orecchio come volesse dargli un morso erotico.Patrizia lo trafisse con gli occhi,e con una mano caricò un ceffone,ma un bisbiglio sommesso la spense come un giocattolo,e si addormentò fra le braccia dell'uomo.Il braccio vendicativo penzolava inerme.

- Prete,tu non ci sai fare con i ragazzi.Potevi spiegargli che un Sigillo grosso quanto il paese non va avanti da solo. Che la popolazione stessa fa parte del sigillo. -

-Cosa vale ormai quello che dico? Non ho protetto,ho mentito,ho distrutto la possibilità di scelta di questa gente. Persone che non sono colpevoli di nulla.Metti a letto la ragazza e poi vai a dormire anche tu.Qui i giorni sono corti,dovremo approfittare dell'alba. -

Constantine la caricò dolcemente sulle braccia e sia avviò nella stanza dove la ragazza passava le notti.Almeno dall'inizio della crisi.Nonostante tutto il macello,aveva avuto lo spirito di personalizzare quel cubicolo.Alcuni poster,un teschietto portacenere,candele rosse...
La adagiò sul letto,poi iniziò a spogliarla.Si sentì come il peggiore de mostri,di quelli che non hanno nulla che fare con la magia.Che da fuori sembrano semplici uomini.Ma era una cosa che doveva sapere,per cui passò le dita sulla cintura di lei e gli sbottonò i pantaloni.Quando vide che sotto portava degli slip decorati di fiorellini quasi si commosse.

- Avanti John,sei solo un ginecologo che fa il suo dovere...-

La mano scivolò al di sotto,superando i peli pubici.Era vergine.Ed era umida.Nonostante avesse ordinato al suo cervello di sprofondare in piena fase r.e.m.,sulla sua maglietta spuntavano due frecciettine che puntavano verso l'alto.

-..whoa bimba,dobbiamo proprio trovarti un ragazzo... -

Ritirò la mano,indugiando un pò più nel necessario.Si pulì sopra i pantaloni e la rivestì.
Vincenzo già dormiva.Il biondo si distese e s'inabissò nel labirinto dei propri incubi.
I suoi sogni iniziavano sempre male e finivano peggio.Non paragonabili a quelli che aveva provato nel vento polveroso,ma comunque orrendi.Per la prima volta però trovò conforto nel dover affrontare qualcosa di conosciuto.Camminava in laghi di zolfo infestati da demoni incazzati neri,veniva imprigionato in gabbie incandescenti,sentiva i peccatori urlare nei pozzi.E sorrideva.
Buon,caro,vecchio Inferno.

La luce filtrava dalle finestre con la sua tonalità anomala.Passando per le vetrate della chiesa illuminava l'interno di viola.Vincenzo lo svegliò con un calcio,nel tragitto di che portava alla cucina della sagrestia.Là trovò anche Patrizia,che preparava il caffè nella moka.La ragazza si era alzata di cattivo umore.Appena sveglia aveva notato che aveva avuto un'altra polluzzione.
Ancora non era uscita dall'adoloscenza?
Era da tempo che non succedeva.E neppure una fottuta doccia con cui lavarsi! E di sguazzare in un catino,a quell'ora,non gli andava proprio.
Constantine salutò i presenti.

- Buongiorno prete.Buondì Patrizia.Dormito bene? Hai fatto bei sogni?-

Patrizia si girò lentamente nella sua direzione,mentre dentro di lei qualcosa strideva inorridita.

- TU cosa cazzo ne sai se ho fatto bei sogni? Conosci qualche motivo per cui avrei dovuto fare "bei sogni" dormendo nella cuccia di una chiesa,in un posto che pare un'episodio malriuscito di x-files?No,dimmelo tu,perchè IO,io sono curiosa di saperlo... -

- Calma...volevo solo essere carino.E' iniziato il mestruo?

- John tu sei viscido come un serpente,ancora di più se cerchi di fare il carino.Stai zitto,bevi il caffè e poi vai a salvare il mondo.E se ti azzardi a dire un'altra parola sul mio ciclo ti cavo gli occhi.-

- Ok,ok...almeno sei energica. -

- ...Vincenzo dice che ieri sono svenuta.E' vero?

-Sì,ieri abbiamo litigato e poi sei crollata.Non dovresti stare qui.I tuoi genitori staranno sentendo la tua mancanza. -

-Bha...i miei genitori sono a posto.Credono che la chiesa e il prete siano la cosa più sicura di questo paese,per cui...hanno l'anima in pace. -

Al portone qualcuno bussò violentemente.Vincenzo corse ad aprire,e ne entrò un gruppo di paesani.Discutevano animatamente,alcuni piangevano.Era sucesso qualcos'altro.Constantine bevve il suo caffè di corsa e seguì il prete che stava uscendo.Patrizia spense il fornellino a gas e gli andò dietro.
Fuori il solito vento freddo,la polvere,il sole.Il biondo portava la sua sigaretta al posto del bavaglio.Alcuni ebbero la presenza di farglielo notare,ma furono velocemente dissuasi dal farlo.

- Vincenzo,che succede? -

- Un'altro caso come quello della bambina.Solo che si è completato. -

- Merda! -

- Questa volta era un uomo.E' mutato nel giro di poche ore,durante la notte.Quando al risveglio l'hanno trovato è stato spinto in cantina con il forcone.Poi sono corsi da me.-

- Però...molto Kafkiano...-

- Prendila sul serio,John! -

- Sai prete?Non hai lo spirito giusto per fare questo lavoro.Sei troppo serio.-

-...sei tu che mascheri la paura dietro il tuo sorrisetto stronzo.Sai che significa quel che è successo a quest'uomo? -

- ...Vuol dire che con il tempo tutti coloro che abitano qui muteranno in qualcos'altro.Forse in nemmeno una settimana.-

Si fermarono di fronte ad una casa.Alcune vecchiette all'interno pregavano con dei rosari in mano,davanti alla porta della cantina.Constantine le scacciò via come fossero grossi mosconi.Poi si fermò davanti al chiavistello.Almeno da lì la cantina non mandava nessun suono.Qualcuno gli disse che la cantina di giorno è illuminata da una finestrina.Che forse la cosa era scappata da lì.Ma ovunque c'era quell'odore,impossibile da non notare.
Disse alla ragazza di aspettarli fuori.E di non aprire.Sperò che lei non facesse quella domanda,ma Patrizia voleva una certezza per sciogliere le sue paure.

