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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: SPECCHIO
Genere: Sentimentale, Romantico, Drammatico, Fantasy, Dark, Kid-fic (per bambini)
Rating: Per Tutte le età
Autore: strega12 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 22/07/2012 23:24:29 (ultimo inserimento: 10/09/12)

Una storia che tratta l'anoressia e la figura della Regina Cattiva di Biancaneve
 
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1.
- Capitolo 1° -

- Mago dello specchio magico, sorgi dallo spazio profondo, tra vento e oscurità io ti chiamo. Parla! Mostrami il tuo volto!
- Che vuoi conoscere mia Regina?
- Specchio, servo delle mie brame, chi è la più bella del reame?


Il mio nome è Lilya, Lilya Houston, ho diciassette anni… e ho appena cambiato tutta la mia vita. Guardo un’ultima volta la mia ex-casa, stringendo le fasce dello zaino per resistere alla tentazione di piangere. Dopotutto, non sono mica sola al Mondo. Sono nata e cresciuta a Los Angeles e ora andrò a vivere a San Diego. È questo che la legge mi obbliga a fare, ora che mia madre è morta ed io non ho ancora ventun anni.
Mia madre, Brooke, era una modella, una delle più belle, famose e pagate del Mondo. Sfilava soprattutto con biancheria intima. Tutti la chiamavano la Bionda Splendente, perché sembrava che la sua bellezza emanasse una luce che abbagliava. Era talmente bella e sexy da abbagliare pure i miei compagni di classe e i miei professori e tutti mi cercavano solo per avere delle foto di mia madre, in modo che i maschi potessero sbavarci sopra come cani e le femmine potessero copiare il suo look. Io cercavo di accontentare tutti, ma la mia frustrazione mi faceva riempire la faccia di brufoli e andare male a scuola. Ero sola e brutta e a volte avevo paura di diventare una pazza psicotica.
Mia madre provò ad aiutarmi, ma a modo suo: per lei la soluzione migliore era studiare tanto e fare danza classica, come aveva fatto lei.
Era anche talmente fissata con la bellezza e l’apparenza da mangiare solo una foglia d’insalata al giorno e l’unica cosa che io potevo fare era imitarla, per non farla sentire in imbarazzo. Poi… smise di mangiare… e diventò troppo magra, facendomi sentire in colpa ogni volta che mangiavo degli spuntini di nascosto da lei.
Una mattina d’estate, fui svegliata da un forte rumore, come se fosse caduto qualcosa… o qualcuno. Chiamai mia madre, ma lei non mi rispose. Pensai che fosse uscita per un altro servizio fotografico mattutino e invece… la trovai senza vita nella sua camera davanti allo specchio, il suo migliore “amico”. Sembrerà infantile, ma mentre la guardavo, pensavo alla regina di Biancaneve, quella della Disney. I suoi occhi… erano uguali a quelli di mia madre. Tremai come una foglia e dal quel momento iniziò la mia paura per la Regina Cattiva. Sono patetica, vero?
Al funerale vennero tutti quelli che conoscevano mia madre, compresi alcuni fan. Erano troppo impegnati a piangere per porgermi le condoglianze. Solo una persona mi restò vicino per tutto il tempo: Richard, il fratello maggiore di mia madre, quindi mio zio… anche se… quando ero piccola ero convinta che fosse mio padre. Io sono il frutto di una notte e via, non ho mai conosciuto mio padre e questa storia ha fatto il giro del Mondo per qualche anno, la stampa stava col fiato sul collo di mia madre per costringerla a rivelare l’identità dell’uomo che le aveva permesso di darmi alla luce. Quando ero piccola, a volte scrivevo delle lettere alla stampa, dove riferivo che mio zio era il mio unico vero padre, che lo chiamavo Zio Papà e che era il mio idolo, come lo è ancora, ma ovviamente non le spedii mai, volevo solo sfogarmi.
A sette anni, lo zio Richard mi rese cugina di un bellissimo bambino, Simon, che io considero il mio fratellino. Gli restai vicino soprattutto dopo il divorzio dei suoi genitori. A volte penso che sia colpa di mia madre se lo zio ha divorziato, perché lei e la zia Greta litigavano tutte le volte che ci ritrovavamo per delle cene di famiglia. Mamma criticava ogni piatto cucinato dalla zia (troppo sale, troppo fritto…) e costringeva me a mangiare solo la verdura che lei preparava personalmente. All’inizio lo zio cercava di farle ragionare, ma poi arrivò il giorno in cui mi trovavo alla festa del sesto compleanno di Simon dove aiutavo lo zio con i bambini e i giochi e un paparazzo mi fece una foto mentre assaggiavo un pezzo di torta. La foto finì sui giornali di pettegolezzi, mia madre lo venne a sapere, litigò con lo zio e decise di non rivederlo più per non rovinare la sua carriera. Io piansi tanto, non perché mamma mi mise in punizione, bensì perché temevo di non rivedere veramente mai più gli unici due maschi che mi volevano bene per quello che ero veramente, una ragazzina normale, non la figlia di una bellissima modella.
E ora che mia madre non c’è più, andrò a vivere con loro due.
- Signorina Houston, è pronta?
Mi strofino gli occhi per non far scendere le lacrime sulle guance.
- Sì, agente Lane. Sono pronta.
E salgo nella macchina della polizia, voltando le spalle alla mia ex-vita. Lo zio Richard non è potuto venire a prendermi perché ha un negozio e un figlio cui badare e non sopporta di lasciare i suoi impegni a qualcun altro. L’ha fatto una sola volta, quando ha chiesto alla sua vicina di casa di badare a Simon per venire al funerale della mamma. Non lo avevo mai visto così nervoso. Quando mi stringeva la mano per consolarmi, sentivo che lo faceva per resistere alla tentazione di tornare da Simon. È proprio per questo che è il mio idolo: è profondamente legato alla sua famiglia. Così, dopo essere stato con me per una settimana dopo il funerale, mi ha lasciata nelle mani dell’agente Lane, una persona affidabile ma piuttosto taciturna.
Tramite il testamento, mia madre ha lasciato me, la casa e tutti i suoi soldi allo zio e poiché lei ed io non eravamo povere, lo zio ha avuto la bella idea di tenere la casa di Los Angeles per le vacanze estive, quindi non saluterò per sempre la mia città. Inoltre, lo zio ha dato una buona parte dei soldi in beneficienza e il resto l’ha messo in banca come fondo per il college per me e Simon, ma anche per le emergenze, ovviamente.
L’agente Lane non ha alcuna voglia di fare due chiacchiere ed è meglio così, perché non voglio sentire altre domande su mia madre, e non potendo ascoltare la radio normale in una macchina della polizia, m’infilo le cuffie nelle orecchie e ascolto gli Evanescence sul mio I-Pod.

