da una serie originale:
"THE NIGHT`S SONS"
una fanfiction di:

Genere:
Azione
Rating:
Per Tutte le età

Anteprima:
è la storia di una ragazza che viene trasformata in una vampira e dovrà combattere contro il cielo supremo.

Conclusa: No

Fanfiction pubblicata il 10/08/2002 22:01:15 - Ultimo inserimento 05/11/2002
 
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 CAPITOLO 1


The night’s sons

CAPITOLO 1

La prima volta che lo incontrò era una calda notte d’estate. C’ era una bellissima luna piena e l’ aria era profumata: quell’anno le piante avevano subito un piccolo ritardo per quanto riguardava la fioritura e così, ancora in piena estate, si potevano ammirare molti alberi e prati pieni di fiori che riempivano l’ aria del loro buon profumo. Quella sera Yuki era di pessimo umore e per distrarsi un po’ aveva deciso di fare quattro passi. Nelle strade non c’erano molte persone, probabilmente perché era tardi. I rari lampioni illuminavano le vie della periferia e attorno a loro avevano qualche farfallina che, attirata dalla fioca luce del lumi, cercava di scaldarsi. <<Accidenti!>> sbuffò la ragazza. Aveva litigato con la sua più cara amica per una sciocchezza ed ora si era pentita di averla chiamata “stupida idiota senza cervello”. Si vergognava di sé stessa per come l’ aveva trattata. - Cosa le dirò per scusarmi? - pensò tra sé e sé - gliene ho dette di tutti i colori…sarà difficile che mi perdoni - . Sospirò. Ora le veniva pure da piangere. Per la rabbia e la frustrazione diede un calcio ad un sasso che si trovava sul suo cammino. <<Ehi! Ma che ti prende?>>. Yuki alzò di scatto lo sguardo, capendo di aver colpito qualcuno, ed ecco che lo vide per la prima volta: era appoggiato con le spalle al muro di una villetta e la guardava incuriosito. Non era vicino ad un lampione e perciò Yuki non lo distingueva molto chiaramente, però notò che portava un mantello blu scuro con un cappuccio tirato sul volto. Lì per lì Yuki ebbe molta paura. Perché quel tipo si vestiva così in piena estate? - Non avrà caldo? – pensò, mentre lo squadrava attentamente. <<Mi scusi! Non l’ avevo vista!>> si giustificò. <<Allora sei proprio cieca!>> disse lui in tono scherzoso. La sua voce era giovane e fresca, dava molta sicurezza. Yuki aveva intuito che quella era una battuta, ma non aveva molta voglia di scherzare quella sera. <<Ho detto che mi dispiace!! E poi è anche colpa tua che te ne stai lì al buio come se fossi un ladro o che so io!>> gli gridò contro. Il ragazzo rise piano e le si avvicinò lentamente. Si mise sotto la luce di un lampione e si scostò un poco il cappuccio dal capo. Yuki lo poté finalmente vedere in faccia. Quello che aveva di fronte non poteva essere un umano! Casomai un dio… - È impossibile che esista un essere umano così affascinante e perfetto! - pensò stupita. La cosa che più saltava all’ occhio del viso del ragazzo erano i suoi lineamenti perfetti e dolci come quelli di un angelo. Aveva occhi marroni con alcune sfumature color ambra che gli donavano un aspetto innocuo e piacevole. I capelli erano ribelli e scendevano sul viso scomposti, ma non gli davano un immagine trasandata . Erano di colore rosso scuro, quasi marrone e si intonavano con il colore degli occhi. La bocca era normale come il naso greco leggermente all’ insù e tutto il resto. La sua pelle, però, era bianca e candida come la neve, ma, benché fosse così chiara, non sembrava pallida e malsana. Yuki notò anche che portava un orecchino d’ argento al lobo destro: una specie di serpente che si mordeva la coda. –Santo Cielo! Ma chi sarà questo qui? Magari è uno psicopatico di qualche setta satanica in cerca di una vittima! - pensò allarmata. <<Sta calma, stavo solo scherzando! Non c’è bisogno di reagire così! E poi… come fai a sapere che sono un ladro? Stavo giusto aspettando qualcuno da derubare! Mi sei capitata proprio a tiro!