David wells era stato spesso accusato di avere la testa dura.peccato, però, che la padella che si abbattè sulla sua testa lo fosse ancora di più...
Conclusa: No
Fanfiction pubblicata il 16/04/2006 14:56:38
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CAPITOL 1
David Wells era spesso stato accusato di avere la testa dura. Sfortunatamente, la padella che si abbattè sulla sua testa lo era anche di più.
Urlò per la sorpresa e il dolore, prima di crollare contro la fredda parete di mattoni della casa.
Una figura minuscola, avvolta in diversi strati di stelle, si stagliava nella pallida luce della luna. David scosse la testa nel tentativo di focalizzare il volto del suo assalitore.
Pessima idea.
Il dolore alla testa si fece ancora più insopportabile. Scivolò lungo il muro, finchè non cadde seduto su un cumulo di foglie secche sparse sul terreno. L'umidità attraversò i suoi jeans; poi fu raggiunto da un aroma di pancetta che lo confuse ulteriormente.
Piegando la testa all'indietro, David osservò la fata della padella abbassare la sua arma e chinarsi verso di lui. Con dita gentili gli tastò la fronte, dove nel frattempo si era formato un bel bernoccolo.
Quando chiuse gli occhi per calmare il senso di vertigine che l'aveva assalito, sentì che gli s'inginocchiava accanto.
- Lascerò che sia lei a decidere. - La voce ferma di lei risuonò chiara e secca nel silenzio della notte.
- Decidere cosa? -
David sollevò le palpebre e si ritrovò a fissare i penetranti occhi verdi della padrona di casa. sapeva di aver di fronte l'obiettivo delle sue ricerche.
Britney Bennet, il topolino che poteva condurlo al formaggio. Lei era l'unica traccia di cui disponeva per smascherare la mente organizzativa di una serie di furti in banca.
Adesso la sua copertura era saltata. "Ottimo lavoro, Sherlock", si rimproverò David con sarcasmo. Tuttavia, si sforzò di guardarla e di concentrarsi sulla sua affermazione.
Britney si alzò in piedi e afferrò il manico della pesante padella con entrambe le mani. - Preferisce che chiami la polizia e la denunci per voyeurismo o che faccia venire un'ambulanza per curare le sue ferite? -
- Non sono un guardone. - David cercò di rizzarsi a sedere.
- E per quale motivo si aggira intorno a casa mia, al buio? -
Come rispondere? La verità gli avrebbe solo fatto guadagnare un'altra botta in testa. David riuscì a mettersi in ginocchio, ma una smorfia di disappunto gli piegò le labbra quano l'umidità gli penetrò le ginocchia. Allungò una mano in direzione di Britney Bennet per assicurarsi che fosse reale.
Sentì provenire un ringhio sordo da qualche parte dietro di lei e David si fermò col braccio a mezz'aria.
- Buster è il mio cane da guardia. - Britney si voltò e produsse un piccolo fischio. Un enorme labrador nero le si fermò accanto.
David si accucciò sui talloni. La situazione migliorava di minuto in minuto! Infilò una mano nella tasca posteriore dei jeans per mostrarle il proprio documento, ma veloce come un lampo il cane l'assalì, facendolo cadere sulla schiena montandogli addosso con fare minaccioso.
David decise allora di astenersi dal fare qualunque movimento.
- Ho sentito... che lei ha... delle camere disponibili - riuscì a spiegare, muovendo le labbra il minimo consentito.
- Vuole una camera? - Britney sembrava dubbiosa. - E perchè non è passato dalla porta principale? -
Lui lanciò un'occhiata al cane, che scese dal torace di David.
- Alla camera di commercio, la signora che mi ha raccomandato questo posto mi ha detto che la maggior parte della gente usa la porta sul retro - spiegò lui sedendosi e portandosi una mano alla fronte dolorante.
Non era una vera e propria bugia: aveva DAVVERO parlato con la signora in questione.
Britney alzò un sopracciglio e incrociò le braccia.
- Mary le ha raccomandato la mia pensione? - la sua voce esprimeva un dubbio evidente.
