LIKE A CHOCOLATE CAKE
- Capitolo 1° -
questa è una storia che sto scrivendo con una mia amica, io sono Ruki e lei Uruha spero Vi piaccia ^^
URUHA
Like A Chocolate Cake
Un buonissimo odore di cioccolato mi arriva al naso,passando dalla porta semi-aperta.
Posso dire che mai sveglia è stata più dolce.
Apro gli occhi velocemente,
pregustando nella mia mente un’ ottima colazione e mi dirigo praticamente mezzo nudo verso la cucina dove un Kai coperto di farina mi saluta con la manina impolverata,seminando un altro po’ di farina sul pavimento.
Gli corro incontro evitando di toccarlo –non posso mica sporcarmi anche io!- e lo guardo con espressione adorante.
-Mio piccolo,dolcissimo Kai-chan. Non ringrazierò mai abbastanza il fato per averti portato da noi. Sei un miracolo della natura-
gli dico con un sorriso che va da un orecchio all’altro.
-È in forno- sospira.
Trotterello verso la mia dolce meta.
Lo apro e prendo la teglia,senza aspettare un secondo in più.
-Itaiiii! Kai-chan potevi avvertirmi che bruciava!-
esclamo dolorante.
Kai si avvicina come farebbe un genitore con un bambino piccolo e mi prende il viso tra le mani,stringendomi le guance.
–Mio piccolo,dolcissimo Urupon- sussurra –credevo che madre natura ti avesse dotato di un intelletto!-
Provo a ribattere ma Kai continua a stringermi la faccia,così sbuffo soltanto.
Quindi il moro mi lascia andare e,mettendosi i guanti,tira fuori la torta.
Me ne porge un fetta e per un attimo il mio broncio si trasforma in un sorriso raggiante.
-Konnichiwa gazetto!-
esclama Ruki,entrando in cucina con la sua solita grazia mentre io addento il primo pezzo di torta.
-Cmpimffmn,è bniffima- commento.
Ruki mi si avvicina,è a due centimetri dal mio naso,
mi guarda fisso negli occhi,inclina la testa di lato e dice:
-Non si parla con la bocca piena,piccolo Urupon-
E poi mi fissa ancora più intensamente e aggiunge
–Ma perché sei sporco di farina sulla faccia?-
Mugolo qualcosa che assomiglia vagamente ad un “chiedilo a Kai” e mi pulisco in fretta.
-Vieni qua-
mi dice Ruki e con un dito mi solleva il viso e mi pulisce con un fazzoletto.
Gli sorrido
–Grazie,sei un angelo-
-E tu sei decisamente buffo con la farina in faccia- ghigna.
-Ah sì? E sai che ti dico? Che secondo me anche tu saresti molto buffo-
dico e prendo un pugno di farina per lanciarglielo in faccia.
Il mio amico cantante diventa tutto bianco.
Sembra quasi un fantasma.
–Sì,avevo proprio ragione!-
e scoppio a ridere.
-Brutto…-
mi urla lui e mi si lancia addosso facendomi cadere dalla sedia,
stendendomi sul pavimento e posizionandosi sopra di me.
–E adesso chi ride eh,caro Uru-chan??- mi chiede.
Lascia scorrere una mano sul mio petto,fino ad arrivare al basso ventre.
Arrossisco violentemente quando sento le sue carezze che si susseguono.
-Ma sei diventato tutto rosso!-
E io che speravo che non se ne accorgesse! Maledizione!
-Ti piace vero,piccolo??-
continua lui.
Io non riesco ad aprire bocca,sento un fuoco dentro di me.
Vorrei che Ruki non finisse mai,che continuasse all’infinito.
Riesco a sopportare anche le sue prese in giro.
Ogni cosa di lui in questo momento mi attira,
mi piace vedere quel ghigno che gli si è dipinto sul quel viso dai tratti delicati,mi piacciono i suoi occhi chiari per una volta struccati,
mi piacciono quelle labbra perfette che lui lecca sempre per farmi eccitare,
mi piacciono le sue mani esperte che continuano a toccare i punti giusti. Quelli che solo pochi sanno,quelli che mi fanno perdere la testa.
Non ho neanche il tempo,né la voglia di stare a pensare come lui li abbia scoperti.
Credo che dovunque metta le sue manine candide per me sarebbe motivo di piacere.
Fa scivolare le dita dentro i miei boxer,unico indumento che mi copre,strappandomi un gemito.
Accarezza il mio membro.
Sento il tepore della sua pelle,ancora calda di sonno.
Poi,con tutto il mio disappunto,ritorna ad accarezzarmi il petto.
All’improvviso un rumore alle nostre spalle mi fa sobbalzare.
-Ehi! Che state facendo voi due?-
Da sopra la testa di Ruki vedo comparire la testolina bionda e l’inseparabile bandana di Reita.
Ci sta guardando perplesso e non ha tutti i torti.
Noi due,uno sopra l’altro,in cucina,completamente coperti di farina e non del tutto vestiti.
Poi Reita diventa tutto rosso
–Oh,scusate,ho interrotto qualcosa??-
-No,ma figurati,non hai interrotto niente-
Ruki gli fa l’occhiolino e si alza,lasciandomi così,per terra,a gambe aperte,in boxer,decisamente ridicolo.
Vedo Reita mordersi una mano per evitare di scoppiare a ridermi in faccia mentre l’essere, che fino a un minuto prima mi stava facendo perdere la testa, esce saltellando dalla cucina.
