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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Cavalieri dello Zodiaco, I (Saint Seiya)
Titolo Fanfic: RICORDI DI GUERRA
Genere: Sentimentale, Horror, Azione, Drammatico
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot
Autore: saiyo83 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 05/12/2005 23:40:40

diciamo che è più nel genere drammatico, un pò horror visto i fatti realmente successi, ho provato ad immaginare una vita per gli ebrei a quel tempo
 
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UNICO
- Capitolo 1° -

RICORDI DI GUERRA
By Saiyo83


È una cosa brutta vivere allungo perché si vedono le cose più brutte senza che tu possa fare qualcosa. È quello che mi è capitato a me… mi chiamo Reiel ho i capelli lunghi fino al fondoschiena mossi di un colore dorato e occhi verde chiaro è sono un oracolo della dea Atena ho 270 anni e credetemi non è bello vivere così allungo anche se ho conosciuto allungo la dea Atena della generazione passata. Ora è da 243 anni che cerco quella di quest’epoca ma non lo ancora trovata, in tutti questi anni ho viaggiato per utto il mondo vedendo le cose più brutte come le guerre e le persecuzioni da parte dei nazzisti contro gli ebrei, quello è stato il periodo più brutto in tutta la mia vita di oracolo, ma iniziamo dall’inizio.

Io sono nata ad Atene, non conosco i miei genitori perché mi hanno abbandonato davanti al Santuario quando avevo un paio di mesi, forse perché in mezzo alla fronte ho un simbolo rosso ma non sono di religione buddista mi hanno sempre detto che sono sempre stata così e facevo delle cose strane con in mio pensiero ad esempio muovevo gli oggetti senza toccarli o se ero in un posto poi mi ritrovavo in un altro posto in pochissimi secondi.

Così passai la mia vita al Santuario in mezzo ai Saint ed ai bambini che sarebbero diventati Santi. Io ero piu grande dei bambini di 9 anni e mi legai con tre bambini uno si chiamava Fill, poi c’era Doko e Sion. Mi trovavo benissimo con loro tre e solo Sion sembrava avesse i miei stessi poteri psichici, e Doko invece poteva usare la Telepatia ed il teletrasporto. Poi c’era lei Atena che aveva la mia stessa età ed era la mia migliore amica e lo stesso valeva per lei forse perché eravamo le uniche ragazzine apparte alcune Saint, ma erano veramante pochissime forse 2 o 3.

Finalmente il gran Sacerdote del Santuario constatò che io ero un oracolo e quindi mi diede lo strumento che apparteneva ad un oracolo ovvero la Sfera della divinazione che mi sarebbe servito per le mie predizioni. Gli anni passarono e ormai i miei amici divennero tutti dei Saint ed ero felice per i miei 3 amici che ricevettero il loro Gold Cloth, Fill ricevette quello del Sagittario, Sion quello dell’Ariete e Doko quello della Bilancia.

Gli anni passarono come anche le battaglie che i Saint guidati da Atena doverono afforontare ed io non ero da meno facevo le mie previsioni che risultarono quasi tutte azzeccate l’eccezione che confermava la regola arrivò all’ultima battaglia contro il dio Hades con il risultato che tutti i Saint morirono tranne Sion e Doko che si salvarono per miracolo, io mi sentivo tremendamente in colpa soprattutto non era da me sbagliare le previsioni, ma Doko, Sion e Atena mi ringraziarono perché senza il mio aiuto sarebbero morti anche loro ed invece almeno loro erano vivi, ma non mi faceva sentire meglio. A quel punto Atena decise di mandare Doko a Goro Ho in Cina a tenere sott’occhio la torre dove riposavano le 108 stelle malefiche e l’anima di Hades per altri 243 anni cioè la durata del sigillo che ci aveva posto sulla torre e Sion venne nominato nuovo gran Sacerdote e cercammo di vivere il resto della nostra vita in pace e tranquillità.

Passarono gli anni ed io rimasi al Santuario con Sion in attesa che degli altri ragazzini prescelti prendessero il posto dei Saint, ma in tutti questi anni nessuno fece domanda o arrivò qui così decidemmo di andare a fare un viaggetto per tutto il mondo in cerca di ragazzi impavidi e coraggiosi, pronti a servire la giustizia anche a costo della vita.