-...E se non tornate...? -

Non gli rispose nessuno.Il prete e il biondo oltrepassarono la porta,che fu chiusa alle loro spalle.
La cantina era silenziosa.Qualcosa si muoveva in un angolo.Pareva un tronco,la sua pelle era come la corteccia degli alberi.Constantine avanzò davanti al prete,verso quella cosa.Più si avvicinava più la sua forma gli sfuggiva.Sentiva alle sue spalle il borbottio sommesso di un mantra d'Esilio.Vincenzo faceva sul serio.
Il corpo grumoso li notò.Un occhio si aprì in una zona che pareva una spalla,o la schiena.Era un'occhio umano che li fissava privo di emozioni.Poi se ne aprì un'altro.E un'altro ancora,a caso,sul corpo.Forse prima stava dormendo.
Constantine stava per vomitare.

la creatura iniziava ad agitarsi.Strisciò fuori dalla massa una zampa,e poi rotolò sopra i suoi stessi occhi che si aprivano e si richiudevano in continuazione.Andava verso di loro,trascinandosi contorcendosi.Pareva che ogni suo movimento implicasse che le sue ossa uscissero fuori sede.Rumori di fratture,gorgoglii.Quando gli fu vicino la sua forma era ancora sconosciuta.
Vibrò un'attimo,come se stesse per esplodere,poi fu una macchia scura che si avventava verso di loro,urlando con voce umana.Constantine non si mosse,continuando a fissarlo,anche quando questi fu sopra di lui.
Anche quando i suoi tentacoli lo avvolsero urticandogli la pelle fino a farla sanguinare.
Nella massa si delineò un becco,che si aprì orrendo sopra la sua testa.Ed altri occhi,all'interno della bocca che lo guardavano.Le placche d'ossa calarono su Constantine come un'ascia,quando il biondò infilò fulmineo il braccio all'interno di quella bocca.
Il becco aperto iniziò a urlare,così come l'intero corpo di quella bestia.Scivolò via dall'uomo ritirando i tentacoli,rigirandosi furioso su sè stesso,mentre nell'aria si spargeva un forte odore acido,simile alla candeggina.
Il prete si accostò accanto all'uomo,e vide il sale gettato sul pavimento,sul suo impermebile,sulle sue mani.Grossi granuli di sale grezzo.
Intanto la stanza si stava riempiendo di miasmi,l'aria era quasi irrespirabile.
Vincenzo si avvicinò di fronte alla cosa che cercava di vomitare e continuava rigirarsi nell'intento di pulirsi il sale di dosso.Disse qualcosa in latino e poi benedisse quella cosa moribonda.
La cantina fu invasa da una nebbia bianca che si concentrò sulla bestia,come il fumo da palcoscenico.Ondeggiava live impedendo la vista,ed ad un tratto si levò un grosso grido rauco,con un rumore sommesso di pelle che veniva strappata via.
Constantine vide nella nebbia alcune mani di bambini.
Braccina paffute,dita corte,eteree afferravano piccoli lembi di pelle della creatura e si ritiravano,portandosela con sè.Per poi ricominciare.A migliaia,come tanti piccoli piragna.
Piragna bianchi come il latte.
Diede le spalle a quella scena,mentre il prete la fissava rapito,non perdendosi nulla di quello scempio.
L'urlo si fece via via più acuto finchè scomparve.
Il prete sapeva che non era finita.Dove prima c'era la nebbia,ora stava una piuma.
Dalla piuma uscì una creatura alta,bianchissima ,che la cantina non riusciva a contenere.Quando fu completamente formata stava piegata a quattro zampe,nonostante fosse umanoide.Braccia e corpo erano esili,quasi trasparenti,la schiena toccava il soffitto.
Constantine si girò a guardarla,senza emozioni.
Il prete si pentiva.

-...Grazie del tuo aiuto.Guardiano del purgatorio,Spada di Gabriele,Mandibola della pace.Offro questo questo mio vecchio corpo come ringraziamento.Che la Mia carne ti delizi,e che la mia anima ti sazi.-

Il corpo ridivenne nebbia,e si avvicinò al prete.Constantinè strattonò indietro Vincenzo e salì le scale di corsa,portandoselo dietro,mentre l'altro urlava.la nebbia avanzava lentamente dietro di loro;fuori furono accolti da un coro di sguardi terrorizzati.Il biondo spintonò lontano il prete,e si fece un taglio sulla mano;tracciò un cerchio rudimentale sulla porta.Vincenzo cercò di fermarlo,ma non fece in tempo.
Il rito già era concluso.
Constantine si mise a ridere,mentre la nebbia cercava di passare sotto la porta,di arrivare al cerchio.Ma non poteva oltrepassare il legno.E se anche avesse raggiunto il cerchio,non si sarebbe accorta che questi era vuoto.Che non conteneva nessuna anima.
Il prete smise di scuotere john,guardando allibito quello che stava accadendo.
Il biondo si aggiustò l'impermebile.Poi prese parola.

- Cioè ti saresti DAVVERO sacrificato a quella cosa?Una specie di asino che rincorre la sua carota all'infinito?Meeerda...sei proprio stronzo... -

- John...come hai fatto a...a fare questo? -

-Che credi che quello sia l'unico?Questa roba fa solo impressione,per il resto è solo una mucca.Basta mettere il proprio marchio su qualcosa che loro ci si avventano contro,cercando di mangiarsi l'anima a cui è applicato.E quando è concentrato su qualcosa non la molla,fino alla fine dei tempi,amen.-

- E...ora? -

- Ora niente.Nella cantina ci potete mettere quello che cazzo vi pare,formaggi,vino,farci le orge.Prete,dì a queste statuine se mi danno un cerotto.-

- Usa la magia,no? Visto che hai bloccato una delle armi più sacre del Vaticano con una mano sola... -

-..E allora i medici che ci stanno a fare?E' tutto una fregatura,e lo sai anche te.Quando la magia serve,quando è veramente INDISPENSABILE...non funziona. -

Vincenzo si sedette,dando indicazioni ad un paio di vecchiette.

- Però quel trucco del sale ha funzionato.Scommetto che se lo avresti venduto a qualche feticista dell'esoterico avresti avuto soldi per generazioni...-

- ...Nell'etichetta c'era scritto " Lacrime di Giuda"...L'ho fregato.Era nell'altare di uno di questi...circoli massonici,sai,tutti in tunica nera...credevo fosse un falso! -

- Com'è finita?. -

- Ora sono lì che si ficcano i chiodi nei capezzoli adorando due chili di sale da cucina!.-

Fasciarono il taglio della mano con delle bende,poi la maggior parte della gente si ammassò davanti alla cantina,a osservare una nebbia che vorticava fuoriosa dietro una porta.Altri seguirono il trio fuori dall'edificio.Il prete era sepolto da una marea di domande.
Patrizia non mise a conoscenza nessuno dell'attuale situazione,non voleva bruciarsi il biglietto di sola andata da quel posto.E in culo ai suoi genitori,una volta per tutte.
L'ombra degli uomini e delle donne che circondavano Vincenzo apparivano come anime in pena.E lo erano davvero;potevano solo subire una siituazione terrificante.Senza avere risposte.

Constantine e la ragazza si distaccarono con discrezione dal gruppo e vagarono un pò nelle vie del paese.

Era mattino.O era pomeriggio? Lì la luce arrivava come una lampadina,e spariva altrettanto repentinamente.Fra i muri inutilmete alti del paese urlava un vento gelido,in mezzo stavano due figure che lo attraversavano senza emozioni.Il biondo in impermeabile guardava fisso in terra,la sigaretta in bocca,le mani nelle tasche.Patrizia lo seguiva perchè non aveva niente da fare,e perchè lui non la scacciava.Ad un tratto gli venne un'idea.