***


- Signorina Houston? Signorina Houston è quella la casa?
Mi sveglio dai miei sogni ad occhi aperti e abbasso il finestrino. La prima cosa che vedo è la casa di mio zio, grande, di legno chiaro con il tetto colore arancio.
- Sì… è quella…
L’ho sempre considerata la mia seconda casa e adesso è diventata la prima.
L’auto si ferma e l’agente Lane scende per venire ad aprirmi la portiera.
- Eccoci arrivati. Ti do una mano con le valigie.
- Lasci stare, agente Lane. Faccio da sola.
Lui non insiste e apre il baule della macchina per farmi prendere le due valigie, in una ci sono i miei vestiti e nell’altra tutti gli oggetti e libri che tenevo in camera mia, compreso il mio computer e la sua presa di corrente, mentre nello zaino ho messo gli effetti personali e dei regali per Simon e lo zio Richard.
- Lilya, finalmente sei arrivata!
Lo zio corre verso di me per abbracciarmi, come se non ci vedessimo da anni. Quando si stacca, posso notare che si è tagliato la barba, ha la pelle del viso liscia.
- Vai pure in casa, cara. Vorrei scambiare due parole con l’agente Lane. Lascia stare le valigie, le porto dentro io.
Io faccio finta di non averlo sentito e prendo le mie valigie. Sarò una che mangia poco, ma la palestra ha i suoi privilegi.
Il portone di casa si apre ed esce Simon.
- Ciao Lilya!
- Cuginetto, ma quanto sei cresciuto?
Anche lui mi abbraccia saltandomi addosso. È proprio cresciuto! Ha solo dieci anni e tra due potrebbero diventare alto come me. Sì, lo ammetto, sono bassa di statura.
Simon sembra appiccicato a me, non mi vuole lasciare e sono costretta a sentire soltanto la macchina dello sceriffo Lane che si allontana e lo zio che si avvicina a noi.
- Simon, dammi una mano con le valigie di Lilya, per favore.
Il mio cuginetto si stacca ed esamina i miei due bagagli per prendere il più leggero.
- No, lasciate fare a me. Non sono poi così pesanti.
- Io prendo questa, è leggerissima, così farai fatica a prendermi!
E Simon corre dentro casa con una delle valigie. Lo zio Richard lo lascia fare.
- I bambini… seguilo pure, cara, è andato in camera tua.
- Va bene.
Entro in casa e salgo le scale senza guardare la sala da pranzo a destra delle scale e il salotto a sinistra. Al piano di sopra ci sono la camera dello zio, quella di Simon, due bagni e una stanza degli ospiti, dove trovo Simon.
- Ecco la tua camera. Ti piace?
La mia nuova e grande camera ha le pareti lilla (il mio colore preferito), il letto a una piazza e mezza con le lenzuola e il cuscino viola e una bella scrivania di legno bianco e l’armadio a muro.
- È carina. Accogliente. Sì, mi piace.
- Papà ed io l’abbiamo arredata per te! Io avrei voluto dipingerla tutta di nero, ma lui dice che tu hai paura del nero!
Lo zio Richard fa notare la sua presenza mettendomi un braccio intorno alle spalle.
- Non ho mai detto questo, Simon! Non raccontare bugie, ho solo detto che a tua cugina non piace il nero! Comunque, spero che ti piaccia la tua nuova camera, Lilya.
Gli rispondo con un sorriso. Ora che lo guardo meglio, noto che si è anche tagliato i capelli, come se il lutto lo avesse ispirato per un nuovo look.
