da una serie originale:
"UN GIORNO D`AGOSTO"
una fanfiction di:

Genere:
Sentimentale
Rating:
Per Tutte le età

Anteprima:
Lo definirei comico/sentimentale/vietato ai minori. non c`entra niente coi manga, ma volevo farlo leggere a qualcuno ``imparziale``...commentate!!!

Conclusa: No

Fanfiction pubblicata il 24/04/2003 21:27:11
 
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Tutto cominciò in un’afosa giornata d’agosto di due anni fa. Era il…2… o forse il 3?Si, era il tre. Era il compleanno della figlia dei vicini. Pensandoci bene ricordarlo non è così difficile: alla festa di compleanno di Giulia (che sarebbe appunto la figlia dei vicini) erano stati invitati una ventina di suoi amici e siccome Giulia all’epoca aveva sette anni, la via era piena di marmocchi urlanti e fastidiosi che facevano un casino che fino allora credevo impossibile… ora Giulia ha nove anni, ma la situazione alle sue feste non è cambiata. Comunque ritorniamo sul filo del discorso, dicevo…agosto…caldo torrido…relax zero…in casa non potevo (o meglio non volevo) stare perché i miei vecchi erano entrambi in ferie e ciò significava un susseguirsi a raffica di frasi del tipo: ”metti a posto!”… “guarda tua sorella”… “fai questo!”… “fai quello!” …e bla bla bla e bla bla bla… terrificante!Così ho preferito l’ afa e i mocciosi urlanti che stavano all’aperto. Ma ho fatto in modo di agevolare al massimo la mia permanenza in giardino: lettore cd che mi pompava nelle orecchie della buona musica hip hop, amaca all’ ombra, portabibite termico da viaggio pieno di patatine, merendine, salatini vari, coke - cole, fante, acque frizzanti e tanto tanto ghiaccio, mini ventilatore (anche quello da viaggio) puntato addosso, occhiali da sole per filtrare il più possibile i raggi uva in modo da non disturbare una mia eventuale pennichella e tanta, ma proprio tanta voglia di non fare un cazzo!!
Non era uno dei periodi migliori della mia vita: la mia ex - ragazza (che da ora chiamerò La Troia) aveva da poco avuto la bella idea di farsi scopare da D.S.Matteo (dove le due consonanti stanno per Distributore di Sperma). Chiaramente la lasciai in tronco, ma la piccola soddisfazione che ebbi quando vidi i suoi occhi implorare il mai dato perdono non bastò a farmi star meglio. Ero una specie di eremita. Sempre in casa, lontano da tutto e da tutti, ma soprattutto dalLa Troia. Come ho già detto per cause di forza maggiore il 02/08/98 uscii di casa dopo un mese di reclusione. Mi stavo crogiolando sull’amaca grattandomi la pancia nella classica posa alla Homer Simpson quando qualcuno (un qualcuno destinato a cambiare la mia vita) mi disturbò:
“Scusa?”
Quando mi tolsi gli occhiali e aprii un occhio la visione che avevo davanti a me fece spalancare anche l’altro: una dea mi aveva rivolto la parola. Giuro di non esagerare. Io stavo sudando come una capra in calore, lei invece niente. La sua pelle color biscotto era fresca come un fiore. Come fisico non aveva nulla d invidiare a Naomi Campbell: 180 cm circa di altezza (più alta di me) e delle misure - corpo che ad occhio e croce dovevano essere 90 - 60 - 90… mamma che curve!!a pensarci mia fanno ancora girare la testa. I lunghi capelli biondi sembravano catturare i raggi del sole e volavano all’aria incorniciandole il viso(è una cosa che potrebbe risultare un pochino strana visto che non tirava un filo di vento… ma gli dei possono fare tutto!). aveva dei grandi occhi da cerbiatta, azzurri e cristallini come l’acqua di montagna. Le labbra erano morbidi petali di rosa rossa. Tutto in lei era perfetto ed armonioso. Ed era così sexy! La micro - maglietta e dei micro - pantaloncini erano ridotti ai minimi termini, ma a mio parere coprivano comunque troppo… come avrei volevo essere quella maglietta!! Così incollata alle sue tette!!!
“Hei?! Mi senti?” E come potevo non sentirla la sua voce era così dolce, soave, avrebbe potuto dire qualsiasi cosa con quella voce, tutto le sarebbe stato perdonato.
