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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Naruto
Titolo Fanfic: FRATELLO
Genere: Sentimentale, Romantico, Song-fic
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot, OOC, Shounen Ai
Autore: rekishi galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 01/03/2005 22:52:46

ci può essere un rapporto più profondo che quello tra fratelli? .
 
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- Capitolo 1° -

ciaooo! è la prima FF che pubblico su internet, spero vi piaccia!
PRIMA PARTE
Se lo vuoi,
resto qui.
Ricomincio insieme a te.
Vedrai,
tu guarirai
ti aiuterò a sorridere se vuoi
se vuoi
io e te,
torneremo a quell’attimo smarrito tempo fa.
Noi, noi, noi, noi siamo forti noi,
abbiamo gli occhi chiari noi,
e un sogno in più.
Mai, mai, mai, non tradiremo mai la verità.
Tu che sei mio fratello, la mia donna, il mio Dio,
tu che vivi in silenzio non scordare il nome mio.
Sono qui quando dormi,
se hai paura di te
quando come un bambino tremerai
io sono qui.

P.O.V. Itachi
Mi rigirai pigramente nel letto, accarezzando il volto di Sasuke che dormiva accanto a me, con un’espressione di serenità stampata sul viso. Gli scansai una ciocca di capelli neri, incantandomi a guardarlo. Mio fratello. Fratello. Per anni non avevo più pronunciato quella parola. Per anni ci eravamo odiati, sfuggendoci come cane e gatto, cercando ogni modo per farci soffrire a vicenda, e ora…sorrisi, pensando che era nato tutto come un incidente.

flash back
Quella sera mi ero ubriacato. Non mi ricordavo nemmeno il perché, ma avevo bevuto, più di quanto fossi abituato. Poi ero uscito e, camminando, nemmeno mi ero reso conto di essere arrivato al villaggio della foglia. Istintivamente, in uno stato di semi coscienza, avevo percorso le strade in cui giocavo da bambino, giungendo fino a casa. Entrai. Sasuke dormiva tranquillo, ignaro di tutto, coperto solo parzialmente da un lenzuolo, che aveva ammucchiato, scalciando nel sonno, ai piedi del letto. Indossava solo i boxer, per il gran caldo, e la luna illuminava il suo corpo da adolescente.
Sentii un grande calore salirmi in corpo. L’alcool, il caldo e la vista di Sasuke semi nudo mi avevano eccitato. Senza pensarci due volte andai verso di lui, bloccandogli i polsi con un mano.
Lui si svegliò di colpo, tentando di liberarsi, ma lo tenevo stretto.
<<Itachi!>> urlò <<Maledetto stronzo…che diamine vuoi?>>
<<Nulla che tu non possa darmi…>> risposi, tenendolo fermo e tappandogli la bocca con un bacio, lasciandolo di stucco.
<<Sorpreso?>> gli sussurrai all’orecchio, bloccandolo con il mio corpo.
<<Sei ubriaco…>> fu il suo commento sprezzante.
<<Forse…>> ammisi, baciandolo di nuovo. Lui non si ritrasse, ma nemmeno rispose al mio bacio. Rimase lì. Fermo. Immobile. Come un pezzo di legno.
<<Beh, non dici niente?>> chiesi. Quella sua indifferenza mi faceva impazzire. Mi mandava fuori di testa.
<<Mi fai schifo Itachi.>> mormorò <<Non vale nemmeno la pena di sprecare fiato.>>
Persi il controllo. Lo picchiai, lo violentai, gli feci cose che nessuno avrebbe mai fatto. Lo usai come si usa un giocattolo. E lui niente. Non un gemito, non una parola. Non un grido. Solo quando lo presi completamente gli sfuggì un lamento a denti stretti. Perché? Perché non riuscivo a suscitare in lui la minima reazione? Anche violenta…bastava reagisse. Di solito, ogni volta che mi vedeva, tentava di uccidermi…ora perché questa passività, questa…indifferenza?
La mattina dopo mi risvegliai con un mal di testa fortissimo. Mi guardai intorno, cercando di capire dove fossi. Non mi ricordavo quasi nulla, tanto ero ubriaco, ma non appena vidi le lenzuola macchiate di sangue, il sangue delle ferite che avevo fatto a Sasuke, tutto quanto, ogni singola parola, ogni singolo gesto, si ripresentarono alla mia mente in tutta la loro chiarezza. E con loro anche quel senso d’indifferenza. Quella freddezza che aveva avuto Sasuke. Quell’impassibilità mentre lo picchiavo e lo violentavo. Quel senso totale di vuoto che mi aveva lasciato.
Ma perché? Perché m’importava tanto che Sasuke provasse qualcosa nei miei confronti, sia pure odio? Perché?
Mi sentivo da schifo. Mi facevo schifo. Mi ero ubriacato, ero andato da mio fratello e…
<<Accidenti, sono proprio un coglione!>> esclamai, prendendomi la testa tra le mani.
Mi alzai di malavoglia, rivestendomi. Ora il problema sarebbe stato uscire dal villaggio in quelle condizioni. Dopo la sbornia che mi ero preso non ero di certo in grado di affrontare nessuno. Pensai a come risolvere quel problema, ma nella mia mente si affacciava solo l’immagine di Sasuke che mi fissava con completa indifferenza, mentre lo picchiavo, mentre lo…
<<Basta! Non poso starmene tutto il giorno qui…dovrò affrontare la situazione prima o poi.>> esclamai, alzandomi in piedi e scendendo al piano di sotto.
Trovai Sasuke che trafficava in cucina. Mi fermai sulla soglia, senza sapere cosa fare o dire.
<<Sasuke…io…>> cominciai, imbarazzatissimo.
<<Siediti.>> m’interruppe. Obbedii e lui mi mise alcune frittelle nel piatto. Aprii la bocca per dire qualcosa, ma lui mi bloccò.
<<Mangia.>> disse semplicemente, sedendosi davanti a me.
Obbedii anche stavolta, con un po’ di sospetto. A che gioco stava giocando? In ogni caso ero affamato.
Assaggiai una frittella.
<<Buone!>> esclamai <<Chi le ha fatte?>>
<<Io.>> rispose.
<<Tu? E da quando sai cucinare?>> chiesi spontaneamente.
<<Vivendo soli s’impara.>> fu la secca risposta.
Mi sentii avvampare. Era per colpa mia che Sasuke aveva passato la metà della sua vita da solo, senza nessuno. Era sempre per colpa mia che la sua esistenza era stata priva di gioia, di allegria, diversa da quella di tutti gli altri bambini ed era sempre per colpa mia che adesso aveva quei lividi. Eppure, nonostante quello che gli avevo fatto, non reagiva. Stava lì, tranquillo, davanti a me, e mi dava pure da mangiare.
<<Mi dispiace.>> ammisi.
<<Lascia perdere…>> disse brusco.
<<Sasuke, veramente, mi dispiace. Non volevo…ieri sera…>> tentai di dire.
<<Eri ubriaco Itachi. Lascia stare ti dico. Se fossi stato sobrio non avresti fatto nulla.>> disse, con la voce leggermente incrinata.
Abbassai lo sguardo, cercando di evitare il suo. Non ero sicuro che non lo avrei fatto se fossi stato sobrio. Non era stato un semplice impulso, ma qualcosa di più. Il desiderio di averlo interamente, anima e corpo. Il desiderio di tenerlo tra le mie braccia. No, non era stato tutto dovuto alla sbornia. Quella aveva soltanto reso violento qualcosa che non doveva esserlo…
<<Mi dispiace.>> ripetei, senza sapere che altro dire.
Sasuke non disse niente. Si limitò ad alzarsi e ad andare verso la porta.
<<Io esco. Quando torno devi essertene andato.>> disse <<Non voglio più vederti Itachi. Sparisci dalla mia vita una volta per tutte.>>
Sbatté la porta dietro di sé. Rimasi a sedere al tavolo a lungo.
“Non voglio più vederti”, “Sparisci dalla mia vita”. Quelle parole mi rimbombavano in testa. Mi facevano male. Più male del suo odio, più male della sua indifferenza. Appoggiai la testa sul tavolo, dandomi dello stupido.
Per un attimo, un folle attimo, avevo avuto l’impressione che forse, forse…
Niente. Sparita come una nuvola di fumo. Non avrei mai potuto riappacificarmi con lui. E non avrei mai avuto il coraggio di confessargli quello che anch’io avevo capito solo quel giorno. Non dopo quello che avevo fatto…
Gli scrissi una lettera e me ne andai, uscendo per sempre dalla sua vita, come desiderava.

