1°CAPITOLO - Capitolo 1° -
Capitolo 1
*Pov. Quatre*
Per me era diventata un’abitudine passeggiare nel buio della notte, era piacevole distendersi sull’erba, incrociare le braccia sotto la testa e soffermarmi a contemplare le stelle che splendevano nel cielo d’estate. Per l'ennesima volta i pensieri mi assalirono... Era da tempo che i rapporti con Çhadir si erano raffreddati e non riuscivamo più ad andare d’accordo. Stavamo insieme da un anno, lui era abbastanza alto, possedeva un corpo muscoloso, reso tale dai lunghi allenamenti di arti marziali, capelli di un intenso colore blu con un ciuffo che gli copriva il lato sinistro del viso e bellissimi occhi blu notte. Inizialmente tutto era favoloso, con lui stavo bene ma non ero veramente innamorato, non a fatto scoccare in me la famosa scintilla. Poi si mise ad andare dietro ad ogni bel ragazzo che vedeva, insomma, divenne un play boy ed io non sopportai più quella situazione, ormai insostenibile e ai miei occhi assurda. Non volevo più essere preso in giro in quel modo; nell’ultimo litigio gli gridai di andarsene, che non volevo più vederlo e che ero stanco dei suoi continui tradimenti. Da quel giorno iniziai a fare lunghe passeggiate per tranquillizzare il mio cuore stanco e ferito! Non avevo avuto un’infanzia facile, i miei genitori avevano divorziato quando avevo tre anni, vivevo con mio padre ad Athene in una villa che affaccia sulla scogliera, mio padre è un Duca sempre impegnato e sempre in viaggio d’affari, mamma invece un’attrice famosissima; ho fratelli e sorelle questo sì, però, mi e sempre mancata una figura amica con cui parlare e confidarmi. Quando divenni maggiorenne, mi trasferì qui a Parigi, in un appartamento nella zona di Montorgueil. Dopo aver lasciato Çhadir (n.d si legge Shadir), non trovai più nessuno che mi facesse battere il cuore.
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Ricordo ancora la prima volta che lo conobbi, era un pomeriggio primaverile e io stavo sdraiato in riva ad un ruscello nel Bosco di Venere (n.d non so se esiste ma lo nominano in Xena) quando, un’ombra calò su di me, lui era in compagnia di mio padre e dei suoi genitori; si presentò con un grande sorriso, dall’aria strafottente; per la prima volta fui attratto da un ragazzo di diciannove anni e non da un quattordicenne mio coetaneo. Facevo tutto di nascosto da mio padre.
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Mi alzai dal prato scacciando quei ricordi che continuavano a farmi male e a farmi soffrire; prima di tornare a casa decisi che da ora in poi sarei andato in cerca di compagnia, avevo bisogno di provare quel sentimento chiamato amore. I mesi passarono e, una sera, dopo aver cenato e riordinato in cucina, uscì a fare la mia ormai consueta passeggiata. Quella sera, però, decisi di uscire in auto, una corvette z06 nera decapottabile, poiché il luogo dove volevo andare era a 67 km da Parigi. Andai a Fontainebleau un piccolo paese costruito nei pressi del medesimo castello, ancora in perfetto stato di conservazione. Volli andare proprio li, non avendolo mai visto, da quello che mi hanno raccontato il panorama dovrebbe essere affascinante.
Fermai l’auto davanti all’enorme cancello costituito da ben otto statue enormi in pietra e da griglie in ferro battuto. Inizialmente mi preoccupai, vidi un’ombra appoggiata a una delle statue, sembrava un uomo. Titubante mi avvicinai e man mano che avanzavo, l’ombra lentamente prese forma e in quel momento lo riconobbi: era Trowa Barton. Nonostante fossero anni che non lo vedevo, il mio cuore prese a battere all’impazzata. Era ancora più bello di quanto ricordassi; alto, corpo muscoloso ma non troppo, capelli corti castano chiaro con un ciuffo che gli copriva l’occhio destro e occhi color verde muschio. Mi avvicinai ancora un po’, imbarazzato per quell'incontro, lo salutai e lui mi sorrise, strano, sorrideva raramente. Mi accarezzò il viso, cosa che mi lasciò un po’ interdetto; sembrava così malinconico…
- Come stai? - Mi chiese
Ero rimasto senza parole a causa di quel gesto. Dopo pochi attimi mi ripresi e risposi.
- Bene grazie! Che sorpresa incontrarti qui in Francia.
Mi sorrise e mi confessò di essersi trasferito a Chartres da circa sei mesi. Chartres dista da Parigi circa 90 km, è una città particolarmente conosciuta per la sua Cattedrale gotica famosa quasi quanto Notre-Dame. Mi disse che veniva spesso qui a Fontainebleau ma che questa era la prima volta che veniva di notte. Ci sedemmo ai piedi del cancello a parlare del più e del meno finché non si fece veramente molto tardi ed io dovetti tornare a casa. Mi accompagnò fino alla mia auto e lo salutai, ma, prima di salire fece una cosa che non mi sarei mai aspettato mi sollevò il mento con due dita e mi baciò, un bacio casto e gentile, per finire sussurrandomi…
- Buonanotte, e guida con prudenza!
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