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MANGA.IT FANFIC
Categoria: Originali (inventate)
Titolo Fanfic: THE GUARDIAN DEVIL
Genere: Avventura
Rating: Per Tutte le età
Avviso: One Shot, Yaoi
Autore: cryforthemoon galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 21/03/2010 15:31:27

Dieci minuscole storie
 
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10 SONGS CHALLENGE
- Capitolo 1° -

Questo è una 10 Songs Challenge con i personaggi di TGD. Perdonatemi gli errori, li ho visti ma la regola dice che non possono essere corretti e sapeste com'è 'stressante' scrivere sapendo di avere pochissimo tempo a disposizione.
Buon divertimento^^


Regole del Challenge:
1. Scegli un personaggio, una coppia o un fandom.
2. Apri la tua cartella di musica e seleziona la modalità di riproduzione casuale e fai partire.
3. Scrivi una drabble-flashfic che sia collegata alla canzone che sta andando. Hai tempo fino al termine della canzone per terminare la drabble: inizi con l’inizio della canzone e finisci quando finisce, niente esitazioni! Non importa quanto scombussolata è la tua drabble.
4. Scrivine 10, poi pubblicale.



1- Jump - Madonna


Lucifer si lanciò in una folle corsa all’interno del vicolo stretto e umido. Saltò i cartoni abbandonati e i cumuli di immondizia che costellavano la strada, rovesciò con un calcio il cassonetto cercando di rallentare il suo inseguitore. Il respiro gli sibilava tra i denti e il cuore batteva come un forsennato nel suo petto. Arrivò alla fine del vicolo: un cancello gli sbarrava la via fuga. Strattonò con violenza il catenaccio che lo teneva chiuso e si afferrò alle sbarre di metallo. Senza pensarci su nemmeno un secondo spiccò un balzo verso l’alto, rimase in equilibrio sulla sommità dell’inferriata e guardò indietro.
Gabriel stava arrivando, correva ed evitava con grazia innata gli ostacoli che lui gli aveva posto sul cammino. Lo vide prepararsi al salto e nello stesso istante in cui l’angelo staccava i piedi da terra, Lucifer si lasciò cadere dalla parte opposta della cancellata. Riprese a correre alzando alti spruzzi dalle pozzanghere che costellavano la stretta via.
Arrivò in fondo alla stradina e di nuovo trovò sbarrata ogni via di fuga. Il muro era troppo alto e non vi erano appigli da utilizzare per un eventuale scalata. Guardò ai lati ma vi erano solo saracinesche abbassate, l’unica cosa che poteva fare era cercare di arrivare al tetto usando i davanzali delle finestre.
Fece per saltare di nuovo ma Gabriel lo afferrò per il braccio e lo sbatté contro il muro.
“Basta scappare, Lu!” il sibilo affannato del suo respiro fece sorridere il diavolo.
“Stai diventando vecchio, mio caro. Hai il fiatone.” Ghignò Lucifer lasciando che l’uomo si appoggiasse al suo corpo.
“Per alcune cose non sono vecchio, però.” Gabriel lo fece voltare, le mani posate sui mattoni scrostati del muro e le gambe divaricate. Con un movimento rapido ed esperto gli slacciò cintura e pantaloni lasciando che gli scivolassero lungo le gambe.
“No, per alcune cose non lo sei proprio...”


2 - My Obsession - Cinema Bizarre

Gabriel osservò fuori dalla finestra: il cielo era grigio e grosse nuvole bianche correvano veloci sospinte dal vento impetuoso. Sospirò pensando a quanto aveva rinunciato per stare con lui. Non avrebbe mai più visto la Luce, né sentito la Grazia pervadere le sue membra.
La sua ossessione lo aveva portato a rinnegare la sua stessa natura e a divenire un reietto nel mondo degli uomini. Ma non era mai stato più felice che in quell’istante: nello stesso momento in cui aveva capito cosa desiderava veramente o meglio chi desiderava più di ogni altra cosa, più della sua vita e della sua anima. Si girò verso l’interno della stanza spoglia: c’erano pochi e vecchi mobili e un piccolo letto a ridosso del muro. Lui era lì, nudo e bellissimo, addormentato tra le lenzuola stropicciate, il corpo ancora madido di sudore e arrossato dall’amore. Gabriel si avvicinò alla sponda del letto e si sedette sul bordo. Gli accarezzò i capelli scarmigliati, neri come la notte più buia, proseguì sulla guancia e sulle labbra socchiuse.
“Solo per te. Ora vivo solo per te, amore mio.”