Avevo appena attraversato mezzo bosco, che sentii dei passi dietro di me. Mi voltai, cercando di capire chi era che mi stava seguendo e mi ritrovai davanti Sasuke, che stringeva in mano la lettera che gli avevo scritto. Abbassai lo sguardo, pieno di vergogna, e serrai gli occhi. Avevo detto che sarei uscito dalla sua vita, e non lo avevo fatto. Gli avevo lasciato quella lettera, che voleva essere una stupida giustificazione alle mie azioni, ma che gli avrebbe avvelenato l’esistenza per sempre, ricordandogli l’umiliazione subita. Ma non era per questo che l’avevo scritta. No. Volevo solo dirgli ciò che provavo, quello che sentivo…avevo sbagliato di nuovo.
Aspettai qualcosa. Qualunque cosa mi avesse fatto me la sarei meritata.
<<È vero quello che hai scritto qui?>> mi chiese.
Annuii.
<<Sì. È tutto vero.>> ammisi <<Mi dispiace io non…>>
Con mio grande stupore, venne là e mi abbracciò, scoppiando a piangere.
<<Non dire niente, stupido. Non dire niente!>> singhiozzò.
<<Sasuke, ma cosa…>>
<<Anch’io. Lo capisci questo? Anch’io!>> disse.
Mi sciolsi dolcemente dal suo abbraccio, asciugandogli le lacrime, incredulo.
<<Sasuke…davvero tu…?>>
<<Sì!>> esclamò. <<Anch’io ti voglio bene. Anch’io voglio restare con te!>>
lo baciai. Un bacio dolce, niente a che vedere con quelli violenti della sera prima.
<<Vieni…>> mi disse, trascinandomi sull’erba, sopra di lui…
fine flash back

Sasuke aprì gli occhi lentamente, sorridendomi e abbracciandomi.
<<Ciao.>> sussurrò, baciandomi dolcemente sulle labbra.
<<Ciao…dormito bene?>> gli chiesi, stringendolo a me.
<<Come sempre quando sto con te.>> disse senza vergogna. <<Ti amo.>>
<<Anch’io. Anch’io ti amo tanto Sasuke.>>
<<Non mi lascerai mai, vero?>> mi chiese dubbioso.
<<Ma cosa ti viene in mente?>> esclamai. Come poteva anche solo pensare che lo avrei abbandonato ancora una volta? Mai, mai avrei ripetuto lo stesso errore. Non dopo che l’avevo ritrovato…
<<Non lo so Itachi…ho un brutto presentimento…>> sussurrò preoccupato.
Gli sorrisi.
<<È una tua impressione…nulla ci potrà dividere una seconda volta, Sasuke. Nulla.>> gli promisi, baciandolo per tutto il viso, per poi soffermarmi sulla bocca. <<Hai capito? Nulla! Te lo prometto!>> ripetei, continuando a baciarlo.
<<Lo spero…>> disse in un mormorio sommesso, appena percettibile, mentre ricominciavo a stuzzicare il suo corpo ancora acerbo.
<<Non sperarlo…sarà così…starò sempre con te…>> gli promisi nuovamente.
Lui sorrise, abbandonandosi al tocco delle mie mani.

Lo so,
che cos’hai.
Quei fantasmi intorno a te.
Non dire di no
Domani sarà certo il giorno tuo.
Vedrai, andrai,
forte e fiero,
nel mondo che non ti ha creduto mai
Noi, noi, noi, noi siamo forti noi,
abbiamo gli occhi chiari noi,
e un sogno in più.
Mai, mai, mai, non tradiremo mai la verità.
che sei mio fratello, la mia donna, il mio Dio,
tu che vivi in silenzio non scordare il nome mio.
Sono qui quando dormi,
se hai paura di te
quando come un bambino tremerai

Qualche mese dopo…
Sasuke si agitava nel sonno, senza riuscire a svegliarsi. Lo scossi leggermente, per distoglierlo dall’incubo.
Lui aprì i suoi occhi neri, ancora terrorizzati e pieni di lacrime.
Mi fissò per un attimo, ancora immerso nel mondo del sogno, poi mi abbracciò di colpo, scoppiando a piangere.
Lo abbracciai a mia volta, cercando di calmarlo, mentre singhiozzava sempre più forte.
<<Calmati Sasuke, calmati…non è successo niente…era solo un incubo…>> dissi, con voce rassicurante.
Rimanemmo abbracciati, finché non si calmò.
Gli asciugai le lacrime. Lui mi lanciò una strana occhiata.
<<Lascia stare Itachi…>> disse, bloccando il mio gesto e voltandosi.
Non riuscii a comprendere il motivo della sua improvvisa freddezza. Che cosa avevo fatto adesso?
<<Che hai Sasuke?>> gli chiesi, abbracciandolo da dietro. <<È per il sogno?>> indagai, baciandolo su una guancia.
Lui annuì.
<<Ti va di parlarne?>>
Scosse la testa, strizzando gli occhi, come a scacciare delle immagini.
Sospirai, lasciandolo andare.
<<Quando hai voglia di raccontarmelo, dimmelo.>> gli dissi. Rimanemmo in silenzio a lungo. Credevo che si fosse riaddormentato, quando disse.
<<Quel giorno…>> mormorò <<Ho sognato di quella volta…di tanti anni fa…>>
la sua voce era piatta. Senza tono
Sospirai. Non sapevo che ancora ripensava a quel giorno…a quando avevo ucciso l’intero clan. Ma avrei dovuto immaginarlo…Per una frazione di secondo, un breve attimo, quando si era svegliato, avevo scorto di nuovo la paura nel suo sguardo nel vedermi.
Paura di qualcosa di antico…paura…la stessa paura riflessa negli occhi di un bambino di sette anni che vede i corpi privi di vita dei genitori, uccisi dal suo stesso fratello. Paura…no, terrore. Terrore allo stato puro. Non volevo più provocare in lui quelle sensazioni…quei tormenti…e, quando credevo di esserci riuscito, ecco che ritornavano come vecchie ferite che si riaprono. Quando io e Sasuke avremmo potuto essere finalmente sereni, liberi dai fantasmi del passato? Quando?
Diedi un pugno al cuscino, infuriato con me stesso.
<<Mi dispiace…>> si scusò Sasuke <<Era meglio che stavo zitto…>>
<<No, non è colpa tua…non decidi tu cosa sognare.>> dissi.
<<Ma se stavo zitto…>> replicò.
<<Sasuke…non dire scemenze.>> lo rimproverai <<Non ce l’ho con te…è solo che…vorrei renderti felice, vorrei vederti sorridere sempre, invece…non ci riesco! C’è sempre quest’ombra che ci attanaglia entrambi…e non so come fare a scacciarla.>> ammisi, mettendomi a sedere sul bordo del letto e prendendomi la testa fra le mani.
Lui mi venne vicino, abbracciandomi.
<<Forse dobbiamo provare insieme…>> suggerì.
<<Non lo so Sasuke…non so più cosa è giusto fare…>> dissi sconsolato.

POV Sasuke
<<Non lo so Sasuke…non so più cosa è giusto fare…>> disse.
Lo strinsi più forte. In quel momento ebbi paura di perderlo. C’era qualcosa che mi preoccupava nelle sue parole, che metteva ansia. Non volevo che se ne andasse, ma qualcosa nel suo tono mi fece capire che sarebbe stato così. Sentivo che, presto o tardi, qualcosa ci avrebbe separati…di nuovo. Non c’era quindi possibilità che io e Itachi potessimo vivere insieme? Saremmo sempre stati tormentati da delle ombre che urlavano vendetta? Anime tormentate…ecco cos’eravamo. Nient’altro che due anime tormentate che, proprio quando pensano di aver trovato un momento di pace dalla loro agonia, vi vengono risbattute dentro con più violenza di prima.
Itachi se ne sarebbe andato. Lui non lo sapeva, ma io sentivo che era così. E non potevo far nulla per fermarlo. Potevo solo cercare di vivere il più intensamente e serenamente possibile ogni momento che passavo con lui, rendendolo indimenticabile.
<<Lascia che sia il tempo a pensarci…>> mormorai <<Non rimuginarci sopra…l’unica cosa giusta che possiamo fare è amarci Itachi…nient’altro.>> dissi, baciandolo.
Lui sorrise tristemente.
<<Eppure anche questo nostro amore è vietato…>> rifletté.
<<Non m’importa. Può essere anche l’amore peggiore, il più orribile e disgustoso che esista, ma io voglio viverlo. E lo voglio vivere con te Itachi!>> affermai deciso, tirandolo verso di me.
<<Speriamo che tu abbia ragione fratellino…e che il tempo sistemi tutto.>> disse, baciandomi sul collo.
“Non si sistemerà nulla, Itachi…” pensai, mentre le sue mani mi facevano fremere di piacere. “Non si sistemerà niente, per questo voglio stare con te…per questo voglio passare ogni istante in tua compagnia…per questo voglio amarti ogni giorno come se fosse l’ultimo…”
Lasciai da parte i miei pensieri cupi, baciandolo appassionatamente, come se mi dovesse scivolare dalle mani da un momento all’altro.

Ma che cos’hai fratello?
Tu non mi senti più!
Sarà triste il risveglio ora che non ci sei tu!
Tu te ne vai fratello!
Ti giuro vincerò, quell’azzurro del cielo, lo vedrai con gli occhi miei.

