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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: LA LUCE DELLA LUNA
Genere: Fantasy
Rating: Per Tutte le età
Autore: briareos galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 01/02/2005 01:01:36

è un piccolo brano che finisce lì.non è male,ha anche na morale.se volete leggerlo non vi porterà via più di 4 minuti.
 
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STORIA AUTOCONCLUSIVA
- Capitolo 1° -






Pericle aveva 22 anni,e la sua vita era un disastro.aveva mollato la scuola per noia,per poi vedere che nel mondo del lavoro niente andava come nei fumetti che gli piacevano tanto...nei fumetti lo sfigato di turno si riscattava sempre,nella realtà un uomo poteva mangiare tanta merda da dire che alla fine è gelato.gli piacevano i fumetti nipponici,dove le ragazze sono timide e gentili,con grandi occhi grandi e che diventavano rosserosse per una stupidata,oppure erano dolci maschiaccie dai capelli corti e dalle tette piccole.
nella realtà le ragazze erano straordinarie allucinazioni passeggiere.la metafora calza,perchè come uno stronzo di esploratore perduto nel deserto,ad ogni passo la sua sete di sesso aumentava,ma le ragazze sparivano e non lo vedevano.divenne un'assiduo amante della propria mano destra,e così il suo umore peggiorava,sempre più,sempre più.

inoltre il lavoro scarseggiava,e doveva spesso ringraziare dio se ogni tanto faceva un pò di manovalanza al nero.in questi "periodi felici" tornava a casa distrutto,e dopo aver fatto sesso sotto la doccia sprofondava nel letto di camera sua.

non era granchè come vita,ma Pericle coltivava un Sogno:voleva diventare Sceneggiatore.
mentre si spaccava la schiena si distraeva sognando di fare collaborazioni con Neil Gaiman,Tiziano Sclavi,Hirohiko Araki,Greg Egan,Cris Claremont...queste erano le sue superstar,i suoi Maestri.
si sentiva diverso dagli altri ragazzi;gli dispiaceva non ritiovarsi a suo agio con nessuna cumpa,ma lui sapeva il Perchè:lui era troooooooooppo avanti a tutti loro per potersi abbassare al loro livello.era solo dei primitiVI che pensavano solo a canne,canzoni e a scopare come ricci.

no,Pericle li schifava:"fatti non fummo per vivere come bruti",ripeteva a sè stesso.

passavano i mesi,gli anni e Pericle era sempre più solo e deluso,la propria autostima cadeva ormai dietro i ginocchi.ma continuava a coltivare il suo sogno,a sognare ragazze e leggere fumetti.

una sera scese in un pub,a fare finta di fare vita sociale
(cosicchè,durante la settimana alla domanda "che hai fatto?" lui avrebbe risposto "sono uscito"),quando una ragazza gli si avvicinò.lui tento un'approccio,tanto per aggiungere un'altra tacca sulla teoria dell'uomo invisibile,ma invece la ragazza lo gli prestò attenzione.ruppero il ghiaccio,e parlarono a lungo insieme,avvolti dalla musica del locale.lei non era perfetta,ma era straordinariamente interessante e poi aveva le labbra tinte di un rossetto così rosso che Pericle pensò che contenessero tutta la passione del mondo.si scambiarono i numeri di telefono,poi all'improvviso lei lo baciò sulle labbra,con violenza,e fece schioccare la sua lingua nella sua bocca come un serpente epilettico.
Pericle si sentì un petardo esplodergli in testa,confuso da un pattern comportamentale inimmaginato in una ragazza.LEI sarebbe dovuta arrossire,non lui.ma questo...questo era molto meglio delle tipe che stavano sui fumetti..era nera,viscida,lussuriosa...splendida.
prese un altro paio di birre e nel locale entrarono dei suoi vecchi amici di scuola.Pericle voleva fischiare via dai coglioni,evitare quella pletoria di luoghi comuni,ma fra gli schiamazzi fu assemblato nel corteo.
bevvero e bevvero,e Pericle si abbandonò alla birra,ed a un paio di sigarette stordenti.si divertì un casino parlando di stronzate,raccontando bugie,bazellette sporche e perdendosi in gare di rutti...alla fine esauriti,uscirono dal locale,andando a rimpire di bile i marciapiedi.Iniziarono a confidarsi,persi dietro il vino veritas.

Pericle si stupì.

Non li aveva mai conosciuti.
erano tutti ragazzi in gamba,con i loro problemi,i loro sogni,le loro aspirazioni...solo che non puoi permetterti di mostrti troppo sensibile,perchè...è noioso,banale...meglio fare gli scemi e far casino che stare serio e dire che hai paura del domani.

si lasciarono per strada,ognuno verso le proprie case.

Pericle guardò la luna:era piena,concreta e brillava nel cielo,solitaria e priva di stelle...il SUO mondo era cambiato in un'attimo,travolto da una realtà più dolorosa,ma più viva e dinamica di quanto avesse mai immaginato.forse,da adesso non sarebbe mai diventato un grande sceneggiatore,ma anche gli sceneggiatori ed i grandi fumettisti prima di tutto sono uomini,e Pericle questo non l'aveva mai pensato.Mentre insegui il CosmoPavone devi vivere la tua vita sulla tua pelle.
se non arriverai al traguardo che avevi cercato,poco importa,hai vissuto così' tanto che la tua stessa vita è diventata una Storia:la tua.
e nè Gaiman nè Sclavi nè nessun altro potrebbe mai inventare qualcosa di tanto avvincente.

Pericle sorrideva,e si sentiva più alto,più grande.e aveva meno paura,s'incamminò verso casa a grandi falcate,pensando a quelle rosse labbra magiche,e al domani,che avrebbe avuto un sapore diverso.
forse forse Dio gli aveva sorriso,a lui,il re degli sfigati planetari.
poi un camion carico di blocchi di ghiaia vibrocompressa lo dilaniò a fondo,striturandolo nell'asfalto come un'aranciata.nella bara,dopo un funerale alla spicciola furono messi una porzione di capelli ed alcuni diti trovati incastrati nel radiatore,il resto era un'abbondante porzione di ragù rancido.

MORALE:
guardate sempre a destra e a sinistra prima d'attraversare.


 
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