ODOROKI:SORPRESA - Capitolo 1° -
non credo che i personaggi siano troppo OOC...ma se doveste pensarlo ditemelo e mettero' l'avviso.
Odoroki: sorpresa
Giro la chiave e la serratura scatta e come tutti i giorni sono io che apro la biblioteca... e lo trovo una cosa abbastanza idiota, voglio dire, siamo in 13 qui dentro e tutti per spostarci usiamo dei varchi dimensionali, non vedo che bisogno ci sia di andare ad aprire una porta quando tutti possono entrarci tranquillamente senza usarla. Ma non mi importa più di tanto, a me i libri piacciono e mi piace stare in biblioteca, perciò ci andrei tutte le mattine comunque, anche se non dovessi aprirla al pubblico. Entro e richiudo la porta e riprendo il libro che ho lasciato a metà ieri, rimettendomi a sedere al solito tavolo bianco, sempre allo stesso posto. Lo apro e inizio a scorrere le prime righe, trovando il punto a cui mi ero interrotto. Oggi però non riesco a concentrarmi, è mezz' ora che leggo sempre le stesse due righe e non sto capendo nemmeno cosa c'e' scritto. Non sopporto il non riuscire a concentrarmi come voglio. E soprattutto non sopporto aspettare. Guardo la porta e dopo un po’ riabbasso lo sguardo tornando sul libro, riuscendo finalmente a calarmi nella lettura. Forse sono stato fortunato, e il mio ospite ha deciso di non venire. Meglio così.perchè non sopporto nemmeno essere interrotto. Rialzo lo sguardo sulla porta... mi sembrava troppo bello per essere vero. Torno a fingermi concentrato sul libro e dopo un bel po’ sento la porta che si apre. Lui infila appena la testa dentro e mi cerca in tutta la biblioteca, come se fosse così difficile vedermi. Io continuo a ignorarlo ovviamente. Sono concentrato, io. Si sporge un altro po' dentro la stanza e cerca di chiamarmi senza troppo successo. È arrivato in ritardo pazzesco, ha peggiorato la sua situazione già grave rimandando per mezz' ora e passa acquattato dietro la porta (per fare cosa poi, visto tutto il tempo che aveva già perso?), non ho anche intenzione di perdere tempo in saluti. Prima finisce e prima se ne va. Vedendo che non alzerò mai la testa entra e chiude la porta facendo rumore, per farmi capire che lui è lì. < Superiore... > Alzo la testa con un’espressione scocciata, anche se ammetto che almeno ha rispetto per la gerarchia, diversamente da quegli altri due. Saranno anche ottime pedine, ma non li sopporto, e lui non fa eccezione. Sono sempre stato coerente. Così pure come non capisco tutta la fiducia che Xemnas ha verso il numero VII, o anche quell’Axel lì... sarà utile per le missioni, ma non mi piace che abbia troppo a che fare col numero XI e XII. Voglio dire... loro non sanno niente. Gli esperimenti da cui è partito tutto, i nostri esperimenti, e loro non ne sanno nulla. Si credono chissà chi e non hanno il minimo interesse per cose serie. La musica... questo qui passa metà del suo tempo libero a strimpellare... o il numero X, ripete continuamente che sarei un ottimo avversario per le sue partite di carte... io non le so nemmeno le regole del poker... cioè... carte!mi chiedo se abbiano davvero intenzione di riottenere un cuore in tutti i modi, oppure pensino solo di essere in vacanza. < era ora... > < Demyx > Aggiunge completando la mia frase, anche se era già completa così, visto che non avevo intenzione di chiamarlo per nome, e nemmeno avevo lasciato in sospeso perché non lo ricordavo. < numero IX > lo correggo. Niente confidenze con me, non sono mica il suo amico piromane. Lui resta un po’ lì a rigirarsi i pollici aspettando che io dica qualcosa, o forse cercando qualcosa da dirmi. È un ordine del superiore, perciò non lo posso mandare via. Meglio che continui a ripetermelo o lo butto fuori. Lui sorride come se niente fosse < il SuperSuperiore mi ha mandato qui... > Alzo un sopracciglio con aria perplessa. Chi?ah, sì... Xemnas... Ignoro l'insolito (e tralaltro anche un po’ raccapricciante) nomignolo che il numero IX ha appioppato al Superiore e mi alzo mentre lui mi segue, spiegando per filo e per segno tutti i dettagli dell’ultima sfuriata che gli ha fatto Xemnas dopo la sua ennesima missione disastrosa, il Superiore mi ha già detto tutto, così non mi affatico a dover ascoltare anche la versione pigolata. Mi infilo in mezzo a due scaffali e prendo un po’ di libri, e ritorno dove ero prima, poggiando tutta la pila sul tavolo davanti a lui, che intanto si è accomodato al mio posto. Mi porge alcuni fogli e vedendo che non li prendo li mette sul tavolo. Ne prendo uno e lo leggo. Poi gli chiedo che cos'è, anche se lo so benissimo. < i rapporti delle mie missioni > Guardo di nuovo il foglio e leggo ad alta voce, cosa che non faccio spesso. < missione negli Inferi: negativa > poi lo guardo di nuovo con aria scettica. Lui fa un sorriso tirato. < pensavo che descrivendo tutti i dettagli negativi, sarebbe stata brutta da leggere... >. ... no comment. Gli apro uno di quei libri e glielo metto davanti. Sono i rapporti delle missioni dei suoi "compagni".Almeno per questo sono un po’ più accettabili di lui. Si siede e inizia stranamente a concentrarsi sul serio su quello che legge; meglio, non ho intenzione di passare tutto il giorno con lui, anche se