]3 - Save the Hero - Beyoncé

“Vai! Veloce, non c’è tempo da perdere.” Gridò il ragazzo biondo spingendo Derek all’interno dell’ascensore. “Devi arrivare alla sommità della Torre, se vuoi porre termine a questo scempio.”
“Ma tu?” la voce di Derek era incrinata dalla paura.
“Ci penso io a fermare i Guardiani, tu non devi preoccuparti d’altro.” La porta scorrevole si chiuse con un sibilo soffocato.
Il Giudizio Divino stava distruggendo il mondo e con esso portava via anche Paradiso e Inferno. Tutti erano stati coinvolti nella battaglia finale e forse non ci sarebbe stato nessun vincitore alla fine. Il ragazzo si preparò al combattimento: i Guardiani era molti, armati di tutto punto, veloci e letali. Ma lui non aveva intenzione di farli passare, nessuno di quegli stolti sarebbe riuscito a raggiungere Derek, nessuno gli avrebbe impedito di spegnere la macchina del Giudizio Universale.
I colpi arrivavano da tutte le parti: sangue e carne, dolore e sofferenza, ovunque volgesse lo sguardo poteva vederli negli occhi senza iridi dei guardiani che cadevano ai suoi piedi. La sua unica arma di spezzò mentre abbatteva l’ultimo, la Vera Croce si frantumò mentre penetrava nella gola dell’avversario. Il ragazzo rimase solo tra i corpi martoriati, inchiodato alla parete dalle lance che lo avevano trapassato durante il combattimento. Il suo corpo urlava di dolore, ma nei suoi occhi non c’era tristezza per il proprio destino.
“Hai fatto di nuovo di testa tua, Giuda...”
“Oh... mio Signore, perdonami. Ma anche questa volta era così ingiusta la decisione di tuo Padre.”
L’uomo si chinò ad accarezzare il volto del ragazzo morente.
“Quel giorno ti ho amato da impazzire... e poi ho cercato di uccidermi, ma Lui non ha voluto e mi ha condannato a vivere con questo mio amore indecente.”
“Lo so, hai pagato per tutti. Ma ora meriti la pace, piccolo mio.”
“Hesus...” le lacrime nei suoi occhi scintillavano alla fioca luce.
“Lascia che ti restituisca il tuo bacio.”


4 - Sacred - Tokio Hotel

Il cielo era il loro campo di battaglia. Volavano con le loro immense ali sfiorandosi l’un l’altro e cercando un varco nelle loro difese. Nessun colpo riusciva ad andare a segno, il primo sangue non era stato ancora versato.
Michael volteggiò tra le nubi impugnando la lunga lancia dorata ornata di nastri alla ricerca del suo nemico. Più sotto Baphomet lo osservava attento. Improvvisamente individuò il punto in cui poteva colpire. Con un movimento veloce si portò alla sua altezza, l’afferrò per la mano e affondò la spada nel petto dell’angelo, trapassandolo da parte a parte.
Michael si lasciò sfuggire un lamento strozzato, incredulo di quanto era avvenuto. Baphomet lo sostenne in volo per niente felice di quanto era stato costretto a fare.
“Ho sempre desiderato baciarti, sai?” Accarezzò col pollice le labbra dell’angelo e si chinò sulla bocca socchiusa in un ansito doloroso. Lo tenne per il mento in modo da non perdere il contatto nemmeno per un istante. Quello sarebbe stato il suo primo e ultimo bacio verso l’essere che era da sempre il suo più grande nemico e allo stesso tempo il suo più grande amore.
“Scommetto che non hai mai saputo che ti desideravo più di ogni altra cosa al mondo.” Baphomet si staccò quel tanto che basta per guardare negli occhi Michael.
“Lo sapevo... e ne avevo paura.”
La lancia d’oro trafisse la schiena del diavolo inchiodandoli l’uno all’altro in un mortale abbraccio.
“Ora staremo insieme per sempre...” Michael si aggrappò con tutte le sue forze al collo di Baphomet e posò il capo sul petto del demone.
“Per l’eternità.”


