NON MI POSSONO FARE QUESTO! - Capitolo 1° -
Molti pensavano che la mia vita fosse felice. E lo era stata. La mia famiglia era di nobili origini, e avevamo parecchi possedimenti, i miei genitori mi avevano amata moltissimo, mi avevano insegnato il rispetto, e che tutto andava ottenuto con fatica. Non mi avevano mai viziata. Era cresciuta bene ed ero molto felice. Un brutto giorno però la mia vita cambiò per colpa di un incidente. Un uomo ubriaco al volante travolse anche la nostra auto, il colpo fu davvero forte. Io mi salvai per miracolo, mio padre morì dissanguato in auto, e mia madre in ambulanza. I miei nonni materni mi presero con loro. E lì cominciarono i veri guai. Non avevano mai accettato il matrimonio della loro unica figlia con mio padre. Da anni era in corso una lite con la famiglia Bushi, e avevano promesso mia madre al figlio dei Kuroda, un’altra famiglia influente. Il matrimonio tra i due li fece imbestialire, e da allora non si rivolsero mai la parola. La famiglia di mio padre accettò con piacere mia madre, e mi amavano moltissimo, purtroppo non ci sono più, e quindi esisteva per me una sola strada. Avrei preferito finire in un orfanotrofio, e in mano ai servizi sociali. Non è che mi trattassero male, ma nonno era molto severo. Avevo dieci anni quando entrai nella tenuta Ishida, e ne erano passati altrettanti da allora. Certo, ho avuto i migliori istruttori, ma il bello della scuola è conoscere altre persone, i coetanei, interagire ecc. A me questa possibilità è stata negata. Quel giorno ero uscita col mio cucciolo: un piccolo coccodrillo marino che avevo chiamato Rocky. Il mio unico e migliore amico. A dodici anni la nonna me lo regalò per non farmi sentire il peso della solitudine. Per fortuna il parco era grande, avevamo anche ricreato il suo habitat naturale. Era lì che passavo la maggior parte del mio tempo. Rocky era molto geloso, ma non avrebbe mai fatto del male a nessuno, tanto che passeggiava liberamente nei giardini e vicino alla casa senza che nessuno gli dicesse niente. Anzi, lo salutavano. Era come un cagnolino, solo che era lungo quasi 5 metri. << Oh Rocky, mi sento sola. >> piagnucolai. Lui mi venne vicino, appoggiando la testa sulle mie ginocchia e mi fissò con i suoi occhioni come per dire: “E io allora che sono? Invisibile?”. << Ma no Rocky, è che a volte mi piacerebbe anche sentire una risposta. Parlare. Certo, tu sei un gran chiacchierone, >> bastava guardarci per capirci << Però a volte… >>. Spostò la testa e si mise a pancia all’aria: voleva le coccole, e sapeva che mi divertivo. << Il mio piccolo Rocky. >> Era pomeriggio e faceva caldo così decisi di andare nella sua casa. La sua riserva, era abbastanza grande, e ci viveva solo lui. Ogni tanto mi fermavo a dormire, e per questo avevo costruito una piccola capanna. Un piccolo monolocale diciamo. Appena arrivati mi tolsi i vestiti e misi il costume. << Forza Rocky. >> dissi saltandogli in groppa << Andiamo >>. Ecco qual era la mia attività preferita: salire su Rocky e fare un giro a pelo d’acqua. Non sembra ma è molto piacevole. Avete mai provato ad appoggiare lievemente la mano sull’acqua, ma senza immergerla, solo appoggiata? Ecco quella sensazione immaginatela per tutto il corpo. È bellissimo. Poi Rocky è anche molto veloce. Si può dire che ci siamo fatti tante risate. Eravamo beati sotto le foglie a prendere il sole quando arrivò Bessie, la mia governante, anche lei una carissima amica. << Scusa Misaki, ma il signor Ebizo, >> ovvero mio nonno << vuole vederti immediatamente >>. << Che palle. Va bene veniamo >>. << Ehm, senza Rocky, ci sono ospiti >>. << Senza Rocky io non vengo, dillo al vecchio >>. << Lui ha detto che