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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Naruto Shippuden
Titolo Fanfic: STRIGOI
Genere: Sentimentale, Romantico, Horror, Erotico, Dark, Soprannaturale
Rating: Vietato Minori 18 anni
Avviso: OOC, AU, Lemon
Autore: omega91 galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 16/06/2011 20:47:07 (ultimo inserimento: 18/05/12)

"Ho scoperto che non è solo una leggenda: lui è esistito. Come faccio a saperlo? Beh... io l'ho conosciuto. Ho conosciuto Vlad l'Impalatore."
 
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LE NOTTI DI BUCAREST
- Capitolo 1° -

Conosci la leggenda di Vlad l'Impalatore, vero? Quando ero piccola, mio padre mi raccontò tante volte la sua storia.
Molto tempo fa, nel XV secolo, sorse un valoroso cavaliere dell'Ordine del Drago, un
voievod della Valacchia del Sud. Insieme ai suoi fedeli compagni combatteva a fil di spada per proteggere dai nemici la sua amata terra. Era un uomo ammirato dalla sua gente per il suo atteggiamento onesto verso i contadini e per la coraggiosa lotta contro i Turchi. Era un guerriero abile e pieno di virtù.
Ma venne il giorno in cui, durante una campagna, uno dei suoi servi lo tradì e lo uccise. Nonostante fosse stato in vita un uomo virtuoso, la sua sete di sangue condannò la sua anima all'inferno. Pur di poter appagare il desiderio di vendetta che lo consumava più delle torture dell'abisso nero, strinse un Patto con il diavolo: se lui gli avesse fatto dono di una vita immortale e consentito di vendicare il suo tradimento, egli avrebbe dato in cambio la sua anima e tutte quelle dei nemici che avrebbe sbaragliato. Tornò così alla vita e diventò lo
strigoi, trasferendosi dalla Valacchia verso la salvezza rappresentata dalla Transilvania. Generò orde di altri esseri simili a lui, condannando anche le loro anime, rendendoli strumenti del suo scopo. Ma quando la sua vendetta fu consumata, i suoi seguaci lo abbandonarono e si dispersero nei più remoti angoli dell'Europa. Vlad rimase eternamente solo, con un'immortale esistenza vuota che ormai non aveva più nulla da offrirgli, e dalla quale non avrebbe più potuto liberarsi e fare ammenda. Ma dopo due secoli di morte eterna scoprì che il Patto aveva uno svincolo: se avesse trovato una
donna che fosse stata disposta ad assumersi il peso della maledizione al posto suo, lui sarebbe stato libero e la sua anima purificata.
Non ci ho mai creduto. Ero convinta che fosse solo una favola dell'horror per i bambini.
Ma ho scoperto che non è solo una leggenda: lui è esistito. Come faccio a saperlo? Beh... io l'ho conosciuto. Ho conosciuto Vlad l'Impalatore.



Nel fuggevole secondo in cui rimase in silenzio, poggiata allo stipite della porta d'ingresso a sorseggiare slivovitz, Ino tese di nuovo l'orecchio. In quel momento si estraniò da tutto il vociare, il ridere e le sottili grida che provenivano dal piano di sopra, e restò in attesa, convinta di aver sentito il rumore di zoccoli contro la pietra della strada. Rimase a guardare una carrozza, addobbata meravigliosamente e trainata da due castrati neri, apparsa in fondo al viale e prossima ad attraversarlo. Ino restò col fiato sospeso e il cuore urlante, nella speranza che quella carrozza rallentasse per fermarsi e che ne uscisse il Conte, ma fu colta da una frustrazione angosciosa mentre comprese che il conducente non avrebbe tirato le redini per fermare i cavalli.
Così fu, infatti. La carrozza andò oltre il bordello e a lei non restò altro da fare che mandare giù l'ultimo sorso tornare a sperare e aspettare, la bevanda le punse le narici, la lingua e la gola come fosse fuoco, ma non era del tutto sgradevole.
"Ino."
Dovette girarsi, vide da sopra le spalle Tenten che si avvicinava. Al contrario, lei non si allontanò dalla porta d'ingresso per andarle incontro a riceverla.
