- Capitolo 1° -
Non sapevo cosa fare, anche perchè la vita stava scorrendo via dal mio corpo come la neve al contatto con il con il sole.
Sapevo che quello sarebbe stato il mio ultimo Natale ma in fondo non mi importava poi tanto.
Le mie giornate erano diventate talmente uguali che non sapevo quasi che mese fosse e mi sono ritrovata a dicembre senza che me ne rendessi conto.
Stavo sempre seduta nella veranda della mia casa di campagna ad osservare sempre lo stesso paesaggio, gli stessi prati, gli stessi alberi e lo stesso cielo azzurro.
Era come osservare lo stesso guardare, solo che cambiava gradualmente come il rallentare sempre più basso del mio cuore.
Mi ero accorta del cambiamento del mio cuore solo quando, quel paesaggio che amavo tanto, era diventato bianco, la neve era giunta dopo tanti anni.
Era tutto così candido e bello che quasi mi venivano le lacrime agli occhi.
Anche se c'era freddo e avevo le mani ghiacciate, stavo sempre fuori nella veranda avvolta nella mia coperta a scacchi ad osservare la neve e desideravo essere come lei: bianca, candida e senza peccato.
Che cosa ero? Assomigliavo più ad una di quelle erbacce che stavano ai margini delle strade di campagne, mi sentivo marcia dentro ed il mio cuore male funzionante mi dava quasi la prova dei miei pensieri.
Una ragazza di 20 anni che non aveva nulla davanti a sé, se non la morte, che era vista ormai come un'amica.
Il mio tempo mi scivolava fra le mani come l'acqua, eppure nell'ultimo periodo avevo fatto dei strani sogni che mi avevano quasi confortata e la neve mi aiutava ad andare avanti.
Quella mattina feci qualcosa di diverso: mi alzai dal mio solito posto e avvolta nella mia coperta corsì in mezzo a quel prato bianco.
Le mie orme venivano cancellate dalla neve che scendeva lenta e dolce sulla mia pelle pallida.
Correvo e sembravo una bambina che giocava.
Ricordo ancora quello che stavo facendo, correvo, saltellavo, ballavo intonando una melodia malinconica inventata sul momento.
Sento ancora rimbombare nella mie orecchie le ultime parole che mia nonna aveva urlato quandp mi aveva visto...
<< Yukiiii! >> aveva gridato. Il mio cuore in quel momento aveva ceduto ed aveva smesso di battere. Ricordo chiaramente, il rallentare del mio cuore e la sensazione della mia pelle quando era entrata in contatto con il manto di neve. Era soffice, fredda ma accogliente come le nuvole.
Non ricordo altro, perchè il mio spirito aveva definitivamente lasciato il mio corpo.
Era una cosa stranissima, come nascere, ma al contrario. Eppure, non capisco una cosa.
Perchè sono ancora in questo prato? Continuo a danzare e cantare, ed orami lo faccio da anni.
Ogni tanto vedo mia nonna che mi guarda dalla finestra.
Non capisco molto, ma so solo una cosa che questo luogo che io amato mi appartiene e non l'abbandonerò mai...
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