INCIPIT: LA PAURA - Capitolo 1° -
"Tutti i personaggi di questa storia sono maggiorenni, i fatti e i personaggi non sono esistiti o esistenti."
INCIPIT: LA PAURA Scena prima : Uru'bean, Palazzo di Galbatorix: Camera da letto di Murtagh Un silenzio quasi irreale regnava in quella stanza semivuota, il letto, che solo dominava il centro della camera, ne costituiva il solo arredamento. L'estate era al suo culmine, e una leggera brezza calda entrò dalla finestra semiaperta muovendo in modo quasi impercettibile uno dei teli pendenti dall'esile baldacchino che girava tutto intorno al letto, rivelandone al suo interno una figura nuda distesa. Eragon giaceva morbidamente sulle lenzuola di seta bianche, Il suo respiro, scandito dal movimento in su e giù del torace, era quasi ipnotico; ma quello che a prima vista poteva sembrare un riposo sereno, era in realtà un incubo ad occhi aperti. Delle corde, come morse strette intorno ai polsi e alle caviglie, lo costringevano ad assumere una posizione innaturale, e tutto il suo corpo era cosparso di lividi e ferite vecchie, come di nuove. Colpito da un brivido, Eragon ebbe un sussulto, e aperti lentamente gli occhi gonfi, sentì le labbra e la pelle arrossate, bruciare lievemente al contatto con le nuove lacrime che calde, ripresero a scendere lente da sotto le sue palpebre. Era nuovamente sveglio. Ma dove si trovava?Il dolore alle natiche non era ancora sparito, ed Eragon non osò muoversi, per paura di risvegliare nuovamente il tormento. Ci sarebbe mai stata una fine a tutto quello ? Eragon non lo sapeva, e a qual punto, non aveva più molta importanza. Violato ripetutamente, notte dopo notte, per il divertimento del Re e dei suoi generali, la sola cosa che desiderava in quel momento, era stato dimenticare: Dimenticare che aveva passato gli ultimi due anni della sua vita a combattere una guerra che da tempo non gli apparteneva più, dimenticare che a causa di essa aveva dovuto subito molte perdite, che per il bene più alto al di fuori del suo legame con Saphira, aveva dovuto mettere da parte tutti suoi affetti e l'amore. Dimenticare che nonostante tutti i suoi sforzi Galbatorix era riuscito infine a catturarlo, e che venuto a conoscenza del il suo vero nome, era ormai alla completa mercé della sua volontà, divenendo un suo schiavo. Ma di tutti i dolori, e le perdite che aveva subito, non erano state nulla in confronto a quello che aveva passato in quella singola settimana. L'ultimo baluardo della sua innocenza era stato abbattuto, e gli era stato tolto nel peggiore dei modi. Impotenza, e un senso di inadeguatezza, continuavano a tormentare il suo animo di notte, come di giorno. Il diciottenne chiuse rapidamente gli occhi, quando avvertì la porta della camera aprirsi, e dei passi stranamente leggeri avvicinarsi, per poi fermarsi di colpo a qualche metro di distanza da lui. Eragon non poteva sapere che dall'altra parte Murtagh lo stava guardando con occhi pieni di paura.
Pensi di ignorarmi per il resto della giornata Murtagh ? Tuonò nella sua mente la voce di Castigo. Con un guizzo degli occhi Murtagh allontanò via il suo compagno, cercando allo stesso tempo di non ferire i suoi sentimenti, ma era stata un'impresa già persa dall'inizio. E Murtagh non poté far altro che avvertirlo ritirarsi con un ringhio velato di nervosismo. Castigo era stato geloso, geloso dei suoi sentimenti nei confronti del fratello, sentimenti, che il drago non voleva ne poteva capire , e che lo stesso Murtagh, non aveva ancora compreso del tutto. Con un sospiro ritornò a concentrarsi sul ragazzo di fronte a lui La notizia di una cattura eccellente, avvenuta nei pressi di Dras-Leona, da parte del reparto speciale guidato dal re, era giunta quella stessa mattina alle sue orecchie; e insieme ad esso Murtagh aveva ricevuto anche un inquietante annuncio, da parte dello stesso Galbatorix, che una sorpresa lo attendeva nella sua stanza. Murtagh aveva atteso tutta la mattina, prima di trovare il coraggio di rientrare. Ed ora che aveva scorto il corpo del fratello, Murtagh seppe con certezza che i suoi timori erano fondati. Percorse lentamente la distanza che lo separava da lui, domandandosi come avrebbe reagito una volta che lo avesse riconosciuto. Salì sul materasso, e lui era lì, completamente nudo, e indifeso, di fronte a lui. Lo vide flettere impercettibilmente i muscoli della schiena mentre gli si accoccolava affianco. E' sveglio. Realizzò con un brivido.