"Se ti vedesse la padrona... dovresti essere in camera col signor Belmonde."
"Ho finito con lui da cinque minuti."
"Avete iniziato meno di mezzora fa."
"Tenten, è di Belmonde che stai parlando. Lui è venuto tre volte, mentre io non ci sono andata neanche vicino. Ho dovuto anche fingere l'orgasmo, che orrore!"
Tenten sospirò, riuscendo, in qualche modo, a percepire lo sconforto dell'amica. Cercò di cambiare argomento con rapidità, per aiutarla a dimenticare la pessima prestazione sessuale avuta con l'ormai abituale cliente.
"Che cosa stai facendo qui?"
Prima di rispondere, Ino rivolse di nuovo lo sguardo all'esterno, verso la fine del viale che terminava nel nero. Neanche i lampioni avevano la capacità di illuminare quella profondità strana e così stranamente attraente.
"Scruti mai il buio, Tenten?" domandò improvvisamente, cogliendo la castana alla sprovvista.
"Come, scusa?"
"Non pensi mai che proprio in esso, nell'oscurità più recondita in cui non puoi vedere, si nasconda la chiave della tua libertà? Pensaci, Tenten, a cosa si potrebbe avere di diverso da tutto questo. Si potrebbe avere... la vita."
Ma Tenten non fu molto convinta di seguire il ragionamento con cui Ino dirigeva il suo discorso. Il suo modo di parlare le causò inquietudine, la voce accesa come dall'ardore e dal desiderio di chi desidera qualcosa con così tanta passione. E non fu questo che la turbò di più poiché, sotto i capelli biondi ricadenti sulla sua spalla destra, vide distintamente due piccoli segni rossi, rotondi, con il centro bianco.
Durò poco, ne ebbe la fuggevole visione soltanto per un attimo, prima di assistere a un altro suo cambiamento. Subito dopo aver mandato giù l'ultimo sorso dal bicchiere, ebbe la sensazione di una vampata di calore scendere lungo tutta la spina dorsale, scorrerle lungo le gambe che promettevano di crollare, per rimanere con un senso di prurito nei piedi. Forse lo slivovitz le era salito improvvisamente alla testa... avrebbe pensato questo, se fosse stata la prima volta che una tale emozione la prendesse.
Invece era qualcos'altro e ormai lei aveva imparato a riconoscerlo. Senza pensarci minimamente, liberò la mano dal bicchiere, lasciando che questo si frantumasse a terra, e raccolse le gonne per scendere in strada. A nulla valsero i richiamo di Tente, restò lì dov'era e scrutò nella profondità di quel nero che era in fondo al viale con impazienza. Non sapeva se fosse venuto proprio da lì o da qualche altra parte, ma era sicura che fosse questione di poco, molto poco. E per questo fece un sorriso quasi estatico.
"Lui è qui."

"(Bucarest...)" pensò "(... come la odio. Soltanto una fogna piena di giocatori d'azzardo e ballerine di facili costumi, pronti a rubare l'oro e la donna ai gonzi.)"
Avrebbe voluto evitare di mescolarsi con quella feccia, ma non c'era scelta diversa. Una volta al mese, al massimo due, l'unico sostentamento disponibile era in quella città troppo oltre i confini della sua terra.
Sceso dalla carrozza, si diresse verso un vicolo fra due alti edifici di mattoni, un lampione vicino ne illuminava la parte prima di svoltare l'angolo. La notte era così fredda che trasformava il suo respiro caldo in vapore. Mentre si avvicinava al vicolo, senti arrivare una donna sconosciuta, giovane e scialba che rabbrividiva per il freddo e che cercava di assumere, pateticamente, un'aria seducente.
"Gradireste un po’ di compagnia, mio signore?" chiese con la voce e il respiro rauchi per il laudano. Poi tossì: era la tosse senza speranza di una tubercolotica.
Anche senza la presenza della donna, lui seppe di essere molto vicino alla destinazione. Il vicolo, infatti, non era silenzioso, ma cantava e parlava con una confusione di voci dall'uscita dietro l'angolo. Ignorò deliberatamente la tubercolotica - senza dubbio abbandonata dalle sue colleghe proprio per la sua cagionevolezza - e andò per la sua strada. Il suo passaggio nel buio non fece paura a più di un paio di ratti nascosti nell'immondizia... ma non fu per nulla indifferente alla giovane ragazza bionda che lo vide sbucare dall'altra estremità del vicolo e uscire sul viale, a pochi passi dall'ingresso.
