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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: ALBERTINE DESPARUE.
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot, Yaoi
Autore: sawadee galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 02/07/2006 15:55:18

la mia giornata di ieri. sfogo.
 
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NESSUN TITOLO
- Capitolo 1° -

Ci sono momenti in cui vorresti solo morire e stai veramente male.

Ci sono momenti in cui ti alzi quasi in silenzio e non sai nemmeno chi sei.

Ti svegli e la situazione diventa immediatamente carica di ambiguità, con il padre di lui che ti telefona perchè è scomparso e tu sei sdraiata accanto ad una tua amica, l'altro migliore amico che arriva di corsa e si è subito in melodramma, in dramma buffo, in equivoco non equivocato.
Dopo la telefonata, in bagno di corsa, attaccata al cellulare, nel tentativo di sentire qualcuno che sa dove sia, e quando il tuo amico entra, trova il letto sfatto e due donne che si stanno aiutando a vestirsi.

Sono le nove.

Provate a scardinare la porta di casa sua solo per scoprire che è vuota, che non c'è nessuno, non c'è lui che la sera prima aveva la febbre e sembrava moribondo.

Lo hai medicato tu, la sera prima, per un'ustione.

Ti ha chiesto di sdraiarti accanto a lui. Ti sembra di sentire l'odore della crema che gli hai spalmato e l'odore della sua pelle.

E' scomparso.

Desparue.

Tu, che sei sempre stata la fuggitiva tra i due, tu, che lui una volta disse di voler chiudere in casa e non lasciar mai uscire, tu che non sai nemmeno cosa voglia dire legare qualcuno perchè hai solo bisogno di libertà. Tu, che lui chiama la sfrontata, l'inconoscibile.
Però, lo scomparso è lui.

Si va per strada.
Sono le nove e quindici minuti.

Lo cercherete per ore, l'altro amico, lo chiameremo Marcel, sta male, soffre di asma, ma corre per l'intera città per cercarlo, per capire...
Sotto il sole.


Anche perchè, ora lo sapete, i genitori lo stanno cercando per comunicargli un lutto.

Marcel non corre da anni, ma vola ovunque potrebbe trovarlo.
Lo sai, lo percepisci, pensa ad un gesto estremo.

Anche lui lo ama.
A modo suo, come ama il mondo, come il "narratore", come il Marcel che sa di essere suo malgrado.
Infondo, entrambi amate il vostro Dario, siete fanciulle in fiore e narratori al tempo stesso tutti e tre.


Decidi che, avendo dormito solo un'ora nella notte precedente, è il caso di bere un caffè bollente da Salza. Te lo offre il capolavoro di ragazza che ti accompagna nel pattugliamento.
E' anche molto intelligente e affascinante, raffinata, con quel magnifico ovale Modigliani incastonato da un caschetto rosso, sai che ti dovresti innamorare di persone così o come Marcel per essere felice. Lo faresti, se fossi sensata, ma tu non lo sei e sei innamorata di lui.

Ti chiama di nuovo sua madre.
Sta piangendo.
Sono le nove e venti.

Ti viene in mente Proust.

La stai a sentire.
Le dici che sei alla ricerca di suo figlio e di non preoccuparsi, che sei sicura che lui stia bene.

Ti dice di tutte le persone cui ha telefonato, ti chiede di fargli una predica, perchè a te da retta.

Sorridi malinconicamente: l'instabilità e l'irresponsabilità di Dario, in realtà, sei tu.
Ti stupisci della tua stessa voce.

Saprai che ha chiamato poco dopo l'altro amico e che non stava piangendo.
E riaccompagni la tua amica all'autobus e lì la baci su quelle labbra stupende, perdendoti in quei occhi di smeraldo che rimangono morbidamente socchiusi, in quel suo essere una regina del Fayum, perchè è l'unica cosa sensata da fare.

Aspetti due ore, due ore in cui continui a cercarlo per la città, in cui sei rilassata, ma senti l'ansia dell'altro amico.
E lui, finalmente, si fa vivo.
E' su un treno. Sta tornando.

Aspettate un'ora, quasi un'ora e mezza su una panchina. Il tuo amico ti si appoggia e tu gli parli della bellezza di tenere tra le dita un codice del X secolo.
Sapete che sta bene.

