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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: FIORI DI SANGUE
Genere: Sentimentale, Dark, Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Autore: chary galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 03/12/2006 14:20:00

Le canzoni di De Andrè hanno ispirato la nascita di Andreas, la Vampira protaginista di tutta questa serie di storie ispirate a delle grandi canzoni
 
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FIUME SAND CREEK
- Capitolo 1° -

FIORI DI SANGUE
(Questa ff è un omaggio ad uno dei più grandi cantautori che io abbia mai ascoltato: Fabrizio De Andrè. Fiori di Sangue ricalca le sue canzoni, nell’ordine in cui le ho trovate in un Cd. Andreas, la Vampira che ha preso vita da quei testi, spero potrà aiutarvi ad amare, come ho fatto io, questo grande poeta e cantante ndAutrice)

FIUME SAND CREEK

Andreas alzò lo sguardo verso la luna.
Era piccola, pallidissima e lucente.
L’accampamento indiano riposava, al ritmo quieto del respiro della foresta.
La Vampira si strinse nella coperta di lana, attraversata da un immaginario brivido di freddo.
La notte, nera come i suoi capelli, vegliava sull’accampamento.
Con la schiena poggiata contro il tronco di un albero, Andreas si assopì.
Fu una grande confusione che la ridestò, all’improvviso
- ALBERO DELLA NEVE!- gridava un bambino. La giovane aveva alzato gli occhi, sentendosi chiamare col nome indiano.
Il bambino veniva correndo verso di lei, mentre l’alba si preparava a sorgere.
Lo seguiva un giovane dai capelli biondi, dagli occhi azzurrissimi e crudeli, dai lineamenti perfetti ed aristocratici, e dalla divisa turchina, dello stesso colore delle iridi spietate, brandendo un fucile.
Il terrore prese possesso del cuore immortale di Andreas.
La sua tribù, i suoi amati figli mortali, i discendenti della sua famiglia... sarebbero periti, e lei avrebbe dovuto, la notte seguente, al sicuro dagli audaci raggi di sole, raccogliere i cadaveri e piangerli, da sola.
E i suoi bambini?
Che ne sarebbe stato degli ultimi figli della tribù?
Un raggio le si posò sulla mano, mentre nuvole di temporale si addensavano all’orizzonte.
Andreas si strinse addosso la coperta e, con le lacrime agli occhi, voltò le spalle al bambino e fuggì verso le caverne.
Nonostante il ragazzino ci mise un po’ per rendersene conto, e le sue gambe di Vampiro corsero come mai avevano corso, i singhiozzi spaventati la perseguitarono con velocità sorprendente.
L’ufficiale dagli occhi azzurri raggiunse il bambino.
Gli puntò il fucile alla gola, e fece fuoco.
Il piccolo indiano cadde a terra, senza dire nulla, e il sangue gli colò lungo il mento ed il corpo.
Poi il soldato prese il cadavere e lo scaricò nel fiume.
- Che prezzo do a questa vita?- sorrise, fra sé.
Estrasse un dollaro dalla tasca della divisa.
Lo fece roteare fra le dita, e lo fece cadere nell’acqua
- Questo, per tutti i selvaggi che periranno questa notte.-

Andreas, nella caverna assieme alla nipote più grande, Adya, scoppiò a piangere.
Poteva quasi vedere, dietro alle palpebre chiuse, i guerrieri della tribù, ignari di tutto, lontani, sulla pista del Bisonte.
I rumori della carneficina raggiungevano sempre con maggior forza il suo udito di Vampira.
- Ho paura, Albero della Neve...- sussurrò Adya
-... chiudi gli occhi per tre volte.- rispose Andreas, asciugandole le lacrime - ... e ti ritroverai nel tuo letto.- ma la sua voce diceva che neppure lei stessa ci credeva.
Adya lo fece, ma i suoi grandi occhi scuri tornarono ad immergersi in quella della Vampira
- E’ solo un sogno?- chiese, speranzosa
- Certo.- mormorò Andreas. Tanto, né lei, né Adya potevano fare qualcosa – allora cosa sono questi rumori?- il fuoco dei soldati, le urla dei feriti...
- A volte i pesci cantano, sul fondo del Sand Creek.- rispose Andreas, immaginando le acque insanguinate del fiume che aveva tanto amato da bambina.

