da una serie originale:
"L`ULTIMO ROBOT"
una fanfiction di:

Genere:
Fantascienza
Rating:
Per Tutte le età

Anteprima:
In un futuro lontano.................

Conclusa: No

Fanfiction pubblicata il 17/04/2005 22:35:02
 
ABC ABC ABC ABC



 CAPITOLO UNICO


Questa non è una mia storia, purtroppo non ricordo di chi è, l'avevo
trovata anni fa in un diario e l'avevo trascritta nel mio.....
Non voglio pendermi alcun merito, mi è piaciuta la storia e vorrei
sapere anche un vostro parere........
Buona lettura! ^^






18/03/3018: L'ULTIMO ROBOT

La casa è in agitazione.
La moglie è nel bagno e si sta truccando, cercando nel contempo di
allacciarsi alla vita la cintura di perjlon.
Il marito è all'inseguimento del calzino blu che sembra animato di
vita propria, tanto è difficile stanarlo dal fondo del cassetto.
La mamma, di passaggio tra il guardaroba ed il bagno, infila al volo una
canottierina rosa ad Emmy, di appena cinque anni.
In salotto l' M+18, il computer vigilante collegato con MULTIVAC,
emette un lungo sibilo.
Sul monitor appare la scritta a ioni: "Oggi, 18 marzo 3018, alle ore 12
in piazza UTZ soppressione pubblica dell'ultimo robot esistente."
Tutta la famiglia si reca alla cerimonia.
Raggiungono piazza UTZ già stracolma di cittadini.
L'ultimo robot è al centro della piazza lastricata al quarzo.
Mamma e papà tengono Emmy stretta a loro, tradendo una certa
emozione.
Una volta i robot erano diffusissimi.
Obbedienti, svolgevano ogni tipo di lavoro, giravano per casa
servizievoli ed arrendevoli, ma con le nuove tecnologie i robots
diventarono antiquati, poco affidabili;insomma, inutili.
C'è rimasto quest'ultimo robot, che guarda con la testa reclinata
sulla spalla la folla che lo osserva commossa.
Ormai è vecchio e malfunzionante.
Lo squillo di una Daxon elettronica, una scarica laser di colore
rosso colpisce l'ultimo robot, che si sdraia sul lastricato.
Un'epoca è finita.
Emmy, ricordando un suo compagno di giochi, piange.
Una lacrima di silicone le solca il bel viso di metallo levigato.
Nella piazza c'è silenzio.
Tutti si allontanano piano, salutando con le mani snodabili al
titanio l'ultimo dei robots che una volta si chiamavano
"UOMINI"



 
 
 
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