>> disse facendole uno strano sorrisetto e avanzando di un passo nella sua direzione. <<Ma… che dici? Mi prendi in giro?>> esordì Yuki mettendosi le mani sui fianchi e osteggiando un cipiglio ostile. <<In effetti sì>> ammise lui e poi scoppiò a ridere. <<Uffa, smettila subito! Non ti permetto di prendermi in giro!>>. Yuki aveva assunto un’ espressione molto imbronciata e aveva le guance di un tenue color rosso che stavano a sottolineare il suo imbarazzo. Il ragazzo si calmò e la guardò serio. Le si avvicinò ancora di più e prendendole una mano tra la sua, si inginocchiò sulla gamba destra, come un perfetto cavaliere, e le baciò la mano. Yuki rabbrividì perché il suo tocco era gelido. <<Pardon>> sussurrò mentre le baciava la mano e la guardava dritto negli occhi. Il suo sguardo era inquietante e Yuki divenne ancora più imbarazzata. <<Ehm… ok, sei perdonato, ma ora devo andare>> disse per togliersi da quell’ imbarazzo. <<Aspetta! Non so il tuo nome!>> disse lui trattenendola per la spalla. <<Yuki. Mi chiamo Yuki Morisawa.Perché?>> chiese incuriosita. <<Perché verrò a derubare la tua casa, no?>> disse sorridendo. <<Co - come?>> gli occhi le si spalancarono per la sorpresa. Però lui rideva… Yuki si irritò nuovamente. <<Oh, al diavolo!>> disse furiosa e se ne andò di gran passo. Il ragazzo si calmò e la guardò andare via velocemente. <<…Uffa! Addio cena!>> sospirò <<Ma da quando in qua mi faccio degli scrupoli con gli esseri umani?>> si chiese. Continuò a seguire la ragazza con gli occhi fino a che questa non svoltò l’ angolo della via. – Che caratterino! - pensò divertito e si calò il cappuccio sul volto. –Sarà meglio sbrigarsi e trovare qualcuno, altrimenti domani non mi reggerò a malapena in piedi e allora saranno guai - pensò tra sé e sé. Si sentiva molto debole, ma non lo dava a vedere. Fece per girarsi quando sentì un urlo soffocato provenire dal parco pubblico del quartiere. Nessuno a parte lui lo sentì, ma in fondo lui non era un comune uomo, forse non lo si poteva nemmeno definire uomo. Un sorriso malefico apparve sul suo volto angelico. <<Forse ho trovato quello che cercavo>> sussurrò e, come rapito dal vento, sparì in pochi secondi solo come i figli della notte sanno fare.
<<Lasciatemi subito andare, maledetti!!!>> gridava Yuki spaventata a morte. <<Sta buona, carina, e vedrai che non ti succederà nulla>> disse il ragazzo che la teneva ferma. <<Ehi! Ma non ha neanche un soldo!>> affermò un secondo ragazzo che frugava nelle tasche dei jeans di Yuki per cercare il portafoglio. <<Forse ha un anello, una collana… cazzo! Qualcosa ce l’ avrà pure! Non mi sembra una stracciona!>>. Il primo dei due cominciò a metterle le mani addosso, ma si fermò quando notò che la ragazza aveva un anellino al dito. <<Lo sapevo! Guarda qui! Un anello con diamante! Forse è un po’ piccolo, ma varrà qualcosa dopotutto!>>. Il secondo ragazzo cercò di toglierle l’ anello, ma lei cominciò a dimenarsi come un indemoniata. <<No, lasciatemi! Quell’ anello mi è molto caro! Vi prego, lasciatemi!!!>>. Tentò di dare un calcio in faccia a uno, ma questo la buttò a terra. <<Ahh!!!>>. La sua voce era rotta dal pianto. <<Eccolo qua!>>. Uno dei due teneva, tra il pollice e l’ indice, un grazioso anellino d’ argento a forma di fiore che, al centro, aveva un piccolo diamante. Se lo mise in tasca e poi guardò Yuki sorridendo malignamente. L’ altro la teneva ancora ferma a terra. <<E ora… vieni con noi piccola! Ci divertiremo un mondo insieme, vedrai!