Improvvisamente, mentre Andreas si stringeva Adya al petto, la ragazzina sentì il grido disperato di un altro piccolo indiano.
Alzatasi di scatto in piedi, corse fuori dalla caverna, gridando il nome del fratellino.
- DANJ!! DANJ!!- il corpo del piccolo Danj era immobile, straziato dalle pallottole e dal sangue.
- Ma poveri bambini...- la voce odiosa del soldato dai capelli biondi – adesso te lo ridò io, il tuo Danj...- puntò il fucile
- ADYA!- Andreas, incurante dei furenti raggi del sole, corse fuori dalla grotta.
Il viso della ragazzina era perfetto nel suo muto stupore, salvo un rigagnolo di sangue che le colava dal naso, dove il pugno di ferro del soldato l’aveva colpita per allontanarla da Danj.
Vide la pallottola colpire la tempia della bambina.
- Cosa mi succede, Albero della Neve?- aveva trovato il tempo di sussurrare.
Poi era morta.
- ... ... stai andando in Paradiso, Adya...- la Vampira era scoppiata a piangere, protetta momentaneamente dalle dense nubi temporalesche -... stai andando in Paradiso, bambina mia.-
Lacrime, lacrime.
Le piccole lacrime diamatine di Adya, quelle grosse e furenti di Andreas.
E l’ultima cosa che la piccola indiana vide, furono le lacrime rosse di Albero della Neve, come tante piccole stelle di rubino sulle sue gote pallide.
Gli artigli di Andreas mieterono molte vite, mentre le nubi la proteggevano per volere degli dei.
Uccise il generale dai capelli biondi e dagli occhi crudeli.
Uccise i suoi soldati.
E, quando tutto fu finito, raccolse i corpi di Danj e di Adya, e li fece lentamente scivolare nelle limpide acque del fiume Sand Creek.

Quando Andreas tornò all’accampamento, tutto era silenzioso e fermo.
Le tende bruciavano, o si afflosciavano cadenti su un fianco, le pareti decorate rigate di rosso sangue e di nera polvere.
Un grosso cane venne a lapparle la mano gelida e macchiata di sangue.
I coyote guaivano, mentre iniziavano a strappare e a divorare le carni delle vittime della belva peggiore di tutti: l’uomo.
Andreas raccolse un arco.
Era bellissimo, di legno chiaro, intagliato di recente.
Pianse, ricordandolo stretto fra le mani del padre di Adya e Danj.
Pianse, pianse come mai aveva pianto, vedendo distrutto tutto ciò per cui aveva lottato, vedendo distrutto ciò che aveva per anni sopito la sua indole feroce.
Scagliò una freccia in cielo, sperando di spezzare quel silenzio pesante, quell’aria statica e colma del ricordo di gemiti e pianti.
Voleva che almeno il cielo respirasse.
Una seconda freccia colpì il vento, come se Andreas sperasse di vederlo sanguinare.
La terza freccia cercala sul fondo del Sand Creek.

- Vi siete presi i loro cuori, eh?- sussurrò la Vampira alla vallata silenziosa.
Aveva sotterrato i suoi morti, e sputato in faccia ai soldati nemici caduti.
Aveva straziato fino a renderlo irriconoscibile il corpo dell’assassino di Adya.
Ma il generale dai capelli biondi e gli occhi crudeli non era lì.
Eppure ricordava benissimo di averlo colpito.
La realtà la percosse come mille bastoni.
Anche lui era un Vampiro
- Noi volevamo la pace, e quella piccola luna falce d’argento...-
Strinse il pugno
- Allora, generale dagli occhi turchini... ci rivedremo.-

Ed i piccoli cadaveri dei figli di Andreas scivolarono nel letto sabbioso del fiume. Affondarono nelle sue acque cristalline, senza più dolore, senza più paura.
Fra le lacrime ed i gemiti, la Vampira sussurrò
- Ora i bambini dormono, sul fondo del Sand Creek.-

FINE

TESTO ORIGINALE DELLA CANZONE
FIUME SAND CREEK (di Fabrizio De Andrè)

“Si son presi il nostro cuore, sotto una coperta scura
Sotto una luna morta piccola, dormivamo senza paura.
Fu un generale di vent’anni,
Occhi turchini e giaccia uguale,
Fu un generale di vent’anni
Figlio d’un temporale.

C’è un dollaro d’argento sul fondo del Sand Creek.

I nostri guerrieri troppo lontani, sulla pista del bisonte
E quella musica distante diventò sempre più forte
Chiusi gli occhi per tre volte,
Mi ritrovai ancora lì.
Chiesi a mio nonno “è solo un sogno?”
Mio nonno disse sì

A volte i pesci cantano sul fondo del Sand Crek

Sognai talmente forte che mi uscì il sangue dal naso
Il lampo in un orecchio, nell’altro il Paradiso
Le lacrime più piccole
Le lacrime più grosse
Quando l’albero della neve
Fiorì di stelle rosse

Ora i bambini dormono nel letto del Sand Creek.

Quando il sole alzò la testa, fra le spalle della notte
C’erano solo cani e fumo, e tende capovolte
Tirai una freccia in cielo
Per farlo respirare
Tirai una freccia al vento
Per farlo sanguinare

La terza freccia cercala sul fondo del Sand Creek.

“Si son presi il nostro cuore, sotto una coperta scura
Sotto una luna morta piccola, dormivamo senza paura.
Fu un generale di vent’anni,
Occhi turchini e giaccia uguale,
Fu un generale di vent’anni
Figlio d’un temporale.

Ora i bambini dormono, sul fondo del Sand Creek”

(Fabrizio De Andrè)

FINE CAPITOLO PRIMO

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Bacissimi
Chary (un bacio anche da Andreas)

 
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