- Grazie a tutti e due.
- Ok, Simon, lasciamo riposare un po’ tua cugina. Io vado a preparare la cena. Scusa, Lilya, ma non mi ricordo quali sono i tuoi gusti.
È una bugia o la verità?
- Io mangio solo frutta e verdura, zio Richard. Un’insalata scondita e una mela andranno benissimo.
Sul suo viso appare una piccola smorfia che mi dà fastidio, ma non abbastanza da cedere alla tentazione.
- Va bene, cara. Per qualsiasi cosa, fammi un fischio.
Ed esce dalla camera con Simon, mentre io apro la valigia con i vestiti per metterli nell’armadio. Sono tutti firmati: Armani, Dolce & Gabbana, Prada… mia madre controllava anche il mio modo di vestire, non solo l’alimentazione, ma ho preferito dare indietro i vestiti che non ho neanche mai indossato perché non mi piacevano o perché non capitava mai un’occasione per indossarli.
- Bella, tu sei bella oh mia Regina, ma attenta: al mondo una fanciulla c'è, vestita sol di stracci, poverina, ma ahimè, assai più bella è di te!
- Guai a lei! Dimmi il suo nome!
- Ha la bocca di rose, e ha d'ebano i capelli, come neve è bianca.
- Biancaneve!
Trasalisco, come se avessi sentito qualcuno dietro di me, ma non c’è nessuno.
- Lilya!? La cena è pronta!
- Arrivo, zio Richard!
Esco dalla camera e mi chiudo in bagno per lavarmi le mani, ma in realtà sto scappando da qualcuno. Forse proprio da me stessa.
Sto per scendere le scale, quando torno in camera per prendere dallo zaino i regali per i due uomini della mia vita.
- Lilya, hai capito che è pronta la cena?!
Mio zio sarà un uomo dolcissimo, ma è anche un po’ impaziente. È pur sempre un uomo.
Scendo le scale cercando di mantenere la calma e raggiungo Simon, che è già a tavola. Lo zio Richard appoggia al centro della tavola un grande vassoio con un polpettone dal profumo invitante. Avrei l’acquolina in bocca ma mia madre mi ha insegnato a resistere alle tentazioni della buona cucina.
Mi siedo alla destra dello zio Richard, il capotavola. Mi ha preparato un’insalata di mais.
- Ti va bene questa insalata, Lilya?
- Sì, certo, ma prima di mangiare, vorrei darvi questi.
Tirò fuori dal sacchetto, che ho tenuto nascosto dietro la schiena, due regali. Ho preso un puzzle per Simon e una macchina fotografica digitale per lo zio Richard, ne vanno pazzi.
- Oh, grazie, Lilya! Non vedo l’ora di farlo!
E Simon corre a darmi un bacio sulla guancia, poi torna a sedersi, proprio come un bravo bambino.
- Grazie, cara, sei molto gentile.
Lo zio Richard si avvicina per baciarmi l’altra guancia.
- Papà ha fatto una torta per festeggiare il tuo arrivo! Non vedo l’ora di assaggiarla!
Il mio cuginetto si lecca le labbra, mentre io mordo le mie.
- Zio Richard, lo sai che io non mangio i dolci.
- Non ne vuoi neanche un pezzettino? È un’occasione speciale.
- Ti ringrazio, ma… lasciala pure a Simon…
È più forte di me, non ci posso fare niente, anche se in realtà mi mangerei la torta in un sol boccone.
- Va bene, cara, come preferisci. Ora facciamo un brindisi…
E solleviamo insieme i nostri bicchieri. Lo zio Richard beve vino rosso, io acqua e Simon latte fresco.
- … all’arrivo di Lilya. Alla salute!
- Alla salute!
- Alla salute!
Cin cin.
 
