- Capitolo 1° -
PROLOGO
Marzo. Ho sempre pensato che fosse un mese "tranquillo", quasi monotono: il ventuno entra la primavera, l'inverno sembra quasi un sogno, la scuola è sempre quella; ma ancora non sapevo ciò che sarebbe successo in tutta questa monotonia. Finalmente avrei trovato un'amica.
CAPITOLO 1°
Mi chiamo Anna. Solo e semplicemente Anna. Un nome che non mi piace per niente; amo i nomi più complessi, magari mi chiamassi Annamaria, o Annalaura... e invece no, sono solo una banalissima Anna.
Durante i miei quandici anni di vita molta gente mi ha assicurato della bellezza del mio nome, ma non la stavo a sentire, non m'importava niente di quello che dicevano sul mio nome: era mio e contava solo quello che pensavo di me... almeno è sempre stato così. Finché non ho incontrato Gianna.
Gianna dai capelli neri e lunghi, Gianna dagli occhi neri e profondi, Gianna che con la sua allegria e generosità aiutava tutti e tutto. Gianna.
Fu proprio a marzo che la incontrai per la prima volta: passeggiavo com al solito sola soletta, quando il mio cappello preferito volò via, spinto da una leggera brezza. Mi misi a rincorrerlo, ma volava troppo in alto per riuscire a prenderlo. Il vento doveva aver smesso di spirare perchè, improvvisamente, il mio cappello scese in piacchiata, e finì addosso ad una ragazzina.
Tirai un sospiro di sollievo, non ce la facevo più a correre e, senza volerlo, mi accasciai su di una panchina, anche perchè quella ragazzina stava venendo a ridarmi il cappello.
Guardandola meglio mi accorsi degli strani vestiti che portava: non portava i jeans come le altre ragazze tutte uguali, ma pantaloni neri vecchio stile; invece delle solite magliette attillate che ogni tanto porto anch'io, aveva una camicia bianca ricamata a mano, come quelle che porta ogni tanto mia madre. Non aveva nè un impermeabile nè una leggera giacchetta adatta quela mese: andava in giro così, e sembrava non vergognarsi.
Mi porse il cappello e si sedette vicino a me. Un timido "grazie" uscì dalle mie labbra. Ero di un carattere chiuso allora, e non sempre parlavo, anzi preferivo starmene in disparte e in silenzio. Ma quella strana ragazza mi dava fiducia, aveva un sorriso gentile e i suoi occhi non mi davano l'impressione di una persona "cattiva".
Ci mettemmo a chiaccherare, senza contare i minuti cha passavano. Per la prima volta nella mia vita parlavo davvero. Scoprii così che si chiamava Gianna.
- Anna è un bel nome!! - eslamò quando le dissi come mi chiamavo - anche nel mio c'è la stessa parola GiAnna...buffo non trovi?? -
Fu in quel momento che capii quanto Gianna, in un certo senso, mi servisse. Faceva aumentare la mia autostima, mi rendeva meno timida; a mano a mano che il tempo passava mi legavo sempre di più a lei. Sempre di più.
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