5 - Scar Tissue - Red Hot Chili Pepper

La spuma salmastra di queste onde impetuose mi avvolge come una nuvola.
Dall’alto di questa scogliera riesco a vedere tutto: il mare tempestoso e il grigio cielo che penetrano l’un l’altro come due amanti appassionati.
Ho freddo e sono solo. Lui mi ha abbandonato, mi ha cacciato nonostante fossi un Suo fedele servo.
Forse proprio perché sono un servo ed ora non sono più utile mi ha allontanato da sé. Eppure ho fatto tutto quello che ha voluto. Mi sono sporcato di sangue per Lui. Ho ucciso innocenti e raccolto maledizioni in Suo nome. Ed ora mi ritrovo qui, ai confini di questo maledetto mondo senza alcun futuro e senza passato. Le ferite della mia anima non potranno mai guarire, nessuno potrà riscattare le mie colpe, chi mi potrà mai perdonare se nemmeno Lui vuole farlo?
Perché sono condannato a vivere nella colpa... le mie ali sono spezzate, la mia vita è spezzata. Almeno mi prendesse la morte, ma anche lei mi sfugge, è sempre un passo avanti a me e mai si volta indietro a guardarmi negli occhi.
Due braccia forti mi cingono i fianchi, all’improvviso.
“Se vuoi, io ti amerò...” la sua voce è come l’oceano in tempesta mentre mi stringe e


6 - Tainted Love - Marilyn Manson

“Tutto questo mi porterà alla perdizione più totale.” Gabriel ansimò mentre intrecciava le dita ai capelli di Lucifer.
“Questo è poco ma sicuro.” Il diavolo sorrise sentendo le presa dell’angelo sulla sua testa. Per la prima volta non lo stava allontanando come era solito fare, anzi lo tratteneva prepotentemente contro il proprio petto.
“Fa in modo che ne valga la pena, Lu.” Lo spinse verso il basso lasciando che la bocca del demone sfiorasse la pelle nuda del suo ventre.
“Nessuno si è mai lamentato delle mie prestazioni.” Ghignò Lucifer passando la lingua intorno all’ombelico e continuando a scendere fino all’inguine.
“Scommetto però che si sono lamentati che parli troppo.” Gabriel si lasciò sfuggire una risatina sommessa, guardò il diavolo fargli una buffa smorfia e poi abbassare la testa tra le sue gambe.
“Questo è un buon sistema per farti stare zitto... oooh!”


7 - Innocence - Avril Lavigne

Non sono più innocente. Ho perso tutto senza nemmeno rendermene conto. La purezza della mia anima, del mio corpo... tutto mi è stato tolto. Forse la colpa è anche un po’ mia che non sono riuscito a resistergli, ma la verità è un’altra. Io l’ho desiderato fin dal primo attimo in cui l’ho visto, ho desiderato essere parte di lui, ho desiderato il suo corpo e il suo amore.
E l’ho ottenuto. Ma a quale prezzo? Sono condannato per l’eternità al buio più profondo, all’oscurità della notte e mai più sentirò su di me lo sguardo di Colui che avevo giurato di servire.
Piango, ma le mie lacrime non mi restituiranno ciò che ho perso, ciò che ho gettato via in un’impeto di passione.
Lui è accanto a me e continua a guardarmi con quei suoi occhi ammalianti. Non riesce a capire perché mi dispiaccia così tanto aver perso l’innocenza. Non lo capisco nemmeno io, ma ci sono giorni, come questo, in cui non riesco a fare a meno di pensarci e allora mi intristisco.
Lucifer mi abbraccia da dietro e posa il mento sulla mia spalla.
“Perché piangi?”
“Perché non sono più innocente come quando mi hai conosciuto.”
“E ti dispiace?”


