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Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: FINDING ME - INDENTITA' IN GIOCO
Genere: Commedia
Rating: Per Tutte le età
Autore: mangaka91 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 14/11/2011 23:04:42 (ultimo inserimento: 15/12/11)

La ragazza si sveglia e scopre che la sua vita è stravolta. L'unico modo per riappropriarsi della sua identità è una caccia al tesoro... con se stessa
 
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BUONGIORNO, MELLIE
- Capitolo 1° -

Apro gli occhi su un soffitto bianco.
Il mio?
Sì, vedo la sottile crepa a forma di saetta laggiù, nell'angolo. Quella che ho fatto un mese fa, tirando il cellulare dopo aver parlato per l'ultima volta con Andrea... ma questa è un'altra storia.
Il pavimento è freddo sotto la nuca, brividi sparsi lungo le braccia, tra le dita dei piedi.
Lo dicevo io che ci voleva un tappeto, qui.
Forse è il caso di alzarsi. Tento di sollevare il collo, ma stelle di luce violetta esplodono dolorosamente nei miei occhi.
Ok, ok. Rimango ferma. Messaggio ricevuto.
E così, soffitto mio, eccoci qua. Non sei un granché come compagnia, lo sai? Forse avrei dovuto prestarti più attenzione. Che so, ogni tanto alzare lo sguardo e dire “Bel lavoro, amico, continua così”. Magari ora ti sarei più simpatica... e invece ora te ne stai lì, bianco, inamovibile, indifferente alla mia patetica condizione.
Sì, sono consapevole di star parlando con un soffitto. E di aspettarmi una risposta, anche. Chissà perché, ora come ora mi sembra solo velatamente inquietante.
Dalla strada arriva il solito rumore di traffico, macchine, risate sparse; la luce del sole entra filtrata dalle tendine, un chiarore dorato e soffuso. È mattino presto, o forse tardo pomeriggio.
Rifletto per un istante su come devo essere ridicola, sdraiata per terra così.
E va bene, riproviamo. Tendo appena il collo e subito torna il ronzio alle orecchie, la vista si macchia di nero.
Ooook, ancora niente da fare. La testa sta lì e non si muove, afferrato. Però muovo la mano, lentamente, la sollevo e riesco a portarla davanti agli occhi.
E... wow. Però. Ogni unghia è smaltata di un colore diverso (rosa shocking, verde acceso... una cosa discreta, insomma), e una specie di... di tatuaggio (Dio,fa che sia rimovibile!!) si insinua tra le dita, si srotola sul palmo a formare un grande sole e poi torna ad attorcigliarsi sul polso. Stelle, fiori, foglie, piccoli simboli accostati a formare quel fantasioso ghirigoro.
Bene. Che cavolo è 'sta roba??
Guardo anche l'altra mano, fortunatamente è scevra da qualsivoglia traccia di tintura o vernice: in compenso, la manica della maglietta che indosso – un qualcosa di talmente arancione da fare male agli occhi – è simpaticamente ritagliata con linee a zigzag e faccine sorridenti.
Di bene in meglio.
Sospiro, aggrottando la fronte all'ennesima stranezza di questo bizzarro risveglio, e con la mano scompiglio i...
Oh Dio.
Oh – mio – Dio.
... dove diavolo sono i miei capelli??
I... i miei bellissimi, lunghissimi e curatissimi capelli, uno swiiiish che neanche pantene...non... dove?... puff, svaniti, non ci sono più. Non ci sono più!!
E al loro posto c'è... c'è una massa arruffata di ricci che arriva appena sotto le orecchie... a parte – scopro con orrore – una trecciolina sottile che scende fino al seno, unica superstite della mia chioma.
E va bene. Dolore o non dolore, ronzio o non ronzio, devo alzarmi e capire che accidenti mi è successo.
Con un unico, fluido movimento mi sollevo a sedere, in barba alla stanza che oscilla paurosamente... tempo qualche attimo di immobile attesa ed ecco che la mia camera da letto torna ad assumere la sua normale stabilità.
E-ehi un attimo. Qui non c'è proprio nulla di normale.
Dove diamine è finito il mio letto? Rete ortopedica, materasso in poliuretano espanso con cuscino antibatteri? E cos'è quel... quella specie di enorme puff tondo, quella cosa floscia e stramba ricoperta di cuscini e coperte in stile etnico? Mio Dio, sembrano gli scarti della bancarella vietnamita all'angolo.
E lo scempio non si ferma qui. Perché ogni – singolo – oggetto nella mia stanza è stato sostituito con un orrido alter-ego scelto da una hippy evidentemente daltonica.
Scendiletto grigio con tenui ricami floreali? Scomparso! Al suo posto campeggia, pacchiano e fiero, un tappetino in pelo zebrato con ponpon agli angoli.
Lampada a stelo a luce solare? Puf! Molto meglio il legno intagliato a forma di venere preistorica che manda luce dalla testa e si accende... mio Dio, premendo i capezzoli. Che buon gusto.
Armadio a parete, quattro ante, specchio a figura intera? Nada. D'altronde come competere con quel coso in legno suddiviso in cubi di diverso colore? Per non parlare dello specchio a mosaico, per riflessi in puro stile cubista.
E giusto per citare gli esempi più carini e discreti... è come se la mia sobria, elegante camera da letto fosse diventata il set per il nuovo videoclip di Lady Gaga, mancano solo coppie promiscue che copulano su ogni superficie non necessariamente orizzontale.
Ok, calma e sangue freddo. Ci deve essere una spiegazione razionale a questo festival del kitsch. Il che include il perché io stia indossando questa gonna lunga fino ai piedi stile zingara senzatetto.
Mi alzo in piedi, scopro con indicibile entusiasmo che anche quelli sono smaltati con tutti i colori dell'arcobaleno e che sul destro – ma che bello! - è riproposto lo stesso disegno della mano.
Ok, ok, ok. Urgono risposte. E come per magia, sul “letto” c'è una busta, sulla quale con un matitone colorato è scritto “Per Mellie”.
Ed è a questo punto che comincio davvero a preoccuparmi.
Perché Mellie è un soprannome che non uso dalle elementari, e perché... perché quella è la mia calligrafia.
La mia calligrafia.
E va bene, deve essere una qualche gag. Stile candid-camera, mi hanno stordita e catapultata in questa pazza realtà alternativa. Una specie di reality show non autorizzato, o i folli giochi dell'Enigmista.
Ah, ma io non mi faccio prendere in giro. Eh no.
A passo sicuro, guardandomi intorno in cerca di telecamere nascoste, mi avvicino a quello che per pura convenzione chiameremo letto e afferro la busta, cercando di ignorare il netto contrasto delle mie unghie colorate contro quel bianco candido.
Mellie.
Bah.
Estraggo il foglio e mi concedo un inebriante sfogo di frustrazione accartocciando la busta in una mano fino a ridurla a una pallina di carta, che getto a terra con rabbia. Godetevi questo, cari telespettatori. Non è per gesti ed emozioni plateali che andate in visibilio?
E comunque non c'è dubbio, la scrittura è proprio la mia. Anche se mai in vita mia mi sognerei di utilizzare una penna colorata o una carta da lettere con disegnini sotto.
Chissà come hanno fatto ad imitarla. Bah, leggiamo un po' .