David si sforzò di riflettere e dare credibilità alla propria storia, ma il dolore alla testa non gli facilitava il compito. - cerco un posto tranquillo, lontano dal caos cittadino. Mary ha detto che il Naked Moon Tearoom è il posto adatto e che lei è la regina del relax. -
Britney esitò solo un attimo prima di offrirgli la mano. Un piccolo sorriso le incurvò le labbra. - Se Mary l'ha mandata qui, come posso rifiutare di accoglierla? -
David fissò la piccola mano che lei gli tendeva. Era chiaro che non si fidava della sua presa. - Sono più forte di quello che sembro. Mi dia quella mano. -
Così David accettò il suo aiuto e si sollevò, ma dovette appoggiarsi al muro perchè fu colto da una vertigine.
Britney s'infilò sotto il suo braccio per sorreggerlo. La sua testa arrivava a stento al suo petto. - Mi dispiace. lei è venuto qui per rilassarsi e io l'ho colpito con una padella. Lasci che l'aiuti a entrare. - Poi sollevò lo sguardo su di lui, la fronte aggrottata. - Non sarà un avvocato, vero? -
David si appoggiò al corpo caldo di lei. Morbido in modo ingannevole, a giudicare dalla forza dei suoi colpi. - Perchè? -
- Non vorrei che mi facesse causa. -
La sua onestà lo sorprese. Nel suo lavoro quella era una qualità rara. Tuttavia, non poteva usarle la stessa cortesia: finchè non avesse scoperto la natura del suo legame con Filcher, la sincerità era fuori questione.
Non senza difficoltà, si mossero verso la porta principale della casa a due piani in stile vittoriano. Quando svoltarono dietro l'angolo, David sbattè le palpebre alla vista delle lampade che illuminavano l'ingresso. Ne approfittò per osservare la donna che lo sorreggeva.
La sua preda.
La fotografia in bianco e nero che possedeva della signorina Britney Bennet non le rendeva giustizia. I lunghi capelli neri le sfioravano la curva del seno e le ricadevano fino a metà schiena. L'abito quasi etereo che indossava, di un blu scuro come la notte e punteggiato di stelle d'argento, aderiva alla sue curve. il viso era privo di trucco e lucente.
Era molto bella.
Britney alzò il capo e si accorse che lui la fissava.
Invece di sembrare imbarazzata, rialzò il mento e sostenne il suo sguardo. I suoi occhi risplendevano di una muta sfida.
David non avrebbe saputo dire se quell'impressioen fosse frutto della sua immaginazione o se fosse reale.
Si schiarì la voce e distolse lo sguardo. - ehm, immagino cge lei non vorrà prendere in considerazione la possibilità di offrirmi una camera? -
Britney rise. Quel suono l'avvolse nella quiete della notte, facendolo sentire il benvenuto.
- Se è pronto a rischiare, come posso rifiutare? -
Il primo passo era compiuto: introdursi a casa sua.
- Mi dica, cosa ci faceva in giardino con una padella? -
- Stavo dando da mangiare ai fiori. - replicò lei, aprendo la porta.
David si bloccò sui propri passi. Il suo dossier non menzionava le malattie mentali. - Come ha detto, prego? -
- Mia zia dava sempre un po' di grasso di pancetta ai fiori per renderli felici. Ma diceva che funziona soltanto dopo il tramonto. - spiegò in tono tranquillo, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Il calore invitante che giungeva dalla casa s'arricchì di aromi stuzzicanti quando raggiunsero una spaziosa cucina. Sulle mensole era allineato un numero incredibile di barattoli di vetro, colmi di... cose. A una prima occhiata fugace il contenuto pareva spaziare dalle erbe ad alcune parti di insetti.
Quel caso si stava facendo sempre più strano.