“S - V - E - G - L - I - A!!!!!!!!!!” dovevo sembrare abbastanza deficiente: ero lì che la fissavo con gli occhi spalancati, probabilmente avevo anche la bava alla bocca, e non dicevo niente. Non ci riuscivo. Non riuscivo a riprendermi. Almeno finché lei non mi ha dette un pizzicotto. Ed è successa la tragedia. Il riflesso dovuto dal dolore è stato più veloce a spedire al cervello il messaggio di risposta, mentre l’impulso proveniente dal cuore è arrivato per secondo. Quello che mi è uscito dalla bocca è stato “HAI!!CHE CAZZO FAI!!” Dopo di ché il messaggio proveniente dal cuore è arrivato. Il testo ero “LA DEA MI HA TOCCATO!!!LA DEA MI HA TOCCATO!!!LA DEA MI HA TOCCATO!!!” La conseguente soluzione che il cervello ha imposto al mio corpo è stata quella di alzarmi in fretta per scusarmi, ma si è dimenticato di coordinare i movimenti, così un braccio andava da una parte, una gamba dall’altra e alla fine è finito tutto per terra!Giù dall’amaca!come una pera cotta… non avevo fatto già abbastanza figure di merda!!Ho cercato di ricompormi nel minor tempo possibile, poi, assumendo uno sguardo del tipo “tutto ok!l’ho fatto apposta!Sono proprio divertente!!”, le ho detto: “e...emh… s… si? Posso a… aiutarti?”
Lei ha risposto con una risata(che normalmente avrei preso come una presa per il culo, ma che fatta da lei mi rese al settimo cielo) e poi aggiunse:
”Cerco tuo fratello, è in casa?”… NOOOOOO!!!!!!! Non era possibile!!! Quella dea cercava quel rompipalle, imbranato, smidollato sgorbio di mio fratello! Maledetto mondo crudele!! Con il cuore in una morsa e il nodo alla gola le dissi di seguirmi in casa e che lo andavo a chiamare.
Mentre la dea aspettava all’ingresso io mi fiondai su per le scale a quattro gradini alla volta sfondai la porta della camera di mio fratello e urlai:
”Non è possibile! Come fai a conoscere quella dea?” Il mollusco mi guardò con faccia perplessa “aehh??!! Che dea?… aspetta… è una gnocca da favola con gli occhi come l’oceano, la bocca di rose, i capelli che volano all’aria anche se non c’è vento e dei micro vestiti appiccicati addosso?”
Descrizione sputata.
“SIIIIIII!!!!!!!!”
“allora è Beatrice”… Beatrice… il nome di una dea, colei che guidò Dante nel paradiso… si… Beatrice… apri le gambe e ti farò felice!!! NO!!!! Pensieri impuri! Vergogna. Vergogna. vergogna!!
“Molli me la presenti!!???” (n.b. Molli sta per mollusco)
“ma come? Non eri in ritiro spirituale per dimenticare La Troia? Non avevi fatto voto d’astinenza? I cornoni che ti ha messo si vedono ancora, e sono belli grandi!”. Bastardo! Bastardo! Bastardo! Ma per ora era più importante conoscere Beatrice.
“Dai Massimo! Non fare la carogna! Fammela conoscere… aspetta... voi due” un atroce dubbio mi si insidiò in testa “ uscite insieme?” Dalla tensione per la risposta non riuscivo più a respirare.
“E anche se fosse?” ODDIO!!!!!!NOOOOOOOOO!!!!!!! Poi un ghigno che doveva essere una risata apparve sul suo brutto faccione.
“Hei! Hai la faccia viola! Respira! No, non usciamo insieme, siamo solo amici” GRAZIE AL CIELO! L’ho sempre detto io che mio fratello è gay! Come fai ad essere “solo amico” di una tipa così! Un altro ghigno comparve sul suo sempre più brutto faccione… brutto segno!
“Io te la presento, ma tu fai i lavori in casa al posto mio per due mesi” Brutto bastardo ricattatore! Sapevo che avrebbe cercato di fregarmi! Ma per Beatrice ero capace di tutto.
“ok” Il sorriso sul suo ghigno si allargò fino all’inverosimile… era soddisfatto! Ma io stavo già meditando una futura vendetta.
Bea, la mia dea, stava guardando le centinaia di foto mie e di mio fratello sparse x la parete d’ingresso.
“Quanto siete carini!! In questa foto siete fantastici!” Era già innamorata di me!
“Quanti anni avevate qui? Ad occhio e croce direi 4 o 5” O forse era l’istinto materno che i bimbi piccoli risvegliano nelle donne…
“Sì lo so, sono fantastico! Peccato che uno sgorbio si sia intrufolato nella foto” sempre più simpatico Molly! Me l’avrebbe pagata!
“Beatrice Jo lo sgorbio, Jo lo sgorbio Beatrice”
“Piacere” mi disse mentre mi porgeva la mano… avevo l’onore di toccarla!
“P… piacere mio!” Al contatto con la sua mano la mia bocca cominciò a sbavare, ma credo che lei non se n’accorse.