- Hei John,seguimi,ti faccio vedere una cosa che fa veramente,ma veramente schifo!.-

-..No,grazie,non mi piacciono i giochetti strani....-

-Non dire cazzate! Vieni con me,magari ne cavi fuori qualcosa!.-

Constantine la seguì per un tratto,fra incroci e piazze che parevano tutte uguali,finchè non si trovarono davanti ad un edificio decorato della scritta "Ambulatorio Medico".

- Patrizia,vuoi gicare al dottore?...-

- Io e Te no di sicuro...ma forse qui c'è un'amichetto che forse ti stimolerebbe di più...-

La porta era aperta.Entrarono,trovando un'ambiente disabitato da un pò di tempo;giorni,forse settimane.Dentro l'odore tipico degli ospedali.Sul pavimento una traccia di sangue che nessuno si era preso il disturbo di pulire.La ragazza era eccitata,come una bambina in una giostra.Prese una sedia di plastica da un'angolo e la fracassò contro un vetro,con un gesto così naturale che a Constantine parve fosse un qualche tic domestico.Patrizia sorrideva,tendendo l'orecchio verso il corridoio,mentre l'eco tuonava fra le stanze vuote.Poi ci fu la risposta.Parevano graffi contro una porta,mugolii,ringhi.Il biondo si preoccupò.Se si fosse trovato costretto ad affrontare altre cose deformi sarebbe stato disarmato.Aveva un paio di trucchetti,niente più.
La ragazza saltellava verso la porta in fondo al corridoio,ridacchiando in modo isterico.

- Vieni John,ti faccio conoscere i miei genitori!...Mamma,Pà,guarda qui c'è un'amico che ci sta dando una mano! -

Sul muro qualcuno aveva scritto con alcune pennellate di vernice nera la scritta "purgatorio".
Il portone era chiuso dall'interno.Sangue incrostato ovunque,vetri,spazzatura...aveva anche due finestroni rinforzati da alcune sbarre di ferro,che parevano evidentemente saldati in fretta.Ma si poteva vedere benissimo tutto l'interno.John accostò il viso al vetro,con cautela,temendo di essere afferrato da qualcosa o da qualcuno.Dentro il sole illuminava lo stanzone.Che in origine forse era adibito o piccola sala operatoria,o studio dentisco.Cose simili.Ma era stato sgomberato in fretta e occupata da alcuni mobili,reti,materassi.
Senbrava che qualcuno ci vivesse davvero lì dentro.
Poi strisciarono fuori dai letti,mugolando,zoppicando meglio che potevano.Erano uomini,sì indubbiamente,e forse davvero c'erano anche i suoi genitori.Ma questo significava che Patrizia Meroli non era una simpatica ragazza eccentrica.
Era una pazza.
O almeno così dicevano i suoi occhi,che brillavano,quasi squittivano di emozione alla vista di quella scena.

Alcuni cadaveri stavano arrancando nel pavimento.Perdendo liquidi,urlando.Avevano ferite che sembravano autoinflitte.
Non erano molti,ma da sè bastavano per un bel teatro dell'orrido.Uno aveva la testa dilaniata,il sindaco.
Il biondo non riusciva a capire quale forza lo tenesse in piedi.
Il cranio era stato divelto,il cervello un lontano ricordo,eppure non era morto.
Qui la gente non moriva,un'assurdità,l'ultima di una lunga lista che andava aggiornandosi.
Neppure nel Voodooismo si potevano creare zombi,I "narcissa" erano schiavi a cui il capotribù aveva tolto l'anima,ma i corpi erano in forma.Andavano lavati e nutriti perchè non morissero.Alcuni dovevano anche occasionalmente accoppiarsi.
Poi per quanto la gente parlasse,un cimitero è il luogo più statico nel mondo.Nessuno torna.

Patrizia indicò due corpi,un maschio e una femmina.

- Guarda,John,guarda!Quella lì che urla è la mia mamma,quello laggiù seduto è il mio pà.Si sono aperti le vene insieme,agli inizi.Però alla fine sono rimasti. -

-...ma non sono morti...?-

- Mha...te l'ho detto:si entra ma non si scappa da questo paese.Non si può scappare in nessun modo.-

Constantine ne aveva abbastanza.Tutta questa merda,ed erano solo due giorni che era lì.
Doveva fare alla maniera dei duri,dei figli di puttana,chiudere una volta per tutte la questione.Trascinò via la ragazza dai vetri,strattonandola per un braccio.Pareva che non volesse andarsene,ma una volta fuori sembrò tornare normale;meglio,perchè aveva bisogno di lei.

- Patrizia,dimmi dove posso rubare un pò di benzina.Almeno una tanica.Da qualsiasi cosa,trattori,gruppi elettrogeni,motorini...cazzo,utilizzavate qualcosa per andare a zappare,no?O qui eravate bloccati agli anni quaranta?-

-...sì qualcosa mi viene in mente...forse abbiamo un paio di trabiccoli.Poi c'è la macchina del prete,lì ce ne dovrebbe essere un bel pò.-

- No,quella ci serve.Il tempo di fare il pieno e scappiamo via con quel carro funebre.-

- Cosa!? -

-Sì,hai sentito.Sbrigati perchè non abbiamo molto tempo.Mi è rimasto un solo pacchetto di sigarette.-

Il biondo diede una spinta alla ragazza,e corsero via.Trovarono alcune vecchie carcasse in giro,ma parevano resuidui postatomici.Il ferro si corrodeva troppo in fretta.
Passarono ore vagando in cerca di qualche goccia di comburente,rovesciando scatole,frugando nei garage aperti,dentro le motozappe.Alla fine riuscirono a mettere insieme qualche litro,il liquido era sporco e vecchio,ma avrebbe funzionato.Intanto già si faceva sera.Patrizia non chiese neppure di andare a dare un'ultimo saluto al prete.Vincenzo non era stupido,avrebbe fiutato la fregatura.O forse già lo sapeva,e li stava cercando.
Arrivarono all'auto,e la spinsero via per un tratto,per non fare rumore.Le piazze erano vuote,nessuno si azzardava più ad uscire.
Quando furono all'entrata del paese si fermarono accaldati.Constantine tirò fuori dall'impermeabile un barattolo di cenere,e chiese alla ragazza di seguirlo dentro la macchina.Lei non sapeva proprio cosa aspettarsi.