Come se avesse finalmente trovato l'uomo della sua vita, Ino gli corse incontro audacemente e lo prese con un abbraccio.
"Conte! Siete davvero voi!"
In risposta al suo entusiasmo, il Conte la avvolse nel suo mantello nero per circondarle la vita con un abbraccio. Ino discostò il viso dal suo petto muscoloso e lo guardò negli occhi, contemplò lo stesso nero profondo in cui stava per perdersi prima nell'osservare il viale. No, questo era molto più bello, molto più attraente e portatore nell'oblìo.
"Troppo di rado venite da me." disse addolorata "Ho bisogno della vostra presenza."
Essendo scesa anch'ella in strada, Tenten ebbe modo di vedere l'uomo che Ino sembrava aver così dolorosamente atteso e che ora accoglieva con felicità il suo arrivo. Era molto distinto, giovane e così bello da farle ben comprendere il fervore che l'amica aveva per lui. Gli occhi avevano la particolarità di essere di un nero come non lo aveva mai visto, intenso e profondo come un baratro, mentre i capelli erano come un insieme di piume nere di corvo riverse all'indietro. In quel momento invidiò Ino per essere fra le braccia di un uomo del genere, e per lo sguardo puramente desideroso che ebbe modo di notare sul volto del Conte.
"Non posso fare altrimenti, mia cara Ino. Bucarest è lontana dalla mia casa, molte miglia devo percorrere per giungere fino a qui."
E desiderò ancora di più essere al posto suo mentre vedeva lui chinarsi in avanti e far sì che si premessero a vicenda le labbra. Però - questa, forse, fu solo suggestione - ebbe modo di vedere un improvviso cambiamento negli occhi del Conte, le cui pupille erano diventate rosse, come se all'interno di quel buio si fossero accesi dei focolari per illuminare. Anche stavolta non fu sicura di ciò che vide, poichè presto la visuale degli occhi fu ricoperta dalla ciocca destra.
Solo allora si ricordò di chi fosse quella persona, un cliente che veniva da loro mensilmente, con una strana regolarità. Non per nulla, dato il suo fascino quasi sovrannaturale, era molto desiderato dalle ragazze del bordello. Per non venire meno ai suoi doveri, li raggiunse a pochi passi di distanza per mantenere la loro intimità, e si chinò per dargli accoglienza.
"Conte Uchiha, quanto tempo. Bentornato all'Estasi della Rosa Rossa."
"Lieto di rivederti, Tenten. Dov'è la vostra padrona?"
"La troverete dentro se desiderate incontrarla. Posso portarvi da lei?"
Il Conte alzò la mano guantata in segno che non c'era bisogno di tale favore. Seguì il suo invito a entrare e lasciò che gli togliesse il mantello scuro per appenderlo, al che fece per dirigersi insieme a Ino verso la scalinata che li avrebbe condotti al piano superiore, alle camere. Prima che potessero farlo, fu come se il salotto d'ingresso si stesse ravvivando. Tutte le donne non occupate con un cliente si resero conto della sua venuta e vi fu uno strusciare di gonne e suoni di tacchi vertere nella direzione del giovane Conte.
"Oh, ma è il Conte Uchiha!"
"Signor Conte, quale diletto nell'avervi ancora qui!"
Mani lussuriose cercarono di toccarlo sul petto o sulle braccia, voci languide e colme di promesse lo salutavano e cercavano toglierlo a Ino con la loro magia seduttiva. Tuttavia, la ragazza evitò questo prima ancora che riuscissero nell'intento e, tirandolo verso sè da un braccio, fece in modo di portarlo alle stanze. Il Conte sparì al piano superiore, oltre la vista delle prostitute e con loro grande amarezza.
Lui apparteneva unicamente a lei, nessun'altra donna aveva diritto a godere della sua compagnia. Soltanto con lui poteva provare il vero piacere... un piacere molto più intenso di quello della carne, un'estasi che il Conte aveva deciso di donare solo a lei e di non far conoscere a nessun'altra fortunata fra tutte le ragazze del bordello.
