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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: InuYasha
Titolo Fanfic: OLTRE IL PRESENTE
Genere: Azione
Rating: Per Tutte le età
Autore: leftmad galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 16/04/2006 14:44:02 (ultimo inserimento: 23/05/06)

una youkai orfana finisce nel futuro in italia, anche s`è d`azione ci sarà del romanticismo
 
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LA VERITÀ
- Capitolo 1° -

Metsuki stava guardando la luna fuori dalla finestra, quella luna che si chiamava come lei, e che come lei era sola nonostante tutte le stelle che la circondassero, ad un tratto si sentì chiamare dalla sua nuova famiglia, era la sua nuova mamma che bussava <Avanti!> < Metsuki per far favore potresti venire di la in cucina, c’è una chiamata dalla tua vecchia famiglia, sta dicendo cose insensate su un cuore trapiantato, che non si doveva, non umana insomma per lo più frasi senza senso> disse quasi preoccupata la signora Chow <Certo arrivo>.
-Pronto signora Utada buona sera, aveva qualcosa da dirmi?- chiese svogliata a quella voce che urlava al telefono, non aveva nemmeno bisogno di appoggiare l’orecchio alla cornetta per sentire, la signora urlava talmente tanto che la sentiva a 10 centimetri di distanza.
-CERTO CHE HO QUALCOSA DA DIRTI! TU SEI INUMANA! SEI PEGGIO DI UN EXTRATERRESTRE! IL TUO CUORE ERA NERO CAPISCI NERO PER FORTUNA TI HO CACCIATO! PRIMA SPOSTAVI LE COSE SENZA TOCCARLE E FACEVI SCOPPIARE TUTTO, POI CI LEGGEVI NEL PENSIERO ED ORA SCOPRO CHE IL TUO CUORE è NERO! TI AVVISO SE TI FARAI SENTIRE O VEDERE O ANCHE SOLO ACCADRA’ QUALCOSA DI STRANO ALLA MIA FAMIGLIA TI FARO’ ESAMINARE DAGLI SCIENZIATI COME 1 CAVIA DI LABORATORIO DANNATO ESSERE!- e detto questo, o meglio e strillato questo riattaccò in faccia a Metsuki che in tutto quel tempo aveva mantenuto la sua tipica espressione non curante, fredda come l’inverno, fredda come il suo cuore di ghiaccio
<Metsuki mi spiace cara, non badare a quella vecchia pazza, sappiamo bene che tu non hai nulla che non va, anzi sei anche meglio degli altri con queste tue capacità> disse la signora Chow cercando di consolare la sua ragazza, erano solo sette mesi che stava da loro ma lei aveva cominciato a saper leggere negli occhi freddi di lei tutte le emozioni nascoste, e sapeva che quelle parole in un primo momento l’avevano fatta infuriare, ma che ora aveva letteralmente svuotato il suo cuore, lasciando una tristezza immensa, perché si sentiva diversa, sbagliata, fuori posto, come fuori posto era la goccia che aveva sulla fronte dal momento della nascita, i capelli neri con ciocche bianche, le orecchie elfiche, le lunghe unghie affilate che arano capaci di tagliare un albero con un colpo non molto forte, i denti più simili alle zanne di un gatto che alla dentatura umana e gli occhi totalmente neri come la notte con il contorno dell’iride e la pupilla bianchi, dalla pupilla allungata come quella di un gatto.
Metsuki sentendo la seria preoccupazione rimase molto stupita di ciò, sapeva che la nuova famiglia sapeva tutto delle sue stranezze, e che l’avevano presa perché aveva un aspetto particolare, che loro trovavano bello, nonostante lei si sentisse orribile per quelle sue diversità, lo sapeva perché era entrata nei loro pensieri, e sapeva che le parole che aveva detto erano vere, ma non capiva come loro potessero essere così tranquilli nel sapere che erano tranquilli avendo saputo che il suo cuore era nero, proprio non capiva, ma sentiva tiepido nel cuore, e le piaceva, la faceva stare bene, così dimenticò per un momento tutte le sue diversità, e sorrise per la prima volta dopo tanti anni, sorrise di cuore alla sua nuova madre.