- Patrizia,ho bisogno di un pò del tuo sangue.-

-..E perchè? -

-Vedi,il tuo status ti rende speciale agli occhi di quelli che giocano dietro le quinte.Non so se mi segui... -

-Di quale "status" parli? -

-Ascoltami,abbiamo veramente poco tempo prima che ci cada il buio addosso.A quel punto se non saremo usciti di qui saranno cazzi amarissimi.Allora,ora tu fai uscire un pò di quel sangue di vergine dentro a questo barattolo,io ci tiro due bestemmie e scappiamo.Ma mi serve il TUO sangue.Forza ,qui c'è un cacciavite rotto,fatti un bel graffio.-

-Ma che cazzo dici?Tagliati il tuo di braccio,stronzo! E poi,te l'ho detto...Io non sono vergine! -

-Non rompere il cazzo,puttanella,l'ho sentito con le mie mani,ho dovuto farlo visto che tu non fai altro che dirmi stronzate! -

- PEZZO DI MERDA porco schifoso,succhiacazzi bastardo!-

Patrizia allungò pericolosamente le mani vicino agli occhi del biondo,questi ne approfittò per fargli un lungo taglio sul braccio,pregando di non causargli un'infezione fulminea.Comunque quello era un problema secondario.

- FiGLIO DI PUTTANA,così mi fai morire dissanguata! Stronzo ,se crepo ti strappo le palle e te le ficco in bocca! -

-Sì.certo,ora stai ferma così e fai colare stà roba qua entro.Pensa a quando rivedrai la luce del sole,quando ti potrai rifare una vita...questo è solo un momento.Poi passa.-

Il sangue scivolava fluido lungo il braccio,fino al gomito.Da lì cadeva nella cenere,che lo assorbiva avidamente.La ragazza notò che il dolore era caldo,languido.Era quasi piacevole.Smise di dibattersi.Constantine decise che il quantitativo bastava,e chiuse il barattolo.
Tirò fuori una corda da sotto il sedile,e si legò un capo al polso della sua mano.Chiese alla ragazza di fare lo stesso con l'estremità opposta.

-E ora questo a che serve?-

-...Patrizia,tu sei importante per me.Non ti voglio perdere,e tra un pò gli occhi ci serviranno a poco.-

Fece quello che gli era stato detto di fare,e si tenne il braccio ferito.Il sangue era di un colore rosso scuro,bellissimo.L'uomo accanto a lei accese il motore e partì a tutta velocità verso quello che pareva un oceano di sabbia.Parevano milioni di chilometri dal mondo reale,se mai fosse esistito veramente.Quanti ricordi lasciava in quel paese?Ora non riusciva a rievocarne di nessuno.Neppure dei suoi genitori,come se niente gli fosse mai importato veramente.Tutto il suo mondo era lei,quella macchina e quell'uomo.Che non conosceva,non capiva e che faceva parte di un'altro strano mondo.Eppure ora scappava con lui,come in un vecchio racconto americano.A suo modo tutto aveva un'aria estremamente...romantica.Non era male.

Constantine da parte sua sentì il mostro che tracimava,da qualche parte nel cielo.Il ritirarsi delle acque.L'auto andava lasciandosi dietro una nube di sassi,ma non era sufficente,la Marea l'avrebbero sorpresi entrambi.Tutto stava nel barattolo,era il suo passaporto diplomatico.Cadde il buio,come una tenda e oscurò tutto.Entrambi iniziarono a sentire le bestie che li ghermivano.

- Va bene,Patrizia,ci siamo.Prendi il barattolo,aprilo e ficcati un bel boccone di quella roba in bocca.-

- Porca puttana,mi tocca pure masticare la cenere...-

- Ora invece fallo con me.Dammene una bella manciata,e poi chiudi il barattolo.Stà roba costa. Una cosa:se ti perdi,tira la corda che hai al polso.-

La ragazza riempì la bocca di entrambi,mentre la mente gli si oscurava di terrore.Il sapore di quella specie di farina non era cenere.Era qualcos'altro,sapeva di spezie,di pistacchi,e di ruggine.Arrivarono i mostri.Qualcosa colpì la sua mente come un maglio,e migliaia di formiche rosse iniziarono a morderla lentamente,salendogli nel naso ,le labbra,gli occhi.Piccoli,minuscoli aghi voraci che la assaltavano...ma qualcosa cambiò.Sentì il cuore battere all'impazzata,e un calore le si immerse nelle vene.Luci,ovunque,grossi fuochi d'artificio le inondavano il mondo dietro ai suoi occhi.I mostri erano un ricordo lontanissimo,c'era solo il martellare incessante del suo cuore,che pareva uscirgli dal petto,e il calore,ovunque.La sua pelle era ipersensibile,elettrica.Era seduta su un carro funebre,ma il suo corpo fioriva lontano,ramificando nei suoi ricordi,che esplodevano ogni volta che veniavano toccati da quelle radici.C'erano i girasoli,a migliaia,nei campi di Maggio.I papaveri che spuntavano fra il grano,una coccinella che passeggiava tra le sue dita.E poi,le favole di Esopo,che Vincenzo leggeva da un grosso libro,durante il catechismo,l'odore dell'incenso.le candele...il suo compleanno più bello,quando gli regalarono un pupazzetto di un cucciolo di foca,bianco,tenerissimo.Il letto fresco la sera,il camino,le castagne che venivano cotte in padella.C'erano i pini,i pioppi,l'odore dell'erba dopo la pioggia.Le melodie dei Lacuna Coil a cui si abbandonava per ore,gli Evanescence,i Depeche Mode,il poster con il cantante dei Placebo con cui sospirava corpo e mente in alcuni pomeriggi solitari.Luci,tramonti,albe,una trottola di carta fra le dita,sorrisi...

Constantine da parte sua scivolava via dal tunnel di zucchero filato,e la sua coscienza si focalizzava su di lui,il volante,la macchina.I bei ricordi facevano solo più male se ci si abbandonava in essi,e lui lo sapeva più di tutti.Un vento nero turbinava dentro l'auto,davanti ai fari,ma non lo toccava,avvolto nel suo bel bozzolo caramellato.Pregò che la macchina non si fermasse,che una buca non facesse schiantare il semiasse lasciandoli urlare al buio.Quanto tempo sarebbe dovuto passare?Quanti chilometri ancora?
C'erano alcune sue vecchie amanti,incredibili.Un'amico,due,tre.I giorni della band,quando teneva i capelli tinti di verde.Via,via,lasciò che cadessero su di lui senza fissarli.Quanti chilometri ancora?la benzina sarebbe bastata?La ragazza accanto a lui sembrava una neonata con il suo ciucciotto,felice e spensierata.Persa chissà dove.
Ancora,il suo amico Chas,a Londra,la sua famiglia infinita,la sua ingenuità.Ancora ancora ancora,persone che non sarebbero tornate mai più.
Il vento fuori dall'auto divenne una tormenta.Grandinava contro i vetri,incrinandoli,corrodendo le lamiere che stridevano dolenti.Erano vicini al confine,ma una forza non voleva che uscissero.La macchina non ce la fece più,il carburatore intriso di sabbia,il radiatore semidistrutto,la benzina carica di impurità.
Poi il colpo di grazia,con una ruota che venne meno,schiandandosi come una banana marcia.Erano fermi.
Constatine guardò il barattolo,e vuotò il contenuto dentro la bocca di Patrizia,che rideva felice,che inghiottì tutto con avidità.Lui invece da lì a poco avrebbe dovuto farsela faccia a faccia con la cosa più feroce che avesse mai affrontato.Uscì dalla porta,mentre sentiva l'effetto svanire,e tornare alla carica i mostri.Avvolse la ragazza nel suo impermeabile,e se la caricò sulle spalle.Rideva.
L'uomo invece era completamente lucido.Decisamente incazzato.