Britney lo guidò verso il tavolo e l'aiutò a sedersi su una sedia, poi estrasse alcuni cubetti di ghiaccio dal congelatore. - Li tenga sulla fronte e io metterò a cuocere qualcosa per il suo mal di testa. -
Lo sguardo di David seguì la sua figura sottile verso un fornello mostruoso, retaggio almeno un secolo prima. - Cuocere? Non si disturbi, prenderò solo un paio di aspirine. -
Lei si voltò e lo fissò, gli occhi verdi carichi di disapprovazione. - Dunque, Mary non le ha parlato dell'altra metà, o meglio dell'aspetto pi+ importabte della mia attività? -
- Mi ha detto solo che dirige un bed % breakfast. -
David si maledisse per la centesima volta l'approssimazione delle informazioni contenute nel dossier che la riguardava. Non c'era stato tempo di raccogliere dati prima di dare inizio al lavoro sul campo.
- Dirigo una tea room, e sono specializzata in tisane naturali e infusioni d'erbe curative. - spiegò lei, osservando la sua reazione.
David fu molto attento a non tradirsi. - E' piuttosto insolito. - fu il suo commento cauto.
Lei tornò a voltarsi verso i fornelli e accese il fuoco sotto una grossa teiera smaltata.
Tisane. Questo spiegava il contenuto dei barattoli. Ma non era altrettanto semplice comprendere perchè quella donna si fidasse di lui. David non le aveva neanche detto il proprio nome, e lei l'aveva lasciato entrare.
Certo, poteva sempre contare sul quel labrador. Buster, infatti, non l'aveva abbandonato neppure per un secondo con lo sguardo.
- Mi chiamo David Wells. - si presentò. fece per alzarsi in piedi, ma cambiò idea quando la stanza cominciò a girargli intorno.
Britney strinse la mano che lui le offriva. - Britney Bennet, ma mi chiami Brit. Rispondo solo a questo nome, quindi le consiglio di usarlo. -
David la osservò muoversi per la cucina, immaginando cosa nascondesse quello strano abito stellato. Subito distolse lo sguardo e lo fissò sul congelatore, obsoleto quanto il resto. Qualunque cosa, pur di distogliere il pensiero dal corpo di Britney... Brit.
- Quanto tempo intende fermarsi a Sugar Gulch? - volle sapere lei, versando un liquido ambrato in una tazza.
- Non lo so ancora. Sono uno scrittore free lance e sto lavorando a un articolo su questa regione. - Quella era la storia che David si era preparato per spiegare la propria presenza lì, in quella sperduta cittadina del Colorado. - Intendo intervistare gli abitanti del paese e visitare i luoghi d'interesse storico. Magari potrei intervistare anche lei? -
Perchè si sentiva un verme a mentirle? Il suo lavoro presso una nota società assicurativa richiedeva di operare in incognito, e quindi di mentire piuttosto spesso. Quell'aspetto, però, non gli piaceva.
- Non sono molto ferrata sulla storia locale. Però potrebbe parlare con la mia vicina di casa, Elizabeth. Lei sa tutto quello che è successo da queste parti negli ultimi cent'anni. -
Brit gli offrì la tazza fumante. - Zucchero? -
- Sì, grazie. -
- Una zolletta o due? -
David si toccò il bernoccolo sulla fronte e guardò la tazza con sospetto. - Facciamo due. -
Lei lasciò cadere le zollette nella tazza. - Non sto cercando di avvelenarla. E non ci sono cadaveri nella mia cantina - aggiunse, scuotendo la testa di fronte allo sguardo perplesso di lui. - Non importa. Questa è un'infusione di menta piperita e mandarino, che allevierà il dolore e calmerà le vertigini. -
David sollevò la tazza e fissò il contenuto.
Com'era finito in quella situazione assurda?
Britney osservò l'ospite fissare il suo decotto con gli splendidi occhi blu carichi di apprensione. Definirli blu era riduttivo: erano penetranti e sembravano spogliarla con lo sguardo.
Era possibile che lui fosse l'uomo che le avevano predetto le foglie del tè, quella mattina? Allora, lei aveva riso di quel responso.
Un uomo era l'ultima cosa di cui aveva bisogno in quel momento. Era già abbastanza impegnata a schivare le indesiderate avaces di Chad Filcher. In effetti, il banchiere locale era diventato decisamente seccante. Le sfuggì una risatina: forse avrebbe potuto sperimentare il trucco della padella anche su di lui.
