IL CAVALLO A DONDOLO.
- Capitolo 1° -
è la festa è la festa.
ognuno è un cavallo,corriamo in tondo in tondo in tondo in tondo sperando che il prossimo bambino scelga noi,e che sia allora festa,e festa vera a dar gioia a quei corpicini ancora ingenui e spensierati,e che sia estate,brillante di luce calore e vita.
Ma ora non è estate e le madri proteggono i piccoli con le loro sottane,sciarpe,pesanti scudi di lana che imbozzano i movimenti...e le luci sono corse via dalla malinconia e l'odore di zucchero filato è già lontano, trascinato dai venti che ora spazzano le spalle dei passanti tremanti;rimaniamo noi vecchi cavalli di legno dai colori sbiaditi a girare in tondo danzando legati alle nostre aste d’ottone ed al nostro crudele padrone.
La demenza
lo convince che sia la giostra a chiamare i bambini,a chiamare le rondini e a far sbocciare le margherite,così passiamo ogni inverno girando in tondo in Tondo in Tondo di piazza in piazza di Borgo in Borgo e il ghiaccio e la pioggia ancora penetrano nelle nostre venature,a indebolirci,a distruggerci,a rodere i nostri cuori di Bronzo.
Ed ogni anno diveniamo più brutti,ed ogni anno sempre meno bambini gridano felici sulle nostre spalle ed ogni anno sempre più ruggine s’accumula ai parassiti che ci divorano.
La tristezza con il tempo s’antepone alla speranza e con in breve nessuno più rise.E
le estati e gli inverni non ebbero più differenze e il nostro legno diventò marcio e umido come il senno del nostro padrone.
Avvenne un giorno,che come sempre,compivamo il nostro girotondo,che un chiodo in bronzo venne meno al suo legame con il legno,ed uno di noi si staccò da suo eterno carosello,piegando l’asta e finendo in terra in un ammasso informe di pezzi fradici.
-è una lezione- disse il padrone dal suo bugigattolo puzzolente
–chi scappa da girotondo lo fa solo per non farvi ritorno-
-è vero- pensarono molti di noi -ma è caduto dove ha voluto cadere-
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