Non trovammo a nessuno con questi requisiti. Sono nostro sommo dispiacere, arrivammo addirittura in Cina così passammo a trovare Doko che si era adattato alla vita li in Cina e ci ha detto che si trovava perfino bene meglio per lui. Dopo un paio di giorni io e Sion ripresimo il nostro viaggio fino ad arrivare in Germania e li rimasi shoccata ne vedere Berlino piana di soldati che marciavano e bandiere rosse e bianche con un strana croce nera al centro, non mi piaceva allora dissi a Sion di andarcene al più presto perché qui non avremmo trovato nulla chiamando Berlino “ la città del diavolo “.

Sion all’inizio non capiva il significato delle mie parole, ma poi vidomo le prime ingiustizie dei soldati che portavano delle persone via da una bottega del pane come se fossero degli animali o peggio. Poi io mi fermo di colpo e coprii gli occhi gli occhi di Sion e mi girai perché poi sentimmo dei spari non appena tolsi le mani dai suoi occhi ed io aprii i miei vidi quelle persone erano atterra è non si muovevano ed il sangue scolava dai loro corpi rigettandosi nelle strade ed i soldati che ridevano e toglievano la dignità a quelle persone nonostante siano morte.

- Raiel non siamo più dei bambini, abbiamo 200 anni certe cose bisognerebbe evitarle -
- Sion, non possiamo fare niente, il mondo sta subendo un cambiamento -
- in che senso, che vedremo queste cose finchè la gente si estinguerà? -
- no questo non accadra mai, ma ci saranno tanti morti soprattutto da parte degli ebrei, che a migliaia moriranno per un semplice ordine di un dittatore – dissi triste

io e Sion cercammo di andarcene da quell’inferno perché inferno era la parola giusta per definire quel posto, tutta la città puzzava di carne avariata o semplicemente meglio definire che era odore di morte che dapperttutto si sentiva, io stavo per sentirmi male non ce la facevo più, dopo un po’ Sion dovette portarmi in spalle perché veramente stavo per perdere i sensi.

Durante la nostra attraversata della città venimmo fermati dai soldati ed io ebbi paura da una parte, ma dall’altra no infondo non eravamo degli ebrei e quindi non ci avrebbero fatto nulla, o almeno credo

- da dove venite? È come mai stavi andando a passo veloce verso l’uscita della città? -
- la mia amica non si sentiva bene e poi noi abitiamo in Grecia – disse Sion ai soldati
- che stai dicendo i greci non hanno dei nei sulla fronte come te o un simbolo stano in mezzo alla fronte come lei – ribadì alterato il soldato con il mitra puntato contro di noi
- siamo originari dell’India, li è usanza avere dei simboli o nei nalla fronte -
- per sicurezza verrete con noi – disse il soldato

Sion li segui ed io che stavo facendo finta di dormendo mi svegliai e all’improvviso mi venne una visione, iniziai a tremare finchè Sion non se ne accorse e mi fece scendere e tentava di calmarmi. Arrivammo in un’edificio dove entrammo in una stanza con i due soldati ed in una scrivania c’era un altro uomo poi iniziò a guardarmi e fece mandare fuori i soldati ed iniziò a parlare, camminando avanti e indietro nella stanza.

- i miei soldati mi hanno riferito che stavate andando verso l’uscita della città a passo svelto, non sarete mica degli ebrei? – disse soffermandosi davanti a me
- no io sono una cittadina Ateniese, lo può vedere anche dai nostri tipici abiti – dissi io
- io sono il gran Sacerdote del Santuario, penso che lei mi conosca, sono famoso in tutto il mondo, e se volessi potrei comandare tutti voi – disse cercando di spaventarlo
- lo sai che c’è una condanna molto severa per chi dice il falso – disse a tono l’uomo
- io non sto dicendo il falso, lei è una mia assistente che lavora per me da anni -
- il gran Sacerdote in questione avrebbe 200 anni è un uomo non potrebbe vivere così allungo, non crede? – disse sempre guardandomi
- senta perché mi guarda così – dissi io ad un tratto visto che non mi toglieva gli occhi di dosso e la cosa mi dava molto fastidio
- stavo vedendo il simbolo che hai in fronte, datemi i vostre generalità che controllo subito se siete degli ebrei, sapete per sicurezza, qui gli ebrei crescono come funghi -
- io sono Sion, lei è Reiel -
- bene non siete nella lista, quindi non siete ebrei, ma quel simbolo non mi convince -
- guarda che mi tocca sentire, se solo ci fosse Atena qui – dissi io
- hai detto qualcosa? – disse l’uomo
- si possiamo andare ora visto che non siamo ebrei – dissi io iniziando ad arrabbiarmi
- no dovete rimanere ancora un po’ in nostra compangia. Soldato accompagnate questo ragazzo in cella voglio prima interrogare la ragazza – disse l’uomo