Con impazienza, con un desiderio a stento trattenuto, lo portò verso la prima delle camere disponibili. Chiuse entrambi dall'altra parte della porta e subito ambì a possedere ancora le sue labbra. Le catturò, fece rinascere la stessa passione che avevano moderato pochi minuti fa in mezzo alla strada, e che ora erano liberi di sfogare.
"Sasuke... mio Conte... mio signore..."
Lo guardò negli occhi. Le bastò un attimo per sentirsi smarrita, si rese conto che non gli poteva più negare nulla. La sua volontà era svanita, catturata dal potere di quell'ipnosi oscura, e lei era stata resa una bambola priva di qualsiasi volere nelle mani del suo burattinaio. Ciò che le restava dentro era solo il desiderio di sottomettersi al suo nuovo padrone, di soddisfare qualunque sua voglia per il compiacimento che ciò avrebbe comportato.
"Sono stanco, Ino." disse questi "Sono affamato."
E Ino lo fece senza pensarci, tirò giù il collo del vestito per scoprire meglio il tenero collo e discostò la lunga ciocca di capelli. Piegò il collo sul lato sinistro, mettendo libero e in evidenza il lato opposto con sopra i due piccoli segni rossi e rotondi. Tutto ciò che aspettava era quello, non era in attesa di altro sin dal primo momento in cui lo aveva rivisto in strada.
Ma lui, Sasuke, non si limitò a questo. Le andò incontro, quasi addosso, la afferrò alle spalle per metterle la schiena contro il muro, nei suoi occhi si erano accesi di nuovo quei due focolari e stavolta ardevano più di prima. Armeggiò su lacci e fibbie, facendo sì che tutto il vestito, gonne e sottogonne scivolassero via e cadessero con sofficità fino alle caviglie, lasciando unicamente le calze di bianco pizzo. Quasi nello stesso momento premette le labbra contro la pelle della clavicola, scendendo lentamente verso il basso, oltre le spalle, i seni, la soffice curva del suo stomaco, l'addome e poi più giù... e, in tutto questo, Ino era sottomessa dalla vampata di calore e dal formicolio che partiva dalla biforcazione delle gambe e si diffondeva fino alla testa. Guardò in basso il suo cavaliere inginocchiato e affondò le dita nei folti capelli neri.
Poi lui tornò a salire attraverso la coscia, tornando fino al punto del collo che Ino aveva esposto e tentennando lì sopra. Mentre fu in attesa di ricevere ciò che bramava realmente, Ino percepì il caldo respiro che le accarezzava la pelle e un sussurro erotico giungerle all'orecchio.
"Ho fame, Ino. Troppa fame. E ti dico addio."
Udì la frase del Conte, ma era troppo priva della sua volontà per coglierne il significato. Sentì soltanto il dolore acuto e momentaneo per la pressione dei denti, proprio sui due piccoli buchi, e poi un'ondata di calore estatico. Provò il brivido e l'eccitante sensazione di diventare un unico essere con lui, la sua essenza che si gonfiava come un'onda e fluiva verso di lui. Lo circondò con braccia e gambe, stringendolo a sè così stretto che non un millimetro di spazio rimase tra i loro corpi. Fu cosciente solo di quel languido piacere mentre la debolezza la prendeva sempre più, il ritmo furioso del suo cuore che rallentava, rallentava...
Alla fine terminò. L'oceano dei suoi pensieri divenne tranquillo e placido, Sasuke si tirò indietro lentamente mentre osservava il suo corpo che si afflosciava pesantemente a terra. E lì rimase, perpetuamente immobile, non più capace di alzarsi per tornare a vivere. Questa facoltà lui non gliel'aveva concessa, non quella di tornare a camminare nella forma di una creatura come lui.
Si pulì le labbra dal rosso luccicante che vi era rimasto sopra, al che aprì la finestra e percepì il freddo notturno di Bucarest sulla pelle, questa cambiata innaturalmente da grigia e spenta a un rosato acceso. E abbandonò la stanza, lasciando lì quel corpo di cui aveva fatto sostentamento per troppe volte, così tante che quella era stata la decisiva.