Tempo dopo
POV Itachi
Era passato del tempo da quella notte, ma, anche se Sasuke si comportava apparentemente come al solito, io “sentivo” che c’era qualcosa che non andava. Era più triste, di umore più mutevole del solito. Un momento prima mi dava dell’idiota e poi mi abbracciava come se dovessi partire per un viaggio da un momento all’altro.
C’era un ombra nel nostro rapporto. L’ombra del passato oscuro che avevamo avuto e l’ombra di un futuro incerto che ci attanagliavano entrambi, rodendoci dentro.
Eppure sentivo d’amarlo ogni giorno di più. E forse era proprio il nostro desiderio di stare insieme che ci dava la forza di proseguire. Tuttavia, se Sasuke riusciva ad ignorare quello che era successo, io non ce la facevo. Tutti quei fantasmi mi si ripresentavano davanti agli occhi, in una lunga schiera, ogni volta che dormivo con Sasuke, o che semplicemente gli parlavo. E non era più come un tempo, in cui gli sguardi di quelle ombre mi fissavano con rancore e ira. No. Ora era qualcosa di più forte. Alla rabbia della morte si era aggiunto il disprezzo. Il disprezzo e la vergogna per quello che facevo. Per il rapporto incestuoso che avevo con il mio stesso fratello. Quel fratello che avevo fatto tanto soffrire con cui ora condividevo tutto.
E, ogni volta che stavo con lui, in ogni minuto che passavo in sua compagnia, queste ombre, con il loro silenzioso rimprovero, erano sempre presenti, in disparte, come una nuvola nel cielo che appare chiara, ma che, da un momento all’altro, può trasformarsi in temporale.
Eppure non mi vergognavo di lui. Non mi vergognavo di essere suo fratello e suo amante. Ma forse era proprio l’assenza di questo senso di vergogna che mi deteriorava, facendomi apparire ai miei stessi occhi, una bestia schifosa, che, dopo aver torturato il fratello minore per tanti anni, avergli rovinato la vita e distrutto l’infanzia, torna improvvisamente e dice di amarlo. Ma il mio sentimento era sincero. Forse l’unica cosa pura e incontaminata della mia vita!
Tuttavia, man mano che passava il tempo, mi sentivo sempre peggio e mi vergognavo di me stesso. Di non riuscire ad esprimergli i miei dubbi, le mie perplessità. Di non riuscire a renderlo completamente felice, di non riuscire a scacciare quelle ombra che, con la mia presenza, erano tornate ad infestare gli incubi della persona che amavo.
Già…lui non lo sapeva, ma lo sentivo che a volte si agitava ancora nel sonno, chiamando nostra madre. E sapevo benissimo cosa sognasse, anche se il giorno dopo fingeva di non ricordarsi nulla.
Ma perché a noi tutto questo? Perché? È troppo chiedere, dopo una vita di sofferenze, un po’ di felicità? È troppo?
A quanto sembrava sì. Non volevo farlo soffrire, ma la mia presenza lì lo faceva e, allo stesso modo, anche se me ne fossi andato avrebbe sofferto, e io con lui. Si trattava solo di capire quale delle due decisioni era la meno peggio…

POV Sasuke
Successe. Successe quello che avevo sempre saputo e sperato che non accadesse mai.
Mi stupii della mia stessa calma. Non mi stupii quando entrai in casa e trovai una busta sul tavolo, con il mio nome scritto sopra dalla calligrafia di Itachi. Lo sapevo. Anche se lui non mi credeva, quando glielo dicevo, avevo sempre saputo che se ne sarebbe andato. Restava da capire il perché. Presi una scatola, in cui tenevo anche la sua prima lettera, quella scritta il giorno seguente a quando mi aveva violentato. La rilessi.
Caro Sasuke,
so che non mi crederai mai e, probabilmente, dopo aver letto questa lettera, mi odierai ancora di più, ma io devo dirti in qualche modo la verità su quello che è successo stanotte. So che è difficile, ma ti assicuro che non volevo farti del male. Ti prego, credimi. Ero ubriaco, questo l’hai notato anche te, ma non è una giustificazione per quello che ho fatto. No. Questa lettera non vuole essere una giustificazione a nessuna delle mie azioni…anche perché, se fossi stato sobrio, probabilmente lo avrei fatto lo stesso, ma non sarebbe stato in quel modo…no. L’alcool è servito solo a darmi il coraggio di fare una cosa che desideravo da tempo ormai. Ebbene sì. Era da tanto che volevo fare l’amore con te, Sasuke. Ma non doveva essere solo sesso, come invece è stato. Quello è successo in seguito alla mia sbornia. Io volevo…amarti, ecco. Volevo stare con te, abbracciarti, accarezzarti, baciarti. Non picchiarti, e nemmeno usarti. So che è difficile da credere, e probabilmente nemmeno lo farai, ma tu non sai quanto soffro nel sapere che io, io!, che ti ho fatto soffrire tanto, ho aperto nel tuo cuore l’ennesima ferita che non si rimarginerà tanto facilmente. Ma è stata la tua indifferenza a distruggermi. La tua freddezza. Forse, se tu avessi estraniato anche per un secondo quello che provavi, sia pure odio, l’ondata di violenza che avevo scatenato si sarebbe placata. Io volevo suscitare in te una reazione…qualsiasi cosa. E invece, la sorte, ha fatto sì che quello che doveva essere qualcosa di bello si sia trasformato nell’orrore assoluto. Perdonami. Io…volevo solo riavvicinarmi a te, e invece non ci sono riuscito. Ancora una volta la mia stupidità mi ha impedito di riappacificarmi con te. Io ti amo Sasuke. Ti amo, e me ne sono reso conto solo adesso. So che è tardi per implorare il tuo perdono, ma lo faccio lo stesso perché nella mia vigliaccheria ho bisogno di sperare che un giorno tu mi possa perdonare. Ti prego scusami. Scusami per tutto quello che ti ho fatto, scusami per averti umiliato, picchiato, ferito…scusami. So che non valgono niente, ma ti prego di accettarle. Forse avrei dovuto dirti queste cose a voce, ma, come ho detto prima, sono un vigliacco e non ne ho avuto il coraggio, così ho preferito affidare le mie parole a questa lettera, che probabilmente butterai direttamente nella spazzatura, senza aprirla, così che io potrò illudermi che tu l’abbia letta e che mi abbia perdonato.
Ti prometto che non ti disturberò più ed uscirò dalla tua vita, come mi hai chiesto.
Addio.
Itachi

Sospirai. Quanto era lontano quel giorno…il giorno in cui avevamo fatto, per la prima volta, l’amore insieme. Non il sesso brutale e selvaggio delle sera prima, in cui non c’era stato nulla di piacevole, ma solo sofferenza, bensì ci eravamo uniti insieme, come due anime in uno stesso corpo. Lo amavo, e lo amavo anche ora.
Presi la nuova lettera e la spiegai, iniziando a leggerla.
Caro Sasuke,
è la seconda volta che ti scrivo una lettera e, per la seconda volta, è per chiederti perdono.
Ma stavolta non è per nulla di quello che ho fatto, bensì per qualcosa che non riesco a fare.
Non riesco a renderti felice, e questo mi fa soffrire. Non riesco a far sparire i tuoi incubi, non riesco a cancellare quel passato di sofferenza che io stesso ti ho forgiato con queste mani, con le mani che dopo ti hanno accarezzato, incuranti di tutto.
E ancora una volta sono un vigliacco. Vigliacco perché non riesco a dirti addio guardandoti in faccia. Non riesco a salutarti, per il timore che, vedendoti, la mia decisione vacilli e io decida di restare. Non lo faccio perché non ti amo. Non pensarlo nemmeno per un secondo! Anzi, forse è proprio perché ti amo troppo che non posso restare. O forse è per egoismo. Uno stupido egoismo. Io ti amo talmente tanto che mi vergogno di questo mio amore. Mi vergogno di provare un sentimento così forte nei confronti della persona che più ho fatto soffrire. Mi vergogno. Non di te, questo mai!, non potrei mai vergognarmi di te, che hai abbattuto tutte le barriere e hai deciso di vivere questo amore con me, pur sapendo cosa ne può pensare la gente, considerando che siamo due uomini e, soprattutto, che siamo fratelli. Mi vergogno di me, di me stesso. Tu mi hai offerto il tuo amore incondizionato, perdonando tutto quello che avevo fatto. Io mi sono adagiato in questo amore. Mi sono lasciato andare, pensando che il passato si potesse cancellare come il gesso sulla lavagna. Mi sono sbagliato. Anche sulla lavagna rimane sempre una sottile patina di gesso che non va via. E questa è rimasta anche sul nostro rapporto. Tu soffri ancora per quanto è successo. Non mentirmi, lo sai benissimo, anche se non lo ammetterai mai, perché in questo sei come me: uno stupido orgoglioso, ma tu la notte sogni ancora quel giorno. La mia presenza, senza volerlo, ha risvegliato quell’incubo. Ti ha riportato con la mente ad un passato che, entrambi, ci siamo sforzati di dimenticare, ma che continua a farti soffrire. Per questo me ne sono andato. Non perché non ti amo, ma perché, tra le due sofferenze, questa è forse la minore. Io non sopporto di vederti soffrire e far finta di niente. Non ce la faccio! Io ho bisogno di diventare più forte, per me, per te, per noi. Ho bisogno di trovare quella forza che mi consenta, un giorno, di tornare e di poter vivere sereno con te, senza che i fantasmi del passato tornino a tormentarci. Ho bisogno di trovare quello straccio bagnato che tolga tutto il gesso dalla lavagna. E tu mi devi aiutare, cercando di non angustiarti troppo e di stringere i denti per andare avanti.
Ti prego, perdonami e sappi che non ti ho abbandonato ma che ti sarò sempre vicino e che, un giorno, forse nemmeno troppo lontano, forse ci potremo riabbracciare.
Addio, anzi, arrivederci.
Arrivederci amore mio.
Per sempre tuo
Itachi.
Mi asciugai le lacrime e riposi la lettera insieme all’altra.
Andai a letto, anche se era ancora giorno. Avevo bisogno di distogliermi da qualsiasi pensiero. Non volevo pensare. Faticai a prendere sonno. Mancava qualcosa…qualcuno. Stesi la mano nel posto che di solito occupava Itachi, quasi mi aspettassi di trovarlo lì. Niente. Solo il vuoto. Non sarebbe stato più lo stesso. Svegliarmi, trovare quel posto vuoto…non sentire più la sua voce, il tocco delle sue mani…Non sapevo se ce l’avrei fatta. Diceva che non mi avrebbe mai lasciato, che sarebbe sempre rimasto con me…non era stato così. Lo sapevo, lo avevo sempre saputo che un giorno se ne sarebbe andato, ma ci stavo male lo stesso. Non potevo e non volevo dimenticarlo. Per me lui era stato tutto quello che una persona può essere per un'altra. Nemico, carnefice, amico, padre, amante, fratello. Nessuno avrebbe mai potuto raggiungere la stessa completezza. Eppure sapevo che non dovevo buttarmi giù. Aveva detto che sarebbe tornato. Lo aveva promesso.
Rilessi la lettera, soffermandomi sulle ultime righe.
“Arrivederci”, c’era scritto. “Arrivederci”. Sorrisi triste, mentre una nuova consapevolezza mi invadeva.
Uscii fuori di casa, mettendomi a fissare il cielo.
Quella era solo un’altra prova. L’ennesima, ma solo un’altra prova.
Dovevo farcela. Per me, per Itachi, per il nostro amore, dovevo riuscire a trovare anch’io quella forza che mi permettesse di andare avanti.
No. Itachi non mi aveva abbandonato. Ogni volta che avrei guardato il cielo, avrei saputo che era lo stesso che stava sopra di lui che, forse, proprio in quel momento, mi stava pensando.
Adesso lo sapevo. Come avevo avuto la certezza che sarebbe partito, adesso avevo quella che sarebbe tornato e che un giorno avremmo nuovamente guardato il cielo insieme, scorgendo il sole dietro alle nubi.