>> disse e la trascinò per un braccio verso il centro del giardinetto pubblico. Yuki strisciava per terra nel tentativo di prendere tempo e affaticare quello che la voleva portare in mezzo al parco. <<Aiuto!!! Aiu…>> cominciò a gridare, ma quello che la teneva la tirò su senza il minimo sforzo e le premette la mano sulla bocca in modo da soffocare i suoi urli. <<Jin, sta di guardia! Ti chiamo non appena è il tuo turno>> disse rivolto al suo complice. L’ altro fece un cenno con il capo e si diresse verso la strada. Quel ragazzo la stava portando in un posto isolato. Non ci voleva un genio per capire che intenzioni aveva. – no …tutto questo non sta accadendo a me…è solo un incubo…un incubo – ripeteva a se stessa per stare calma. Doveva sforzarsi di rimanere lucida e forse sarebbe anche riuscita a scappare. Stava pensando freneticamente a come fuggire, quando il ragazzo la scagliò su una panchina. Yuki chiuse gli occhi d’ istinto. Non voleva più vedere quel tipo, non voleva vedere quello che le avrebbe fatto. Il ragazzo cominciò a romperle la camicetta e a sghignazzare. Ad un tratto lei si sentì lasciare. Il tipo che la teneva sembrava essere stato colpito da qualcosa. Sentì il ragazzo imprecare e poi urlare terrorizzato. La cosa la incuriosiva molto, ma aveva troppa paura per aprire gli occhi. <<Stai lontano da me maledetto! Cosa hai fatto a Joji? Bastardo!>>. Il ragazzo che prima teneva Yuki, ora era per terra e tremava come una foglia. Un po’ più in là giaceva il corpo del ragazzo che era di guardia. Probabilmente era svenuto. Accanto ad esso, si trovava una figura incappucciata che si confondeva nel buio. La figura sollevò il ladro tramortito con una sola mano e gli inclinò il capo da una parte, lasciando scoperto il collo. Lentamente il volto incappucciato si avvicinò alla gola del malcapitato. Dopo cinque minuti si staccò e buttò in terra il cadavere davanti all’ altro ragazzo che ora era immobile dal terrore: aveva guardato tutta la scena senza fiatare, presumibilmente perché terrorizzato a morte. Tremava e cercava di fuggire, ma inciampò e cadde. Non si rialzò nemmeno, ma tentò di scappare a gattoni. Veloce come una folgore, l’incappucciato si ritrovò davanti al ladro in fuga. Prima che questo potesse dire qualcosa, lo prese per la collottola immobilizzandolo solo con la presa della sua mano. <<No! Ti prego non farmi del male! Ti darò tutto quello che vuoi!>> continuava a ripetere quel vigliacco. L’ incappucciato lo sollevò dal suolo. Il ragazzo si mise le mani intorno al collo nel tentativo di liberarsi della mano di lui, ma non ci fu niente da fare. <<Nooo!!! Ah…..>>. Il grido di terrone e quel gemito di dolore furono le sue ultime parole. Quando ebbe finito, l’ incappucciato buttò il corpo privo di vita del ladro su quello del suo complice. Con il dorso della mano si asciugò una goccia di sangue che gli stava colando dal mento. Poi si voltò e vide Yuki paralizzata dalla paura. Era seduta a terra sopra i propri polpacci, le braccia abbandonate lungo i fianchi, lo sguardo terrorizzato sembrava fissare il vuoto davanti a lei, le labbra tremavano e sembravano voler dire qualcosa. Il ragazzo si tolse il cappuccio e Yuki lo riconobbe come il tipo di prima, quello che la sfotteva. <<M…ma…tu…cosa…cosa sei?>> riuscì finalmente a dire la ragazza. Lui si avvicinò e disse sorridendo: <<Accidenti! Ma tu non eri svenuta? Maledizione tu non dovevi vedermi, Yuki!>>. Lo diceva con un tono di voce simile a quello di un bambino che fa i capricci. <<Non avresti dovuto, sai? Comunque, come stai? Tutto a posto?