-Ridi pure-
dico al mio bassista e lui non se lo fa ripetere due volte.
Mi sollevo anche io da terra,scrollandomi di dosso la farina e dirigendomi verso il bagno.
Reita sta praticamente rotolando dalle risate.
Beh,almeno qualcuno si diverte. Dentro di me c’è una tempesta di emozioni. Sorpresa,prima fra tutte. Io e Ruki ci eravamo sempre solo limitati a dei baci casti sulle labbra. Nulla di più.
Poi arriva la voglia di sentire ancora il suo tocco caldo sulla pelle. L’eccitazione. E infine l’imbarazzo. Infatti le risate del biondo si sentono ancora provenire dalla cucina.
-Sono contento che tu ti diverta!-
dico a voce alta in modo che mi senta.
Mi chiudo la porta del bagno alle spalle e mi infilo nella doccia dopo aver tolto anche l’ultimo pezzo di stoffa che mi copriva.
Apro l’acqua fredda e un getto potente mi riesce a chiarire le idee.
Sento ancora il profumo di Ruki e il suo tocco come se mi avesse marcato a fuoco.
Faccio scorrere le dita nei punti dove le sue mani hanno lasciato un segno invisibile.
Arrivo fin sotto l’ombelico e le mie mani afferrano il mio sesso ma scuoto la testa.
“Eddai Uruha, non fare lo scemo. Insomma…è un tuo amico! È… è Ruki!”
penso tra me e me.
Ma i miei pensieri terribilmente intelligenti vengono bruscamente interrotti dall’entrata della seconda testolina bionda di “Casa Gazette”, lui, Ruki.
Anche lui indossa solo i boxer che non esita a togliere e si infila nella doccia insieme a me, sorridendomi come se fosse una cosa che facciamo sempre.
-Avrei preferito l’acqua calda ma anche così va bene-
mi dice tranquillo.
Lo guardo sconcertato.
–Ma Ruki! Nessuno ti ha mai insegnato che si bussa alla porta?!-
-Etooo, Urupon tra di noi non ce n’è bisogno!-
continua a fissarmi con il suo ghigno malizioso.
Poi i suoi occhi scendono lungo il mio corpo e sento il calore concentrarsi in mezzo alle gambe.
Gli sollevo il viso con un dito come lui poco prima ha fatto con me.
-Piccolo pervertito, tieni alto lo sguardo!-
-Solo lo sguardo allora?-
-Che cosa vuoi dire?-
chiedo, preoccupato dal sorriso che gli si è dipinto in faccia.
Non risponde ma sento le sue mani stringersi attorno al mio membro che si irrigidisce improvvisamente.
Mi maledico mentalmente per aver lasciato la porta aperta,
la prossima volta la chiudo a chiave.
E il mio istinto primordiale che si è risvegliato grazie a Ruki non mi aiuta molto.
Anzi, peggiora le cose.
Infatti il biondo sorride soddisfatto dell’effetto che mi provoca e avvicinandosi ancora a me mi lascia un bacio sul petto.
Senza staccare la bocca o prendere fiato continua il suo percorso verso il basso e ora le sue mani hanno lasciato il posto alle sue labbra.
Con movimenti esperti e sicuri riesce presto a strapparmi gemiti sommessi.
Sta raggiungendo il suo obiettivo mentre io raggiungo qualcos’altro.
-Ruki-chan…aaah…no…ascoltami…Ruuuuki-cha…-
E vengo nella sua bocca.
Lui non se ne preoccupa, anzi sembra che tutto questo lo faccia eccitare ancora di più.
Lo convinco ad rimettersi in piedi e lui alza la testa per riuscire a guardarmi negli occhi data la sua altezza.
L’acqua continua a bagnarmi, portando via il sudore di entrambi ma non i brividi che continuano a percorrermi la schiena.
-Allora che volevi dirmi Urupon?-
mi chiede,divertito.
Cerco di mantenere un’espressione seria ma è tutto troppo difficile.
-Senti…-
-Che cosa?-
-Uff,non ce la faccio se continui a guardarmi in quel modo!-
-Quale modo?-
domanda, cercando di fare una faccia perplessa.
-Lo so che lo sai. Quei tuoi occhietti da maniaco. Con me non funzionano-
dico, in tono di sfida.
-Ah davvero? Fino a poco secondi fa mi sembrava che funzionassero benissimo o devo rinfrescarti la memoria?-
-E da quando il piccolo e tenero Ruki è diventato così pervertito?-
-Da quando si è innamorato di te-
Questa risposta mi lascia spiazzato.
Ruki si è innamorato di me?
Inclino la testa di lato, soppesando le sue parole.
Gli devo credere o è solo una scusa per portarmi a letto?
Raccolgo tutto il mio misero coraggio e glielo chiedo.
Lui non mi risponde subito. Che cos’avrà in mente?
Poi scoppia a ridere, scuotendo la testa.
-Ma secondo te, mio ingenuo chitarrista, io ti mentirei mai su qualcosa del genere?-
Allora è vero! Oddio…e adesso cosa faccio?
Il mio cervello si è scollegato, mi ha lasciato solo.
E allora faccio l’unica cosa che posso fare o meglio l’unica cosa che voglio fare e lo bacio con trasporto.
All’inizio lo sento sorpreso ma si riprende in fretta, complice del gioco.
“Ah, dolce Ruki…non sai cosa ti aspetta…”
penso divertito.
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