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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Slam Dunk
Titolo Fanfic: NON è LA MORTE CHE MI FA PAURA
Genere: Sentimentale, Drammatico, Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Avviso: Yaoi
Autore: gimi93 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 28/10/2023 20:08:26

Fu così che capì quanto freddo può essere l'inverno, quello del cuore. Quando, entrando in casa, vidi crollare ogni mia certezza.
 
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KANAGAWA CANCER CENTER
- Capitolo 1° -

Quel giorno era rientrato a casa prima del previsto. Aprì la porta e, come d’abitudine, con un gesto fluido vi sgusciò all’interno. Fu in quel preciso istante che il suo cuore si fermò: quello che vide di fronte a sé non gli parve vero. Non voleva credere che potesse essere reale. Con la mano sinistra ancora sul pomello lasciò cadere a terra la spessa cartella clinica che stringeva, invece, nella mano destra.

Fu il rumore della cartella gialla a interrompere quel momento increscioso: avvinghiati tra loro, ansimanti e sudati, c’erano -completamente nudi – Hanamichi e Mitsui. Entrambi, insospettiti dal tonfo che avevano udito, si bloccarono. Hanamichi, con la schiena appoggiata al muro di ingresso e le gambe strette attorno ai fianchi del numero 14 dello Shohoku, fu il primo a vedere Rukawa. I suoi occhi nocciola incontrarono quelli blu tenebra di Kaede. Fu poi il turno di Hisashi che si voltò dopo aver rimesso a terra Sakuragi poiché lo stava sorreggendo a mezz’aria per facilitare la sua presenza in lui.

In quella manciata di attimi, Rukawa, capì che avvenne la fine di tutto. Fulmineo li superò entrambi e, nel silenzio più totale, andò in camera da letto. Aprì la cabina-armadio, prese un trolley e di getto ci iniziò a mettere le cose necessarie per andarsene via da lì quanto più velocemente possibile. L’aria si era fatta pesante, così pesante, da togliergli il respiro. Prese il minimo indispensabile: boxer, mutande e calze di ricambio. Poi mise dentro dei pigiami, tute comode e dei completi da ufficio. Inserì anche il beauty-case, il suo adoratissimo walkman e degli occhiali scuri. Si premurò infine di aver con sé il portafoglio, contenente i suoi documenti personali, la carta di credito e la patente.

Nel corridoio di ingresso, nel frattempo, Mitsui si stava prontamente rivestendo mentre Hanamichi era come pietrificato. Non si era mai chiesto il perché avesse iniziato a tradire Rukawa. Non si era mai soffermato a riflettere sulle eventuali conseguenze che quelle sue scappatelle avrebbero potuto avere sulla loro relazione. Aveva sempre fatto tutto d’istinto, di getto. Era consapevole che per Mitsui aveva, fin da subito, provato un fortissimo desiderio sessuale sapendo che quest’ultimo era pazzamente innamorato di lui. Tuttavia non c’era sentimento alcuno a legarli. Niente di tutto questo: era solo sesso, nulla di più. O almeno per Hanamichi era così. Tutto il contrario era per Hisashi: ogni volta che si vedevano e lo facevano sentiva i suoi sentimenti farsi sempre più intensi. Bramava sempre di più possedere quella testa rossa, voleva che fosse solo suo.

Rukawa riemerse dalla camera insieme al trolley. Prese le chiavi della macchina dall’apposito contenitore e inforcò la porta d’uscita. Ricacciò indietro le lacrime che sentì pungergli gli angoli degli occhi quando Hanamichi tentò di bloccarlo. Quel tentativo fu del tutto inutile: Rukawa lo scansò prontamente con un movimento laterale ed uscì dalla sua villa. Inforcò la Maserati Ghibli blu metallizzato e partì a tutta velocità immergendosi nel traffico serale di Kamakura.

Fu Mitsui a fare la prima mossa dopo l’uscita di scena del suo rivale: dolcemente si avvicinò ad Hanamichi e lo abbracciò forte mentre il suo corpo era smosso da forti tremori. Lo coprì poi con una coperta così da proteggerlo dal freddo. Sakuragi era scoppiato in un pianto disperato. Passarono una decina di minuti prima che riuscisse a tranquillizzarsi. Fu solo allora che la sua attenzione ricadde sull’oggetto dimenticato sul pavimento. Dal faldone, spesso solo pochi centimetri, uno deli fogli spiccava – in particolare – rispetto a tutti gli altri. Esso riportava la “Kanagawa Cancer Center”. Impallidì. Questa fu la reazione istintiva che ebbe Hanamichi.
 
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