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Categoria: Manga e Anime
Dalla Serie: Beyblade (Bakuten Shoot Beyblade)
Titolo Fanfic: IL LEGAME SIGMA
Genere: Sentimentale, Romantico, Drammatico, Introspettivo
Rating: Per Tutte le età
Avviso: What if? (E se...), Shounen Ai, Yuri
Autore: ilakey galleria  scrivi - profilo
Pubblicata: 05/11/2008 12:47:43 (ultimo inserimento: 06/11/08)

GRevolution. Yuriy è in coma e Boris è solo e da solo deve affrontare Rei Kon, il ragazzo che quasi distrusse due anni prima. ReixBoris.KeixYuriy.
 
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IL LEGAME SIGMA
- Capitolo 1° -

Il legame sigma

Ambientata durante la terza serie, poco prima della fine e dopo l'episodio 35. Vi rinfresco la memoria: Yuriy in coma per l'incontro con Garland e, come ben sappiamo, non si sa che fine ha fatto Boris.
So di essere in ritardo, beyblade è un fandom ormai antico, ma non ho potuto fare a meno di scrivere questa fanfic.
Il legame sigma è uno dei tipi di legami tra orbitali di due atomi. E' un legame molto forte e difficile da rompere.
Una delle mie prime fanfics e storie in prima persona... insomma: io la prima persona non la so fare, uffa!
In teoria finisce qui, con questo capitolo ma forse scriverò il seguito trasformandola davvero in una shounen ai ReixBoris.