-ok,figlio di puttana,fai del tuo peggio.Siamo Io e Te.-

Il vento si trasformò in torbine,che lo circondò come un piccolo tornado.Ciò che stava facendo alla sua mente era atroce.Non c'era più martello e specchio,era solo un continuo vortice che dilaniava ogni suo muscolo,milioni di volte per ogni passo che faceva.Ma Constantine continuava a muoversi,un piede dietro l'altro,dentro di lui una minuscola scintilla lo spingeva,affrontando da sola tutto l'orrore che divampava intorno a lei.Non era caparbietà,neanche rabbia.Era tutto quello che aveva passato in vita sua,tutte le esperienze,tutta la vita e la morte in cui aveva affondato le mani.E cazzo,non sarebbe bastato di certo un venticello esoterico per portarlo via da quel mondo.Fare l'ultimo passo fu come sfondare un muro di mattoni a mani nude.Ma fu fuori.
Il vento cessò di colpo e il cielo era blu scuro,disseminato di stelle.La luna era tonda e chiara,pacifica,che eccheggiava placida tra le nuvole.Tutto non sarebbe potuto essere più normale.
Era bellissimo.
Patrizia stava rinsavendo in quel momento.

- Siamo...siamo usciti? -

-Sì,siamo fuori.E non grazie a quel catorcio del prete.Ti ho portato in braccio passo dopo passo in mezzo alla tormenta.Mi sono proprio comportato da eroe. -

- Cos'era quella roba che mi hai fatto mangiare...?Era.. meravigliosa,indescrivibile...roba potente.Come si chiama?-

- Si chiama "Felicità".In piccole dosi non la si riconosce nemmeno,ma così...è un'altra cosa,vero?Peccato tu l'abbia finita tutta.-

- Non ce nè più davvero...?-

-Solo quella che tu produrrai da sola.Ma è un bene,c'è gente che s'è bruciata il cervello con questa merda.Alla fine si sono ammazzati.-

- Si sono ammazzati perchè erano troppo felici?Ora ti metti anche a fare il filosofo?-

-...Già...gli umani non vogliono essere felici.La felicità ti indebolisce fino ad ucciderti.-

- Senti,ma dobbiamo stare legati ancora per molto?-

- No,possiamo slegarci.Alla fine non è servita.-

- E ora? -

- ...Magari possiamo iniziare passeggiando.Mi mancava un pò d'aria pura.Guarda che cielo c'è sopra di noi... -

La luce della luna si rifletteva sopra i campi,l'aria era fresca e dolce.I due fuggiaschi camminavano tranquilli attraverso l'erba,senza pensare a nulla.Patrizia stava smaltendo il suo sovradosaggio di zucchero,e ancora tutto gli sembrava perfetto,magico...e incredibilmente romantico.Quell'uomo accanto a lei gli dava sicurezza,era burbero,sboccato...però aveva rischiato la vita per lei.Solo per lei.Era il principe che aveva affrontato il drago,e l'aveva liberata dalla sua prigione nell'alto castello.Si sdraiarono sopra un campo di erba medica,Constantine posò a terra il suo impermeabile.La abbracciò per scaldarla;la ragazza si lasciava travolgere da tutto quel sentimentalismo,in fondo era una vita che non sognava altro.E tutt' intorno,solo il rumore del vento,di qualche insetto gracidante,e le stelle,come un manto di gemme sopra di lei.E il profumo di quell'uomo,accanto a lei,il suo respiro,il suo calore...

Era tutto troppo calmo e bello perchè fosse giusto,sopratutto in misura alla situazione che si erano lasciati alle spalle.Ma il senso di colpa sarebbe tornato nei giorni successivi,da solo.Era inutile starci a pensare adesso,in quel momento.
Sentì la mano dell'uomo che risaliva dolcemente sul suo corpo,cercando i seni...un bacio le si posò dolcissimo sul collo,sciogliendola.Stava succedendo sul serio,ora e in quel momento?Era giusto?Era troppo presto,non era pronta...o aveva paura?Non era mai stata accarezzata in quel modo da mani che non fossero le sue.Ora era tutto così strano,travolgente...sentì le dita che sfioravano dolcemente le colline del suo seno,quasi distrattamente.Il suo corpo reagì così velocemente che stupì lei stessa.Lei gli prese la mano,cercando di tirare il fiato da quella situazione,prima che le si annebbiasse la mente.

-hei hei,..stai correndo un pò troppo,John..cioè tu potresti essere mio padre...-

-..Cosa c'è di male? tu sei una ragazza dolcissima..sei un giglio.E' da quando ti visto che ho capito...di averti trovata.Tra le migliaia di mondi che ho visto,e le cose che ho toccato...tu sei..unica.-

Le sue dita si chiusero fra le punte dei suoi seni.Anche sopra la stoffa poteva sentire il calore che si spargeva nella pelle,che cresceva al ritmo dei battiti del cuore.La ragazza emise un gemito,quasi soffocato dall'imbarazzo,dentro di sè era come si trovasse al limite di un precipizio,da cui si sarebbe risalita solo trasfigurata.Per quello che in quel momento gli stava comunicando il cuore,il sesso era una cosa seria.Anima e corpo,in pasto al tuo amante:roba pericolosa.Sentì le dita sotto la maglietta,che continuavano a portarla sempre più in là della soglia,con la complicità di un corpo che non riusciva più a controllare.I baci si moltiplicarono sulla sua pelle,come un'agopuntura su i suoi centri del piacere.
Era viva.
L'uomo gli parlò lontassimo,mentre le sue mani non smettevano di muoversi,fra gli spazi aperti del suo corpo.

- Patrizia...sei bellissima...vorrei che tu condividessi parte del mio mondo..della mia magia..-

- ...qualsiasi cosa...però non...non fermarti,ti prego ti prego...-

- ...Devi solo dirmi "io dedico" alla fine della formula... -

-...D'accordo d'accordo...però fermati un pò...perchè ...io sento che...che...-

- shhh...rilassati,non verrai tanto in fretta...non ti preoccupare..."Chiamo te,Signore dei Vigneti,Ombra vigile sul nostro sudore.Terra arsa da innumerevoli estati,nostra vita,nostro debito quest'anno a te paghiamo,affinchè le nostre messi siano fertili,e che il sacrificio dei tuoi innumerevoli figli non sia vano.Grano,spiga e seme:come a noi doni la vita noi essa la porgiamo a te,in virtù dell'Antico Patto"...-

La ragazza stava risalendo la china ondata dopo ondata.Non aveva provato nulla di simile,mai,eppure il suo corpo non stava sperimentando grandi novità.Era ancora vergine,ma questo non importava,se tutto quello era solo un'antipasto,forse quando lui l' avrebbe penetrata lei sarebbe esplosa come un vulcano.Ad un tratto inizò a scivolare,interrotta proprio nel suo apice,lui aveva smesso di muoversi e la delusione era dolorosa.Mancava solo un centimetro più in là solo uno...perchè non la lasciava andare,perchè?Era una cosa crudele quello che stava facendo a lei e al suo corpo...