non appena mi ritrovai da sola con l’uomo che continuava a girarmi in torno ed a guardarmi dalla testa ai piedi iniziai ad innervosirmi di più ed un oracolo arrabbiato e meglio stargli alla larga solamente una volta mi arrabbiai tantissimo ed era stato un miracolo a farmi calmare grazie ad Atena ma lei non c’è più ed in tutti questi secoli non mi ero più arrabbiata ed oggi era la volta buona che mi sarei arrabbiata sul serio. Decisi di sedermi magari avrebbe smesso poi finalmente parlò

- sai se non avessi quel simbolo in fronte ed i tuoi occhi fossero più sull’azzurro saresti il modello perfetto di razza ariana – disse con un sorriso
- mi hai preso per un cane che suddividi in razze abbi rispetto per me, lo sai con chi stai parlando, con un oracolo – dissi senza volerlo e poi mi accorsi dell’errore
- un oracolo? Ora capisco il simbolo sulla tua fronte, buono a sapersi -
- voglio tornarmene a casa con il mio amico, chiaro – dissi con voce decisa
- mi spiace tu non andrai da nessuna parte, resterai qui con me e il tuo amico lo spediremo ai campi di concentramento ad Aushwitz così diventerà forte -
- forte il cavolo, se lui andra li non lo rivedrò più – dissi io arrabbiata
- beh tu sei qui e lui e in cella vogli proprio vedere come farai a raggiungerlo, se ce la farai andrai con lui sei contenta -

appena terminata la frase con suo grande stupore io mi teletrasportai da Sion che in cella mi aspettava come se sapesse che da un momento all’altro sarei andata da lui

- mi hanno detto che se ti raggungevo potevamo fare un viaggetto insieme – dissi io
- lo immaginavo che avrebbe detto così quell’uomo -
- devo dire che mi stavo veramente arrabbiando, e se fosse successo nessuno mi avrebbe fermato, apparte Atena, ma lei non c’è più -
- allora lo facciamo questo viaggetto ad Aushwitz? -
- ovviamente, magari riusciamo a fare disperare qualche soldato -

è così fù ci portarono ad Aushwitz e non perché eravamo ebrei, ma perché eravamo diversi infatti nei campi di concentramento non andavano solamente gli ebrei ma anche quelle persone portatori di handicap, o semplicemente diverse come noi. L’atmosfera era tetra soprattutto sui treni dove ci avevano messi tutti ammassati ed a ogni frenata c’era gente che cadeva e ci veniva a dosso, io e Sion potevamo andarcene quando volevamo ma avevamo deciso di vedere come fossero questi campi di concentramento per fare poi qualcosa non appena saremmo tornati al Santuario in Grecia, ma questa fù una pessima idea.

All’arrivo l’atmosfera era peggiorata anche perché a nostra insaputa ci separarono maschi da una parte e femmine da un’altra parte, la cosa non ci preocupava visto che potevamo parlarci tramite telepatia e così da quel gionro iniziò una nuova vita contro la sopravvivenza nel campo di concentramento di Aushwitz.

