CAPITOLO PRIMO
- Capitolo 1° -
Accarezzò il freddo metallo della Colt.
La sua migliore amica, checchè potessero dirne Lionel e Hena.
C’erano molti lì, che si proclamavano suoi amici.. Ma lui li considerava solo compagni, niente di più, niente di meno…
Non aveva ancora trovato nessuno, in quel campo come negli altri luoghi in cui era stato, qualcuno a cui valesse la pena dare quell’appellativo.
Ma non è molto facile corrispondere alla tua definizione di amico…, aveva commentato una volta Lionel.
Niente di più vero.
Lui aveva idee strane, probabilmente per via dei libri che leggeva, come diceva Alexya. A causa delle sue letture se la prendevano con lui un po’ tutti, in effetti.
Quel luogo ed i suoi abitanti, anche i più aperti mentalmente (e, a dispetto delle apparenze, ce n’erano tanti!), non riuscivano a concepire nessuno dei concetti spiegati da autori come Voltaire, Diderot, Rimbaud e Kant. Per non parlare della Bibbia, poi!
Non che ci credesse molto neanche lui, a ciò che c’era scritto… Il Testo Sacro si limitava a dire “Non uccidere”, e poi raccontava storie di tipi che uccidevano e venivano lodati, come David contro Golia, o come Giuditta e Oloferne.
Di sicuro, le sue leggi non lo aiutavano granchè… E infatti non le osservava, per quanto le riguardasse spesso…
In fondo, non avrebbe potuto seguirle neppure volendo.
In quel campo, in quel mondo, l’unica regola era sopravvivenza. E lealtà, quando si poteva.
Anche se il tradimento non era comunque considerato un crimine condannabile, non veniva comunque visto di buon occhio dai più, e coloro che avevano tradito un gruppo per entrare in un altro facevano ben attenzione a non sbandierare la cosa.
Sospirò e si abbassò il cappello sugli occhi, appoggiando la Colt sui libri accanto a lui; aveva una tale paura che qualcuno potesse distruggerglieli per ritorsione a qualche sua frase tagliente, che aveva preso l’abitudine di portarsi i preferiti sempre dietro, quando si allontanava per avere un po’ di tranquillità. Per quanto tutti lo prendessero un po’ in giro, era ciò a cui più teneva; i libri, il suo passato, la pistola, il suo futuro. Il presente era se stesso.
Tre cose che considerava le sue uniche amiche. Le persone possono tradirti, quelle sue tre cose.. anche, ma ci stai meno male.
Il suono insistente del triangolo di Zaidan, gentilmente offerto al campo per richiamare l’attenzione dei suoi “ospiti” quando la voce non bastava (stratagemma teso a sostituire l’increscioso sistema di sprecare pallottole sparando in aria), lo risvegliò dal suo semi-pisolino.
Sbuffando, sentendo il fracasso degli altri che correvano alla base centrale, si sollevò da terra scrollandosi di dosso il pietrisco e togliendosi con un colpo il cappello dal capo, rivelando una bella chioma castano dorata, screziata di rosso.
Erano passati quasi due mesi dal suo arrivo lì.
E non c’era giorno che rimpiangesse la sua vita solitaria, solo con i libri, la pistola e un cavallo, oppure una moto presa chissà dove.
Un gruppetto di bambini dai cinque anni in su gli passò accanto di corda facendo crollare tutta la sua torre di libri.
Digrignando fra i denti, li ributtò nella sacca e si diresse incredibilmente seccato dove convergevano tutti i suoi “compagni”, maledicendo mentalmente l’inasprirsi dei conflitti che lo aveva portato a rifugiarsi lì.
Nota dell’autrice:
Ehilà! ^__^
Non so come mi sia venuta in mente l’idea per questa Original… ^^” Spero che qualcuno la legga e la commenti, anche se avendo tre fic in corso nella sezione Digimon, non potrò aggiornarla troppo spesso. ^__^
Come ho detto, la fic è ambientata in un immaginario e remoto futuro, dove la nuova nazione mondiale è scossa da una difficile guerra civile…
In questa mia fic siamo in un mondo in cui si mescolano un po’ tecnologia futura e comportamenti da vecchio West, e non so bene se sarà anche una fantasy, cioè con esseri magici e magia, ma è probabile di sì…
...Quindi potreste trovare di tutto! XD Siete avvisati.
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