<Grazie Chow, sei la migliore, ora vado a dormire, domattina ho un saggio di matematica, e il passaggio di grado in danza, buonanotte> detto questo si avvicinò al viso della madre, e diede un leggero bacio, molto leggero, per essere certa di non far venire o brividi di freddo a quella donna tanto calda, come succedeva a tutti col minimo tocco
<Metsuki non sei fredda!> esclamò sorpresa la signora, era stupita anche solo sfiorare quella ragazza equivaleva ad avere per 1 momento freddo come se si fosse al polo nord, lo sapeva bene, ma quella ragazza era tiepida ora, non fredda come il ghiaccio
<Cosa?> Metsuki era stupita, non era fredda… <Sei tiepida, lo giuro non guardarmi con quell’aria stranita vieni qui, abbracciami se non ci credi> e strinse forte a se la ragazza, che dal canto suo, non sentendo la donna rabbrividire, la strinse forte felice, e cominciò a piangere minuscole gemme trasparenti, brillanti più del cristallo.
<Metsuki piccola mia stai piangendo? Ma...cosa sono queste cose?> infatti sentendo delle cose solide caderle sui piedi si staccò dall’abbraccio, scoprendo che le sue lacrime appena lasciavano il suo volto diventavano solide pietruzze
<sono le mie lacrime, quando piango escono come lacrime normali e poi diventano pietre, un’altra cosa strana> e detto questo piegò le labbra in un amaro sorriso ironico
Ma la signora disse con occhi meravigliati <Ma questi sono cristalli di rocca! E anche tra i più pregiati! Atamahito cossi presto! Ho bisogno subito di te!> urlò la signora chiamando il marito
<che succede cos’è tutto ‘sto chiasso?> chiese entrando di corsa nella stanza
<Guarda! Piange cristalli, sono cristalli di rocca vero?> chiese agitatissima Chow al marito <Per la miseria si se lo sono! Ma da dove arrivano?>
<Dai miei occhi Atamahito> <Cosa i tuoi occhi? Sono sconcertato, precisamente in che senso vengono dai tuoi occhi?> <Vedi Caro prima ho abbracciato Metsuki, poi si è messa a piangere, ma appena le lacrime lasciavano il suo viso diventavano questi splendidi cristalli a forma di goccia>.
Durante la breve discussione Metsuki aveva tenuto gli occhi bassi, questa volta aveva paura di leggere nei loro pensieri, aveva paura di trovarci indignazione perché aveva un’altra cosa strana, oppure perché non gli aveva detto che le sue lacrime erano preziose se versate per cose dolci e felici, aveva paura che la trattassero da quel giorno in poi come un oggetto per fare soldi, e le pareva strano, prima che le trapiantassero quel cuore non aveva paura di ciò ascoltava, leggeva i pensieri dopodichè faceva i conti se odiare o meno la famiglia, ma adesso no, adesso tremava dalla paura!
<Vedi piccola mia te lo avevo detto che sei una ragazza speciale particolare piena di risorse, non devi avere paura, noi non ti costringeremo a piangere per soldi, no fare quella faccina triste> detto ciò la signora Chow abbracciò sua figlia con tutto l’affetto di cui era capace, ignorando i brividi che ebbe in un primo momento, sentendo il corpo di lei farsi sempre più tiepido, fino a quasi emanare calore, si, si erano proprio affezionata a quella ragazzina spaurita che sapevano in quell’orfanotrofio da più di 25 anni, ma che ne dimostrava 15 più o meno.