seconda parte
POV Sasuke
Passeggiavo per le strade del villaggio, a testa china. Era notte e il vento soffiava leggero, scompigliandomi i capelli. Due anni…erano già passati due anni da quando mio fratello se ne era andato di nuovo. Tirai un calcio ad un sasso, mandandolo a sbattere contro il muretto. Dentro di me si agitavano sentimenti contrastanti. Rabbia. Ira. Dolore. Tristezza. Angoscia. E amore. Amore per l’uomo che mi aveva fatto soffrire più di tutti, ma che era stato l’unico a regalarmi anche tanta felicità.
“Dove sei finito Itachi?” pensai, fissando il cielo stellato. “Dove?” battei un pugno contro il muro, ottenendo soltanto di sbucciarmi la mano.
Due anni…due lunghissimi anni passati ad attenderlo.
“Hai detto che saresti ritornato…” pensai furente “Allora perché non sei qui? Perché?” mi accasciai contro il muro, mentre lacrime silenziose iniziavano a scendere dai miei occhi.
“Mi hai detto di essere forte, fratello, ma non ci riesco…non ci riesco più! Ho bisogno di te!” pensai disperato, mentre nella mia mente si accavallavano i ricordi del passato. E di quella notte. Quella fatidica notte in cui Itachi era entrato di soppiatto in casa, ubriaco, e mi aveva violentato. E la sua lettera il mattino dopo, in cui si era scusato e mi aveva confessato il suo amore. E la prima volta che avevamo fatto l’amore insieme. La vera prima volta, là, nel bosco, sull’erba. E il suo addio. La seconda lettera che mi aveva scritto e lasciato sul tavolo della cucina, in cui diceva che non voleva farmi soffrire e per questo se ne doveva andare.
“Per diventare più forte” aveva detto. Per trovare quella forza che ci avrebbe permesso di vivere insieme, senza i rimorsi del passato. E io gli avevo fatto il muto giuramento di aspettarlo e di essere forte. Era una promessa intrisa in ogni bacio, in ogni carezza che ci scambiavamo, in ogni singolo momento in cui stavamo insieme. Ed ero stato deciso nel farlo. Nel promettergli che sarei stato suo per sempre. Ma anno dopo anno le speranze di rivederlo si affievolivano sempre di più, assottigliandosi fino a svanire. Dov’era? Perché non mi dava sue notizie? Come potevo continuare nel mio intento se lui non si faceva sentire? Ormai solo i ricordi servivano a sostenermi. Solo quelli mi avevano tirato su, convincendomi ad andare avanti, impedendomi di fare qualche sciocchezza. Ma dopo due anni anche i ricordi si affievoliscono e si sgretolano lasciandoti in mano un pugno di sabbia. E io avevo paura. Avevo paura di perdere quello che avevo conquistato. Paura di vedere quel frammento di cielo azzurro venire oscurato di nuovo dalle nubi.
Paura di tornare nel buio, da solo, senza la persona che amavo.
Rimasi delle ore lì, a fissare il cielo. Chiusi gli occhi, sperando che quando gli avrei riaperti lui sarebbe stato lì davanti a me, ma nulla. Sospirai, rialzandomi e tornando a casa, a tentare di dormire in quel letto che da quando se ne era andato mi sembrava ogni giorno più vuoto.

Il giorno dopo…
Mi appoggiai al muro, semi – addormentato. Non ce la facevo proprio a lavorare. Come previsto, non avevo chiuso occhio e adesso il sonno arretrato si faceva sentire…in più mi sentivo da schifo. La notte in bianco non aveva che contribuito ad aumentare la mia depressione.
<<Sasuke…ti senti bene?>> mi chiese qualcuno. Alzai lo sguardo, trovandomi di fronte Naruto che mi fissava preoccupato.
<<Tutto ok…ho dormito poco.>> spiegai, ritirandomi su e facendo finta di niente.
<<Ah…senti…non ho voglia di cucinare e vado al chiosco del ramen, vuoi farmi compagnia?>> domandò con uno strano imbarazzo. Acconsentii, visto che non mi andava di tornare a casa, dove ogni cosa mi ricordava Itachi.
Mangiammo in uno strano silenzio, considerando che ero con Naruto, che di solito non stava mai zitto. Non si abbuffò nemmeno come al solito, ma mangiò con calma, anche di malavoglia.
<<Sei sicuro di star bene?>> chiesi ad un tratto.
<<Sì, perché?>>
<<Sei strano…non hai detto una parola e mangi il ramen con una lentezza assurda. Di solito ti ci strozzi.>> commentai.
<<Non ho molta fame…>> ammise.
Ci alzammo, pagammo ed uscimmo dal chiosco, avviandoci verso casa. Arrivammo al punto in cui Naruto doveva girare per tornare alla sua abitazione, ma stranamente tirò dritto insieme a me.
<<Non torni a casa?>> chiesi.
<<Non ne ho voglia…ti accompagno. Ti dispiace?>> disse.
Alzai le spalle. In fondo non mi dispiaceva avere compagnia, ma quel silenzio mi opprimeva. Se almeno avesse parlato a raffica come faceva sempre avrei potuto distogliere la mente dal pensiero di mio fratello per un po’, ma invece camminava in silenzio, senza dire una parola.
Arrivammo al cancello di casa mia.
<<Beh, ci si vede Naruto.>> salutai, entrando.
Mi trattenne per un braccio.
<<Aspetta Sasuke…>> mormorò.
<<Che c’è?>> chiesi.
Non rispose alla mia domanda, ma mi baciò di colpo, abbracciandomi. Il gesto era stato così improvviso che non ebbi nemmeno il tempo di rendermene conto. Per un attimo risposi al bacio, a quelle labbra morbide che si erano posate sulle mie, ma poi ricordai. Lo scansai.
<<No, Naruto. Non posso.>> gli dissi.
<<Ma perché Sasuke?>> protestò. <<Che cosa c’è che non va?>>.
<<È che…sono innamorato di una persona. Ora se ne è andata, ma mi ha promesso di tornare e non posso fargli una carognata di questo genere. Mi dispiace.>> spiegai, restando sul vago. Non potevo certo dirgli che ero innamorato di mio fratello.
Lui abbassò lo sguardo, tristemente.
<<È che non ti piaccio, vero?>> mormorò.
<<Non è che non mi piaci…è che…Naruto, non posso. Capisci? Gli ho promesso che lo avrei aspettato…e poi…lo amo ancora, nonostante siano due anni che non lo vedo.>> ammisi, al colmo dell’imbarazzo.
Naruto scoppiò a piangere al mio rifiuto.
<<Ehi, ehi! Che fai ora? Non piangere che altrimenti mi fai sentire anche in colpa!>> esclamai agitandomi. Ci mancava solo quella.
Sospirai, porgendogli un fazzoletto.
<<Avanti…vieni dentro…ti faccio un tè per calmarti.>> gli proposi. Non potevo certo lasciarlo lì a piagnucolare. Lui prese il fazzoletto, asciugandosi le lacrime.