8 - Promise - Akira Yamaoka

“Quante volte te lo devo dire, Derek?” sbottò Lucifer afferrandolo per le braccia. “Mi sembra di essere stato abbastanza chiaro, no?”
Il ragazzo lasciò che lo scuotesse senza proferire parola, gli occhi bassi a sfuggire lo sguardo dell’altro.
“Perché non mi credi? Perché devi sempre mettere in dubbio le mie parole?” il diavolo lo spinse con violenza contro la parete e gli si appoggiò contro, con tutto il suo peso.
“Non dici nulla?” il suo volto era a pochi centimetri da quello di Derek, i loro respiri si confondevano. “Non so cosa ti farei quando ti comporti così!”
Lucifer serrò i pugni e picchiò contro il muro, facendone cadere l’intonaco.
Derek chiuse gli occhi e si morse il labbro inferiore, troppe volte aveva subito la rabbia del suo amante per non sapere che l’avrebbe fatto di nuovo. Gli avrebbe fatto male, come sempre, e poi avrebbe voluto fare l’amore per chiedergli perdono. Per ultimo avrebbe promesso per l’ennesima volta che gli sarebbe stato fedele e non avrebbe mai più sollevato la mano contro di lui.
“Apri gli occhi e guardami.” Ordinò Lucifer, furioso.
Derek obbedì all’ordine e nel contempo sollevò la maglia e gli mostrò i lividi scuri sul fianco e sul petto.
“Queste sono le tue promesse


9 - I.V. - X Japan

“Gabriellino...?” miagolò languida Lilith avanzando nella camera da letto dell’Hotel.
Nessuna risposta.
“Lo so che sei qui, ti sento... sento la tua aura.” La demonessa si guardò intorno senza riuscire a scorgere nessun indizio. “Non voglio farti niente di male.” Sorrise guardandosi allo specchio: la figura che si rifletteva era quella di una donna bellissima dai capelli color fiamma e dal corpo statuario. Si era vestita scegliendo dei capi in pelle ed ora, rimirandosi, notò che forse aveva esagerato. Era molto sexy, forse un tantino aggressiva con quei stivali che arrivavano sopra il ginocchio, i pantaloncini attillati ed il corpetto che lasciava intravvedere più di quanto copriva.
“Gabriel, dai! Esci fuori, voglio solo giocare un pochino con te.”
Lilith fece il giro di tutta la stanza senza trovare la minima traccia del suo amante.
Soffiando come una gatta aprì la portafinestra che dava sul balcone e uscì fuori, nell’aria fresca della notte. Si appoggiò al parapetto e socchiuse gli occhi, gustandosi la brezza e il profumo dolce dei fiori che ornavano la terrazza.
Le mani forti di Gabriel le accarezzarono la schiena coperta dai lacci del bustino e si fermarono sulle sue spalle. La costrinsero con delicata violenza a voltarsi e rimasero sognanti a sfiorarle il viso.
“Sono qui, piccola. Ma promettimi una cosa...”
“Qualunque cosa, amore.” Sussurrò lei, arrendevole come mai prima di allora.
“Non voglio essere legato...”
Lilith guardò i polsi dell’uomo che ancora recavano i segni scuri della costrizione.
“Perché, ti piaceva, se non sbaglio...”
“Non più, perché non posso abbracciarti.”


10 - Personal Jesus - Marilyn Manson

Tutti se ne erano andati e lo avevano lasciato solo. Lì, in mezzo alla strada, tra quelle centinaia di persone che continuavano a camminare frettolosamente senza degnarlo di un’occhiata.
Eppure lui era il Salvatore, colui che redime i peccati del mondo ma a nessuno pareva importare.
Si guardò nel riflesso di una vetrina. A chi poteva importare di un ragazzotto che dimostrava al massimo diciott’anni, vestito come un teppista, con i capelli lunghi e il berrettino dei N.Y. Yankees calato sugli occhi? A nessuno, ovviamente.
Prese a calci una lattina vuota, tirò fuori dalla tasca del giubbotto l’iPod e si mise gli auricolari.
“A questo punto, direi, che non ho proprio nient’altro da fare qui.” Si guardò intorno: una direzione valeva l’altra, che fosse il destino a decidere dove portare i suoi passi. Tirò in aria la monetina e cercò di prenderla al volo ma un passante lo scontrò e il cent cadde a terra e rimbalzò fin sulla strada.
Hesus si affrettò a recuperarlo mentre un taxy giallo si accostava al marciapiede.
“Hai bisogno di un passaggio, piccolo?”
Sollevò lo sguardo verso la portiera aperta: i capelli rossi e corti, quegli occhi incredibili e il sorriso che gli rivolse la donna al volante lo fecero sobbalzare.
“Jezebel!” gridò con tutto il fiato che aveva in gola, lanciandosi come una furia dentro l’automobile. Lei lo strinse con forza e gli baciò la guancia.
“Sei tornata...” Hesus iniziò a piangere mentre si lasciava abbracciare dalla demonessa.


 
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