La prima cosa che fecero era quella di metterci in un capannone lo stesso della mia visione poi agli ebrei gli dettero degli abiti ovvero una camicia e un pantalone a strisce verticali bianche e azzurre con una stella a 6 punte cucita sulla parte sinistra che stava ad indicare che erano ebree. Mi feci spiegare da altre persone come si viveva li e mi hanno raccontato delle cose orribbili e mi preocupai per Sion poi chiesi a qualcuna di loro se ci fosse qualche Ateniese mi risposero solamente due donne sicuramente madre e figlia che stavano li da settimane la madre si chiamava Natascia e la figlia si chiamava Artesia erano ateniesi, ma di origine ebraica.

Feci amicizia subbito con loro e finalmente dopo tanto tempo parlavo il greco come mi mancava quella lingua, ogni tanto venivano i soldati a vedere quello che facevamo ma poi se ne andavano

- conoscete il gran Sacerdote – dissi io a Artesia
- certo che lo conosciamo chi non lo conosce in tutta la Grecia si parla spesso di lui -
- si trova qui al campo di concentamento – dissi io
- allora siamo salve – dissero le due ragazze
- non proprio, si trova anche lui nelle nostra stessa situazione -
- ma lui non è ebreo? O lo è – disse Natascia
- non lo è lui e originario dell’India, ma avendo i nei sulla fronte lo hanno portato qui -
- e tu come lo sai queste cose, ma ora che ti guardo tu sei Reiel l’oracolo -
- si esatto e Sion si trova qui -
- ma Sion non era il Saint dell’Ariete? -
- Atena ha voluto che sia lui il nuovo gran Sacerdote -
- ed ora che si fa, io non voglio morire – disse piangendo Artesia
- non moriremo io posso andarmene quando voglio non vi lascerò morire, ma per ora sono costretta a stare qui – dissi io

per tutta la giornata mi chiesi che stesse facendo Sion avevo una grande paura per lui poi lo sentii per telepatia e per fortuna stava bene ed io mi tranquillizzai, vennero i soldati nel nostro capannone e ci dissero che le vecchie e le bambine dovevano andare a fare la doccia ed allora tutti i bambini e le vecchie seguirono i soldati e li mi venne un’altra visone spaventosa, la doccia era la camera a gas, io spalancai gli occhi poi tra i bamibi e le vecchie dovettimo andare anche io e Artesia. Ora capisco che ho 200 anni e ne domostro 15 ma portarmi con i bambini è troppo, Artesia si mise a piangere perché anche lei aveva il presentimento che non avrebbe più rivisto la madre.

- non ti preocupare se ho detto che non moriremo non moriremo – gli dissi io
- lo spero, nessuno è mai uscito dalla camera a gas, se non morto – disse Artesia
- nessuno di questi bambini o di queste vecchie morirà -

ci dissero di spogliarci ma io mi rifiutai e lo stesso fece Artesia non appena i soldati ci videro ancora con i vestiti vennero subbito da noi con delle fruste ma non mi spaventavano e quando si misero davanti a me alzò la frusta e cercò di colpirmi, ma non ci riuscì riprovo un sacco di volte senza succeso poi passò ad Artesia ma in quel caso gli fermai la frusta, strappandogliela e buttandola via, tutti compresi gli altri soldati rimasero stupefatti nessun prigioniero o ebreo si era mai permesso una cosa del genere. Dopo un pò un altro soldato venne verso di noi con una spranga di ferro, ma io non mi facevo demoralizzare da quelle cose infondo mi ero allenata con i Saint quindi sapevo combattere anche molto bene. Strappai la spranga anche all’altro soldato e richiamata l’attenzione di tutti piegai la spranga di ferro come se fosse carta facendo venire i brividi a tutti. Comunque i soldati se ne andarono chiudendo le porte per non fare uscire nessuno.

Io corsi in tutte le aperture delle docce dove al posto dell’acqua sarebbe uscito il gas e piegando il ferro chiudendole, cosi il gas non sarebbe entrato e nessuno sarebbe morto. Infatti i soldati non appena entrarono rimasero shoccati nel constatare che per la prima volta le persone non morivano come era sempre succeso. Sentivo farneticare i soldati che io ero una specie di demone e che dovevo essere eliminata.