Fu allora che il signor Atamahito chiese a Metsuki <Quante volte ti è capitato?> <Poche, succede solo se piango per cose belle, quando lo faccio per cose tristi allora piango delle opache e brutte pietre nere, e diventano subito solide, appena uscite dagli occhi> rispose mesta la ragazza, era il culmine, ne era certa, prima o poi l’avrebbero lasciata di nuovo a quell’orfanotrofio, per poi andare in un'altra famiglia, che come quelle precedenti l’avrebbe cacciata, chiedendosi perché l’aveva presa, visto che già l‘aspetto doveva stare a significare una fonte di guai.
<Sono contento Metsuki, molto contento> <Cosa?> chiese sempre più stranita, le sembrava di vedere un bellissimo film, nel quale le sarebbe piaciuto essere protagonista, con la sola differenza che era la realtà, la sua realtà.
<Sono contento perché in genere guardandoti in faccia di certo non si può capire cosa provi, cosa pensi, invece così abbiamo un indizio, vedi per esempio sappiamo già che hai pianto di felicità, visto che le tue lacrime ora sono puri cristalli, quindi, ne deduco, che nonostante quella megera abbia chiamato per l’ennesima volta per insultarti, tu qua con noi sai di essere al sicuro, e per questo possiamo anche dirti la verità> disse pacato il signor Atamahito, sapendo che quelle parole avrebbero potuto essere fatali per l’esistenza loro, della ragazza, e di tutto il loro mondo, un mondo lontano, nel passato di un continente lontano.
<La verità?> quelle parole pensate ad alta voce risuonarono come un gong nella mente ora vuota della ragazza, cosa significava la verità, cosa le avevano nascosto, e come mai non si era mai accorta di essere stata ingannata, più volte aveva viaggiato nei loro pensieri , soprattutto quando non li aveva davanti per sapere cosa pensavano sul serio, per avere un quadro completo, e ora…ora scopre che era tutta una bugia, una falsa, loro le avevano sempre mentito, le uniche persone che le avevano ispirato fiducia, le uniche persone che l’avevano accettata con tutte le sue differenze, ma era tutta una falsa, cercando di non innervosirsi troppo, sapendo che anche solo con la forza del pensiero avrebbe potuto sfasciare la casa, si conficcò gli artigli nella carne, e chiese con voce pericolosamente rauca, bassa e gelida <come sarebbe a dire la verità? Cosa mi avete nascosto fin’ora?> <Oh piccola, non pensare male, sapessi che pena è stato per noi in questi mesi nasconderti tutto, sapessi dolore provavamo ogni volta che ti vedevamo rientrare triste perché quei i tuoi compagni ignoranti t’insultavano perché con un aspetto differente dal loro! Ti prego cerca di capire e ascolta fino alla fine, senza esplodere, e fai molta attenzione alle nostre parole, te ne prego> questa volta era stata la signora Chow a parlare, la sua voce vibrava, quasi come se stesse per piangere, ed era tanto preoccupata, ma Metsuki se ne infischiava, lei sapeva solo di essere stata ingannata, ingannata dalle uniche due persone che si erano meritate la sua fiducia, aveva addirittura sprecato le sue lacrime per loro.