David soffiò sulla bevanda per raffreddarla. Brit immaginò il liquido che s'increspava davanti alle sue labbra ben disegnate e un brivido le attraversò il corpo.
Non aveva bisogno di quella complicazione.
Brit si voltò verso i fornelli e si versò un'altra tazza di tè, camomilla e lavanda per rilassarsi e conciliare il sonno. Speranza vana: non sarebbe riuscita a chiudere occhio sapendo che quello splendido esemplare d'uomo dormiva sotto il suo tetto.
Bevve comunque.
All'improvviso si rese conto che lui la stava fissando; poteva percepire il suo sguardo anche senza vederlo.
David ruppe il silenzio. - Potrei vedere la mia camera? Credo proprio di aver bisogno distendermi. -
Brit si voltò e fu soddisfatta di constatare che lui aveva vuotato la tazza. Presto si sarebbe sentito meglio e avrebbe dormito bene. - Ci sono due stanze su questo piano, oltre alla mia. Questo è un fine settimana tranquillo, quindi lei è il mio unico ospite. -
- Sono contento di non dover salire le scale. E' una fortuna che non sia svenuto, dopo il suo colpo. -
Brit arrossì. Colpirlo in testa non era stato un atto premeditato. Era stato l'istinto a muovere il suo braccio quando l'aveva scorto nell'oscurità. Inoltre, era stata una vera fortuna che Buster non avesse avuto il tempo di affondargli i denti nella gamba: era già un sollievo che lui non volesse sporgere denuncia.
David si alzò barcollando. Brit posò la propria tazza e gli si avvicinò. - L'aiuto io. -
- Grazie. -
Lei gli passò un braccio intorno alla vita. Era alto almeno un metro e ottantacinque e non un grammo di grasso superfluo s'intuiva attraverso il cotone della camicia.
Brit arrossì di nuovo quando si rese conto che lo stava valutando come si fa con un animale al mercato; invece era l'uomo più bello che avesse mai visto.
Buster trotterellò dietro di loro mentre attraversavano l'ingresso scarsamente illuminato.
Lieta che la stanza accanto alla propria fosse libera, nel caso in cui David avesse bisogno di aiuto durante la notte, Brit aprì la porta col piede. - Ha bisogno del suo bagaglio questa sera? -
- Ce la farò fino a domani - replicò lui, accendendo l'abat - jour e lasciandosi cadere sul letto. - Ehm... lei ha un buon odore. -
- E' la lampada. -
- Cosa? -
- C'è un cerchietto intriso di olio profumato sulla lampadina. E' essenza di semprevivo, perfetta per migliorare la qualità dei sogni. -
Sentendosi una perfetta idiota in sua presenza, Brit indietreggiò di un passo, anziosa di allontanarsi dal suo nuovo ospite. Sofrtunatamente, Buster era fermo proprio dietro di lei. Il suo guaito di dolore, quando lei gli pestò una zampa, la fece balzare in avanti e perdere l'equilibrio, facendola cadere direttamente tra le braccia di David, sul letto.
Brit imprecò tra sè. Quella era la peggiore delle umiliazioni. Invece di dare l'impressione di essere una assennata donna d'affari, sembrava pi+ una ninfomane in astinenza.
Distesa su di lui in modo scomposto, Brit abbassò lo sguardo su David. Quest'ultimo sollevò un angolo della bocca, poi l'altro, infine il suo pettò cominciò a scuotersi sempre con maggior vigore. Per un attimo lei temette di avergli causato un attacco di cuore.
Ma David scoppiò a ridere. La sua era una risata profonda, mascolina, che presto si rivelò contagiosa.
Gli occhi di lui brillavanod i divertimento. - Signorina, lei è sempre un disastro ambulante o questa sera fa eccezione? -
- Probabilmente è lei che mi fa quest'effetto. - ribattè lei. Poi si sollevò e posò i piedi per terra. - Buster e io ce ne andiamo, prima di farla finire in ospedale. -
S'incamminò verso la porta e, con la mano sulla maniglia, si voltò per scoprire che David la stava ancora guardando dal letto. Brit incurvò le labbra in un piccolo sorriso prima di richiudersi la porta alle spalle.