Dovetti seguirli visto che avevano puntato un mitra alla testa di una bambina. Mi portarono a vedere tutti i capannoni e persino mi fecero vedere quelli degli uomini poi una cosa che mia e dico mai dimenticherò della mia vita fu l’esecuzione di alcuni ebrei tramite fucilazione senza pietà e di tutte le età. Io in quel momento mi si accese un fuoco dentro il corpo quanto avrei pagato per uccidere tutti quei soldati, ma poi mi controllai anche perché se avessi ucciso i soldati sarei diventata un’assassina come loro anche se era per un giusta causa.

In quel momento dal cancello entrò una maccina, sicuramente dentro l’auto c’era una persona importate visto che a me mi hanno detto di inchinarmi, naturalmente io non mi inchinai. Io non mi inchino davanti a nessuno se non che alla dea Atena, quindi non mi sarei mai inchinata davanti a loro e soprattutto a degli assassini. Tutti non appena la pesona scese dalla macchina alzarono il braccio dentro verso il cielo salutando la persona che ricambiò con un sorriso io invece gli mostravo tutto il disprezzo che una persona potesse avere, mi notò e si avvicinò a me guardandomi come aveva fatto il soldato che mi mise in questo posto con Sion e disse

- ma questa ragazza è quasi di razza Ariana che ci fa qui -
- non ne abbiamo idea Signore, la stavamo portando alla fucilazione – disse un soldato
- invece fatela portare nella mia stanza che voglio interrogarla -
- se per interrogarla vuol dire violentarmi o farmi ammazzare preferisco di no -
- ragazzina tu non puoi dare ordini al comandante – disse il soldato
- io dico quello che voglio, e quando voglio, io sono una cittadina Ateniese e non è giusto che mi trattiate così – dissi rivolgendo uno sguardo da paura al comandante
- portatela dalle mie servitrici per renderla presentabile – poi se ne andò

così fecerò ma io non volevo togliermi il mio abito quello era l’unico modo per distinguermi dagli altri e nel far capire che ero di orngine greca. Cosi le servitrici mi pulirono il mio vestito che era ritornato ad essere bianco come la neve e non bianco verso il marroncino per colpa della polvere della terra, e lo stesso per i miei sandali. Poi con malavoglia mi accompagnarono davanti alla stanza del Comandante e mi fecero entrare. Lui resto stupefatto dalla mia bellezza o almeno così mi ha detto a me non interessava io ero solamente arrabbiata e non volevo stare li un minuto di più, ma qualcosa attirò la mia attenzione

- la riconosci questa? -
- come l’hai avuta? Quell’oggetto mi appartiene, e gradirei che me lo restituisca -
- mi spiace contraddirti ma ora e di mia proprietà. O se la rivuoi dovrai passare la notte qui con me o diventare la mia schiava fino alla fine dei tuoi giorni -
- quella sfera mi appartiene fin dalla notte dei tempi, e io non sono abituata a ricevere ordini, sono io che li do, quindi ti orndino di ridarmela – dissi con tono deciso e freddo
- allora vuol dire che la getterò dalla finestra. Anche se sei di origine greca tu sei stata mandata qui e quindi tu sei come tutti gli ebrei che sono qui – e mi dette uno schiaffo ma io non mi scomposi anzi non sentivo niente neanche un piccolo dolore
- sei sorpreso eh! La tua mano? Ti fa male vero! Mh che uomo sei se non riesci a far del male a una semplice donna – dissi io guardandolo con odio puro, ma anche con pena
- di pure addio alla tua adorata sfera –

e con arroganza mollò la mia sfera dalla finestra che io con il pensiero recuperai facendola arrivare fino a me con stupore del Comandante, lo vedevo quasi terrorizzato e faceva bene perché io…

uscii dalla porta e senza farmi vedere da nessuno me ne andai al capannone dove c’erano Artesia e sua madre ad aspettarmi, non appena mi videro mi abracciarono pensando che mi avrebbero visto solamente da morta, ma non era così facile uccidermi.