Cara Mellie,
è te stessa che ti parla. Simpatico, vero? Non mi ero mai scritta una lettera da sola, ma per tutto c'è una prima volta. Probabilmente ora come ora non ci stai capendo niente, vero? Sì, immagino di sì... e non è FANTASTICO?? xD
Ma ti conosco bene, anche perché te sono io, e so che senza alcuna spiegazione impazziresti. E quindi, ti do qualche piiiiiiiiccola traccia per capirci un po' di più. Ma appena un pochino, eh? Sennò quale sarebbe il divertimento?
Piiiiiiiccola traccia n.1 : l'arredamento l'ho cambiato io. Cioè tu. Insomma, noi. (Mio Dio, questa cosa di scrivere una lettera a me stessa mi intriga troppo il cervello!) Comunque, carino no? Basta con quel grigiume! L'ho venduto tutto per comprare queste nuove cose, quindi non cercarlo di nuovo. Anche perché insomma, ho ventisei anni, cavolo, non ottanta! E quindi ecco, goditi questa ventata di vita nella tua triste casetta.

Triste casetta a chi?? La mia casa è elegante, un po' sobria, ok, ma di buon gusto. Chi sei tu per dire queste cose? Soffoco la risposta fin troppo inquietante che mi verrebbe alla mente (“Chi sono io? Sono te!”) e torno a leggere.

Piiiiiiiiiiiiiiccola traccia n.2 : i capelli. Meravigliosi, non credi? Finalmente un taglio fantasioso! La treccina, poi, è stato un colpo di genio: così avrai sempre con te un po' di quei capelli da principessina in carriera che tanto ti piacevano. Certo, potrebbe sembrare un po' feticista, ma credo apprezzerai...


Oh, non sai quanto, piccola stupida me. Rabbrividisco per la sensazione ormai dimenticata del solletichio dell'aria sul collo.
...Dio, mi viene da piangere.
Ma andiamo avanti.