-...John,oddio John,non fermarti,non fermarti cosa c'è,dai non fare il bastardo...-

- Devi dire "io dedico"... -

- Dedico,dedico,ssì..io dedico,ora,ora...-

Patrizia ricevette una vigorosa spinta nella sua scalata.In un'attimo un movimento la portò nella cima e poi più su,sparata come un razzo oltre le nuvole.Un terremoto la scuoteva,e ad ogni scossa gli sembrava di morire di piacere,una due tre volte,e ancora pareva non finisse mai,scuotendola di continuo.Sentiva il suo corpo sfogarsi a modo suo all'interno dei suoi pantaloni,ma non gli importava.Ora iniziava lentamente a scendere,lei e il suo corpo.Scendeva a spirale,dolcemente,tornando ai normali valori di percezione.Aprì gli occhi in cerca del suo alpinista,e lo vide alzarsi.Forse doveva spogliarsi?Ora come ora aveva bisogno di qualche minuto per riprendersi.

-...John...alla faccia dei preliminari...-

- Piacere che ti abbia fatto piacere.Senti, per la cronaca fra noi non avrebbe mai funzionato e mi dispiace aver usato uno strumento così piacevole come il "legame dei sentimenti" per un motivo così meschino.-

Indicò il polso.

- Nulla viene per caso,ricordi?Un pò di corda mistica...e poi la polvere ha aiutato.Ma altrimenti non avresti mai abbassato la guardia.E mi dispiace anche per il resto.Ma almeno è stato piacevole,no?-

Patrizia stava boccheggiando in un pozzo di interrogativi.

-...John..?ma cosa stai dicendo? -

L'uomo tirò via l'impermeabile da sotto di lei,facendola ruzzolare via. Si alzò furiosa,mentre una coscienza iniziò a mettere insieme una realtà.Un'orribile realtà.

- John...cosa cazzo hai architettato? Brutto..figlio di puttana...che cosa hai fatto?-

- Ascolta Patrizia,non è nemmeno tutta colpa mia.Non sapevo dove battere la testa,quel prete mi porta qui e pretende che io pulisca tutta questa merda con uno schiocco di dita.Ma IO che ne so?! Mai visto un casino simile! -

-E allora cosa c'entro IO!? -

-Vedi ragazza,quando qualcuno vuole un'informazione sul conto della mala,non cerca un poliziotto,cerca un malavitoso.Così è nel mondo spirituale...solo che se per un delinquente basta una bustarella,bè per qualcuno che sappia veramente qualcosa di mostri e stronzate simili...serve un'anima di vergine.Non mi chiedere perchè di vergine.-

-E HAI VENDUTO ME!? A chi bastardo a chi,se siamo fuori da quella zona di merda? Qui fuori non c'è un cazzo,solo un uomo che sta per essere castrato a morsi! -

- Hei,potrebbe anche piacermi! Ma...qua fuori,proprio dove stai mettendo i piedi...o in genere,in ogni campo di questa zona erano sotto il dominio delle divinità Etrusche.E quelli non si muovono se non vedono una vergine che si dona di propria spontanea volontà. -

-Allora ficcati gli etruschi nel culo,stronzo, perchè qui non c'è nessuna troia che getta alle serpi la sua anima per un paio di risposte! In culo a te,a Vincenzo,il paese e quel trogolo di merda di Dio che guarda la feccia come te...che si approfitta delle stupide come...me..che vengono usate come CARTA IGENICA! Quanto sei figlio puttana John! Ancora di più che me lo dici così,come se fosse la cosa più naturale del mondo! -

- Ricordì una piccola parola...?Mi sembra che fra i gemiti tu abbia detto..."io dedico".Poco prima che tu avessi quell'orgasmo così intenso.Guarda come ti sei ridotta! -

La ragazza fece alcuni passi,cercando di arrivare alla strada sterrata,fuori dal campo.Di nuovo tutto era così ostile,bastardo e falso.Ancora nulla cambiava,solo i nomi.Poi inciampò su una radice.L'erba le si stava avvolgendo addosso,fredda e viscida.Le cresceva letteralmente intorno,e sentiva che in qualche modo stava sprofondando sottoterra.Non era un'illusione.Si strappava fuorisamente l'erba di dosso,ma questa ricresceva il doppio,intorno a lei intorno alle sue mani,come fili da pesca.

- John,Cazzo,ti prego,non farmi questo,John! Perchè,puoi trovare un'altro sistema,non voglio morire così! -

Constantine sorrideva,salutandola con la mano.

- Mi dispiace ragazza,meglio a te che a me.Ci si rivede in un'altra vita! -

La terra sussultò e si chiuse sopra il volto rigato di lacrime della ragazza.Poi quando l'eco dellla sua disperazione si spense,tutto tornò come nulla fosse mai successo.
Patrizia Meroli fu sepolta viva,trascinata sottoterra da qualcosa che non aveva mai conosciuto.
Poi le piante iniziarono a muoversi controvento,intrecciandosi l'una con le altre,alzandosi ,riformandosi,fino a creare una sagoma umanoide che si pose davanti all'uomo in impermeabile.La sua voce veniva dal basso come se qualcuno avesse nascosto un'amplificatore sottoterra.

- PER ANTICO PATTO TI E' CONCESSA LA BENEDIZIONI DELLE MESSI.VAI IN PACE E FA' CHE I TUOI FIGLI CONTINUINO A RISPETTARE IL LEGAME DI MORTE E DI VITA CHE CI LEGA.-

- No,aspetta il patto dice che per mi è concesso un favore,non due patate del cazzo!-

- DUNQUE COSA VUOI INSOLENTE MORTALE? -

-Non molto.Io faccio le domande,tu rispondi,e non te ne vai fintato IO non sarò soddsfatto,d'accordo mister minestrone? -

- IL PATTO MI LEGA A TE IN MODO INDISSOLUBILE,COME TU SEI LEGATO A ME.QUESTO MI OBBLIGA A RISPONDERE ALLE TUE DOMANDE PER QUANTO LA MIA SAGGEZZA COMPRENDA. -

-Allora...hai notato che poco distante da qui sta succedendo qualcosa di incomprensibile? -

- SI NE ERO A CONOSCENZA -

- Benissimo.Cosa cazzo sta succedendo là dentro? .-

- NON LO SO.C'E UN LIMITE IN CUI IL TERRENO CAMBIA REGNO. -

-..A quale regno appariene?Orchi,diavoli,inferno,angeli...rispondi. -

- NON CONOSCO IL REGNO D'APPARTENENZA CHE INFLUISCE SU QUEL TERRENO.QUESTO IMPLICA CHE ESSO SIA LUNGAMENTE PERDURATO E PERDURI SU QUESTA TERRA.MOLTO PRIMA CHE LA MIA FORMA SI ALZASSE NEL CONCIME DEI PRIMI CAMPI ARATI -