Il giorno dopo vennero di nuovo i soldati che ci fecero alzare tutte noi facendoci mettere in riga e leggendo un foglio

- ieri sera il nostro Comandante è stato trovato morto è se non verrà trovato il colpevole verranno fucilati 10 ebrei, 5 uomini e 5 donne avete un giorno di tempo per dirci chi è stato altrimenti domani i 10 ebrei verranno fucilati -

detto questo i soldati uscirono intanto anche quel giorno molte persone morirono e noi andammo a lavorare portando carichi pesanti, ma io abituata a portare cose ancora più pesanti non ebbi difficoltà ad aiutare anche le altre persone che invece a stento li trascinavano, e se si fermavano per anche un paio di minuti venivano fucilati sul posto e di queste cose venivano ogni giorno sotto i miei occhi e sotto gli occhi delle altre donne che c’erano li.

Nessuna delle donne li parlò di queste cose sperando che era stato dalla parte degli uomini ma poi mi guardavano a me con odio perché io ero l’ultima che io ero uscita da li così dissi a tutte che ero stata io ad ucciderlo dopodichè iniziarono a insultarmi per non averlo detto prima e mi dissero di costituirmi ai soldati io gli dissi di no ma non perché non volessi ma perché avevo un piano ben preciso che avrei messo in atto proprio l’in domani, ma le altre donne non lo capirono e minacciose si diressero verso di me, ma vennero fermate da altre donne che erano le figlie delle vecchie che salvai nella camera a gas è che alla fine sono morte comunque in un’altra camera a gas.

Il giorno dopo scelsero le prime 5 donne me compresa, e dissi a Sion di farsi scegliere per i 5 uomini e così fù io e Sion ci vidimo per la 1° volta da quando eravamo li tutti e due contenti di esserci ritrovati, ma non tutti erano contenti. Le altre 8 persone iniziarono a piangere ed io e Sion cercavamo di consolarle e che sarebbe andato tutto bene. I soldati si misero in posizione di tiro e stavano per sparare mentre io e Sion urlavamo ‘’ Crystal Wall ‘’. Tutti i proiettili cadevano atterra prima della nostra barriera ed i soldati non riuscivano a spiegarsi questa cosa, quello che vedevano era contro tutte le leggi della fisica. Poi finiti i proiettili noi abbassammo la bariera e dissi che ad uccidere il Comandante ero stata io per legittima difesa e così fecero andare via gli ebrei compreso Sion che salutai con un sorriso mentre i soldati vennero verso di me e mi dissero che avevo un grande onore a conoscere il loro grande capo che a giorni sarebbero venuto li, dal canto mio non mi interessava, potevano chiamare chi volevano.

Il giorno dopo come promesso dal soldato venne il loro grande leader alias colui che ha mandato tutte queste persone qui a morire. Non appena mi vide restò affascinato di quanto potessi assomigliare alla razza ariana. I soldati mi portarono dentro con la forza visto che io non volevo muovermi e non appena entrai sentii degli spari ed in una visione vidii le 8 persone morire sotto i fucili delle persone e del fatto che non sono riuscita a salvarle come era successo ai Gold Saint della Guerra Santa, ma ora dovevo restare a mente lucida per affrontare il loro leader.

- e così tu non sei di origine ebraica, ma di origine greca. Di che città? – mi chiese il leader prendendosi un sigaro ed accendendoselo lasciando una scia di fumo grigio
- io sono una cittadina Ateniese – non dissi altro per il momento
- eppure sembri una ragazza di razza ariana pura apparte i tuoi occhi verdi chiaro –
- io come avevo detto al suo soldato non sono un cane da dividere in razze –
- io non la penso così, 4° posto della gerarchia ci sono gli ebrei da schiacciare come le formiche, al 3° posto la gente comune, al 2° posto ci sono le persone di chiesa e al 1° posto ci sono io, i miei soldati e la razza ariana punto e fine. -
- … - io non dissi nulla restavo solamente schoccata
- allora che te ne sembra sei rimasta senza parole, lo immaginavo –
- non ho niente da dire sono schoccata ecco tutto, sei da manicomio -
- come ti permetti – e il soldato mi dette uno schiaffo e anche lui si sorprese nel constatare che non mi sia mossa per lo schiaffo, anzi si fece male lui alla mano
- che c’è avete perso la lingua? Pensate veramente che basti uno schiaffo, ts illusi –
- piantala di prenderci in giro – disse di nuovo il soldato cercando di colpirmi di nuovo
- non sai fare di meglio sei troppo lento – dissi schivando tutti i suoi colpi
- taci demone infido – e detto questo io gli detti un pugno tanto da rompergli i denti
- azzardati a offendermi ancora e giuro che userò tutta la mia potenza -
- vuoi dire che con quel pugno non hai usato tutta la tua forza – disse il leader
- esatto quindi sapete a che cosa andate in contro –
- ma è stupendo la razza ariana è la più potente di tutte le razze esistenti al mondo -
- io sono un’Ateniese non ariana -
- presto dobbiamo avere degli altri esemplari, fate la selezione di tutti i ragazzi ariani per farli accoppiare con questa ragazza. E tu sfonerai tanti bambini potenti e ubbidienti che ubbideranno solamente a me come anche tu ubbidirai solo a me -
- io non prendo ordini da nessuno, e tantomeno accoppiarmi con nessuno, io ubbidisco solamente alla dea Atena, quidi io me ne vado –