Entrammo in casa. Lo feci sedere e cominciai a preparargli il tè.
<<Scusami…>> disse ad un tratto <<Sono stato uno stupido…non dovevo nemmeno provarci.>> aggiunse abbattuto.
<<Non dire così…sono cose che capitano.>> risposi, cercando di sollevargli il morale.
<<Invece no! Sono il solito idiota che si va ad innamorare delle persone già occupate…>> affermò deciso, ricominciando a piangere.
<<Non fare il cretino…per una volta ti è andata male, ma non potrà essere sempre così.>> ribadii.
Lui mi fissò per un attimo.
<<Devi essere veramente innamorato di questa persona se hai avuto la pazienza di aspettarla per due anni.>> disse <<Vorrei che un giorno qualcuno facesse altrettanto per me…>>
<<Succederà. Non buttarti giù.>> dissi, sedendomi davanti a lui e passandogli una tazza di tè.
<<Grazie… sei fin troppo gentile…avresti dovuto mandarmi via subito.>>
Proprio quello che mi ci voleva per terminare una già pessima giornata…tirare fuori Naruto da una crisi depressiva. Ma non potevo avere una giornata tranquilla ogni tanto?
<<Piantala di fare il deficiente…stai superando addirittura i tuoi limiti.>> sbottai <<O pensi veramente che ti avrei permesso di andare in giro per il villaggio in quelle condizioni, magari ad ubriacarti? Nemmeno per sogno…>>
Sorrise. Non la sua solita risata allegra, ma quanto bastava perché smettesse di essere un ragazzino piagnucoloso e tornasse il solito Naruto.
<<Dimmi dove lo trovo un altro come te…>> mormorò sconsolato.
<<Riparti con le scemenze? Li trovi di meglio dappertutto…e se serve per farti cambiare idea ti dico anche il nome della persona di cui sono innamorato, così almeno ti rendi conto dell’essere schifoso che sono e la smetti di farti tante seghe mentali…>> affermai deciso.
<<Chi è?>> chiese.
<<Lo vuoi davvero sapere?>>
Annuì.
<<Ok…non sconvolgerti però…è Itachi.>> ammisi. Lui mi fissò stupito.
<<Cosa? Ma è…>>
<<…mio fratello.>> conclusi per lui, sorridendo al vedere la sua faccia sconvolta.
<<N – non è possibile…>> balbettò.
<<Invece sì…e se t’interessa mi ha anche violentato la prima volta.>> lo informai.
<<Ma ha ucciso la tua famiglia…>>
<<Lo so…>>
<<E ti ha…>>
<<So anche questo…ma era ubriaco…uno dei motivi per cui non ti ho fatto andare in giro da solo a riempirti di sakè fino alle orecchie. Come vedi non ho nessuna di quelle qualità che pensi. Sono un essere ignobile che non esita ad andare a letto con suo fratello, alle spalle di tutti i famigliari uccisi da questo.>> dissi secco.
<<Cavoli…Sasuke mi hai scioccato…non me lo aspettavo.>> affermò.
<<Visto? Quindi fatti passare questa cotta per me perché ne trovi a centinaia di persone migliori che meritano il tuo amore più di me, ok?>> dissi, accompagnandolo alla porta.

POV Itachi

Mi avvicinai a casa di Sasuke, sperando di fargli una sorpresa. Due anni, erano due lunghissimi anni che non lo vedevo. Ed ora ero tornato, come promesso. Chissà cosa avrebbe detto vedendomi di nuovo?
Sentii dei passi e mi nascosi. Vidi mio fratello che tornava a casa, mentre al suo fianco camminava il ragazzino della volpe a nove code, Naruto. Rimasi nascosto, aspettando che se ne andasse. Volevo rimanere da solo con Sasuke, con la persona che amavo più della mia stessa vita. Aspettai un poco, ma la faccenda andava per le lunghe, quindi mi sporsi dal mio nascondiglio per vedere cosa stesse succedendo. Per un attimo tutto si fermò. Fu come se il mondo avesse smesso di girare e si forse bloccato di colpo. Non riuscivo a credere ai miei occhi. Sasuke, il mio Sasuke si stava baciando con Naruto che lo abbracciava. Non ci vidi più. Furibondo, mi allontanai per non perdere il controllo di me stesso, ma non sapevo quanto avrei resistito.

Mi sedetti per un vicolo buio, profondamente depresso.
Non mi sarei mai aspettato una cosa del genere. Non da Sasuke, non dalla persona che aveva detto di amarmi. Per due anni avevo vagabondato senza meta, cercando solamente di lasciarmi indietro i fantasmi del passato per tornare da Sasuke e riuscire a vivere con lui senza rimpianti…e invece…

POV Sasuke.
Sentii la porta di casa che si apriva e qualcuno entrare dentro e salire la scale, fino ad arrivare davanti alla mia camera.
Scesi dal letto, mettendomi dietro la porta pronto ad attaccare. Appena la porta si aprì accesi di scatto la luce, mettendomi davanti al mio avversario e rimasi stupito nel trovarmi davanti la persona a cui erano sempre rivolti tutti i miei pensieri.
<<ITACHI!>> esclamai contento, gettando via il kunai e precipitandomi ad abbracciarlo. Ero così felice di vederlo, ma la mia gioia fu smorzata da un violento schiaffo con cui mi colpì in pieno, lasciandomi il segno della mano sulla guancia. Lo fissai spaesato, senza capire il perché di quel gesto improvviso e inaspettato.
<<Itachi…>> mormorai <<Ma cosa…>> mi diede un altro colpo, fortissimo, mandandomi a sbattere contro il muro. Poi venne davanti a me, bloccandomi contro la parete.
<<Allora Sasuke…cosa hai fatto in questi due anni, eh?>> chiese ironico.
<<Che domande fai? Che avrei dovuto fare?>> domandai sospettoso, mentre notavo che il suo fiato puzzava d’alcol. Si era ubriacato.
<<Sei ubriaco…>> commentai, mentre avevo la sensazione di aver già vissuto quella scena, una notte di due anni prima. Ma non poteva andare come quella volta. Non poteva…stavolta sapevamo di amarci, di essere uno il completamento dell’altro…ma allora perché la storia si ripeteva così tragicamente?
<<Allora? Ti sei divertito? Quanti te li sei fatti alle mie spalle oltre al tuo amichetto biondo?>> domandò, con tono minaccioso.
<<Ma per chi mi hai preso? Non ti farei mai una carognata del genere!>> affermai deciso, arrabbiandomi anche per le sue insinuazioni. Due anni l’avevo aspettato. Due anni passati a pensare soltanto a lui, a quando sarebbe tornato e oltre ai suoi colpi dovevo subire anche i suoi insulti? Se credeva che sarei stato fermo e buono senza reagire si sbagliava di grosso. Non ero disposto ad accettare una cosa del genere. Cercai di divincolarmi, ma la sua stretta era più forte del previsto e non ci riuscii. Mi colpì di nuovo in viso, spaccandomi il labbro.
<<Bugiardo!>> urlò <<Ti ho visto mentre lo baciavi, cosa credi?>>.
<<È stato lui a baciare me…e io l’ho respinto.>> replicai, mentre mi colpiva di nuovo, senza che io riuscissi a reagire, visto che mi teneva ancora bloccato contro il muro.
<<Non mentirmi fratellino…non mentirmi. Preferisco che tu me lo dica in faccia piuttosto che continuare con questa farsa, capito? Dimmelo in faccia e non succederà niente.>> mi minacciò.
Lo fissai con aria di sfida.
<<Non è successo niente né con Naruto, né con nessun altro.>> ripetei. Non mi credette nemmeno quella volta. Mi colpì di nuovo, ripetutamente, finché non caddi a terra, pieno di lividi e ferite. Mi tirò su, mandandomi a sbattere sulla tastiera del letto e strappandomi il pigiama di dosso. Sentii il sangue che colava caldo da un taglio sulla fronte.
Stavolta non stetti inerte a lasciare che facesse quello che voleva. Non glielo avrei permesso. Quello non era l’Itachi che avevo conosciuto. Non era l’Itachi che amavo. No. Era ritornato come un tempo. La persona spietata che aveva sterminato un intero clan. Dov’era la dolcezza che avevo conosciuto? Dov’era? Sembrava sparita sotto la coltre di violenza che usava ora. Scattai di lato, evitando che mi colpisse di nuovo, ma alla fine riuscì a buttarmi nuovamente sul letto, schiacciandomi con il suo corpo. Cercai di liberarmi, ma mi bloccò i polsi, impedendomi di muovermi. Posò la sua bocca sulla mia, con violenza, in un bacio che era quasi un morso. Serrai i denti, cercando di evitare quel bacio che non aveva nulla a vedere con quelli che ci eravamo scambiati un tempo.
Continuò la sua opera distruttiva, senza che io potessi fare nulla per fermarlo, visto che ogni mio tentativo di liberarmi era segnato da nuovi e violenti colpi che, per quanto ci provassi, non riuscivo a contrastare.
Non provai alcun piacere. Niente di niente. Solo dolore e umiliazione, anche peggio della prima volta. Perché doveva ripetersi tutto? Perché? Mentre entrava dentro di me con violenza mi chiesi come avevo potuto amarlo anche solo per un secondo. Eppure sentivo che in un angolo del mio cuore c’era ancora uno spiraglio, un frammento di quell’amore passato che Itachi stava sgretolando con le sue azioni. Cercai di aggrapparmi a quel frammento, con tutte le mie forze. Cercai di non pensare che la stessa persona con cui avevo condiviso tanti momenti felici era la stessa che in quel momento mi stava violentando per una stupida supposizione.
Non ci riuscii, per quanto ci provassi. Nulla poteva giustificare quella sua reazione. Nulla. Non ci si comportava così. Dov’era finito il rapporto basato sulla fiducia reciproca che avevamo instaurato? Dove?
<<Allora Sasuke…Me lo dici in faccia o hai ancora intenzione di continuare con questa sceneggiata?>> sibilò al mio orecchio, in un momento di pausa.
<<Io non ho fatto niente con nessuno.>> mormorai a denti stretti. Anche se se lo sarebbe meritato, non me la sentivo di rinnegare quello che avevo provato per lui, anche se stava distruggendo tutto, anche se si divertiva a tentare di spegnere ogni piccola scintilla di quello che c’era stato non potei e non volli rinnegare il mio amore.
<<Ti ostini a continuare?>> chiese.
<<Imbecille…che vantaggio avrei a mentirti adesso?>> gli dissi, fissandolo negli occhi, senza nemmeno più la forza di ribellarmi.
Parve spaesato per un momento, ma poi ignorò la mia affermazione.
Urlai di dolore mentre lui entrava e usciva da dentro di me con una violenza inaudita.
Continuò, finché non svenni per il dolore e per la stanchezza, poi si accasciò sopra di me, esausto.