Piiiiiiiiiiiiiiccola traccia n.3 : Sorpresa! E questa ti farà impazzire, lo so! Già che c'ero, infatti, ho dato una rinnovata anche al tuo abbigliamento. Di' pure addio a quei pomposi tailleur, ora...


No, non può averlo fatto. Cioè, non posso... i miei vestiti!!
Stringendo il foglio come se fosse una gola umana, corro al mio nuovo armadio e...
Oh Dio. É vero. Non... non ci sono più! É tutto un insieme di roba improponibile, colorata fino allo sfinimento, piena di paillette, ponpon o altre schifezze simili.
Impreco mentalmente in un modo che non si addice certo a una signora. Sentiamo cosa altro ha da dire questa pazza, folle, schizzata, malata mentale che per non so quanto tempo ha preso possesso del mio corpo, della mia mente e della mia vita.

...e ora puoi vestirti in modi molto più carini, allegri e intonati al tuo nuovo look. Credimi, mi ringrazierai! :)


...ringraziarti?!?! Ma io ti strozzerei, se solo tu non fossi me ed io sia da sempre contro l'autolesionismo!

Piiiiiiiiiccola traccia n.3 : non ci sono altre tracce! Eh già, basta con le risposte facili, dopotutto se ti conosco bene ti piacciono le sfide, no? Ti fanno sentire stimolata. E quindi ti propongo una sfida... anche se io preferisco chiamarlo gioco. Un bella caccia al tesoro che ti fornirà tutte le risposte che vuoi... e forse anche qualcuna di più! ;)
E quindi è ora che tu vada, mia cara me. Buon divertimento!
Tanti bacetti!!!!!!!!! :***

Mellie


Ok, conati di vomito a parte per l'overdose di faccine e punti esclamativi... sono pazza. Sono definitivamente, irrevocabilmente pazza. Schizofrenica, bipolare, con personalità dissociata.
Perché altrimenti questa cosa non si spiega. Neanche mi avessero portato a un rave, imbottita di LSD e sottoposta a una dieta intensiva di funghetti allucinogeni.
Devo sapere. Sapere che accidenti è successo, cosa ho fatto della mia vita in questo non ben definito periodo di incoscienza.
Sì ma... come faccio? Nella lettera parlo di una caccia al tesoro, ma non c'è alcun indizio, un indovinello, una prima traccia da seguire! Che devo fare, chiamare la scientifica e far esaminare i residui di fibre rimasti sulla carta? Un tantino complicato, direi.

Ps: Nel caso tu abbia già accartocciato e gettato per terra la busta di questa lettera, e so che l'hai fatto, cara mia, faresti bene a raccoglierla perché è là il tuo primo indizio!


...cavolo!! Mi butto in ginocchio, quasi inciampando nelle frange di questa orrida gonna, e raccato la pallina di carta che avevo buttato con tanta soddisfazione.
Su, dai che puoi tornare liscia liscia... la scrollo e, SÌ!, esce fuori un piccolo bigliettino squadrato.
Il tempo di vederlo svolazzare per un attimo, le mie dita smaltate lo afferrano al volo.
E non è altro che un biglietto da visita.
“Raio de sol”.
Un semplice nome, scritto in caratteri tondeggianti, e sotto un numero di telefono. Nessun indirizzo o nome proprio.
E ora che posto è questo? E cosa ha a che fare con me?
Beh, lo scopriremo presto. Il tempo di prendere il cellulare e...
Cerco di infilare la mano nella tasca dei jeans, ma ora che ci penso non ho tasche e non ho neanche i jeans.
Ma bene, certo. Quasi non ho bisogno di conferme quando butto un'altra occhiata alla lettera.

Ps2: Eh già, non troverai neanche il tuo cellulare! No, non ti preoccupare, non l'ho dato via...un tale gesto ti avrebbe indotta al suicidio, e dato che io sono te insomma, non mi sembra un affare conveniente. Lo ritroverai in una delle tappe del nostro gioco, tranquilla!


Spingo le dita sulle tempie così forte da farmi male.
Ok, ok, ok. Calma e sangue freddo. Ho un telefono fisso, per fortuna: e ora che lo guardo, il segnale della segreteria sta lampeggiando furiosamente.
Mmm. La cosa mi inquieta, e parecchio. So che sto consapevolmente infilando la mano nel covo del serpente velenoso, ma con un sospiro spingo il tasto.

Lei ha 19 messaggi in segreteria. Per ascoltarli, prema 1.