>>. Yuki non sapeva se prenderlo sul serio. Lei era ancora nella posizione di prima e non smetteva di fissarlo. Il ragazzo, o quello che sembrava essere un ragazzo, si inginocchiò davanti a lei, sedendosi sui talloni. <<Mi chiamo Akito>> disse tendendole la mano. Yuki era ancora immersa nei suoi pensieri e quel gesto la riscosse. Gli prese la mano con timore. Dopotutto non sembrava che le volesse fare del male, altrimenti non l’ avrebbe aiutata. Akito la aiutò ad alzarsi, ma, quando ebbe finito, continuò a tenerle la mano. Sorrise malignamente. <<Sono quello che voi umani chiamate vampiro>>. Yuki rabbrividì a quel sorriso gelido. <<Di solito non uccido, ma è necessario eliminare rifiuti come quelli>> disse indicando con un cenno del capo i due cadaveri. Ritornò a fissarla. <<Però la mia legge dice che devo eliminare anche i testimoni>>. Yuki capiva perfettamente ciò che il ragazzo intendeva dire. Dunque prima aveva fatto il gentile solo per non farla urlare. Akito, che la teneva ancora per mano, la condusse di fianco ai due corpi morti. Si chinò e frugò nella tasca di uno dei due. Quando tirò fuori la mano, Yuki vide che teneva il suo anello. Akito si rialzò e sollevò la mano di Yuki fino all’ altezza dei suoi occhi. Le inclinò dolcemente un dito verso l’alto poi le rimise l’ anello e tornò a fissarla intensamente come per capire che cosa lei stesse pensando. Ma Yuki non pensava a nulla. Quella sera ne aveva passate troppe: era stata derubata e c’ era mancato poco che venisse anche violentata, aveva assistito a due omicidi molto strani e ora si trovava di fronte a uno psicopatico che diceva di essere un vampiro. E, come se non bastasse, diceva pure che l’ avrebbe uccisa, ma però adesso con lei stava facendo il … gentiluomo? Se voleva ucciderla, allora perché perdeva tempo? Ad un tratto, Akito aprì il mantello e le cinse le spalle con le braccia. Il mantello ora li copriva entrambi. Yuki, incapace di reagire, era a contatto con il corpo del ragazzo che sembrava abbracciarla, ma che, in realtà, voleva solo avvicinarsi alla sua gola. Akito le fece appoggiare il mento sulla sua spalla e prese ad accarezzarle sensualmente i lunghissimi capelli: probabilmente per tenerla buona. La ragazza sembrava fissare ancora il vuoto. Akito si staccò un poco, ma lentamente. Indugiò un po’ sul volto di lei, ma poi si concentrò sul suo collo bianco e liscio. Si avvicinò nuovamente a lei. <<Non avere paura>> le sussurrò all’ orecchio. La strinse ancora di più tra le sue braccia. Yuki sentì sulla sua pelle il suo respiro caldo, poi le sue labbra ed infine la morte. Per una frazione di secondo avvertì un dolore lancinante, come la puntura di due aghi grossi e affilati, ma poi si sentì bene. Era conscia del fatto che lui le stesse succhiando il sangue, ma non riusciva a reagire. Lentamente la vista le si appannava e perdeva forza. Le ginocchia le si piegavano e Akito, sempre succhiandole la linfa vitale, la accompagnò a terra lentamente. Si ritrovò seduta in braccio al vampiro avido di sangue umano. Oramai vedeva solo colori sfocati in torno a sé e sentiva il suo cuore rallentare e il suo respiro farsi affannoso. Poi successe una cosa insolita: Akito si staccò da lei dandole prima un bacio sul collo dove aveva succhiato. Le fece appoggiare la testa sul suo petto, poi si scoprì un polso e con i canini affilati se lo ferì. Sgorgò molto sangue da quella ferita. Akito appoggiò il polso sulle labbra di Yuki. Lei sentì qualcosa di caldo bagnarle la bocca ed inconsciamente lo bevve. Ne prese tanto, tutto quello che le finiva in bocca. Più tardi il liquido smise di arrivare e lei si leccò le labbra e chiuse gli occhi accoccolandosi tra le braccia di Akito. Lui soddisfatto le pulì le labbra insanguinate con un lembo del suo mantello.




...Continua nel prossimo capitolo


 
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