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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: PAPI
Genere: Azione
Rating: Per Tutte le età
Autore: hika89 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 30/01/2006 07:46:01

lasciate perdere davvero, non riesco a stampare da word e allora la metto su web...
 
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- Capitolo 1° -

Papa dal 29 agosto 1484 al 25 luglio 1492, il suo nome di battesimo era Gian Battista Cybo ed era nato a Genova nel 1432. Successe a Sisto IV essendo stato eletto con i suffragi di un collegio cardinalizio riempito dal predecessore di porporati mondani e secolareschi. Le poche sue buone iniziative fallirono per mancanza di acume e di energie, come la guerra da lui condotta contro re Ferdinando di Napoli. Per consolidare i rapporti stretti con i Medici di Firenze, promosse il matrimonio di suo figlio Franceschetto con Maddalena de’ Medici, celebrandolo solennemente in Vaticano.
Ricevette a Roma il principe turco Djem, fratello del sultano Bayazid, scampato all’eccidio della sua famiglia e pretendente al trono di Istanbul. Il suo malinconico tramonto fu illuminato nel gennaio 1492 dalla presa di Granata, ultimo baluardo dell’islamismo in Spagna. Gli successe Alessandro VI.
Alessandro VI, Papa dal 1492 al 1503. Come papa, Alessandro VI fu una delle più discusse personalità della sua epoca: poco aperto, da un lato, alla cultura rinascimentale, sistemò tuttavia l'università di Roma e incoraggiò gli scavi archeologici che portarono alla scoperta, a Nettuno, dell'Apollo del Belvedere e, più tardi, del gruppo del Laocoonte. Rodrigo Borgia fu però soprattutto un sovrano temporale, partecipò, infatti, attivamente alle vicende politiche italiane. Ostile alla spedizione in Italia di Carlo VIII di Francia (1494), lo lasciò arrivare a Napoli, organizzando subito dopo contro di lui, una lega con Venezia e Milano, che costrinse Carlo VIII ad abbandonare Napoli e l'Italia (1495). Girolamo Savonarola l'accusò di simonia e ne criticò aspramente la vita dissoluta, cosa che gli costò la scomunica da parte di Alessandro VI (1497) e più tardi (1498) la morte: Savonarola fu impiccato e bruciato sul rogo a Firenze alla presenza di inviati pontifici.
I suoi grandiosi progetti di conquiste, pensati per favorire il figlio Cesare, causarono una serie di continue lotte contro i grandi feudatari romani (Colonna, Orsini, Savelli, Caetani) e contro i signori della Romagna e dell'Italia centrale.
Ma la sua morte improvvisa (per la quale si parlò di veleno) fece crollare tutti questi progetti, poiché nel frattempo anche il figlio Cesare si era gravemente ammalato.
Fin dall'inizio del pontificato Giulio II si predispose con un coraggio e una determinazione raramente uguagliate, per disfarsi dei vari poteri che sopraffacevano la sua autorità temporale. Per mezzo di una serie di complicati stratagemmi riuscì innanzitutto a rendere impossibile ai Borgia di restare negli Stati Pontifici. Usò quindi la sua influenza per riconciliare le due potenti famiglie degli Orsini e dei Colonna, e, con decreti fatti nel loro interesse, riuscì a legare a se il resto della nobiltà romana. Essendo ora sicuro a Roma e nel territorio circostante, si mosse per estromettere i veneziani da Faenza, Rimini, e dalle altre città e fortezze d'Italia che avevano occupato alla morte di Alessandro VI. Trovando impossibile spuntarla sul Doge con le rimostranze, nel 1504 favorì un unione degli interessi contrastanti di Francia e Germania, e sacrificò temporaneamente in qualche misura l'indipendenza dell'Italia, allo scopo di concludere con loro un'alleanza offensiva e difensiva contro Venezia. Questa fu comunque, inizialmente poco più che nominale, e non fu immediatamente efficace, spingendo i veneziani a cedere solo pochi e non molto importanti luoghi della Romagna; ma con una brillante campagna Giulio nel 1506 riuscì a liberare Perugia e Bologna dai loro despoti, e riuscì a portarsi ad un tale livello di influenza, da rendere la sua amicizia di primaria importanza sia per il Re di Francia che per l'Imperatore.
Anche gli eventi giocarono a suo favore, tanto che nel 1508 fu in grado di costituire con Luigi XII di Francia, l'Imperatore Massimiliano I e Ferdinando II d'Aragona, la famosa Lega di Cambrai contro la Repubblica Veneziana. Nella primavera dell'anno seguente la Repubblica venne posta sotto interdetto. I risultati ottenuti dalla Lega andarono oltre le intenzioni di Giulio. Con la sola battaglia di Agnadello tutti i domini di Venezia in Italia vennero praticamente persi; ma poiché né il Re di Francia, né l'imperatore erano soddisfatti dal semplice aiutare gli scopi del Papa, quest'ultimo trovò necessario entrare in contatto con i veneziani per difendersi da quelli che fino a poco prima erano stati i suoi alleati. I veneziani, con un atto di umile sottomissione, vennero assolti all'inizio del 1510 e poco dopo la Francia venne posta sotto il bando papale. I tentativi di portare ad una rottura tra Francia e Inghilterra si rivelarono senza successo; d'altra parte, ad un sinodo convocato da Luigi a Tours nel settembre 1510, i vescovi francesi si ritirarono dall'obbedienza papale, e si risolsero, con la cooperazione di Massimiliano, a cercare la deposizione di Giulio. Nel novembre 1511 un concilio si riunì a tale scopo a Pisa.
A questo punto Giulio entra nella Lega Santa, con Ferdinando II d'Aragona e i veneziani, contro la Francia. Alla Lega si aggiunsero successivamente anche Enrico VIII d'Inghilterra e l'Imperatore Massimiliano I. Giulio riunì anche un concilio generale (in seguito diventuto noto come quinto concilio laterano) che si tenne a Roma nel 1512, il quale, in base al giuramento fatto al momento dell'elezione, egli aveva promesso di convocare, ma che era stato ritardato, come affermò, a causa dell'occupazione dell'Italia da parte dei suoi nemici. Nel 1512 i francesi vennero scacciati oltre le Alpi, ma al prezzo dell'occupazione da parte delle altre potenze, e Giulio, benché si fosse assicuato stabilmente l'autorità papale negli stati immediatamente attorno a Roma, si trovava più lontano che mai dalla realizzazione del suo sogno di un regno italiano indipendente. Fu a questo punto che morì, a causa della febbre, nel febbraio 1513, venendo sepolto nella Basilica di San Pietro in Vincoli. Gli successe Papa Leone X.
Leone x, secondogenito di Lorenzo il Magnifico, dopo la cacciata dei Medici da Firenze (1494), per alcuni anni viaggiò per l'Europa, ma tornato in Italia, contribuì a ristabilire la signoria dei medici sulla sua città.
A distanza di pochi mesi fu eletto papa (11 marzo 1513) succedendo a Giulio II, di fronte alle grandi potenze condusse una politica di equilibrio e compromesso, per rendere effettivi i suoi propositi di pace. Continuando dapprima l'indirizzo del precedente pontificato, si mostrò ostile alla Francia; costretto poi dagli eventi, finì per appoggiarla temporaneamente, per timore della Spagna.
Rimase sostanzialmente neutrale durante le prime fasi del conflitto franco-absburgico e, solo quando Carlo V parve uscire vittorioso, decise di appoggiarlo nelle campagne d'Italia, a prezzo di notevoli sacrifici finanziari.
Fu sostanzialmente moderato nel governo dello Stato Pontificio.

 
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