Dall'altra parte Eragon, consapevole dello sguardo posato su di lui, tentò inutilmente di trattenne un singhiozzo che uscì lo stesso dalla sua gola, come un singulto strozzato. La sua esile speranza di non aver rivelare all'altro che era sveglio, svanì quando sentì una mano toccargli la spalla. Eragon girò quindi lo sguardo, per ritrovare gli occhi di Murtagh che lo guardavano con sconcerto. Conscio della sua nudità, il volto di Eragon si tinse di rosso << Mu...Murtagh...? >> riuscì a dire con voce tremante. Murtagh gli rivolse un sorriso tirato, e tirandolo su dalle spalle, lo abbraccio forte a se. << O Eragon, fratello che cosa ti hanno fatto! >> disse, allontanandolo ora per poterlo guardare meglio negli occhi Ma lo sguardo che Eragon gli restituì, lo colpì con tutto il suo dolore: era stato quello pieno di paura di un animale in gabbia. << E' questo quindi quello che sono diventato, il nuovo divertimento per il fedele servo di Galbatorix? >> Murtagh scosse la testa e prendendolo dalle spalle scosse con delicatezza << ...Che cosa pensi Eragon, che io provi gioia nel vederti così >> gli chiese esprimendo tutta la sua afflizione. << Io non penso a nulla...so, so solo quello che mi ha detto Galbatorix... >> Gli rispose Eragon con una rinnovata rabbia, svincolarsi dalla sua presa. Completamente attonito di fronte alla sua risposta Murtagh lasciò il fratello. << Che cosa ti ha detto Galbatorix? >> Gli chiese, prendendo un ampio respiro, ma Eragon girò il suo sguardo da un lato, mentre una lacrima scivolava lungo la sua guancia << Rispondimi, per tutti gli dei, che cosa ti ha detto? >> gli domandò un'altra volta, ora scuotendolo con foga. Le sue dita affondarono nella sua carne, già stata stretta da altri prima di lui, lasciando scappare ad Eragon un lamento. Appena si rese conto di quello che stava facendo, Murtagh lasciò subito la presa, ed Eragon ricadde tremante, sulle lenzuola ancora calde. << Mi... mi dispiace >> Mormorò, mentre si scostava dal fratello con orrore. << Non voglio farti del male...Io... >> gli sussurrò ancora, andando a sfiorargli istintivamente una ciocca di capelli; sotto quel tocco Murtagh lo sentì fremere per qualcosa che non riuscì subito a comprendere, ma che gli diceva di non fermarsi. L'improvviso bussare alla porta lo interruppe proprio mentre stava per porli la domanda, il momento passò, e un nuovo tocco ricordò a Murtagh dove si trovavano. In un sospiro il cavaliere rispose con voce atona: << Sì ? >> << Signore. Re Galbatorix, è ritornato e vuole vedervi >> Murtagh trattenne un'altro sospiro. << Fateli sapere che arriverò subito >> Murtagh avrebbe dovuto ormai saperlo, Galbatorix non faceva mai nulla per nulla. Non gli avrebbe concesso così il fratello, senza una ragione reale. Il re, aveva costruito sicuramente qualche piano su di lui. Rivolse nuovamente il suo sguardo ad Eragon, che nel frattempo aveva voltato con il capo dall'altra parte. << Riprenderemo il discorso stasera ... >> Gli disse quindi Murtagh, gettando Eragon nell'angoscia. Il tono freddo della sua voce, non lo sorprese. Era stato sempre così prima di un'udienza con il re, Murtagh si trasformava, e nascondendo ogni traccia di sentimento o emozioni, sotto una maschera d impassibilità. Era l'effetto che il re esercitava su di lui anche solo sentirlo nominare. Poi senza aggiungere altro, scese dal letto, e andò per prepararsi all'udienza. Al suo ritorno, dopo alcuni minuti, slegò il fratello dalle corde che lo tenevano ancora legato, e posò da un lato degli indumenti puliti. Ancor di più delle ferite fisiche, Murtagh poté sentiva chiaramente l'urlo disperato del suo animo che piegato nel suo orgoglio, chiedeva stanco di essere lasciato in pace. << Mentre io starò via , se lo desidererai, potrai lavarti e rivestirti. Fai come se fossi nella tua camera, e non indugiare a chiedere ai servi...>> Poi, non ricevendo risposta, Murtagh se ne andò, chiudendo con un rumore sordo la porta dietro di se. Eragon sbatté più volte le palpebre, e stringendo forte le vesti tra le mani, girò lievemente la testa dal loto opposto. Di nuovo solo, Eragon si tirò lentamente a sedere, lottando contro il dolore che ogni movimento gli procurava. Un silenzio quasi irreale aveva ripreso a dominare la stanza semivuota, spezzato solo dal battito del suo cuore, che in un moto di stridente nostalgia, nonostante tutto, continuava a battere.
|
|
urumi39 - Voto:
firiel - Voto:
urumi39 - Voto:
urumi39 - Voto:
urumi39 - Voto:
urumi39 - Voto:
urumi39 - Voto:
firiel - Voto:
blazy89
Insomma, diamine, Galbatorix è un genio del male >w<
Su Eragon, faccio il tifo per te , e anche te Saphiraaa!!! Uccidetelo ù.ù
firiel - Voto:
...continua nelle pagine numero:
| 1 | 2