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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Naruto
Titolo Fanfic: FULLY ME
Genere: Sentimentale, Romantico, Commedia, Drammatico, Erotico, Dark, Introspettivo, Song-fic
Rating: Vietato Minori 18 anni
Avviso: AU, What if? (E se...), Lemon, Shounen Ai, Yaoi
Autore: bebedb galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 01/12/2023 21:02:07 (ultimo inserimento: 31/12/23)

Raccolta con diversi personaggi e diverse coppie. Un prompt al giorno che trovate nel titolo del capitolo.
 
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STARRY NIGHT (KISAITA OS CANON)
- Capitolo 1° -

Era stato lì, durante quella splendida notte di maggio, che Kisame aveva iniziato a rendersi conto come qualcosa potesse cambiare a seconda di chi lo osservava.
Non era stato lo stesso Itachi a dire che le persone vivono vincolate da quello che accettano come vero, ma che la realtà è diversa per ognuna di loro?
Kisame si era grattato pensoso tra gli spessi capelli blu. Era così bello il fuoco che scoppiettava poco lontano, il placido suono rilassante e le scintille che salivano verso un cielo ancora più luminoso.
Era tornato indietro trasportando il fascio di legna appena raccolta, si era seduto al falò e lo aveva alimentato il poco che bastava per tenerlo vivo un’altra mezz’ora. Gli occhi argentei guardavano su, niente foschia, le stelle sembravano una cascata d’oro, la luna non c’era. La Via Lattea spariva all’orizzonte per arrivare chissà dove, forse in un mondo in cui la sofferenza non esisteva. Piccoli sprazzi nella sua vita miserabile, Kisame se li godeva sapendo che sarebbe morto presto.
Gente come lui e Itachi non campava mai tanto.
Kisame aveva esalato un sospiro tornando a guardare il mondo terreno. Itachi giaceva addormentato a pochi centimetri da lui, così raggomitolato nel mantello da non capire dove fosse la faccia.
Kisame aveva allungato la grossa mano per svegliarlo, chissà, magari anche lui avrebbe goduto di quella magica notte. Avrebbe potuto essere l’ultima, Itachi la doveva vedere.
Però la mano di Kisame si era arrestata a metà strada per poi tornare indietro. Ogni notte che Itachi vedeva, ricordava quella notte. Se Kisame lo avesse svegliato, Itachi non avrebbe visto le stelle, ma il sangue dei suoi amici. Non avrebbe sentito il canto degli uccelli notturni, ma le grida della sua famiglia.
Kisame aveva tirato un altro ramo nel fuoco sconsolato, Itachi non avrebbe visto la meravigliosa nottata come la vedeva lui.
Ma… non c’era la luna.
Non era tardi per provare a sostituire i tormenti con dolci ricordi, Kisame doveva tentare affinché Itachi vedesse quello che vedeva lui. Visto che durante quella notte c’era la luna piena, questa era la serata perfetta.
Kisame si era avvicinato al suo partner e gli si era seduto accanto.
“Itachi” lo scuoteva piano.
Niente.
“Itachi, sei sveglio?”
“Sono stanco, ti spiace?” la voce era chiara, per niente assonnata.
“Itachi, pensavo…” ecco, Kisame non si era preparato una scusa per iniziare il discorso “Non trovi che di notte si lavori meglio? Il giorno inizia a fare troppo caldo e poi… siamo più liberi, meno gente in giro.”
Itachi si era sollevato a sedere con un gemito infastidito: “Che lavori vorresti fare a quest’ora, Kisame?”
“Magari potremmo rimetterci in marcia e camminare senza fretta” Kisame aveva attaccato il fianco al corpo di Itachi, il moro diventava sempre molto caldo nel sonno “Vedi? La Via Lattea è così luminosa stasera che non servono torce.”
Itachi non aveva risposto, ma i suoi occhi guardavano in alto.
“Quale uccello ha un canto così ritmico e rilassante? Tu sai come si chiama, Itachi?”
“È l’assiolo. Emette i suoi richiami durante la stagione calda.”
“Lo sai che ci sono un sacco di lucciole là dietro? Da anni non le vedevo così riunite in grappoli. Durano pochissimo, Itachi, vivono solo un paio di settimane, se te le perdi dovrai aspettare l’anno prossimo. Però, magari, saranno meno. ”
Kisame si era alzato e Itachi lo aveva imitato, si era lasciato condurre fino al prato delle lucciole. L’uomo squalo sorrideva, le notti di Itachi potevano anche essere diverse da quella. Sapeva che i suoi discorsi non erano usuali e che forse Itachi lo stava credendo ubriaco, probabilmente non lo mollava un attimo per evitare che si cacciasse in qualche guaio.
Oh, Itachi!
Si erano fermati lì, guardavano la danza dei docili insetti. Itachi aveva allungato una mano, una lucciola gli si era posata sulle dita, continuava a lampeggiare. Con la scusa di guardarla meglio, Kisame gli aveva posato un braccio sulle spalle.
“E questi fiori, Itachi? Si aprono solo col buio.”
“Si chiamano Bella di notte, hanno i petali così delicati che il sole li brucerebbe.”
“Li vedi quanti colori? Anche fusi insieme nella stessa corolla.”
“Io non vedo i colori, Kisame” Itachi gli si era rigirato dentro le braccia per averlo di fronte, gli occhi di ossidiana brillavano, le stelle si erano trasferite lì “Vedo te. Grazie, è un gesto bellissimo.”
“I tuoi brutti ricordi…”
“Dimenticati, Kisame” Itachi gli aveva appoggiato la testa sul petto, ricambiava l’abbraccio con gli occhi chiusi “Dimenticati.”
 
Continua nel capitolo:


 
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