POV Itachi
Mi risvegliai con un forte mal di testa. Ci misi qualche secondo a capire dove fossi, e quando me ne resi conto impallidii. Mi guardai attorno, mentre pian piano le immagini della sera prima mi ritornavano alla mente. Il bacio di Naruto e Sasuke, io che entravo ubriaco in casa, Sasuke che mi veniva incontro e io che lo picchiavo e…
Raccolsi il pigiama strappato da terra e macchiato di sangue, proprio come le lenzuola.
Ricordai tutto quello che era successo. Ogni singolo gesto, ogni parola che ci eravamo scambiati.
“Che vantaggio avrei a mentirti adesso?” mi aveva detto, fissandomi con gli occhi neri pieni di tristezza e delusione. E io, imbecille, non gli avevo creduto. In preda alla mia follia non gli avevo creduto e avevo continuato. Avevo continuato con l’umiliarlo fino alla fine.
Mi sedetti sul bordo del letto, in preda allo sconforto.
Era sincero quando mi diceva che non mi aveva tradito. Era sincero e io non ero stato capace di capirlo. Non ero stato capace di credere nell’amore che provava per me.
Ma che amore poteva provare adesso per un essere spregevole come me? Come potevo scendere giù e far finta di niente una seconda volta? Con che coraggio potevo nuovamente presentarmi davanti a lui, chiedendogli nuovamente scusa? La prima volta mi aveva perdonato, ma adesso che giustificazioni potevo avere? Che ero ancora, per la seconda volta, ubriaco? Non valeva. Questa volta non valeva.
Eppure dovevo affrontarlo. Dovevo poter sperare che ancora una volta perdonasse i miei errori.
Tuttavia qualcosa mi diceva che stavolta non sarebbe stato così facile. Una persona può accettare una volta una cosa del genere, e già è troppo, ma non si poteva richiedere di accettarla una seconda.
Sospirai, scendendo le scale per raggiungere Sasuke in cucina, dove sapevo che lo avrei trovato. Non avevo la più pallida idea di cosa dirgli, poiché un semplice “scusa” non sarebbe mai bastato a cancellare quello che era successo.
Non sentii il rumore famigliare di pentole e tegami che riempiva la casa ogni mattina, quando Sasuke era alle prese con la colazione. Brutto segno. Entrai, ma nella stanza non c’era nessuno. Proprio in quel momento si aprì la porta e Sasuke entrò in casa, attraversando la cucina e ignorandomi. Aveva numerosi cerotti in tutto il corpo, e il volto pieno di lividi e ammaccature. Sulla fronte, vicino alla tempia destra, aveva un brutto taglio in cui qualcuno aveva provveduto a mettere dei punti.
<<Sasuke…>> iniziai.
Lui chiuse gli occhi, sospirando.
<<Che vuoi ancora?>> chiese freddo.
<<Ecco io…volevo dirti…>> iniziai imbarazzatissimo.
<<Itachi, risparmiami la scena pietosa delle tue scuse perché non sono disposto ad ascoltarti, capito?>> disse furioso <<Quindi, o trovi una buona ragione per il tuo comportamento oppure stai zitto che è meglio!>>
abbassai lo sguardo, senza sapere cosa replicare. Sasuke mi fissò un attimo, poi salì in camera. Lo seguii, osservandolo mentre toglieva le lenzuola macchiate e il pigiama strappato e buttava tutto nel cestino, con rabbia.
<<Sasuke…io non…>> tentai di nuovo.
<<Non volevi? È questo che vuoi dire Itachi? Che non volevi? Che ti dispiace?>> sbottò.
Annuii mestamente.
<<Se non sbaglio ti avevo chiesto di risparmiarmi la scena delle scuse.>> replicò.
Sospirai, mettendomi a sedere sul bordo del letto.
<<Dove sei stato stamattina?>> chiesi, cercando di prendere tempo.
<<Da Tsunade a farmi medicare.>> rispose secco.
<<Ah…erano brutte botte?>>
<<Abbastanza…cinque punti sulla fronte e un mucchio di contusioni, ma dovresti saperlo visto che me le hai fatte tu.>> disse secco. Era deciso a non risparmiarmi proprio niente. E faceva bene.
<<Sasuke io ti…>> cercai di dire, ma lui mi bloccò.
<<Sta zitto Itachi. Non venirmi a dire che mi ami perché non ti credo più. Non dopo quello che hai fatto…o pensi forse che con due paroline dolci tu possa far dimenticare tutto?>> urlò guardandomi infuriato.
<<No…>> ammisi. <<Però…credimi, non volevo. Non volevo sul serio Sasuke…io non so cosa mi è preso!>> mi giustificai.
Lui mi lanciò uno sguardo carico di disprezzo.
<<Te lo dico io cosa ti è preso Itachi. Tu non ti sei fidato di me e dell’amore che provavo. Hai visto una cosa e hai subito interpretata come ti pareva, senza ascoltare le mie motivazioni. Prima di andare a ubriacarti e di violentarmi hai provato a considerare per un secondo le diverse possibilità? No! Hai visto Naruto che mi baciava e hai subito pensato che io me la facessi con lui alle tue spalle, mentre invece mi ha preso alla sprovvista. Se tu fossi rimasto qualche altro secondo ad ascoltare mi avresti sentito mentre gli dicevo che non potevo stare con lui perché ero innamorato di un altro e che stavo aspettando il suo ritorno. In più non ti è bastato nemmeno quello che ti ho detto, che ti ho giurato, mentre mi picchiavi. Mi spieghi che cosa ci avrei guadagnato a dirti una menzogna? Me lo spieghi? Ho passato due anni a struggermi perché tu non c’eri, ad aspettare e a desiderare il tuo ritorno. Io ti amavo Itachi! Per me eri tutto. Avrei fatto qualsiasi cosa per te e lo sai questo, ma ciò nonostante hai preferito rovinare tutto per colpa di una stupida supposizione. E questo non sono disposto ad accettarlo, perché se non ti fidi di me non ci può essere nulla. Mi dici scusa, ma pensi che basti? Se ora ti perdono, chi mi assicura che non lo farai di nuovo?>> mi gettò addosso tutto il veleno che aveva in corpo. Non mi risparmiò nulla. E il peggio è che sapevo che aveva ragione. Come potevo pretendere di ricostruire un rapporto con lui se ancora una volta avevo tradito la sua fiducia?
Quando ebbi il coraggio di guardarlo in faccia vidi che aveva gli occhi pieni di lacrime.
<<Io non ce la faccio più.>> mormorò, scandendo bene le parole. <<Non ce la faccio più, capisci? Due anni…ho passato due anni ad aspettarti, cercando di essere forte come mi avevi detto tu. E tu ci hai messo due ore a rovinare tutto quello che avevamo costruito insieme. >> disse abbattuto.
Fui tentato di abbracciarlo, per consolarlo, ma lui schivò il mio abbraccio.
<<Credevo che le persone potessero cambiare, ma mi sbagliavo. Sei rimasto sempre lo stesso che ha ucciso il clan. Non sei cambiato affatto.>> continuò.
<<Mi dispiace…>> sospirai, senza sapere che altro dire.
<<Lascia stare. Sai che ti dico? Non è colpa tua. La colpa è mia che mi sono illuso di poter vivere felice con te. Dovevo saperlo che non era possibile, ma ci ho provato lo stesso.>> affermò, mettendosi a sedere e prendendosi la testa fra le mani.
Gli misi un braccio sulle spalle, stringendolo a me, ma lui lo scansò con gesto brusco.
<<Lasciami in pace Itachi. Non voglio che tu ti avvicini. Non voglio che tu mi tocchi e non voglio che tu mi rivolga parola.>> disse secco.
<<Sasuke…capisco che ti ho fatto male, capisco che ti ho ferito e che le mie sono solo parole vuote, ma io ti amo. Ti amo sempre. Sono stato uno stupido come al solito. Ho preferito fidarmi dei miei sensi piuttosto che di te e come al solito ne hai pagato tu le conseguenze. Ma io ti amo. Ho reagito in quel modo perché ero geloso.>> esclamai sinceramente, prendendolo per le spalle e scuotendolo.
Lui mi fissò addolorato.
<<Allora proprio non capisci…>> mormorò <<Proprio non capisci che la tua gelosia sta solo a significare che non ti fidi di me? Come si può stare insieme se non c’è fiducia reciproca? Io non ti ho chiesto se sei andato con qualcuno in questi due anni. Non ti ho aggredito per delle supposizioni. Ti potresti essere fatto anche mezzo mondo per quanto posso saperne, eppure ti ho aspettato lo stesso per due anni avendo come garanzia le parole di una lettera che credevo sincere. Io non ho mai dubitato della tua fedeltà nemmeno per un attimo, ma tu non hai esitato un secondo a farlo, invece di chiarire l’equivoco. Io non posso andare avanti così, sapendo che ogni giorno posso essere sospettato di qualcosa che non ho fatto solo perché tu non hai fiducia in me.>> concluse.
<<Sasuke…ti giuro che non accadrà più, te lo prometto.>> implorai sconsolato.
<<Itachi, ti prego…in nome di quello che c’è stato tra noi, se è vero che mi vuoi ancora un po’ di bene, per favore vattene. Sparisci dalla mia vita una volta per tutte perché io non ce la faccio più.>> sospirò, chiudendo gli occhi.
<<Stai parlando seriamente?>> chiesi titubante, conoscendo già la risposta.
Annuì.
<<Non sono mai stato così serio in vita mia. Ti prego Itachi…>> ripeté.
Gli lasciai andare le spalle, che gli avevo tenute bloccate fino a quel momento.
<<Va bene…>> mormorai <<Va bene…>>
Uscii dalla sua vita, e stavolta per sempre.