All'altro amico inizia a montare la collera, così, tra un citazione dotta e l'altra, ripete:- Ora me ne vado, non si merita di trovarci qui.-

Tu sai che non se ne andrà, infondo, il fascino del vostro migliore amico è che sta finalmente perdendo quella sua pacatezza in tutto e sta iniziando a compiere colpi di testa, quel suo letale fascino che mescola intelligenza e infantilismo. Mentre tu, però, lo hai compreso come si può capire il proprio complementare, l'altro amico cerca ancora di comprenderlo e, forse, non lo comprenderà mai.

Continua a lamentarsi per la nausea.
GLi allunghi dei cracker che rifiuta.
I tuoi genitori ti telefonano.

Rispondi. Dici che sei poco fuori la biblioteca.

Poi, si finisce al vostro autore preferito.
Proust.
Vi cercate di identificare ciascuno in un personaggio.
Avevi le guance paffute la prima volta che vi siete visti.
Hai i capelli bruni, ma, oggi, Albertine non sei tu. L'azione non comprensibile, per una volta, non l'hai commessa tu.

Uscendo di casa, hai infilato nella borsetta tre bottigline d'acqua, tre barrette di cioccolata, un golfino, il bancomat, un pacchetto di cracker e un paio di spazzolini. Non si sa mai che bisogni rimanere fuori.

E finalmente scende dal treno.
La rabbia di entrambi si muta in sollievo.
Vedete la sua espressione da cane bastonato.

Scopri che lui, che il giorno prima ti ha detto:- Non andiamo oltre perchè sto male fisicamente.-, è scomparso per andare a trovare una ragazza, ora sai che era per una festa ed è rimasto con altre persone anche.
Non ti da fastidio che sia andato da un'altra persona, non sei gelosa per carattere, ma la menzogna ti da fastidio.
Poteva avvisare.
E allora lo sibili.
Con calma, con voce dolce persino...
Cosa hai fatto quella notte con un'altra persona.
Vi fissate negli occhi.
E sapete che infondo, non saprete mai essere diversi da quello che siete.
Due bugiardi.

Nel fingere che possa andare tutto bene così.
Ma la vita non vi da il tempo di parlare.
I genitori gli hanno imposto di tornare a casa di corsa.

Sfili dalla borsa una barretta di cioccolata mentre correte a prendere le sue cose.
Dice di voler accompagnare Marcel in collegio, lui si rifiuta.
Quando rimarrete da soli pochi istanti in cui ti abbraccerà quasi abbrancandosi a te, ti chiederà di non accompagnarlo perchè così non verrebbe nemmeno Marcel.
Tu rispondi che ci sarai fino all'ultimo.

Gli allunghi la barretta.
Lui rimane senza parole e la mangia.
Lo sai che deve aver mangiato poco per colazione e che ha bisogno di dolci.
Fate la valigia.

State insieme un paio d'ore.
All'una siete di nuovo in stazione, tu hai la tua borsa pesante in cui sono entrati ora dei biscotti al cioccolato.
Costringi Marcel a mangiarne mezzo.
Ne mangi mezzo a tua volta.

Arrivate in stazione e vi prendete da bere, state soffocando tutti e tre di sete.

Lo accompagnate al binario e lì rimanete finchè non parte il treno, con tu che racconti sciocchezze, il tuo ultimo incontro con la tua ex e come siete finite a insultarvi con la cattiveria e il tragicomico che solo due donne che sono state innamorate possono avere.

Sale sul treno.
Marcel fa per tornare ma tu dici:- Visto che ci siamo sventoliamo i fazzoletti.-
E sventolate i libretti universitari, dato che non trovi i fazzoletti.

Tornate in casa quasi alle due, costringi Marcel ad accettare il pacchetto dei biscotti al cioccolato.

Cerchi una tua amica per sfogarti, perchè hai il cuore a pezzi.
Lei ha altro da fare, dice che sta male.

Ti scrive che solo il suo ragazzo sa confortarla.
Grazie per tutto il tempo che ti ho perso dietro.
Inizi a mangiare di nuovo come una fogna per un giorno.

Ti telefona tuo cugino di chiamare sua madre e dire che ha bucato, mentre invece ha portato la ragazza in ospedale.

Ti telefona casa perchè tua zia ha avuto un incidente.

Ti tieni tutto dentro perchè non puoi parlarne con nessuno.
Che vuoi che sia, pensi, infondo, hai solo chiuso in partenza una storia, scoperto chi è una che consideravi una tua amica, risolto la situazione a tuo cugino e rimasta in ansia per tua zia...
che vuoi che sia?
 
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