<Ho chiesto che verità!> la sua voce stava diventando quasi un soffio, ma per quanto basso era profondo ed inquietante, rendendosi conto della pericolosità il signor Atamahito prese le redini della situazione, e con voce calma, senza far trapelare la preoccupazione che lo aveva attanagliato allo stomaco disse <Vedi Metsuki, tu non sei umana, sei una Yukai, e così anche io, il mio nome è InuYahsa, mentre Chow in realtà si chiama Kagome, ed è una sacerdotessa, noi veniamo da un mondo diverso, per la precisione siamo dell’epoca sengoku jidai, epoca feudataria giapponese, i tuoi genitori erano dei demoni completi, appena nata però vennero uccisi da un monaco, così che tu venni portata nel futuro, da li sei stata portata in orfanotrofio appena nata qua in Italia, ma ora devi tornare, tu non puoi vivere qui e noi ti stiamo cercando da parecchi anni, solo ora ti abbiamo trovato, e volevamo prima che tu ti fidassi di noi per poi poterti raccontare tutto, eravamo al corrente che tutto ciò ti avrebbe shoccato, quindi adesso fa quello che reputi più giusto,a ragiona su quello che ti ho detto> detto ciò Atamahito, o meglio Inuyasha si trasformo letteralmente in un ragazzo che dimostrava a occhio e croce 22 anni, con lunghi capelli color argento, occhi color ambra, 2 strane orecchie da cane, canini lunghi e marcati e artigli lunghi e affilati e si sedette in un angolo del pavimento sotto lo sguardo sconcertato di Metsuki, che orami non riusciva nemmeno più a pensare dalla sorpresa, così che si girò verso la signora Chow, anzi Kagome, che con occhi vivaci e un po’ preoccupati per le disse <So che ti può sembrare stano, anche io in un primo momento sentendo parlare di Youkai, Hanyou e Kami credevo di essere impazzita, senza contare che credere di aver attraversato il tempo e lo spazio, tramite un lurido pozzo vuoto, bhe era decisamente troppo, ma piano piano ci feci l’abitudine, finchè quella per un motivo o per l’altro diventò il mio periodo, il mio tempo, il mio spazio, ti confesso che in un primo momento fu durissimo, perché tra la scuola e la famiglia in un tempo, e questo baka e il mondo da salvare dall’altra parte ero totalmente sconvolta, triste, indecisa, e decisamente infuriata col destino, che mi aveva giocato quello che, all’apparenza, era decisamente un brutto tiro> <Ehi non scaricare le colpe su di me! E non chiamarmi baka!> interruppe Inuyasha falsamente offeso, per sollevare un po’ il morale, visto la tensione che si era accumulata nella stanza <Oswari> mormorò svogliatamente Kagome, intuendo l’intento del suo amato, ormai erano troppi anni che ci stava assieme, era come se gli leggesse nel pensiero.
Dal canto suo Metsuki non sapeva cosa provare, ora non si sentiva più ne arrabbiata, ne triste, la sensazione di essere stata ingannata era totalmente svanita, e aveva lasciato posto a sgomento, curiosità, e divertimento per la scenetta di quei due che avrebbero dovuto essere i suoi genitori adottivi <Quindi io ora cosa devo fare? Non so più chi sono, certo non mi dispiace lasciare la mia vecchia identità, tanto era solo un fardello inutile, ma ora non ne ho una, so ancora meno chi sono, so ancora meno da dove vengo, e…e…oddio mi fate morire dal ridere!> detto questo rise a crepapelle, vedendo InuYasha che tirava un pizzicotto a Kagome, che dal canto suo continuava a farlo sfracellare al suolo, dicendo a ripetizione oswari fino a che dalla schiena del ragazzo non arrivò un crack, segno evidente che la schiena gli si era incriccata, vedendo la sua reazione così positiva Kagome sorrise, e disse piena di premure <Non hai più bisogno di chiederti chi sei e da dove vieni, perché se vuoi possiamo tornare in Giappone, attraverso il pozzo andare nella nostra epoca, e vivere da oggi stesso una vita senza menzogne, senza ingiurie, dove poter sfogare pienamente i tuoi poteri da potentissimo Youkai, che da quando ti è stato trapiantato il cuore riesci a gestire meglio del solito vero?!> nel frattempo Inuyasha si era alzato, e appena la ragazza fini di parlare la prese come un sacco di patate e disse con voce decisa < Kagome no baka, lo sai benissimo che non c’è nemmeno da chiederlo, che lei sarà felice di venire, quindi adesso partiamo, i soldi dell’affitto li lasciamo nella casa, così non ti vengono i sensi di colpa, per quanto riguarda l’adozione ormai è inoltrata, quindi non c’è problema, per le tue leggi possiamo portarti via tranquillamente, perciò se hai qualcosa da prendere in particolare fallo presto, perché non ho voglia di stare ancora qua, c’è troppo rumore, il cibo non mi piace, gli odori sono perforanti, e non posso vestirmi come voglio!>
Metsuki fece appena in tempo a dire si che InuYasha gli disse <E d’ora in poi cancella quell’imbranato di Atamahito che conoscevi, perché non è mai esistito, ne diventerò mai a quel modo! E ora corri! Non resisto con questi pantaloni!!!!!>
Con ciò Metsuki corse in camera sua, fece rapidamente la valigia, mentre metteva le cose dentro lo zaino si chiese come mai avessero impiegato molto tempo a trovarla, e come in tutto quel tempo avevano potuto tenerle nascosta la verità, dato che solo mentre dormivano non entrava nelle loro menti, avendo scoperto, diverso tempo prima, che in un sogno le persone avevano delle emozioni troppo forti e ciò rischiava di farle perdere il controllo della realtà, rischiando di rimanere imprigionata nelle emozioni provocate da quel sogno.