Qualche giorno dopo
Parla Sasuke
Tornai al lavoro dopo aver fatto a malapena due giorni di convalescenza. Tsunade mi rimproverò, ma ignorai le sue proteste e le sue minacce di degradarmi.
Volevo qualcosa che mi tenesse impegnata la mente, per non pensare a quello che era successo tra me e Itachi.
Ero stato io a lasciarlo, a dirgli di andarsene, ma mi mancava. Nonostante tutto quello che mi aveva fatto, nonostante tutto quello che era successo ero ancora innamorato di lui e non riuscivo a dimenticarlo. A volte mi veniva la tentazione di andare a cercarlo, di chiamarlo, di dirgli di tornare da me, ma non potevo. Se da un lato mi mancava fino a farmi star male dall’altro non riuscivo ancora a perdonarlo.
<<Sasuke!>> urlò qualcuno. Mi voltai e vidi Naruto che veniva verso di me. <<Sei tornato…che cosa hai avuto? Tsunade ha detto che non stavi bene.>> chiese con tono preoccupato.
<<Nulla di grave…>> risposi.
<<Che ti sei fatto sulla fronte?>> mi domandò, alludendo alla mia ferita in cui c’erano ancora i punti.
<<Ho sbattuto…>> dissi semplicemente. Non mi andava di entrare nei particolari.
Lui mi fissò perplesso per un attimo, poi scosse la testa, accarezzandomi la ferita con la mano.
<<Non sei andato a sbattere. Qui c’è qualcos’altro…questa non è una ferita che si fa sbattendo la fronte.>> commentò seriamente.
<<Invece sì! E adesso se non ti dispiace lasciami in pace!>> replicai brusco, scostando la sua mano. Non avevo voglia di parlare con nessuno, tanto meno delle mie ferite. Volevo soltanto dimenticare e cercare di distrarmi per non pensare a quello che era successo e le persone che mi chiedevano come stavo non facevano altro che peggiorare la situazione. Come stavo? Male, non si vedeva? Come si può stare bene dopo aver subito violenza dalla persona che ami e che hai aspettato a lungo? Come si può star bene dopo che per la seconda volta hai litigato con lui e stavolta definitivamente? Questa volta non ci sarebbero state lettere riappacificatrici, né folli inseguimenti nel bosco per dirgli che ricambi il suo amore. Niente di niente. Stavolta era finita sul serio. E la gente veniva a chiedermi come stavo…
Incrociai lo sguardo afflitto di Naruto. Mi dispiaceva di avergli risposto male, di aver scaricato su di lui il mio nervosismo. Non era colpa sua se con Itachi era finita. Non era colpa di nessuno se non mia e di mio fratello.
<<Scusa Naruto…non volevo risponderti male. È un brutto periodo e sono un po’ nervoso. Tutto qui.>> mi scusai.
<<Non importa…c’è qualcosa che posso fare per aiutarti?>> chiese.
<<No, a patto che tu non abbia un modo per tornare indietro nel tempo e cancellare gli avvenimenti spiacevoli.>> commentai sospirando.
Mi osservò un attimo con sguardo indagatore, come se analizzasse punto per punto quello che mi poteva essere capitato.
<<Itachi, vero?>> concluse.
Annuii. Lui sospirò. Evidentemente ancora non gli era passata la cotta nei miei confronti e sinceramente mi sentivo in imbarazzo a metterlo al corrente delle mie crisi da ex relazione, visto che era ancora innamorato di me.
<<È perché non torna?>> indagò.
Scossi la testa.
<<Lascia perdere, Naruto…non entrare in argomento, ok?>>.
<<È tornato, vero? È tornato e ti ha fatto di nuovo male!>> affermò deciso.
<<Naruto non intrometterti…>>
<<E magari tu lo hai di nuovo perdonato! Ti ha nuovamente trattato in quel modo e tu lo hai perdonato ancora!>> insistette, con un tono in parte accusatore.
<<No! Non l’ho perdonato! Gli ho detto di andarsene e lui lo ha fatto e adesso sto da schifo!>> urlai, irritato da quel suo intromettersi.
Mi accorsi che qualche altro ninja si era voltato a guardarci perplesso, così cercai di calmarmi, pieno d’imbarazzo.
<<Ma…allora è veramente tornato…?>> balbettò Naruto, diventando rosso come un peperone.
Sospirai.
<<Sì, è tornato.>> confermai a voce bassa, in modo che i curiosi non sentissero. Non mi andava di certo di spiattellare la mia vita privata ai quattro venti.
<<E quando?>>
<<Qualche giorno fa…>> risposi vago. Se gli avessi detto che ci aveva visti mentre mi baciava e si era arrabbiato per quello lo avrei dovuto tirare fuori, oltre che dalla crisi sentimentale che gli stava prendendo, anche da una di sensi di colpa assurdi e non ero di certo dell’umore più indicato…
<<Ok, ora sai tutto. ciao. Ci si vede.>> dissi, allontanandomi.
<<Dove vai?>>
<<In missione.>>
<<Ma sei appena tornato…non stai ancora bene!>> protestò.
<<Lo so…probabilmente Tsunade alla fine mi degraderà per questo, ma non ho ascoltato lei, pretendi che ascolti te?>> risposi continuando a camminare. Naruto mi corse dietro, bloccandomi per un braccio.
<<Lasciami…>>
<<No! Non ti permetto di andare in missione con le ferite che si devono ancora rimarginare!>> affermò deciso, attaccandosi al mio braccio e stringendolo forte. Mi ci mancavano solo le sue bambinate…
<<Naruto staccati.>> dissi secco.
<<NO!>>
Sospirai. Perché mi doveva stare così appiccicato? Volevo rimanere da solo. Non chiedevo altro. Solo di stare un po’ da solo ed evitare di pensare a quello che era successo.
<<Ma perché ti ostini a venirmi continuamente dietro?>> sbottai.
<<Perché ti amo!>> urlò, avvinghiandosi ancora di più. <<Ti amo e non sopporto di vederti star male per colpa di tuo fratello!>>
Sospirai, indeciso tra il massacrarlo di botte o il tentare di fargli passare quell’infatuazione con le buone ancora una volta.
<<Non ti chiedo molto…solo di darmi una possibilità! Che ti costa provare? Io farei di tutto per non farti soffrire. Non ti farei mai star male…per favore, Sasuke!>> implorò, mentre gli occhi azzurri gli si riempivano di lacrime e mi abbracciava.
Lo staccai dolcemente, costringendolo a guardarmi in faccia.
<<Naruto…sei molto gentile e credimi, vorrei poter ricambiare quello che provi per me, ma non posso.>>
<<E perché?>>
non risposi. Come facevo a dirgli di essere ancora innamorato d’Itachi anche se ci eravamo lasciati?
<<Non posso e basta.>>
<<Tu ami ancora Itachi, vero?>>
<<Sì.>> ammisi.
Sì, lo amavo ancora e probabilmente non avrei mai smesso di amarlo, anche se non stavamo più insieme, anche se aveva fatto quello che aveva fatto.
<<Come puoi amare una persona che ha tradito così la tua fiducia?>> chiese.
<<Non lo so. Me lo chiedo anch’io, ma non so rispondermi. È così e basta.>>
<<Ma vi siete lasciati…>>
<<Lo so…>> vai Naruto, continua così…gira ancora un po’ il dito nella piaga…tanto ormai…
<<E saresti ancora disposto a perdonarlo?>>
<<No…non credo che lo potrei perdonare di nuovo, ma non posso fare a meno di amarlo ancora. Quindi, per favore, non toccare più quest’argomento, ok? Voglio solo dimenticare e voglio farlo da solo. Ti prego, lasciami in pace.>> conclusi. Lui annuì a malincuore. Ero stato duro, ma non ce la facevo davvero più.
Mi allontanai, andando a svolgere la missione che mi era stata affidata, sperando che mi tenesse impegnata la mente a lungo, così da non pensare a niente.

