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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: TALES OF THE BLACK MOON
Genere: Fantasy
Rating: Per Tutte le età
Autore: witchchan galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 01/07/2005 19:03:10 (ultimo inserimento: 05/07/05)

i cattivi sentimenti ti trascinano in antri oscuri... vi prego commentate! ^^
 
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ANIMOSITY
- Capitolo 1° -

Era una notte senza stelle. Una di quelle notti in cui la luna piena illumina il cielo con la sua luce più intensa, tanto da sminuire il chiarore degli altri astri, che sembrano scomparire nell’oscurità di fronte alla dorata luce lunare. Il vento soffiava leggero e gli unici rumori percepibili provenivano dalla vicina città. Rumori che però sembravano molto lontani, ed erano attutiti dai sospiri del vento.
“Dai, ma dove mi porti?”
“Siamo quasi arrivati…”
Lungo un sentiero che conduceva ad un casale abbandonato in cima ad una collina due ragazzi stavano passeggiando tenendosi per mano. Lei era un po’ brilla, e camminava barcollando. Lui invece la guidava con passo sicuro. Sapeva dove doveva andare. Sapeva perfettamente cosa doveva fare.
“Uh!”
Improvvisamente il ragazzo sussultò. Gli sembrò di vedere qualcosa strisciare nell’erba alta.
“Era… era un serpente!” Esclamò sorpreso “Che diavolo ci fa un serpente qui? Che schifo!”
Continuò indietreggiando.
“Ma dai, non ti piacciono i serpenti?” sussurrò la ragazza, guardandolo divertita “io invece li trovo molto sensuali…” proseguì, accarezzando il petto del suo compagno
“Ne avresti paura anche tu, se solo non fossi così ubriaca da non capire più un cazzo!” rispose il ragazzo, alquanto seccato. “Andiamo, vieni!” Esclamò afferrando il polso della ragazza e tirandola verso di lui. I due proseguirono lungo il sentiero ed arrivarono al casolare. Era abbastanza grande, e sembrava molto vecchio. Probabilmente era rimasto disabitato per anni. Lui cominciò a cercare una porta da cui entrare, mentre lei lo guardava divertita.
“Non sei venuto qui con molte ragazze prima d’ora, eh?” gli chiese in tono scherzoso.
“Eh?” Chiese lui, piuttosto irritato.
“Dico solo che ci abbiamo messo almeno un ora per trovare questo posto, e ora tu non sai neanche come fare per entr-“
“Ora vedi di startene un po’ zitta!” la interruppe lui, stringendole il collo con una mano “mi stai davvero infastidendo!” Continuò, serrando la stretta. Ma un grosso ragno cadde sulla sua mano, facendolo trasalire. Il ragazzo allora cominciò ad agitare il braccio per scrollarsi di dosso l’animale, mentre la ragazza scoppiò a ridere divertita.
“Smettila subito!” Le ordinò il ragazzo “Sei insopportabile!”
“Non credevo che tu fossi così pauroso… “ rispose la ragazza, trattenendosi dal ridere.
“Pauroso? Ma l’hai visto quel robo? Era sicuramente una tarantola! Guarda che se uno di quei cosi ti morde ti può far andare in cancrena tutto il braccio!” Rispose il ragazzo, visibilmente sconvolto.
Si voltò verso il lato del casale, e scorse una scaletta appoggiata al davanzale di una finestra aperta. Afferrò il braccio della ragazza e la trascinò verso la scaletta. “Sali prima tu” le disse “così se cadi ti prendo”. I due salirono al piano superiore del casale ed entrarono dalla finestra, ritrovandosi in una piccola stanza polverosa e piena di ragnatele.
“Questo posto fa schifo” disse la ragazza, sdegnata “Ed è anche pieno di topi! Se volevi solo scopare potevamo farlo nel bagno del bar… Oh, aspetta! Magari hai anche paura dei topi e ti metterai di nuovo a strillare! Che bella serata, complimenti!” Ma lui non l’ascoltava, e si guardava in giro. Ad un tratto le afferrò la mano e le disse di seguirlo. Scesero al piano di sotto, e poi attraverso un passaggio seminascosto da alcune casse d’imballaggio accatastate sopra, in cantina. La ragazza ormai era davvero seccata, e continuava a lamentarsi e a deridere il compagno. “Complimenti idiota, adesso sì che siamo in un posto stupendo! Questa è la serata più schifosa della mia vita! E tu sei solo uno stupido sfigatello! Ma cosa credevi di ottenere portandomi qui? Che cazzo vuoi fare, eh?”
“Questo” rispose il ragazzo, estraendo un grosso coltello da cucina dalla tasca dei pantaloni e pugnalando nel ventre la ragazza. “Questo, brutta troia!”

Il sangue cominciò a gocciolare sul polveroso pavimento, e la ragazza si piegò verso la ferita, portando le mani vicino al coltello. Il ragazzo la guardò sconvolto, afferrò il coltello e lo estrasse dal ventre della sua compagna. Portò il coltello insanguinato davanti al suo viso, e restò immobile per qualche secondo a fissare la lama grondante di sangue. Nel frattempo la ragazza cadde per terra e cominciò a gemere. Gridava dal dolore, e chiedeva aiuto. Lui la guardò, e si stupì di essere tanto impressionato da quella vista. In fondo lui lo voleva da tempo. Erano mesi che voleva uccidere quella sporca troietta. Ed ora era là, ai suoi piedi, che piangeva e implorava aiuto. No, lui non poteva perdere quell’occasione…
Con un grido folle si gettò su di lei, pugnalandola ancora, e ancora…
“Tu! E’ tutta colpa tua! Te lo sei voluto tu!” urlava, massacrandola di coltellate. “Pensavo di essere l’unico per te, e invece ti scopavi mezza città! Sei solo una sporca puttana, ecco cosa sei! Fai schifo! Ti odio! Muori! Muori! MUORI, BRUTTA STREGA!”
 
Continua nel capitolo:


 
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