legge e sta zitto non riesce a stare fermo un attimo con quelle maledette gambe. Dopo un po’ finisce anche la pace del silenzio e lui inizia a chiamarmi, non gli rispondo nemmeno quello che voglio sentire da lui sono al massimo 2 parole, e possono anche variare a scelta: dall’"ho finito" al "vado via". Vedendo che non gli rispondo si alza da solo, dicendo che ha bisogno di una lettura più leggera per svagarsi. Forse dovrei avvisarlo che non ho libri per bambini da colorare?no. Lo guardo sparire fra gli scaffali e allora torno alla mia lettura, in pace e finalmente solo. Finché non lo sento gridare come se avesse scoperto l’ottava meraviglia del mondo che non esiste, mi sporgo appena per vedere che cosa fa, non che mi interessi... voglio solo vedere che libro ha preso perché tanto sono sicuro che non lo rimetterà al suo posto preciso. Non conosco Nessuno più incompetente di loro, e intendo Nessuno nel vero senso della parola. Non capiscono che i libri sono tutti in ordine e quando ne prendono uno lo devono rimettere precisamente dove l'hanno preso. Appena vedo che cosa ha in mano mi alzo quasi agitato e lo raggiungo. < Zexion l'hai scritto tu? > Incrocio le braccia quando mi trovo davanti a lui e lo guardo male, sperando che capisca. Niente da fare, continua a sfogliarlo e a fissare la foto di Ienzo pubblicata all’inizio dell'introduzione. Anche a quel tempo avevo avuto da ridire con l’editore per quella foto. Non sono...ero timido. Solo non mi piace essere fissato. < non precisamente... > < l'hai scritto "prima" > Annuisco e basta. È ovvio, c'è il mio nome sopra. < stavi bene con gli occhi scoperti > Non gli rispondo nemmeno, finché non mi accorgo che mi sta spostando i capelli dal viso per confrontarmi con la foto. Gli do un colpetto alla mano, e lui torna a leggere il mio libro. < parla di tutto il tuo studio sul cuore? > Chiede iniziando a leggere una pagina a caso. Anche questo è ovvio, c'è scritto anche in copertina, è veramente stupido. Forse insieme al cuore ha perso il cervello anche. Comunque sia gli prendo velocemente il libro dalle mani e faccio qualche passo indietro, tanto per metterlo al sicuro dalla sua portata. Non ho intenzione di condividere con LUI cose che riguardano il mio passato. Così faccio per metterlo a posto...non ci arrivo! Dopo aver provato a raggiungere lo scaffale anche in punta di piedi, mi ricordo che l' avevo messo così in alto di proposito, non volevo vederlo per non dovermi ricordare di Ienzo e tutto il resto, come invece mi ha costretto a fare questo qui. Gli sbatto il libro contro senza guardarlo, come se la colpa fosse sua. è anche la verità, perché è solo colpa sua che ha preso il libro, e gli ordino di rimetterlo a posto. Lui fa come se non gli avessi detto nulla, riapre e riprende a leggere. Dannato presuntuoso, come si permette a non obbedirmi! ... Allora non è stupido per davvero, devo ammettere che finge benissimo. Lui ride quando aggiungo un "per favore" poco convincente al mio ordine, ed esegue, restando a fissarmi con la mano ancora sul libro, come per dire che può riprenderlo anche ora, e aspetta. Ma stiamo scherzando?non sono il suo compagnetto di giochi e non ho intenzione di perdere tempo per dirgli anche "grazie". Sto quasi per aprire bocca, quando il numero VII compare alla porta, a quanto pare la punizione del numero IX è finita e deve andare a fare rapporto come si deve al Superiore......credo che dovrei ringraziare lui, adesso. Ormai è anche ora di chiudere tutto, e non ho concluso nulla, tutto perché quello stupido non ha fatto altro che disturbarmi col suo comportamento irritante. In una sola giornata è riuscito a farmi ricordare tutto quello che volevo dimenticare. Non lo avrei di sicuro retto altri cinque minuti. Per una volta lascio tutto in disordine, mi è venuto mal di testa, e comunque la mattina dopo avrò tutto il tempo che voglio. Invece quando vado ad aprire la biblioteca come tutte le mattine scopro il numero IX seduto al lungo tavolo bianco, che legge, al mio posto. Ho sempre considerato inutile usare la chiave per aprire la biblioteca. Lui mi sorride quando mi vede entrare, io non rispondo e vado a sedermi di fronte a lui. < sei di nuovo qui?la tua punizione è finita ieri. > Annuisce e sorride di nuovo. < però tu mi dai sempre l’idea di essere solo, così ho pensato di farti compagnia >. Ecco che riprende a comportarsi come se non ci fosse nulla di strano. Lo vuole capire o no che non soffro la solitudine? < Demyx non c'e' alcun bisogno > interrompo il rimprovero così a metà perché lui mi sta fissando sempre con quel suo sorriso a trentadue denti. < non mi avevi mai chiamato per nome > < mi è scappato > Sprofondo di nuovo la testa nel mio libro, mentre lo sento ridere. < Luxord mi ha invitato più tardi per una partita, vieni anche tu?se gioco con te potremmo batterlo >. Alzo appena lo sguardo fissandolo con una specie di sguardo omicida, ma poi lo riabbasso. < ......spiegami le regole. per bene e senza giri di parole > ...Sono sempre stato una persona coerente. Ma solo gli stupidi non cambiano mai idea, e di sicuro non sono più stupido di LUI.
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