- E questo quando sarebbe successo? Cioè,tu quando saresti nato?-

- MIGLIAIA DI ERE PRIMA CHE IL NAZARENO CALCASSE IL SUOLO DI BETLEMME .MOLTO TEMPO PRIMA CHE L'ACQUA COPRISSE OGNI COSA. QUANDO IO NACQUI IL MONDO ERA DA POCO USCITO DALL'ETA' MISTICA NARRATA NEL NECRONOMICON -

-Cazzo se sei vecchio...E stà merda sarebbe molto più vecchia di te? -

- SI.-

-Tu sai quale entità potrebbe fare una cosa simile?E magari perchè? -

- MOLTI SONO GLI DEI CHE VANNO TEMUTI.PER NATURA O SEMPLICE DILETTO POSSONO NUOCERE SENZA COSCIENZA. -

-Dunque,ora ti spiego.Là dentro c'è parecchia...rabbia,capisci? la gente si trasforma,i morti non muoiono,è un bel macello...ricordi qualcuno in grado di fare cose simili...? -

- DURANTE LA MIA ESISTENZA NON HO MAI COMUNICATO CON UN'ENTITA' SIMILE.MA SPESSO,IN QUESTO LUOGO,IL VENTO MI HA PORTATO POLVERI E OSSA A ME SCONOSCIUTE.QUI LA TERRA E' STATA CALPESTATA A LUNGO E NULLA ERA COME OGGI APPARE.-

-Bene,siamo giunti a qualcosa.Ad esempio,come potrebbe essere stata? -

-I CONTINENTI HANNO VIAGGIATO A LUNGO,NELLO SCORRERE DEI SOLI.LA' DOVE UNA VOLTA NUOTAVANO PESCI OGGI NASCONO ALBERI E PIANTE.MA LE OSSA RIMANGONO LA' DOVE CADONO,E IL VENTO TALVOLTA PORTA LE LORO POLVERI ANTICHE. -

- E già al tempo che queste ossa erano animali esistevano divinità regnanti?-

- SI IO POSSO DEDURRE SENZA INGANNO CHE GIA' IN QUEI TEMPI REMOTI REGNAVANO ENTITA' SCONOSCIUTE.-

- Ma se non c'erano essere umani gli leccavano il culo,che si sacrificavano per loro...da chi venivano adorati? -

- NON SERVE UNA COSCIENZA UMANA PER PERCEPIRE UN DIO.COME LE BALENE CHE DEDICANO LE LORO OSSA A GORMATHO NEI LORO CIMITERI NASCOSTI,COSI' ACCADE PER ALTRI ANIMALI DALLA SENSIBILTA' SUPERIORE.-

-...Ok,bene,credo che può bastare.Il Patto è Sciolto. -

- CON L'ADEMPIRSI DEL PATTO IO COMPIO IL MIO OBBLIGO CON TE E IL TUO SEME.-

La figura si sciolse,e la luna rimase l'unica cosa di un qualche interesse in quella scena.Constantine rimase a riflettere,e si incamminò verso il paese,ancora verso la zona.Tornare dentro non sarebbe stato un grosso problema,anzi,sarebbe stato fin troppo facile.Ma ora voleva dormire un pò,coì si distese sul campo e chiuse gli occhi.Patrizia non aleggiò neppure un momento nella sua coscienza.
Sprofondò nel sonno dei suoi abituali incubi.
Questo era John Constantine.

Si risvegliò dai laghi di magma e sangue che era mattina inoltrata.Si sentiva decisamente meglio,e gli doleva il cuore dover rificcare la testa in quel buco;sopratutto anche perchè ne sarebbe uscito solo sciogliendo il nodo principale del problema.Sarebbe potuto fuggire,nessuno l'avrebbe inseguito,ma l'idea di pestare i piedi ad un'altra divinità stuzzicava fortemente il suo ego.Così si diresse a grandi passi sul sentiero che aveva percorso in senso inverso la notte prima, ma non dovette fare molta strada:la zona si era espanasa in modo esponensziale,e aveva percorso centinaia di metri nell'arco di una sola notte.Come se stesse..inseguendo proprio lui.Ormai il paese non si vedeva nemmeno più,sembrava che la Death Valley si fosse trasferita qui di peso,con l'aggiunta del vento e senza nessun animale vivo che la abitasse.Fece un salto,e si trovò subito alle porte del paese,chilometri e chilometri inseriti nello spazio di pochi centimetri.E guardandosi indietro non vide nessun confine.Forse ormai lo spazio all'interno si era dilatato all'infinito.Il vento urlava ovunque,incessante,e aveva anche aumentato d'intensità.Ora avrebbe dovuto affrontare la parte peggiore, incontrarsi con il prete.Chissà che era successo durante la notte,se erano vivi o che...
Bussò al portone della chiesa sperando che Vincenzo vedendolo non chiedesse di Patrizia.In risposta gli assi di legno quasi esplosero sotto la furia del prete.I suoi occhi erano omicidi,e già leggevano tutto quello che era accaduto e ciò che da lì a poco sarebbe conseguito.Lo tirò dentro per un braccio,quasi spezzandogli il polso.

- Mostro infedele! Patrizia era solo una bambina,non aveva fatto nulla di male a nessuno,MAI! Perchè l'hai dovuta usare come scambio? CHI HAI CHIAMATO JOHN,DIMMELO! -

- Calma Vincenzo,io... -

- PARLA o la vergine di ferro per te sarà la cosa più piacevole che conoscerai! -

- Ho..Ho..chiamto Il Verbat.Non sapevo che fare,capisci? -

L'uomo in tunica lo portò davanti all'altare,e iniziò a disegnare dei segni per terra,mentre con una mano ancora lo tratteneva.Constatine si sentiva preso dentro una morsa.

-QUESTO vuol dire che la povera anima di Patrizia è stata divorata da una divinità empia...che non troverà mai pace! -

-Ho solo fatto la stessa cosa che TU hai fatto a quella bambina,l'altrogiorno! -

- Idiota,la bambina era già persa,ma TU,tu pagherai per Patrizia! Portarti qui è stato un grosso errore,ma ORA,andrai dove ti accoglieranno a braccia aperte! -

Spinse il biondo dentro ad un complesso pentacolo e iniziò a cantare qualcosa in latino.

- Cazzo prete,mi mandi davvero all'inferno? Sarebbe meglio di no,perchè... -

- FAI SILENZIO!! -

La Chiesa ribolliva,le candele di cera si sciolsero in un secondo.L'odore di zolfo era ovunque e la Croce si crepò per un lungo tratto.Sotto l'uomo iniziarono a divampare delle fiamme,e l'odio che stava sotto era un ringhio sommesso.Urlò di una rabbia che mando in pezzi tutte le panche di legno,tutte le statue iniziarono a lacrimare sangue e i vetri si oscurarono come anneriti dal fuoco.Ma Constantine non fu tirato giù come il prete si aspettava,anzi ,fu sbalzato fuori mentre i segni sul pavimento corrodevano la pietra,lasciando un piccolo cratere. Rialzandosi l'uomo in impermeabile sorrise immodesto.

