- Capitolo 1° -
PROLOGO
Il sole era calato da un pezzo e Moyra nn sentiva piú i piedi.
Erano diverse ore che camminava per quel bosco alla ricerca del suo cavallo.
Il mantello le si era strappato all'agganciarsi ad un ramo basso e aveva gli stivali coperti di fango,perché aveva piovuto da poco.
E,come se nn fosse abbastanza,quelli che indossava erano i suoi stivali favoriti.
Di conseguenza Moyra era, comprensibilmente, di pessimo umore.
-Radam!!-chiamó lei per l'ennesima volta,scrutando tra gli alberi sperando di intravedere il suo stallone -Dannato ronzino...-aggiunse poi tra se e se.
Accortasi di una roccia vicina abbastanza grande da sedercisi,la ragazza ci si lasció cadere sopra, sospirando.
Si era completamente persa ed ormai gli altri avrebbero iniziato a preoccuparsi nn vedendola tornare.
-Ma tu guarda che situazione.- lei si passó una mano tra i capelli -Non mi resta che...-
Uno schiocco improvviso, sicuramente un ramo spezzato,la zittí d'immediato.
Moyra saltó in piedi e le mani le corsero instintivamente all'impugnatura dell'arco che portava a tarcolla.
Sperava con tutto il cuore che il responsabile del rumore fosse Radam, ma una parte di lei la mise in guardia.
La foresta si era fatta silenziosa di colpo.
Troppo silenziosa.
Moyra si guardó intorno, senza muoversi di un centimetro.
Di sicuro nn si tratatva di Radam.
-Un cavallo nn provoca certo una cosa del genere....-sussuró la giovane,guardinga.
Moyra giró leggermente il capo, per gettarsi un'occhiata alle spalle e, quando tornó a guardare di fronte a se quasi le prese un colpo.
Come apparsa dal nulla,l'altra donna le restituí lo sguardo.
Non era bella, ma aveva un viso particolare;e i suoi capelli....
Moyra non aveva mai visto niente di simile,non erano semplicemente scuri,erano neri come una notte senza luna.
E le raggiungevano quasi le caviglie,rovesciandosi su di un vestito da gran dama che aveva visto tempi migliori.
A dirla tutta la donna sembrava appena sfuggita a un agguato di un gruppo di briganti.
Improvvisamente, Moyra la vide schiudere le labbra, cercando di parlare ma tutto ció che ottenne fú di accasciarsi al suolo come uno straccio.
Moyra le corse accanto.
-Milady....- la ragaza le si rivolse,sollevandole il busto -Non vi sforzate, non dovete parlare. Cosa vi é successo?Chi vi ha ridotto cosí??-
Osservando meglio le braccia e il viso dell'altra, Moyra si era resa conto delle numerose ferite che le laceravano la pelle.
Lentamente la donna sollevó una mano e la posó sulla bocca di Moyra.
-Taci, ragazza.....- bisbiglió,spingendo verso l'altra un fagotto che teneva tra le braccia, del quale Moyra nn si era assolutamente accorta.
-Tu.....prendilo, salvalo.- disse ankora la donna -Devi portarlo via, lui é l'ultimo...-
-Cosa?- Moyra la guardó senza capire.
Il fagotto si mosse; la ragazza quasi lo lasció cadere, colta di sorpresa.
L'inconfondibile pianto di un neonato riecheggió tra i tronchi degli alberi.
-Santo cielo.....- Moyra sollevó il lembo dello straccio che avvolgeva il fagotto;il bimbo dai vispi occhioni verdi che si trovó davanti continuava a piangere con quanto fiato aveva in corpo.
La mano della donna scivoló lungo il braccio destro di Moyra, finché le dita della sconosciuta le si serrarono attorno al polso.
Un dolore lancinante attraversó il corpo della ragazza come un fulmine,togliendole il respiro.
Un secondo piú tardi la donna dai capelli neri sembró farsi leggera; la testa le ricadde all'indietro e restó immobile a fissare il cielo con gli occhi spalancati.
Moyra sollevó il braccio; sulla bianca pelle del polso ora risaltava un marchio scuro.
Sembrava impresso a fuoco.
-Cosa diavolo é?- si chiese con un filo di voce, sostenendo il neonato con l'altra mano.
L'unica risposta che ricevette fú il pianto disperato del piccolo.
Moyra si alzó in piedi, stringendo a se il bimbo.
-E adesso che faccio?-
Fú esattamente allora quando Radam, uno stallone grigio estremamente alto, sbucó da dietro un arbusto e raggiunse la sua proprietaria.
Lei si voltó di scatto verso di lui, assumendo un'espressione talmente furiosa che l'animale inchiodó.
-Dove ti eri cacciato?!- gli gridó contro Moyra, facendo un passo verso di lui -Ti cerco da ore! E se fossi stato qui magari avrei potuto raggiungere il villaggio e sarebbe ancora viva!!-
Come tutti quelli della sua razza, la giovane elfa parlava la lingua equina.
Il cavallo la guardó esterrefatto.
-Non capisco di che parli, Moyra....- le disse allora lui, scuotendo la testa facendo ondeggiare la criniera -Riconosco di essermi allontanato troppo, ma.....chi sarebbe ancora viva?-
Moyra fulminó Radam con gli occhi, poi si scostó lasciandogli vedere il corpo esanime della donna che le aveva consegnato il bambino, che continuava a strepitare.
-Chi é?- Radam fece per avvicinarsi, ma in quel preciso momento una strana luce avvolse la donna dai capelli neri.
Moyra afferró piú saldamente il neonato, che protestó energicamente, scalciando e strillando, mentre il corpo disteso a terra si dissolveva.
Radam si impenno ed indietreggió terrorizzato.
Moyra soffocó un grido mentre quell'essere prendeva il posto dell'aggraziata dama di pochi attimi prima.
-Per tutti gli Dei....- la ragazza tornó a posare lo sguardo sul piccolo che teneva in braccio -Ma allora anche tu....-lei spalancó gli occhi -Non é una leggenda..., nn posso crederci.-
-Moyra, cos'hai intenzione di fare?-
Radam osservó il bambino da sopra la spalla della padrona.
-Occuparmi di lui, Radam. Cosa, se no?- fú la risposta di Moyra, la quale subito dopo si rivolse al neonato -Non le ho nemmeno chiesto il tuo nome...-
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