usai il teletrasporto e mi teletrasportai nel mio capannone. I soldati vennero di nuovo nel capannone a cercarmi ma io con un’onda d’urto li respinsi e così se ne andarono via e per il momento mi dissero che mi avrebbero lasciato in pace, ma che sarebbero ritornati a prendermi.

I giorni passarono ed io mi accorgevo che le persone diminuerono una dopo l’altra sia dalla parte di uomini che quella delle donne ed io non riuscivo a fare niente per loro, di bambini non ce ne erano più, l’ultimo fu ucciso proprio questa mattina con un colpo di baionetta ed io cercavo di consolare la madre, ma i soldati si stavano avvicinando a noi.

- tornate a lavorare o farete la sua stessa fine – disse un soldato
- CON CHE CORAGGIO AVETE TOLTO LA VITA AD UN BAMBINO DI 3 ANNI -
- di che ti impicci tu, il bambino non era mica tuo ed inoltre ora se lo può portare via non ci serve più, dovresti essere contenta di riavere tuo figlio ora riprenditelo -
- IL MIO BAMBINO, IL MIO BAMBINOOOOOO NOOOOOOOOOOOOOOOOOOO -
- su signora si alzi ormai non possiamo fare più niente – cercando di consolare la donna
-ASSASSINIIIIIIIIIIIIIIIIII -
- NOOOOOOO SIGNORAAAAAA SI FERMIIIIIIIIIIIIIIIII – urlai io

la donna si stava scagliando contro i due soldati, che venne fermata dai colpi di fucili dei soldati ed il suo sangue schizzava da tutte le parti persino su di me andarono qualche gocchia macchiando di rosso il mio vestito bianco e alla vista del sangue io mi misi ad urlare dalla rabbia e urlai ai soldati ‘’ STAR LIGHT EXTINCION ‘’ una tecnica che insegnai a Sion tanti anni fa, infatti insegnai io a tutti i Saint gli attacchi. Una luce abbagliante avvolse i soldati che tra le urla di terrore sparirono nel nulla, con stupore di tutti, gli altri soldati che videro quella scena non osavano avvicinarsi per la paura che potessero fare la stessa fine dei loro colleghi, così provarono a spararmi ma io alzai il mio muro di cristallo ed i proiettili non oltrepassarono mai il mio muro ed minacciosa andai verso i soldati che scapparono via abbandonando le loro armi che io come niente le distrussi.

Io ormai stavo per diventare pazza, non riuscivo più a dormire perché ogni volta che chiudevo gli occhi vedevo la morte, le persone che morivano, il sangue che usciva inperterrito dai loro corpi, i soldati che ridevano compiaciuti per aver ucciso gli ebrei e le persone che dimagrivano fino a diventare dei veri e propri sceletri che camminavano era una cosa impressionante solo le ossa erano visibili, avvolete mi domandavo come facessero ad alzarsi e camminare, allora preferivo non dormire per non vedere tutte quelle cose anche se le vedevo lo stesso e mi chiedevo per quanto ancora avrei dovuto continuare così, per fortuna la notte parlavo con Sion perché se no sarei morta veramente.