se avessi risposto una cosa del genere di dirti che se non vieni da sola lo spedirà lontano. Misaki, per favore non farlo arrabbiare >>. << Ok, ma lo faccio solo per te. Rocky tesoro mio, tu aspettami sotto la finestra di… >>. << In che stanza sono riuniti? >>. << Nel salone blu >>. Ahia, c’era in ballo qualcosa di grosso allora. << Allora cucciolo aspettami vicino alla portafinestra >>. Rocky annuì, manovra di fuga numero sei. Per ovvie ragioni Rocky non era un corridore, ma avevo progettato un piccolo carrettino in grado di sostenerci entrambi. Ora ne avevo disseminati circa cinquanta per tutta la tenuta, non si poteva mai sapere. Mi misi un vestito molto semplice, non volevo sentirle su anche per questo. Mi pettinai i lunghi capelli castani e mi misi un filo di trucco e mi osservai allo specchio. Ero una ragazza normale, qualche chiletto in più, ma non mi stava male, il seno un po’ prosperoso, ma non cozzava con la mia corporatura. << Ah Misaki, forse dovresti perdere qualche chilo… ma i dolci son dolci, e a me piace mangiare, quindi non farmi la predica >>. Parlavo da sola. Non ero pazza, solo che per me ormai era normale. Mi diressi con calma verso il salotto. << Alla buonora. La prossima volta presentati per tempo >> avrei voluto rispondergli per le rime, ma mi limitai a scusarmi e a presentarmi agli ospiti. Avevano un aspetto noto, ma non mi ricordavo dove li avevo visti. Erano in 2. un uomo anziano e un ragazzo, doveva avere qualche anno più di me. << Assomigli molto a tua madre >> rispose l’anziano. << Conosceva mia madre? >> chiesi interessata. << Sì. L’ho conosciuta, era una ragazza molto simpatica e dolce. Senza contare che era molto esuberante >>. << Eh già. È proprio il suo ritratto >>. << Era anche un’incosciente >> non sopportavo che si parlasse male di lei o di mio padre, e mi limitai a lanciare un’occhiata furiosa a mio nonno. << È inutile che mi guardi così. È la verità. È venuta meno a un suo impegno >>. Allora persi le staffe << La volevi costringere a sposare un uomo che non amava. Ha scelto di seguire il cuore >>. << A volte per il bene comune bisogna fare dei sacrifici >> disse l’uomo anziano. << Chiedo scusa se ho alzato la voce, ma, non mi piace che si parli male di chi non c’è >>. << Hai ragione, Ebizo per favore. >>. << Va bene. Ora Misaki, tu dovrai pagare per le conseguenze del gesto di tua madre. Quest’uomo è Soichiro Kuroda. Ti dice niente questo nome? >>. Ci pensai un attimo << Bhe, sì. Ma che intendi con pagare? >>. << Semplice, dovrai fare quello che avrebbe dovuto fare lei >>. << Non puoi certo farmi sposare un vecchio. Con tutto il rispetto, ma lei è un po’ anziano per i miei gusti >>. << Misaki. Lui era il padre di Eiichi. L’uomo che era destinato a tua madre. Non devi sposare lui >>. << Bhe ma ad andare bene avrà almeno quaranta anni questo Eiichi. Ed io non voglio >>. << Misaki. Ciò che tuo nonno sta cercando di dirti è che dovresti sposare Heiji, il nipote di Soichiro >>. Allora il ragazzo si alzò un po’ impacciato e mi fece un piccolo inchino. << Eh? Ma non ci penso nemmeno a sposare quello sgorbio >>. << Misaki! >> sbottò mio nonno. << Rocky>> urlai. E lui spalancò la porta che era semiaperta, e così corsi verso di lui scappando dal salotto. Come potevano farmi una cosa del genere? Non siamo più nella preistoria! Saltai sul carretto e lo misi in moto, sparendo poi nel fitto della piccola foresta che avevano allestito nella proprietà. Cosa potevo fare?
|
|
aylysangel - Voto:
vale728 - Voto:
inuchan
inuchan
vale728 - Voto:
aylysangel - Voto:
aylysangel - Voto:
inuchan - Voto:
Anche io voglio un coccodrillo come Roky. Troppo tenero.
...continua nelle pagine numero:
| 1 | 2