A TE CHE NON CI SEI PIù
- Capitolo 1° -
Questa mia lettera alla donna che mi ha scolpito dal freddo blocco di marmo del mondo che ora non è con me a lottare per quella stessa vita che mi sta lentamente distruggendo.
Dov’è madre il martello? Vorrei abbattere con un solo colpo ogni parte del mio essere.
Dov’è la forma che hai lasciato prendere alle braccia, alle ossa… e dov’è quel cuore apparentemente freddo che hai sciolto con la forza dell’immaginazione e dell’amore e reso fragile e impassibile al tempo stesso?
Dove sei tu che nella mia vita hai scavato un solco tanto profondo quanto un taglio immaginario che divide la terra intera su cui cammino?
Mi hai abbandonato! Hai lasciato che quest’oscurità che mi strappa il cuore avesse il sopravvento.
Hai lasciato che la società dalla quale tu e mio padre eravate rispettati si prendesse gioco di me ogni giorno ricordandomi quanto i “mostri” e i “diversi” non siano accettati.
Perché sei morta?!
Perché non mi hai portato con te?!
Non avrei avuto allora così tanto tempo per soffrire ma ti sarei rimasto accanto a prendermi gioco di questo mondo che non perdona gli sbagli altrui ma vuole che i propri siano dimenticati.
Perché hai fatto del cielo stellato l’unico segreto contatto tra le nostre anime e nonostante tutto sei così irraggiungibile?
Perché? Perché???
Non faccio che chiederlo ma la mia voce si perde nel vuoto.
Non c’è nessuno a rispondere, a dirmi che va tutto bene, che in realtà non sono solo. Quanto desidero un abbraccio.
Non è affatto facile vivere senza un posto in cui rifugiarti.
E’ una continua guerra ninja la vita.
Devi dimostrare in ogni momento le tue capacità.
La scalata alla vetta del potere dell’intera umanità.
Tutti vorrebbero arrivarvi: chi bara lanciando a terra gli avversari pur di salire più in alto, chi va piano, sperando in un miracolo, chi è onesto e si fa da parte per lasciar passare, chi sa che non la raggiungerà mai eppure prova a salire… e chi come me si è rassegnato.
Vorrei averti qui, per baciarti, per vedere di nuovo il tuo viso così dolce che ricordo a stento solo nei sogni.
Vorrei sentire la tua voce così vera che mi diceva di perdonare ancora.
Forse non ci riesco più tanto bene.
Quando penso queste cose, fitte di dolore mi attraversano il petto…
Vorrei sentire ancora una volta il tuo canto soave nelle notti di tempesta per avere, come un tempo, la pace.
Invece non faccio che restare in un piccolo angolo illuminato dal buio e sperare che il giorno arrivi in fretta.
Nessuno riuscirà mai ad amarmi davvero.
Dove sono le tue braccia a cingermi il collo e la tua testa sulla mia?
Dove sono quelle mani morbide che fungevano da protezione quando ero insicuro delle mie azioni?
Dov’è quell’amore che a poco a poco mi sta abbandonando?
Madre…
Questa "lettera" era un compito di scuola media.
Io l'avevo scritta da parte di Michelangelo Buonarroti alla famiglia.
L'ho modificata tanto e adesso è una sorta di pensiero che Naruto scrive alla madre che non c'è più.
Io la dedio a mia nonna che è volata in cielo da poco.
è molto breve, lo so.
Il tuo sorriso mi è stato vicino da sempre, adesso il mio ti seguirà tra le stelle.
TI VOGLIO BENE NONNA
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Insomma, cinque stelle più che meritate!