<Chissà come sarà da qui in avanti la mia nuova vita, non ho paura, non ne ho mai, ma sento che anche se non sarà un periodo triste certamente non sarà molto semplice> si ritrovò a pensare ad alta voce Metsuki, guardando la luna <Sai luna, anche se mi chiamo come te e ho i tuoi stessi colori adesso non mi sento più così sola, e neanche tu vero?> chiese alla luna che la guardava dall’altro come se stesse sorridendo, subito dopo si sentì chiamare da Kagome, che dopo aver bussato entrò nella camera per informarla di non portare più di 2 cambi, visto che dove sarebbero andati avrebbero messo altri abiti, data la differenza di tempo, e la pregò di fare velocemente, visto che Inuyasha stava diventando intrattabile <Certo ho praticamente finito, prendo solo 2 ricordi, per il resto ho quasi tutto, ho solo 1 domandina da farti Ch…o scusa Kagome, io sai come sono fatta con la musica, ne ho un bisogno smisurato, come farò in quel periodo che non c’è un minimo d’elettricità??? Non potò ascoltare ne il lettore cd ne tanto meno lo stereo!>
Kagome sorrise alle parole della ragazza, sapeva quanto fosse difficile stare senza elettricità, e di certo quando era dall’altra parte del pozzo soprattutto i primi periodi, aveva un bisogno costante di sentire il calore di una stufa, il phon che asciuga i capelli d’’inverno, o anche solo di sentire la sua canzone preferita, quindi le rispose <Facciamo così, appena arriviamo in Giappone prendiamo un bel generatore, tanto anche a me piacerebbe ascoltare musica e usufruire di qualche comodità, poi inscatola lo stereo, e per quanto riguarda le pile ne prenderemo in quantità di quelle ricaricabili e un caricabatteria, ok?> <Ahhhh sisi sei decisamente la migliore Kagome! Grazie mille di avermi trovata!!> mentre diceva questo Metsuki si sentiva sempre più leggera, come se ogni suo problema fosse solo una cosa del passato, non le interessava più nulla di quello che era stato, l’importante era il futuro, e si prospettava decisamente positivo, mentre le ragazze parlavano, InuYahsa era arrivato dietro la porta, e chiese a Kagome <Ehi Kagome cosa sono caricabatteria, generatore e quelle altre diavolerie che avevi nominato prima?> chiese il demone con faccia stranita, non aveva mai sentito nominare quelle cose, e spere di doverle portare dietro lo insospettiva abbastanza <Ah non ti preoccupare, te lo spiegherò poi sull’aereo> rispose sorridendo, mentre il ragazzo impallidiva, sentendo nominare quell’aggeggio di fesso che ti faceva volare, a lui non piaceva per niente, soprattutto quando si alzava per volare, e quando andava giù, sentiva che in quei momenti gli veniva meno l’aria, e lo stomaco gli sobbalzava, no decisamente non gli piaceva! <Cosa noi non prenderemo di nuovo quella cosa volante!