Una volta fuori, ci si appoggiò contro, respirando a fondo mentre veniva attraversata da una corrente inarrestabile di sensualità.
David Wells era pericoloso per la sua mente. E il suo corpo.
L'attendeva una notte molto lunga.
David scosse la testa. Doveva tenere a mente il motivo per cui si trovava lì e non lasciarsi distrarre.
Britney Bennet poteva essere la chiave per giungere a un'organizzazione criminale, e lui era ansioso di concludere quel caso.
L'ufficio legale della banca aveva chiesto l'intervento di David per la sua fama, e nessun corpo di donna, per quanto sinuoso e seducente, l'avrebbe distolto da quel delicato compito.
S'impose di dormire, ma il sonno sembrava evitarlo di proposito. Aveva una settimana di tempo per scoprire qualcosa prima che il caso venisse passato in consegna ai federali e, se ciò fosse accaduto, avrebbe costituito una macchia al suo curriculum.
L'ultima cosa di cui aveva bisogno, era una donna eccentrica, fissata con infusi e decotte, che rovinasse i suoi piani.
David aveva imparato nel modo peggiore quanto una donna potesse influenzare la vita e la carriera di un uomo. Il suo fidanzamento con Vivian era finito poco più di sei mesi prima. Niente di ciò che lui faceva era mai stato abbastanza per le esigenze di lei e della sua famiglia. Non il suo lavoro e certo non il suo stile di vita.
David fece una smorfia nel buio, ricordando l'espressione corrucata di Vivian ogni volta che lui si era concesso una giornata libertà per un giro in mountain bike o per il campeggio. Invece di assecondarlo nel suo lavoro, lei aveva cercato di convincerlo ad accettare un impiego presso una nota compagnia di assicurazioni, sperando in una rapida promozione.
Ma quel che era peggio, per un po' lui l'aveva assecondata. Quando alla fine lei gli aveva confessato, tra le lacrime, di essere innamorata del suo avvocato, david ne aveva gioito. Quella non era stata la reazione che lei si era aspettata, ma lui aveva tratto una lezione importante da quella storia: erano stati bene insieme, ma il loro non era mai stato vero amore.
Così, aveva giurato a se stesso che non avrebbe più commesso lo stesso errore. Amare significava cambiare la propria natura e lui non avrebbe mai più permesso a una donna di dirgli come doveva vivere -
Per quanto attraente fosse, Britney Bennet era solo un mezzo per raggiungere uno scopo: risolvere quel caso.
Non doveva fare altro che ignorarla.
Brit aveva rinunciato a dormire. Per quanto ci provasse, i suoi pensieri continuavano a correre al suo ospite che, con tutta probabilità, dormiva indisturbato nella camera attigua alla sua.
Aveva preparato l'impasto per gli involtini alla cannella che avrebbe servito il giorno dopo, aveva ripulito la cucina e portato fuori Buster e adesso si ritrovava di nuovo con le mani in mano. Decise che tanto valeva caricare la lavatrice.
Dal momento che i jeans di David erano di certo sporchi di terriccio, dopo l'avventura nel giardino, riflettè che unirli al bucato sarebbe stato un piccolo risarcimento per il bernoccolo che gli aveva procurato.
Beit si fermò fuori dalla porta della sua camera. Buster sollevò lo sguardo su di lei, l'espressione confusa. Lei gli accarezzò la testa e sussurrò. - So che di solito non entro nelle stanze degli ospiti, ma è colpa mia se si è sporcato. Inoltre, devo assicurarmi che stia bene. -
Abbassò la maniglia della porta e l'aprì, pregando che lui fosse già addormentato. Quando infilò la testa all'interno, trasse un sospiro di sollievo: gli occhi di davd erano chiusi e il corpo, con un braccio allungato sopra la testa, era immobile. Il suo respiro regolare la rassicurò.
In punta dei piedi, si avvicinò al letto e trovò i jeans nella piccola pila di vestiti sul pavimento. Con la ragione della sua illecita presenza in quella stanza tra le mani, lei si sollevò, ma, invece di uscire, restò in piedi a fissare l'uomo disteso sul letto.
