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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: INCUBI
Genere: Sentimentale
Rating: Per Tutte le età
Autore: usagi00 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 05/08/2005 11:27:12

moira ha assistito a qualcosa di brutto...
 
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CAMBIAMENTI
- Capitolo 1° -

Moira scese le scale della sua casa, o meglio di quella che lo era stata fino a qualche minuto prima.
Corse di fretta la rampa che portava all'uscita di quella che era stata una casa piena di sogni e aspettative e che si era trasformata in una dimora ripiena di assurdità e menzogne.
Teneva la borsa stretta attorno al braccio con forza, con rabbia e sgomento per quello che aveva visto. Nell'oscurità di quelle rampe, nel rimbombo dei suoi passi e nella ritualità di quella discesa c'era tutta l'angoscia e la non realizzazione di ciò che era accaduto qualche istante prima.
Quelle scale le conosceva a memoria, sapeva il numero di scalini, le spaccature del muro e anche l’odore di umidità che sentiva ogni volta che raggiungeva uno dei primi piani, quelle scale quel giorno sembravano infinite.
Apparve come una torcia luminosa, come la luna nella notte e come l’unica via d’uscita, quella luce che filtrava dal buco del portone. Oltre c’era l’aria, c’era il mondo che conosceva e che era diverso da quello all’interno del suo vecchio appartamento.
Mise la mano tremante sulla maniglia mentre aprendola era investita da una cascata di luce di mezzogiorno. Con il cuore pesante mise qualche istante ad abituare la sua vista a quella luce, a quel mondo che ora non sembrava più lo stesso.
Chiuse la porta dietro di sé respirando a fondo, quasi come se gli mancasse l’aria. Percorse con passo veloce e sguardo assente le vie che percorreva da anni ma che per la prima volta gli sembravano quelle di un paese sconosciuto.
I capelli corvini erano in disordine e i suoi occhi verdi di solito pieni di voglia di vivere sembravano ora senza anima e privi di ogni sentimento positivo.
Rallentò il passo mentre il peso del suo cuore diventava un macigno sempre più grande che non era in grado di sopportare. L’ansia si stava trasformando in nausea che premeva contro la gola con una forza inaudita.
Sentiva le lacrime agli angoli degli occhi, vedeva mille volte successivamente l’immagine di ciò che aveva percepito o che forse, sperava, avesse sognato.
Sentiva la sua anima frantumarsi, la sentiva urlare dentro quel corpicino minuto, la sua anima sembrava troppo angosciata e troppo grande per poterla contenere.
Si fermò in un angolo nascosto di un piccolo vicolo del centro, lasciò cadere la borsa per terra, si poggiò al muro fissando i suoi piedi con sguardo distante.
Strisciò lungo la parete fredda e dura di pietra, toccò terra senza quasi mai sollevare lo sguardo, si strinse fra le braccia mentre le sue mani poggiate nelle braccia si strinsero con rabbia.
Si graffiò con forza tanto da farsi uscire il sangue, voleva cancellare il dolore che aveva dentro con la sofferenza fisica. Nella sua mente comparivano solo scene di lei che si faceva del male, che si sbatteva la testa al muro tanto da spaccarsela, lei che prendeva una taglierina e si riempiva il corpo di piccoli tagli.
Non voleva uccidersi, cercava solo una via di fuga da quel dolore che nessuna medicina del mondo poteva curare, da quella sofferenza che le dilaniava l’anima e non la faceva respirare.

 
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