Mi svegliai alla solita ora anche quella mattina benché non ve ne fosse alcuna necessità. Rimasi quindi disteso ad osservare il soffitto, immobile, trattenendo il fiato ed a disagio. Non mi è mai piaciuto essere in stanza con estranei.
Vedo un raggio di sole sbirciare dalla mia finestra e la città si sveglia. Sento rumore di passi e carrozzelle ed anche l'ospedale si sveglia.
Ho paura a voltarmi verso il suo letto, verso il letto di Yuriy. Ho paura di ritrovare il mio capitano ancora esanime, pallido ed abbandonato a se stesso, incosciente su quel letto.
Eppure lo faccio.
Mi giro verso di lui e la delusione mi colpisce ancora una volta. Yuriy Ivanov, il mio capitano, il compagno di mille sventure che sono veramente orribili sventure e non solo modi di dire adolescenziali, era stato ferito e sconfitto da un burattino di Balkov del quale non ricordavo nemmeno il nome.
"Yuriy," provo a chiamarlo, come sempre. E lui, come sempre, non si muove e non mi sente.
Mi alzo a fatica da quel letto d'ospedale che ho occupato abusivamente. Non sono malato, sono un po' malconcio sì ma non ho alcuna intenzione di farmi vedere da un medico. Come se ne avessi il tempo.
Mi siedo ora sul letto di Yuriy e rimango ad aspettare. Come ieri e come il giorno prima ed il giorno prima ancora.
Rimango immobile e lo attendo come farebbe un cagnolino. Se ce ne fosse bisogno lo attenderei fino alla fine dei miei giorni perché io senza di lui non riesco a vivere.
Yuriy è la persona con cui sono legato da qualcosa di più profondo di amicizia e da qualcosa di più puro e duraturo dell'amore. Ci siamo salvati a vicenda ed abbiamo guardato i lati peggiori di noi stessi, le parti più crudeli, ci siamo superati spesso in crudeltà e pateticità. Ci siamo odiati, ci siamo protetti e ci siamo disprezzati.
Siamo l'uno la creazione dell'altro. E questa è la cosa più lontana dall'amore che conosco ma sicuramente è quella più vicina che ho alla mia idea di famiglia.
Non oso toccarlo, non amiamo il contatto, io e lui, e sappiamo il perché, entrambi. Ci siamo abbracciati solo una volta, due anni fa, quando un gruppo di poliziotti, seguito da Daitenji, entrarono nel monastero per arrestare Balkov e fare piazza pulita dei suoi esperimenti.
Il mio stomaco brontola ma il pensiero di mangiare qualcosa mi fa rabbrividire per la nausea.
Che cosa farei se lui dovesse morire?
Che cosa accadrebbe se Yuriy morisse?
Non posso pensarlo. Non posso nemmeno sbirciare una simile possibilità. Non accadrà. Non accadrà mai perché se dovesse accadere- io non avrei più un contatto con il mondo. Yuriy è il mio legame con il mondo.
E' il bambino che mi ha incontrato per strada e mi ha aiutato a rubare in quei giorni in cui riuscivo a scappare dalle cure del mio orfanotrofio. E' il ragazzo che mi ha insegnato tutto ciò che so. E' stato la mia unica ancora di salvezza in quel posto.
Si deve sentire come mi sento io ora un figlio che perde la madre. O una madre che perde un figlio. Ne sono certo.
Un medico entra nella stanza, non l'ho mai visto prima. Mi irrigidisco, non posso farne a meno.
L'uomo mi lancia solo una breve occhiata ed io rimango seduto sul letto di Yuriy ad occhi spalancati ed incapace, come sempre quando si tratta di persone. Di esseri umani, come se io non fossi un essere umano, come se fossi un alieno catapultato qui sulla terra fra persone che si comportano in modo completamente inaspettato ed imprevedibile.
E' spaventoso.
Il dottore apre una cartella e si schiarisce la voce. Cosa devo fare? Salutarlo? Andarmene? Non capisco. Non capisco le persone. Yuriy le ha sempre capite meglio di me e mi ha sempre guidato.
"E' tuo?" mi chiede il dottore sollevando un piccolo beyblade che era appoggiato sul cuscino accanto a Yuriy.
Che cosa vuole sapere veramente? Non capisco che cosa voglia dire.
"No," rispondo gelidamente. Mi sento un stupido. L'uomo mi guarda come se volesse continuare, chiacchierare ma gli basta una sola occhiata per capire che io non sono capace di chiacchierare.
"Bene," decide infine, lasciando la stanza con un cenno dopo aver rimesso a posto il beyblade di Kai.
Kai è venuto a trovare Yuriy solo il giorno prima e probabilmente tornerà oggi ed ancora e ancora. Kai ama Yuriy e so che la cosa è reciproca anche se nemmeno loro due lo sanno. Io lo so perché io capisco Yuriy come Kai non riuscirà mai a capirlo ma è giusto così: non puoi amare qualcuno che capisci completamente.
Ora che il medico è uscito torno a rilassarmi e mi lascio abbandonato lì, ad aspettare.
La porta della stanza si apre nuovamente e sono pronto a combattere, questa volta, a sputare veleno e dare il peggio di me pur di essere lasciato in pace. La mia lingua però si ferma e ricade impastata nella mia bocca, sento i miei occhi spalancarsi ancora di più ed il sangue mi affluisce alle guance per la rabbia e l'odio improvviso che mi assalgono. Odio contro- non lo so nemmeno io
Freno l'impulso di alzarmi e ripararmi dietro al letto di Yuriy ma solo perché ho troppa paura che le gambe mi cedano.
Rei Kon mi guarda e posso ben vedere un lampo di incertezza nei suoi occhi. Certamente non si aspettava di trovarmi qui anche se, ad essere sincero, non capisco nemmeno io cosa ci faccia lui al capezzale di Yuriy.
Non è la prima volta che lo vedo da quell'incontro ma è la prima volta che lo vedo da solo. Io e lui.
Sono passati due anni dalla finale in cui Balkov mi ordinò di dare il peggio di me, cosa che feci senza sforzi perché mi è sempre riuscita piuttosto bene, nell'incontro con il Bladebraker Rei Kon. Fu durante quell'incontro che torturai, ferii e tormentai il ragazzo che ora è davanti a me, spinto dall'odio feroce e dall'invidia di chi si è sempre visto privato di tutto e viene messo davanti a qualcuno che ha saputo affrontare le difficoltà meglio di lui.
Rei vinse quell'incontro e distrusse il mio mondo e per questo lo odiai ancora di più. So bene che lui ha il diritto della vittima di odiare il suo torturatore e che è un diritto sacrosanto e si unisce al diritto della vendetta. E' ciò che ho sempre saputo e che mi hanno sempre insegnato. Ed è per quello stesso diritto della vendetta che io, Yuriy e Sergey siamo andati a sfidare Balkov e la BEGA. Ma al contrario di Balkov, io non sono protetto da nulla.
E senza Yuriy sono completamente solo come un alieno in un mondo di persone ed esseri umani.
Rei si avvicina a me ed al letto di Yuriy, cammina a testa alta, determinato e tanta di guardarmi negli occhi come per sfidarmi ma distolgo lo sguardo.
"Come sta?" chiede quando giunge a fianco del letto.
"Come ti sembra che stia?" sputo velenosamente. Vorrei che se ne andasse. Ora. Lui ha visto la parte peggiore di me, ha subito la parte peggiore di me. Non lo voglio lì e non lo voglio ora che, dopo anni-
"Sono solo venuto a vedere come sta e non trattarmi come se fossi stato io a ridurlo così," ribatte deciso. Sembra nervoso.
"Ora l'hai visto quindi puoi andartene."
Non risponde ed ho modo di guardarlo sottecchi. Sempre gli stessi capelli lunghi e neri e gli stessi identici occhi maturi, dorati. Se almeno fosse cambiato di più sarebbe tutto più facile.
Rei riesce ad intercettare il mio sguardo. Rimango paralizzato quando mi accorgo che i suoi sono occhi eloquenti, che vogliono dire qualcosa ma io non capisco io non conosco questa lingua.
"Tu come stai?" domanda Rei, esitante.
Che cosa significa?
Io- io non lo so. Non mi hanno mai chiesto una cosa simile.
Sono sempre vissuto per Yuriy e con Yuriy, all'ombra di altre persone come se io non fossi uno di loro. Non avevo mai ricevuto una domanda simile prima d'ora.
Se Yuriy voleva sapere come stavo gli bastava guardarmi.
"Che cosa significa?"
"Kak dielà?" mi pone ancora la stessa domanda, questa volta in russo. Pensa forse che io non sappia il giapponese?
"Ia ni znaiu," - Io non lo so- rispondo e gioisco alla sua faccia confusa, quella è un'espressione che persino io so leggere.
"Non fare domande in lingue che non conosci o non potrai capire la risposta," lo bacchettò malignamente, tornando rassicurato dietro al mio scoglio di gelida malevolenza. Quello è un gioco di cui conosco le regole.
"Sei tu quello che non capisce la mia lingua," replica sicuro di sé, come sempre e mi guarda di nuovo negli occhi come se volesse dirmi qualcosa.
Ed ha ragione.
Io non capisco.


 
Continua nel capitolo:


 
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VOTO: (2 voti, 4 commenti)
 
COMMENTI:
Trovati 4 commenti
key91 20/04/09 15:47
è bellissima questa fic aggiorna presto daiii
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felicity89 - Voto: 07/11/08 13:27
Che carino Bobo-chan. Ma anche Rei con la sua "odiosa sindrome da crocerossina" . Spero che aggiornerai presto! Un besos
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ilakey 06/11/08 18:15
Non temere XD le mie storie sono sempre a lieto fine (di solito). Grazie per il commento :*D
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felicity89 - Voto: 06/11/08 15:08
Povero Bobo-chan. Non farmelo soffrire troppo. Un besos a presto.
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