Aspettò di essere giunto a molti isolati lontano dall'Estasi della Rosa Rossa, solo allora riprese forma in prossimità di un vicolo che si perdeva nel buio. Vi si addentrò senza esitare, pur non essendo ancora abbastanza distante da non sentire il grido che giunse dal bordello. Il grido terrorizzato di una donna che aveva avuto la malasorte di trovare il corpo morto di Ino nella sua stanza, nonostante questa fosse stata chiusa a chiave. Seppe che da quel momento in poi non avrebbe più messo piede lì, il suo sostentamento in quella casa di piacere sembrava essere finito per sempre.
Nonostante questo, la notte si rivelò essere più proficua di quanto si fosse aspettato. Percepì chiaramente una presenza all'interno del vicolo, totalmente diversa da quella di un comune essere umano, neanche troppo distante da lui. Solo riconoscendola, ridacchiò discretamente. Dopodiché ebbe modo di vedere il chiarore porpora scuro, fremente e palpitante, che si muoveva nel buio e avvolgeva al suo interno la distinta sagoma di un uomo. Da lì provenne la sua voce.
"Ho viaggiato tanto da Mosca per poterti trovare. Ma non pensavo di trovarti qui, così lontano dalle mura della tua reggia che ti proteggono."
Si fece più avanti, rivelando il volto magro alla pallida luce che a stento riusciva a penetrare all'interno del vicolo. Come se si fosse aspettato questo, il leggero sorriso di Sasuke si tramutò in uno di ironia e soddisfatto trionfo.
"Che lieta sorpresa! E così hai saputo mantenerti per tutto questo tempo."
Poi, alla vista della sua mano che fuoriusciva da sotto il mantello e contorceva le dita bramose, il sorriso si tramutò in una smorfia. Gettò la testa all'indietro, ridendo così di cuore e così forte che la risata echeggiò fra le pareti degli edifici. Infine, tirò a fatica un sospiro e si asciugò le lacrime agli occhi.
"Perdonami." disse ghignando "Perdonami, davvero. Dopo così tanti anni, uno diventa... stanco. E' molto facile che i processi mentali di voi mocciosi diventino così noiosi, Hidan. Non starai davvero cercando un confronto diretto con me?"
"Lo cerco, sì." rispose Hidan con la voce bassa per l'odio "Sono diventato molto più potente negli ultimi tempi. Sono più giovane e più forte di te."
Subito dopo queste parole, colpì l'aria con un gesto imperioso del braccio. Un gesto inutile a prima vista, ma nell'istante che seguì Sasuke fu colpito da una ventata che lo sollevò in aria e lo mandò a sbattere all'indietro contro il muro di mattoni con uno scricchiolio assordante. Atterrò scivolando a terra, apparentemente steso e privo di conoscenza per via dell'impatto che aveva lasciato una lunga e frastagliata frattura sulla parete.
Hidan rise piano, osservando il nemico atterrato da quel colpo che avrebbe ucciso un uomo all'istante. Ciononostante, non fu affatto sorpreso di vederlo rialzarsi sulle sue gambe e piegare il collo con il sinistro schiocco delle vertebre, come per rimetterle a posto.
"Sì, sei indubbiamente più giovane. Ed è vero che sei anche diventato più forte. Però..."
Ripeté lo stesso gesto di Hidan, con la differenza che lui creò una ventata notevolmente più forte di quella che lo aveva investito, così tanto che Hidan si ritrovò sollevato in aria al di sopra degli alti tetti dei palazzi. Gridò di sorpresa terrorizzata per tutto il tempo che fu in volo, ancor di più quando fu in fase di caduta a quell'altezza dal quale, ne era certo, non sarebbe sopravvissuto.
Tuttavia gli fu risparmiata quella fine così misera e banale. A mezzo secondo prima dell'impatto si ritrovò bloccato in aria, col naso distante cinque centimetri dal selciato. Dopo aver aspettato qualche secondo per calmarsi dallo spavento, poi riuscì a piegare la testa in modo da avere la visuale di Sasuke. Mentre lo vide avvicinarsi a passo moderato capì che, finché la mano restava protesa in avanti, non era più capace di liberarsi da quella posizione incomoda. Poteva ambire ai piccoli movimento della testa o delle mani, ma il corpo era interamente bloccato a mezz'aria.