D-diciannove? Preoccupata, obbedisco. Sento che me ne pentirò...

“Lavanderia Xia-hong, il suo ordine...”
“Ristopizza Pordenone, la ringraziamo per la sua offerta ma...”
“Ehi tu! Ti senti simpatica a fare scherzi telefonici in piena notte? Ringrazia che non so il tuo nome altrimenti...”
“Non so chi tu sia ma sono etero e fidanzata quindi mi dispiace ma...”

...mio Dio!! Scorro terrorizzata una decina di messaggi di questo tipo, persone, negozi... sembra che abbia passato la notte a comporre numeri telefonici a caso sparando qualsiasi cosa mi venisse in mente. Sto per abbandonare le speranze e cancellare tutto quando finalmente sento una voce familiare, anche se perplessa. È Greta, la mia collega.

“...Maria Eleonora? Cosa... cosa accidenti ti è preso, ieri? Qui è un delirio, forse è meglio se ci vediamo in privato... e magari mi spieghi pure cosa ti passava per la testa!”

Oh... oh cavolo. Cosa ho fatto? Di che parla? Se ho combinato qualche casino sul posto di lavoro, sono finita. Dopo tutta la fatica fatta per ottenere questo tirocinio... non è facile che una neolaureata in giurisprudenza venga presa subito per uno stage in uno studio importante. Praticamente ho spremuto tutti gli aiuti che potevo avere da amici, parenti, ex professori.
Devo andare. Subito. Scoprire che accidenti ho fatto e se c'è modo, un qualsiasi modo di recuperare.
Sono praticamente alla porta quando mi rendo conto di non poter uscire conciata così. Diamine, non mi riconoscerei neanche io stessa!
Mi fiondo sotto la doccia, e sotto il getto d'acqua calda, per la prima volta da quando mi sono svegliata, inizio a sentirmi... bene, ecco. Così serena, rilassata...
...questo finché non vedo colare acqua grigia dai tatuaggi.
Non so se essere più contenta per il fatto che siano rimovibili o più nauseata per questo macabro spettacolo.
Con strenuo ottimismo, opto per la prima ipotesi, ma ogni pallida parvenza di buonumore scompare quando lo specchio appannato del bagno riflette la mia immagine.
Perché i miei capelli non sono solo corti e ricci.
Oh, no.
Sono anche colorati.
Colorati.
Il mio castano scuro è inframezzato da ciocche rosse, squillanti e fittissime.
L'immagine si appanna ulteriormente, ma stavolta non è colpa dello specchio.
Oh, lo so che sono altre le cose importanti della vita, primo tra tutti capire cosa mi sia accaduto, e più in generale gli abusi, le guerre, lo sfruttamento, la fame... ma non posso fare a meno di avere le lacrime agli occhi. Sarà stupido, o frivolo, o quello che è, non lo metto in dubbio. Però...
C'è un motivo se una donna si taglia i capelli quando comincia una nuova vita. Ed è... è una violenza che sia qualcun altro a decidere per lei.
Stringo i denti a quell'immagine estranea e comincio a pettinarmi con furia, tirando i capelli al limite fino a rinchiuderli in uno stretto chignon in cima alla testa. Mi tira la pelle delle tempie ma va bene così. Con delle forcine fisso la treccina in modo che sia praticamente invisibile, e anche i riflessi rossi sembrano meno innaturali, se possibile.
Mmh. Mi rivolgo un pallido sorriso e esco dal bagno prima che sfiorisca. Tempo di vestirsi... ammesso che ci sia qualcosa di indossabile, in questa casa.
Alla fine riesco a trovare un vestito blu a fiori, un impermeabile e degli stivali bianchi e flosci: una mise che in tempi migliori avrei riservato ad una festa per bambini, ma che ora a quanto pare è quanto di più sobrio io possegga. Evviva...
Infilo chiavi e portafoglio nelle tasche dell'impermeabile e corro fuori di casa. Verso Greta, verso un pezzetto di verità.
Tra le dita, la carta ruvida di un biglietto da visita.
 
Continua nel capitolo:


 
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VOTO: (1 voto, 3 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 3 commenti
Rif.Capitolo: 1
jiraya4ever
18/12/11 17:15
bello mi piace qst storia e stupenda
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

Rif.Capitolo: 1
mangaka91
22/11/11 14:42
Grazie!! :)
A breve il prossimo aggiornamento! ;)
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

Rif.Capitolo: 1
jiraya4ever - Voto:
20/11/11 15:45
mi piace grande fantasia
D'accordo con il commento: 0, e Tu? / No   |   Segnala abuso Rispondi

 
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