Parla Itachi.
Ero ancora nei pressi del villaggio della foglia. Per quanti sforzi facessi non riuscivo ad allontanarmi più di una certa distanza dal luogo dove abitava Sasuke.
Eppure glielo avevo promesso. Avevo detto che me ne sarei andato…ma allora che ci facevo ancora lì? Perché mi ostinavo a restare nei paraggi come se potesse cambiare qualcosa? Sasuke probabilmente era ancora infuriato con me. Forse non gli sarebbe mai passata. Me le aveva dette di tutti i colori quando avevamo litigato, e aveva ragione. Come poteva continuare a fidarsi di uno come me che è pronto a reagire subito con violenza, invece di accertarsi del vero svolgimento dei fatti? Non potevo meritarmi il suo affetto e tantomeno la sua fiducia se io ero il primo a non riporla in lui.
Ma non erano le sue parole ad avermi ferito. Erano i suoi occhi. Quegli occhi scuri così simili ai miei che mi lanciavano occhiate di disprezzo e delusione. Deluso…ecco com’era. Non arrabbiato, non irritato e nemmeno triste. Deluso. Deluso perché aveva scoperto che la persona che amava si era rivelata la stessa che tanti anni prima aveva sterminato l’intera famiglia. Deluso perché sotto le spoglie del fratello di cui era innamorato si celava il solito assassino assetato di sangue.
Probabilmente mi odiava. E faceva bene.
Non ero nemmeno riuscito a rispettare la sua ultima richiesta. Non ero nemmeno riuscito ad andarmene lontano dal villaggio, a sparire dalla sua vita.
Ma non potevo. Non ce la facevo a stare lontano da lui. Lo ero stato per troppo tempo, troppo a lungo eravamo stati separati con la speranza di riunirci e adesso, per colpa della mia stupidità, ci eravamo separati per sempre.
Sentii qualcuno che chiamava il mio nome, ma non ci feci caso. Probabilmente me lo stavo sognando. Nessuno sapeva che ero lì.
Mi voltai per allontanarmi dal villaggio, pur sapendo che non avrei fatto molta strada, e mi trovai davanti Naruto.
<<Che vuoi?>> chiesi, sorpreso di vederlo lì.
<<Torna al villaggio.>> ordinò deciso.
<<E perché dovrei?>>
<<So tutta la storia…e anche se sono contento che tu e Sasuke vi siete lasciati non ce la faccio più a vederlo soffrire per te! Quindi torna al villaggio e parla con lui!>>
<<Per farmi sbattere la porta in faccia?>> sbottai. Anche se volevo rivedere Sasuke non avrei mai trovato il coraggio di presentarmi davanti a lui dopo che mi aveva chiesto di andarmene.
<<Non lo farà.>>
<<E tu come fai ad esserne sicuro?>> domandai. Come poteva sapere che Sasuke non mi avrebbe respinto?
<<Perché ti ama ancora.>>
<<E come fai a saperlo?>>
<<Perché gli ho detto di amarlo, gli ho chiesto se potevo provare a renderlo felice e lui mi ha detto di no una seconda volta. E mi ha rifiutato di nuovo perché ti ama. Me lo ha detto chiaro e tondo. Anche se non sa se potrà perdonarti ha detto che non può fare a meno di essere ancora innamorato di te.>>
fissai stupito il ragazzo biondo che mi diceva tutte quelle cose col volto triste. Non riuscivo a credere alle sue parole. Sasuke…Sasuke mi amava ancora nonostante tutto…ma anche lui era innamorato di Sasuke. Allora perché mi invitava a ritornare da lui, quando avrebbe potuto approfittare del fatto che ci eravamo lasciati?
Glielo chiesi.
<<Perché lui ti ama. E so che se anche un giorno decidesse di stare con me avrebbe sempre il tuo rimpianto. E non voglio che soffra per la tua assenza come ha fatto per due anni! Quindi va da lui prima che vada ad ammazzarsi in qualche missione pericolosa con le ferite ancora aperte!>> ordinò.
Rimasi di stucco a quell’affermazione. Sasuke aveva già ricominciato a lavorare? Ma gli era andato del tutto il cervello o cos’altro?
<<Cosa ha fatto? Ha già ripreso il lavoro? Ma si è fumato tutti i suoi neuroni?>> esclamai, affrettandomi a raggiungere l’abitazione di Sasuke per fermarlo prima della partenza.

Arrivai appena in tempo, trovandolo che chiudeva la porta di casa.
<<Fermati, incosciente!>> gli urlai, bloccandolo con un abbraccio.
<<I – Itachi? Che cosa ci fai qui?>> domandò, stupito del mio arrivo. Poi si riprese <<Se sei venuto per violentarmi un’altra volta mi dispiace ma non ci sto!>> disse acidamente, liberandosi dalla mia stretta.
<<Sono qui per impedirti di fare una delle tue solite stronzate…cosa ti salta in mente di andare in missione conciato così, eh?>> lo rimproverai, fissandolo negli occhi e sbarrandogli il passo.
Lui mi lanciò un’occhiata di sfida.
<<Beh, a quanto mi ricordo sei stato tu a conciarmi così, quindi risparmiati gli atteggiamenti premurosi e lasciami andare!>> ordinò, scansandomi e avviandosi verso l’uscita del villaggio.
Gli corsi dietro, raggiungendolo e mettendomi davanti a lui, impedendogli di proseguire.
<<Togliti!>>
<<No. Non finché non mi prometti che resterai al villaggio!>>
<<Certo…e in missione ci mando un mio doppione…levati di mezzo!>>
<<Accidenti Sasuke! Lo vuoi capire che sono preoccupato per te?>> esclamai, bloccandolo nuovamente.
<<E perché, scusa?>>
<<Perché ti amo! E se non ti sembra un motivo sufficiente è perché sei la cosa più importante della mia vita e non voglio perderti, perché non potrei vivere senza di te e perché sono un idiota completo con tanto di patente e non merito il tuo amore, ma non ce la faccio a stare lontano da te e pensare che se ti succedesse qualcosa le ultime cose che ci siamo detti sono state solo le parole di una discussione mentre al posto di un bacio ti ho dato un pugno. E ultima nell’elenco ma non per importanza perché sono tuo fratello e ti voglio bene!>> dissi tutto d’un fiato, senza prendere aria. Lo fissai in volto. Aveva ancora i punti sulla fronte, esattamente come l’ultima volta che ci eravamo visti, ma i lividi erano spariti, anche se restava ancora qualche graffio. Sembrava spaesato dalle mie affermazioni e non trovò subito una risposta, ma rimase in silenzio, abbassando lo sguardo.
Mi avvicinai a lui un altro po’, scostandogli una ciocca di capelli dal viso e lo baciai. Lo sentii rispondere al bacio, ma quando lo lasciai andare mi accorsi che stava piangendo.
<<Perché devi sempre rendere tutto difficile?>> singhiozzò, cercando di trattenersi. <<Perché non te ne sei andato? Adesso sarà ancora più difficile dimenticarti!>>
<<Ma io non voglio che tu mi dimentichi! E io non voglio dimenticarmi di te! Io ti amo Sasuke…se devo stare lontano da te preferisco morire!>>
<<Anch’io…>>
<<Anch’io cosa?>>
<<Anch’io ti amo. Ma non so…non so se posso fidarmi di nuovo. Cosa mi garantisce che non te ne andrai di nuovo o che non ti ubriacherai un’altra volta e ti farai prendere dalla gelosia?>>
Sospirai. Aveva ragione. Non c’era nulla che glielo garantisse.
<<Sasuke…posso darti solo la mia parola che non succederà più. So che non vale niente, e so di non meritarmi nuovamente la tua fiducia, visto che l’ho già tradita una volta, ma ti prego…dammi solo un’altra possibilità. Proviamo ancora, se non come amanti almeno come fratelli. Ricominciamo da capo…se non vuoi che stiamo insieme non importa. Mi basta starti vicino.>>
Lui mi abbracciò, stringendomi forte. Lo abbracciai a mia volta, baciandogli la testa.
<<Stupido…come puoi pensare che non voglia stare con te se ti ho vicino? Anche quando sei lontano non faccio altro che pensarti…>> mormorò.
<<Questo vuol dire che sono perdonato?>> scherzai.
<<No…>> sussurrò. Sussultai a quell’affermazione…eppure mi era sembrato…lo fissai stupito negli occhi scuri e vidi che mi guardavano divertiti. <<Non sei perdonato. Almeno non del tutto. Ci vorrà un po’ perché possa essere sicuro che tu sia veramente cambiato, ma puoi dimostrarmelo.>>
Sorrisi, baciandolo con passione e sentendolo che rispondeva al mio bacio.
<<Ti amo…>> mormorai.
<<Anch’io…ora però devo andare in missione.>> annunciò sciogliendosi dal mio abbraccio.
<<Con quelle ferite?>>
<<Ormai ho accettato…ma torno presto!>>
<<Eh no! Tu te la scordi la missione!>> esclamai, afferrandolo e caricandomelo su una spalla, mentre cominciava a martellarmi la schiena di pugni.
<<Itachi! Lasciami!>> protestò.
<<Scordatelo! Nuova missione per Sasuke Uchiha: stare un po’ con suo fratello dopo due anni di separazione! Che ne dici?>> scherzai. Peccato non poter vedere la sua espressione. Sicuramente era super arrossito.
<<Dico che sei un bastardo!>>
<<Ma ti piace di più della missione precedente?>> lo presi in giro.
<<Certo, ma cosa dico a Tsunade?>>
<<Ti firmo la giustificazione, non preoccuparti!>>
<<ITACHIII! Sei sempre il solito!>>
Certo che ero sempre il solito…cosa credeva? Sarò stato anche il suo ragazzo, ma non scordiamoci che lui era pur sempre mio fratello minore e, diciamola tutta, se ogni tanto non gli facevo qualche dispetto come di dovere, che razza di fratello maggiore degenere sarei stato?



finita...spero che vi sia piaciuta. Doveva essere in due capitoli ma ho preferito mettere tutto insieme...aspetto commenti!
 
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