La luce della luna filtrava attraverso le tende di pizzo, trasformando il biondo dei suoi capelli in pallido argento. Le ciocche scomposte dei suoi capelli troppo lunghi enfatizzavano i lineamenti mascolini.
David si mosse nel sonno. Le lenzuola si scostarono e rivelarono un torace ampio, muscoloso e una pelle naturalmente abbronzata.
Brit non riuscì più a respirare. E nemmeno a muoversi. Accidenti, ma cosa le stava succedendo? Dopotutto, aveva ventotto anni, non sedici! Col cuore che le rimbombava nelle orecchie, indietreggiò verso la porta. Doveva andarsene: in quella stanza le mancava l'aria.
Dopo aver arrischiato un'ultima occhiata in direzione di David, raggiunse finalmente il corridoio e richiuse la porta dietro di sè.
Buster la sfiorò col naso umido, come se avvertisse che qualcosa non andava.
- Va tutto bene, ragazzo mio. - mormorò lei, sforzandosi di assumere un'intonazione tranquilla. - Su, andiamo a fare il bucato e cerchiamo di distrarci. -
Se solo lei fosse stata una donna moderna! Sarebbe rientrata in quella camera, avrebbe svegliato David e... e cosa?
Brit si diede della stupida. Una cosa del genere non sarebbe mai accaduta.
David restò a fissare la porta chiusa. Aveva cominciato a temere che lei non sarebbe più uscita. Lo sforzo di fingersi addormentat, mentre lei stava in piedi a osservarlo, aveva fatto tendere tutti i suoi nervi che la tisana aveva steso.
Che cosa cercava Brit? David si sporse oltre il bordo del letto e guardò il mucchietto di vestiti gettati sul pavimento. I jeans erano spariti. Perchè aveva preso i suoi pantaloni?
Esisteva la possibilità che avesse intuito il suo gioco e fosse a caccia di informazioni. per fortuna, lui aveva avuto il buonsenso d'infilare il proprio portafogli sotto il cuscino, prima di coricarsi. La signorina Bennet sarebbe rimasta delusa.
Tanto peggio per lei.
David scese dal letto e si diresse verso la porta, vi appoggiò l'orecchio e rimase in ascolto. L'unico rumore udibile era quello dell'acqua che scorreva. Brit si stava facendo la doccia a quell'ora di notte?
David chiuse la porta a chiave e si lasciò cadere di nuovo sul letto. L'unica cosa chiara era che doveva tenere d'occhio la sua padrona di casa. Dietro quegli occhi verdi penetranti si nascondeva una mente acuta e lui non doveva assolutamente abbassare la guardia.
La posta in gioco era troppo alta.
Brit infilò i panni colorati nella lavatrice, sollevò da terra i jeans di David e, come di consueto, controllò che non vi fosse nulla nelle tasche.
Un pezzo di carta ripiegato cadde dalla tasca anteriore. brit lo prese e lo fissò per un lungo momento.
Il foglio era ripiegato solo una volta e si poteva quasi leggere il contenuto attraverso la carta. Benchè la mente le dicesse che era sbagliato, le dita agirono di propria iniziativa e spiegarono il foglio.
Era una lista di nomi di banche, tutte nei dintorni di Sugari Gulch. Quei nomi le sembravano familiari per qualche motivo che ancora non riusciva a indentificare.
Poi finalmente ricordò. Quelle banche erano state menzionate più volte sui giornali nelle settimane passate perchù erano state tutte rapinate.
Cosa ci faceva una lista di banche derubate nella tasca di un uomo, che aveva scoperto ad aggirarsi attorno a casa sua in modo furtivo? In piena notte?
La risposta era semplice. La prima persona che era riuscito a mettere in moto i suoi ormoni da anni era... un criminale!
Si era presa una cotta per un rapinatore! Grandioso!
TO BE CONTINUED...
Ciao a tutti, sono nuova e questa è la mia prima fic... siate clementi, vi prego e commentate!!!!!!!!! ^_____^