GOOD LUCK JAPAN - Capitolo 1° -
Quando ho saputo cos’è successo quasi stentavo a crederci. Poi ho
visto il telegiornale …
Credo di non poter davvero capire cosa si prova ad assistere a uno
scenario del genere, quando sei lì, davanti alla furia dell’acqua;
nessuno lo capisce, almeno finchè non lo prova.
Quello che più mi ha fatto male è stato che lo sentivo distante e
non sono riuscita a dire nulla. È stato orribile.
Non sono neanche riuscita a piangere, anche se mi dispiace. Tanto.
Non ci riesco neanche ora).
La prima cosa che ho pensato è stata: “Davvero è successo ?”. Mi
sento una stupida e mia fa un po’ di rabbia, perché avrei potuto
pensare qualcosa di più intelligente, oppure non pensare affatto.
Vorrei che nei Paesi in cui c’è la guerra, dove la gente è divisa in
fazioni, dove ci si uccide tra fratelli, vedessero quanto è crudele
la morte e smettessero di combattere.
Vorrei che gettassero le armi e che capissero il dolore
che si prova quando la vita di qualcuno viene tolta. Che fossero
uniti come i giapponesi (anche se chiusi nel loro dolore a “causa”
del proprio onore).
Vorrei che in Italia, e negli altri paesi, coloro che ancora
vogliono usare l’energia nucleare, cessassero di pensarla così
perché, se la strage di Cernobyl non è bastata, forse ce ne sarà
presto un’altra.
Ho deciso di scrivere questo testo senza alcuno scopo di lucro, ma
solo per far sapere la mia opinione (perché spero di non essere
l’unica a pensarla così).
Grazie a chi ha letto (mi dispiace non aver scritto di più, ma non
ci sono molte parole per descrivere certe situazioni), spero che vi
abbia fatti riflettere.
Buona fortuna Giappone, sono (siamo) vicina (vicini) a tutti: che
quando questa storia finisca, possa sorgere radioso un nuovo giorno
su case e strade nuove, nel Paese del Sol Levante.
Fan3000
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ci sentiamo ! ;)