Da giorni che sentiamo dai soldati che gli americani stavano attaccando la Germania per liberarci tutti e questa notizia mi dette molto sollievo perché questo voleva dire che questa situazione sarebbe finita, ma sentii che volevano farci tutti fuori prima dell’arrivo degli americani infatti in questo periodo arrivarono anche altre persone da altri campi di concentramento sopratuttto 14 bambini e ultimanente ci stanno mettendo anche insieme ai uomini così vidi anche a Sion ed infatti avevamo deciso di proteggere quei bambini a costo della nosta vita. Per fortuna non li toccarono ma molta gente morirono anche Artesia e sua madre come anche Anne Frank una ragazza molto simpatica che conobbi negli ultimi tempi dove mi aveva confessato di aver scritto un diario per raccontare alle generazioni future ed anche quelle presente quello che lei e noi abbiamo dovuto passare in questo inferno.

La settimana dopo gli americani finalmente arrivarono e liberarono le persone che sono riuscite a sopravvivere a questo inferno e penso che le persone gli saranno grati a vita per averli liberati poi seppi da uno di quei soldati che il leader tedesco si era ucciso sparandosi, spero che stia patendo le pene dell’inferno.

- che ci facevi qui visto che non sei un’ebrea – mi chiese un soldato americano
- per via del mio simbolo in fronte come quello del mio amico che ha due nei in fronte -
- sapete siete stati bravi a salvare quei bambini -
- era il minimo, avrei voluto salvare molta altra gente ma non c’è l’ho fatta -
- adesso dove pensate di andare – chiese un altro soldato americano
- a casa nostra in Grecia, visto che siamo mancati per quasi 1 anno, ed io devo riprendere il mio ruolo di gran Sacerdote – disse Sion
- tu sei il gran Sacerdote? Noi pensavamo che avesse 100 anni -
- di preciso 200, ma non fatevi ingannare dal nostro aspetto, la dea Atena mi ha fatto un grande dono e posso vivere ancora molto allungo – disse Sion
- per me è diverso visto che io ho 209 anni e sono un’oracolo – dissi io
- ora capisco molte cose, beh allora buona fortuna – disse il soldato
- ti ringrazio ma prima vedi se riesci a trovare una casa a quei bambini -
- certo arrivederci – ed i due soldati se ne andarono
- bene ora facciamo ritorno a casa e riprendiamoci da questa brutta avventura –
- Sion se non ti dispiace vorrei partire per andare in giro per il mondo – dissi io
- in giro per il mondo? – disse lui sorpreso
- si per fare delle esperienze nuove ed aiutare anche altre persone -
- sembra che tu stia parlando di non ritornare più a casa – disse Sion triste
- questo mai, e poi tu devi trovare delle persone che sostituiscano gli altri Saint e cercare la nuova reincarnazione della dea Atena – dissi io
- hai ragione allora buona fortuna – disse lui
- anche a te, vedrai che un giorno ci incontreremo e ritornerò a casa per sempre -
- per sempre, è una promessa ricorda -
- si è una promessa -

è io e Sion ci separammo per prendere delle strade diverse ogniuno con dei compiti ben precisi come la promessa che ci siamo fatti al quale io avrei mantenuto ma non sapevo quando sarei tornata a casa, ma l’importante che tutto sia finito per il meglio. Così iniziò la mia nuova vita in giro per il modo ad aiutare la gente per quello che potevo fare pensando ogni tanto a Sion e Doko a cosa stessero facendo quel momento e ripensando anche a tutti quei momenti belli passati in loro compagnia.

FINE

Allora che ve ne sembra spero che anche questa sotria vi sia piaciuta anche se un po’ cortina, a me ha fatto piangere tantissimo.

Mi è venuta l’ispirazione quando ho visto un servizio di Rai Edu sulle persone sopravvissute nei campi di sterminio facendomi piangere tantissimo infatti cerco di non vedere film come Scinderlist o Il Pianista anche se me li hanno obbligato a vederli perché ero a scuola io cercavo di non guardare ma piangevo come una fontana, così ho deciso di scrivere una storia sui campi di concentramento e sui nazisti che spero veramente che in questo momento stiano patendo le pene dell’inferno.

Commentate Commentate vi prego, vorrei sentire i vostri pareri su questa storia vi prego. Grazie

ALLA PROSSIMA By Saiyo83 ^___________________________^

 
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