UNA PRINCIPESSA DIVERSA
- Capitolo 1° -
C’era una volta una principessa che viveva nel tipico mondo delle fiabe, dove i draghi e le streghe venivano uccisi dai principi e le principesse aspettavano il matrimonio per vivere per sempre felici e contente. La principessa era dolce e gentile ma possedeva una bellezza talmente semplice da non colpire i cuori dei principi che suo padre, il re, chiamava a corte per farle scegliere un marito. Così, arrivata all’età di 18 anni, lei era ancora nubile, mentre tutte le altre avevano vivevano felici e contente con i loro principi. Questo fatto portò la principessa a non uscire più dal suo castello dalla vergogna e il regno le diede il soprannome di la Principessa Senza Fiaba.
La disperazione del re era più forte per il futuro del regno che per i sentimenti della figlia. Infatti, loro due erano gli ultimi anelli della famiglia reale e il re non sopportava l’idea di lasciare la sua corona ad un estraneo.
L’unico amico di Senza Fiaba era Cornacchio, il giullare di corte, diverso dai tipici giullari, perché era il folletto più alto di tutti, aveva la pelle verde scuro e le sue vesti cambiavano colore ogni ora. Al primo sguardo, il folletto faceva paura, ma il suo grande talento nel raccontare storielle e fare giochi di prestigio lo salvavano dal desiderio della corte di rinchiuderlo nelle prigioni o semplicemente scacciarlo dal castello. In realtà non si chiamava Cornacchio, nessuno sapeva il suo nome, così il re s’ispirò al suo naso a forma di becco di cornacchia per poterlo chiamare quando aveva bisogno di ridere.
Un giorno che Senza Fiaba si trovava nei giardini del castello ad osservare le rose rosse, Cornacchio sbucò da un cespuglio tutto allegro.
- Buongiorno, mia cara principessa! Avete visto che bella giornata?
Ma Senza Fiaba preferì guardare il colore dei fiori che amava. Cornacchio la guardò preoccupato.
- Che cosa vi turba?
Una lacrima uscì dall’occhio sinistro della principessa.
- Mio caro amico Cornacchio, a cosa serve ammirare lo splendore di questo panorama, se nel mio cuore ci sono nuvole cariche di pioggia?
- Potrei aiutarvi io! - esclamò Cornacchio - Per voi, ruberei un raggio di Sole e lo poserei sul vostro cuore anche dopo che la ritirata delle nuvole nere!
La lacrima si posò sulle labbra di Senza Fiaba, le quali avevano appena formato un dolce sorriso.
- Tu riesci sempre a farmi sorridere. Se fossi un principe, ti sposerei subito, ma non riuscirei a far innamorare neanche te. Non sono bella come Biancaneve o Raperonzolo o fortunata come Cenerentola o Rosaspina, quindi… - Senza Fiaba si tolse il bellissimo diadema di diamanti che portava sul capo - … a cosa serve il mio titolo se non troverò mai l’amore? Rischio di perdere anche quello di mio padre, grande è la sua delusione per aver ricevuto dal cielo una figlia non abbastanza bella da vivere un’avventura d’amore.
Cornacchio rivolse un sorriso amichevole a Senza Fiaba.
- Il verde e buffo folletto che sono io conosce una soluzione al vostro problema.
- Allora non tenermi sulle spine e parla!
Il folletto la condusse nella torre più alta del castello e indicò qualcosa invisibile agli occhi di Senza Fiaba.
- Ho saputo che c’è una foresta incantata dove ogni principessa di vostra, e anche mia, conoscenza ha lasciato un segno della propria storia e al centro di questo luogo si trova uno stagno con tre enormi fiori di loto. Uno di essi è magico, perché può far sbucare davanti ai vostri occhi il principe che tanto cercate, ma se sceglierete quello sbagliato, sarete sola per il resto della vita.
Senza Fiaba pendeva dalle labbra di Cornacchio.
- Dimmi, amico folletto, tu sai dove si trova questa foresta?
- Io conoscono la geografia di questo mondo come le mie tasche. Dipende solo da voi.
La principessa seguì con lo sguardo il dito di Cornacchio, anche se non sapeva dove guardare.
- Credi davvero che troverò anch’io il lieto fine?
Il folletto stava per aprire bocca, quando Senza Fiaba corse da suo padre per riferirgli la sua intenzione di partire.
Inizialmente, il re rise in faccia alla figlia.
- Sei quasi più divertente di Cornacchio, Senza Fiaba!
Quando chiuse la bocca, stanco di ridere, prese un respiro profondo e guardò Senza Fiaba con serietà.
- Ripensandoci, sarebbe un’occasione per te di vedere cosa c’è fuori da questo castello. Perciò, sei libera di partire, mia cara.
- Vi ringrazio, caro padre, ma avrei bisogno di un accompagnatore in questo viaggio. E vorrei scegliere Cornacchio.
- Il mio giullare?! Dimenticalo, Senza Fiaba, io ho bisogno di lui!
- Se lui non verrà con me, allora io prenderò il suo posto e voi, padre, sapete che non sono brava come lui ad essere divertente.
Il re rabbrividì all’idea di sua figlia che lo intratteneva con la storia della sua vita vuota.
- Accordato! Partite anche adesso, vi darò soltanto una carrozza di legno, poi dovrete cavarvela da soli. Tornate con un principe di sangue reale e non immaginario, ma semmai doveste fallire in questa ricerca, Cornacchio potrà tornare e tu, Senza Fiaba, dovrai trovare un posto degno della tua persona.
Coraggiosamente, Senza Fiaba accettò le condizioni di suo padre e partì subito in compagnia di Cornacchio, il quale aveva già preparato la carrozza di legno, qualche vestito di ricambio e qualcosa da mangiare per il viaggio.
I due viaggiatori non ricevettero saluti da nessuno, ma questo non li fermò, perché la loro forza di volontà era più forte di qualsiasi altra cosa.
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