-Vincenzo,è che...tre in cielo,tre in terra,questo lo sai anche tu,vero? -

-Che cosa significa? Perchè il triumvariato degli inferi non ti accetta? -

-..Ho venduto la mia anima a ognuno dei tre.Per averla dovrebbero combattersi,ma in quel caso perderebbero tutti e tre.Ancora non hanno trovato una soluzione.Questa è una bella assicurazione sulla vita...no?-

- Questo è IMPOSSIBILE! Tu sei destinato all'inferno! L' unico modo per impedirtelo è che tu non muoia mai! -

- Bè,non ho provato a spararmi in testa,ma...bho?Chi lo sa? -

Il prete colpi il biondo con tutta la sua forza.Un'altro e un'atro ancora, delle pietre a forma di pugno si abbattevano con rabbia,come una pioggia,finchè non fu esausto,e uscì dalla chiesa,in sagrestia.Constantine era una bistecca al sangue distesa sul pavimento.Ma questo se lo aspettava,era preparato.Ora però dovevano parlare.Aveva perso due denti e gli restava solo metà dell'ultimo pacchetto di sigarette.

-Senti prete ora che ti si sfogato dobbiamo risolvere questa situazione.Da quanto mi ha detto quel cespuglio ambulante da qualche parte nel paese c'è una specie di tempio dedicato a qualcosa. -

Il prete si asciugava le lacrime,dando le spalle all'uomo in impermeabile.Patrizia aveva fatto una fine orrenda.Tutto era andato nel peggiore dei modi da quanto aveva portato del truffatore in quel paese,aveva sbagliato tutto.

-A cosa delinquente,a cosa...? Qui non c'è nulla,sono anni che ci abito. -

- Allora...il tempio sono quelle creature orribili. -

-Ma cosa dici? -

-Riflettici un'attimo:quella roba non è normale,non possono muoversi,e non hanno forma.Il materiale adatto per un altare! -

- Altari viventi? Che fanno da tramite fra noi e la divinità?! -

- Sì.Non è tanto assurdo come modo di fare! pensa agli asceti in india,che trasfigurano il proprio corpo,o ancora meglio...pensa alle Stigmate! -

- Ma ciò avviene solo tramite una fede,o uno stato d'alterazione spirituale...-

- Anche la paura lo è.Tutto questo vento,il buio, le visioni terribili...non creano stati d'alterazione? Io credo che tutta la zona che circonda il paese è solo un modo di creare l'ambiente adatto affinchè avvengato le trasmutazioni.Questa roba è confinata da qualche parte e sta cercando di uscire...e vorrebbe farlo tramite quei...quei "cosi" -

Il discorso di Constantine aveva senso.Il prete notò che tutto si incastrava.Ma non era esatto,un dettaglio importante sfuggiva quel bastardo biondo, e a cui non sarebbe mai arrivato da solo.Per una volta era in vantaggio.

-D'accordo.Questo vuol dire che la gente non muore perchè questa entità non riconosce vita e morte come la intendiamo noi.Dev'essere davvero molto antica. -

-Già.Ora dobbiamo solo aspettare che un'altro dei tuoi paesani muti.Poi inizieremo a lavorare.-

Un'altro sacrificio.Constantine aiutò il prete a rimettere in sesto la chiesa,a rassicurare la gente,a fare calcoli sul doove e quando sarebbe successo.Ovunque si sentiva la mancanza di quella ragazza.Quando chiedevano loro rispondevano che era morta.All'improvviso il vento divenne ancora più intenso prima che calasse il sole,e la gente fu aggredita nell'animo quando ancora la luce illuminava il paese.Iniziarono a urlare,senza sapere come muoversi,dove andare,ciechi di dolore e di orrore.

Il biondo e il prete erano in chiesa,quando sentirono le urla. Vincenzo assestò un grosso pugno sulla nuca dell'uomo,che lo stramazzò a terra.

- Hai mantenuto il tuo proposito di stare un passo davanti a me,John.. -

Si avviò verso il portone,con il rosario in mano.La gente era sempre stata al sicuro all'interno delle proprie abitazioni,in quanto le stesse mura ancoravano chi vi abitava ad un'altro Regno d'appartenenza.Ma pareva che tutto questo non era più valido.La zona era troppo distante dal mondo conosciuto per subirne l'influenza...ora erano in trappola davvero.Il prete non poteva fare molto,e praticamente non c'era più speranza per nessuno. Tutti erano condannati,ognuno degli abitanti di quello sventurato paese.Tutto ciò che rimaneva ora è che qualcuno trovasse il modo di fermare l'espansione della zona,affinchè questa non divorasse il mondo.Era già successa una cosa simile,al tempo dei Grandi Antichi,e il mondo probabilmente non si era più ripreso.
E Dio stava muto,con il suo figlio in una croce.Perchè non parlava?Non aiutava,non proteggeva i suoi fedeli? A cosa aveva mancato? Che forse anche lui,come tutti gli altri,non fosse altro che una Entità meschina e ipocrita?.
Che alla fine avesse avuto ragione Constantine?
Prima di uscire si girò ancora verso la chiesa,forse la vedeva per l'ultima volta.
E vide.
Dalla croce scendeva il corpo di legno del Cristo.Come fosse carne,e sangue sotto le venature,e si inchinò di fronte a lui.Nell'aria odore di fiori.Vincenzo per la prima volta in vita sua capì il vero potere del Signore dei Cieli.Era la speranza,la vita del singolo,della moltitudine.
Dio non era scritto su i libri,Dio era colui che si muoveva in sacrificio,nell'ombra della violenza e camminava come uomo tra gli uomini.E di fronte al sacrificio che stava per compiere,Gesù stesso si inchinava e pregava per lui.lo avrebbe protetto nel suo scopo,fino alla fine,era un Vincolo,un Patto.Erano legati da questo.
Era l'unica Entità che adorava gli uomini.

Uscì,e si unì alla folla di persone che cambiavano forma.

Constantine si svegliò con un grosso mal di testa.Si guardò intorno,e vide la figura che stava nella croce inginocchiata verso la porta.Il vento era cessato,ma la luce del sole rimaneva anomala.Era successo qualcosa di grosso.Si guardò intorno e prese un coltello in sagrestia.Prima di uscire cercò di incidere la statua,cautamente,ma era semplice legno.Solo legno.E la corona di spine era solo fil di ferro.
Bestemmiò e lasciò cadere tutto,deluso,apprestandosi ad uscire dalla chiesa.
Lui non potè vederlo,ma dietro le mani congiunte,la statua sorrideva beffarda.E benediceva anche quel peccatore che non aveva padroni.

Fuori nella piazza stava un'albero pulsante,con i suoi rami tentacolari si apriva su tutto il cielo del paese.Era immenso.
L'odore era ovunque,acre,reso ancora più pesante da un'aria immobile.La zona aveva raggiunto il suo scopo.Nel tronco andavano formandosi migliaia di volti,di sospiri,urla,mani,e zampe che si formavano e si scioglievano di continuo....


 
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