Continua nel capitolo:


 
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VOTO: (3 voti, 3 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 3 commenti
Rif.Capitolo: 2
lilicartman - Voto:
09/09/12 22:28
la storia comincia sul serio: e la Regina che ti comanda a bacchetta, neanche fosse la reincarnazione della parte più aggressiva della malattia di Brooke Houston, sta già recitando la sua parte...
E brava!!!
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Rif.Capitolo: 1
lilicartman - Voto:
04/08/12 08:52
è una trama interessante perché prende spunto da un tema attuale che è l'anoressia nervosa, la quale trova il suo campo di sviluppo favorevole in una società nella quale:
- molti medici hanno scopero la correlazione fra sovrappeso o errori alimentarie molte malatite
- in copenso, molti non medici hanno le idee poco chiare in merito, non gestendo bene tutte queste nuove conoscenze, e non sanno cosa significhi dimagrire in maniera equilibrata e duratura (e senza rischi per la salute)
- la perfezione fisica è considerata un elemento importante dal punto di vista sociale, anche al di là della sua correlazione con la buona salute
- non tutti sanno dire obiettivamente se sono troppo magri o troppo grassi, e purtroppo l'anoressia contempla anche il fatto che il paziente si vede troppo grasso anche se effettivamente è normale o sottopeso
Ma il carattere, le competenze, la capacità di interagire con gli altri NON si misurano dall'aspetto fisico, non certo dal peso corporeo: ma questo non tutti lo capiscono. e io che studio medicina, potrei sciorinare tutta una serie delle complicanze causate
- dal privarsi del cibo
- dall'esercizio fisico molto intenso praticato in modo scriteriato
- dagli effetti collaterali di alcuni farmaci che questi pazienti si somministrano, per perdere peso

dei quali la diminuzione delle difese immunitarie e la morte (in genere di polmonite, ma anche per squilibri della composizione dei liquidi biologici) sono solo il capolinea di questa malattia
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Rif.Capitolo: 1
littlefoot93 - Voto:
23/07/12 08:38
Molto bello
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