> esclamò indignato, mentre Kagome cominciava a spiegava che lo avrebbero fatto per questioni di tempo e comodità, appena due secondi dopo i due cominciarono a litigare, e a Metsuki, che fino a quel momento non li aveva mai visti a quel modo, sembrò di vedere un film comico, sembravano tanto diversi, e ancora si domandò come avevano fatto loro a nascondere tutto, ma questa volta, decise di chiederlo a loro <Come avete fatto per tutto questo tempo a mentire alla mia lettura del pensiero, sono certa che lo sappiate che so entrare nei pensieri delle persone, e nei vostri non ho mai visto nulla che mi portasse a dubitare nonostante sia da tempo che sono qua> <Semplice, ti abbiamo già detto che io sono una sacerdotessa, bene ho fatto un incantesimo per diciamo deviare le immagini mentali e i pensieri che avresti potuto leggere nelle nostre menti, è stato difficile, pericoloso per InuYasha, e la notte non eravamo coperti dall’incantesimo, ma bisognava prima di tutto farti capire che ti vogliamo bene, che volevamo solo il tuo bene, ma per fortuna ci sono riuscita, e sono quasi stupita, visto che era la prima volta che lo facevo, per poi così tanto tempo…bhe è decisamente un record, anche s’è molto stancante!> rispose Kagome con dapprima un sorriso, per poi terminare con una faccia melodrammatica, che fece sorridere Metsuki, capendo che loro erano decisamente più divertenti di chiunque mai avesse mai incontrato, mentre InuYasha in piedi dietro le si portò le mani dietro la nuca, sbottando solo un <Tsk>
<Bhe ma c’è ancora un problema, come farò a capire quello che diranno li le persone? Parleranno certamente giapponese antico! Io non lo so!> chiese ad un tratto sconvolta Metsuki, rendendosi conto che non avrebbe potuto comunicare con nessuno che non fossero i suoi genitori adottivi <Ah non ti preoccupare, sei comunque già a buon punto, perché sono certa che in te ci sono ancora ricordi della lingua giapponese, del resto ahi vissuto li per degli anni, anche se eri piccola, e perciò non lo ricorderai, ma piano piano sotto la nostra guida parlerai giapponese e giapponese antico come se non avessi parlato altro per tutta la tua vita!> esclamò soddisfatta Kagome <ma ora andiamo, hai preso tutto?> chiese alla ragazza, sapendo che entro poco InuYasha avrebbe cominciato a borbottare, e di certo le prospettive non la allettavano <Si devo solo inscatolare lo stereo> rispose Metsuki felice dell’imminente cambiamento, si sentiva più calda di quanto non lo fosse mai stata nella sua vita, sentiva persino il suo cuore battere, non lo aveva mai sentito battere, mai, addirittura da bambina era convinta che non avesse un cuore! Nel frattempo prese la scatola dello stereo che conservava come aveva sempre fatto, pensando che comunque sarebbe servita per quando avrebbe lasciato quella casa, quella famiglia, ma questa volta era diverso, se ne andava si da quella casa, ma con la sua famiglia! Oh che gioia che provava, sentiva quasi l’impulso di saltare di gioia! Appena ebbe terminato di mettere dentro le sue valigie tutti i suoi libri, si che doveva andare nel passato, ma certamente una cultura sarebbe servita anche li, e gli ultimi oggetti che mancavano uscirono di casa, quando si rese conto che non avrebbe potuto guardare la televisione, non avrebbe potuto vedere le sue cassette preferite, e lo fece notare a Kagome, ormai aveva capito che ad inuYasha di quelle cose era meglio non chiedere, sempre che non avesse voluto spiegare come potesse essere importante avere il tempo per un bel film!