Sasuke gli giunse a un passo di distanza.
"... sei abbastanza stupido da non aver ancora imparato che sono l'età e l'esperienza a fare la differenza."
Sollevò due dita unite, gesto al quale Hidan si sollevò come la croce di Cristo sul Golgota, bloccato nella medesima posizione del crocifisso e sempre coi piedi lontani da terra. Da sotto, Sasuke fu il centurione che lo osservava con scherno e disprezzo dal basso. Ridendo.
"Il potere che possiedi, per quanto tu ne abbia acquisito altro ancora, sono stato io a dartelo. Ti dispiace se me lo riprendo?"
Alla rabbia e all'odio di Hidan sopravvenne un'altra emozione. Sapeva di essere ormai finito. Sentiva che sarebbe stato pronto a tutto, anche a supplicare, pur di non perdere la vita. Aveva iniziato a tremare e si sentì improvvisamente precipitare, cadere in un profondo baratro di dannazione e morte. Così, per la prima volta in tutta la sua esistenza, seppe di avere paura. Deliziato dal terrore che pervadeva la sua vittima, Sasuke allargò di più il sorriso e la sua espressione divenne macabra e sadica.
E quella notte sentì un altro urlo levarsi in alto fino al cielo, al di là degli alti edifici di Bucarest.

 
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VOTO: (8 voti, 13 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 13 commenti
Rif.Capitolo: 1
yameta62
22/05/12 21:58
E vabbé, significa che avrò più tempo per migliorare :D
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Rif.Capitolo: 26
omega91
22/05/12 08:16
grazie yameta :) mi dispiace solo che io non ho il tempo di ricambiarti la cortesia seguendo le tue di fic
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Rif.Capitolo: 26
yameta62 - Voto:
21/05/12 21:37
Beh, carissimo. Devo chiederti scusa se non ho commentato gli altri capitoli, non l'ho fatto per esigenza di tempo e, sempre per mancanza di questo grande compagno che ti sfugge continuamente dalle dita, riassumo tutto quello che ho letto (tre ore di lettura impegnativa) nella tanto fantastica parola del: Magnifico.
Ancora una volta hai saputo produrre una storia originale con i nostri personaggi preferiti e di questo sei certamente uno dei migliori.

Di altro? Aspetto il continuo della serie per la troppa curiosità e ti auguro un buon lavoro e tante care cose. A risentirci! XD
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Rif.Capitolo: 26
omega91
19/05/12 23:04
non ti resta che scoprirlo nel seguito che metterò :) "Strigoi - The Bloody Moon"
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Rif.Capitolo: 26
ryu59 - Voto:
19/05/12 00:40
Bellissimo capitolo ,ho avuto voglia di piangere,BWUUUAAA,povera Sakura, povera Hinata, povero Naruto, non è che lo fai morire vero?
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Rif.Capitolo: 17
yameta62 - Voto:
08/01/12 23:39
Wow, che capitolo! Sakura impalata, direi sublime!
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Rif.Capitolo: 16
yameta62
30/12/11 12:24
E ci stai riuscendo egregiamente, complimenti :D
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Rif.Capitolo: 1
omega91
30/12/11 12:19
più che ad Alucard, qui cerco di ispirare Sasuke al Dracula della Kalogridis: molto paziente ma, quando è davvero troppo, esplode in rabbia canina!
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Rif.Capitolo: 16
yameta62 - Voto:
29/12/11 19:47
Wow, ottima narrazione. Questo Sasuke è veramente tremendo, così tremendo da ricordarmi un certo Alucard, eh?
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Rif.Capitolo: 12
yameta62 - Voto:
14/11/11 22:42
Wow, ho letto i capitoli tutto ad un fiato... e questa ff non mi piace....


LA ADORO!!! XD

Certo, a parte qualche svista grammaticale è perfetta come al solito, caro amico mio. ^_^
Ora voglio sapere chi ha incontrato Naruto. Chi sarà mai??
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