Dal canto suo Kagome dopo aver riflettuto un momento su quello che aveva detto la ragazza le chiese le andava di vendere le sue lacrime, così con i soldi ricavati avrebbero potuto comprare tutte ben due generatori, più qualche cassetta interessante, dopo aver riflettuto un stante Metsuki disse che era certo una bella idea, che la tv avrebbero preso tranquillamente quella che era in casa, e le sue cassette le aveva già prese, quindi restava solo da chiamare un taxi, e cercare di far stare tutto nella macchina, ma fu interrotta nel mezzo della frase da InuYasha, che appena sentì dire taxi quasi si mise a ridere e le disse <Ma a che ti serve un taxi quando tu sei tranquillamente capace di portare dietro lo stereo e le tue valigie senza il minimo peso, Kagome prenderà lo zaino dove mette sempre tutto, il prendo la televisione e le valigie e Kagome sulla schiena e ci muoviamo sopra i tetti, così faremo in fretta, ci vorrà solo mezz’oretta di viaggio!> Metsuki era sconcertata, saltare sui tetti lui come faceva a saperlo? L’aveva spiata? E come faceva a sapere le sue valigie non le pesavano quasi nulla?
Quando Kagome vide l’espressione shoccata della ragazza le spiegò, come se le avesse letto nel pensiero <Vedi piccola tutti gli Youkai potenti, e tu sei una di quelli, hanno la capacità di saltare molto in altro, ed hanno una forza spaventosa, sarebbero capaci di sollevare una camion facendo lo sforzo che un umano avrebbe sollevando una scatola di libri, quindi non ti procurare, adesso andiamo, senza contare che tu sei una Neko-Youkai, quindi chissà che salti devi essere in grado di fare!> <Ma…ma… ma voi come sapete che sono una Neko-Youkai?> chiese sconcertata la ragazza <Tsk che domande prima di tutto dal tuo odore!, e poi perché i tuoi genitori erano due Neko-Youkai, quindi non avresti potuto essere nulla di diverso! Che colmo, un Inu-Youkai che adotta una Neko-Youkai, questa poi si ch’è difficile trovarla in giro! Adesso andiamo!, non ho voglia di stare qua altri tre mesi!> e detto questo caricò sulle spalle Kagome che aveva già lo zaino, prese la tv ormai impacchettata, le valigie pesanti e saltò sul tetto, dopodichè incitò Metsuki a fare lo stesso.
Metsuki era felice, stava incominciando una nuova vita, una vita dove non sarebbe strana, ma come chiunque altro, circondata da persone che le avrebbero voluto bene per chi era sul serio, una vita degna di essere chiamata tale!



La Fic prende spunto da una fic già esistente, di VaniaMajor 'Cuore di demone' e relativi seguiti 'La fonte dei desideri' 'Gli echi della memoria' 'Sangue impazzito'


mini glossario
Amatahito= Amata (testa) Hito (uomo) uomo di testa
Metsuki= Me (occhi) Tsuki (luna) occhi di luna
Chow= farfalla
Youkai= demone
Hanyou= mezzo demone
Neko= gatto
Inu= cane (e chi non lo sapeva?....vabè)
Cristallo di rocca= cristallo trasparente come l'acqua, indicatore di grandi capacità comunicative, enormi forze energetiche, capacità di bilanciare ed assumere il controllo. Indica anche poteri pranoterapeutici e spirito umanitario, necessità di promuovere sentimenti elevati, eliminando le cattive abitudini e la negatività. Purificatore e protettivo, risveglia lo spirito, assorbe le energie negative e potenzia quelle positive. Stimola la conoscenza di sè stessi e il recupero dei ricordi inconsci, aiuta la capacità di poter affermare la propria natura profonda, le proprie convinzioni e la comprensione degli altri. Potenzia la propria energia, rinforza i punti deboli dell'aura. Stimola la percezione psichica, ordina i pensieri, schiarisce la mente. Scioglie i blocchi energetici e rilassa. Regolarizza la temperatura corporea, Stimola e migliora la circolazione linfatica ed energetica, favorisce la cicatrizzazione, rigenera i tessuti. Vista la durezza viene utilizzato oltre come pietra per gioielli, anche per fare punte di freccie e lancie.

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