Dovevo dire qualcosa… qualcosa… ma cosa!COSA!! La mia mente era annebbiata dalla sua visione, il dono della parola stava scomparendo.
“Fa caldo oggi vero?” cazzo che genio! Con tutti gli argomenti che potevo tirare fuori andai a parlare del tempo!
“Sì sì… magnifico!Senti pirla accompagna Bea in camera mia, io devo fare una telefonata urgente” dopo di ché Molly si avviò verso il salotto cercando accuratamente di evitare mamma e papà. Mi girai verso Bea:
“Seguimi” le dissi; intanto cercai qualcosa di intelligente da dirle, ma il mio cervello si rifiutava di ragionare così decisi che il silenzio sarebbe stato il metodo migliore per evitare figure di merda.
Arrivati in camera un silenzio imbarazzante piombò tra noi, finché lei decise di porre fine a questa situazione, mettendo però un po’ me in impaccio.
“Jo, ma tu sei sempre così loquace? Da quel che dice Massi di te non mi sembrava”
“No è che…”
“Non sarò io a metterti in imbarazzo?!” e dalla sedia della scrivania, dove era seduta, si spostò sul letto, dove sedevo io.
“NO!! Ma che ti viene in mente! Non sono in imbarazzo!!” E invece cazzo se lo ero!! La sua coscia era incollata alla mia, aveva appoggiato la mano sinistra sulla mia gamba e le sue tette si strusciavano contro il mio braccio… non ci stavo più dentro!
“Non so” rispose “ho avuto l’impressione che tu arrossissi guardandomi, che mi fissasi spesso… specialmente il mio seno… t piace?” Mi ritrovai a fissarle le tette mentre lei prendeva la mia mano e ce posava sopra… sopra la SUA tetta!!!
“A… A… E…” avevo la mano appoggita sul suo seno… che era emorme!!!
Le sue dita scivolarono dalla mia coscia fino a finire in mezzo alle gambe dove si fermarono per palparmi. CHE CAZZO STAVA SUCCEDENDO!! Sebbene la situazione non mi dispiacesse affatto avevo la strana sensazione che sotto ci fosse lo zampino di mio fratello, sapeva che Bea era esattamente il tipo di ragazza che mi faceva arrapare e stranamente una sua amica, appena conosciuta, mi palpava e si faceva palpare come niente fosse… e quanto cazzo ci metteva a fare una telefonata?! Erano già passati quarantacinue minuti! Mi divincolai da lei, mi alzai in piedi e dissi:
“Mi spieghi che stai facendo? E’ uno scherzo?”
“Uno scherzo?! No! Scusa… io… credevo di piacerti…” adesso era lei quella visibilmente imbarazzata.
“E - e infatti mi piaci! Ma mi conosci da meno di un’ora e praticamente mi salti addosso!”
“ Ti sbagli io ti conosco da un sacco di tempo… o meglio so un sacco di cose di te, e ti ho visto spesso, ma non ho mai avuto il coraggio di farmi avanti… Jo… scusa ti spiace se ti chiamo col tuo nome invece che col diminutivo? Mi piace di più… Gioia”
“A me fa schifo!”
“Lo so, ma io lo trovo adorabile “ e mi piazzò un sorriso che mi fece tremare le gambe “Senti Gioia tu mi piaci un sacco, ma avevo paura a farmi avanti con te, e se poi tu fossi stata eterosessuale? La sola idea di essere rifiutata da te era inimmaginabile. Eri il mio sogno proibito, finché non ho conosciuto tuo fratello; ha cercato di abbordarmi… ma era una causa persa… poverino! Comunque siamo diventati buoni amici. Così ho scoperto che tu sei sua sorella, e che sei lesbica… ho pensato che fosse il destino! Alla fine sono riuscita a convincerlo a presentarmi e mi ha detto che con te dovevo andare subito al sodo perché tu, cito testualmente, “sei troppo tonta per capire tra le righe che mi piaci da morire”, ma evidentemente non era la tattica giusta… ho rovinato tutto?”
La mia dea era lì mortificata, con lo sguardo implorante che mi diceva non solo di essere lesbica, ma di essere addirittura pazza di me! E che mio fratello, e questa era la cosa più incredibile, mi aveva fatto un piacere!!! Il mio cervello stava ancora rielaborando i preziosissimi dati ricevuti quando mi accorsi che Bea stava ancora aspettando una risposta:
“No, non hai rovinato nulla, anzi, credo proprio che per una volta in vita sua Massimo abbia avuto ragione” ero molto più rilassata. Nella mia testa si fece avanti l’idea, o meglio la consapevolezza, che le fantasie che mi ero fatta su di lei da quando l’ avevo vista avrebbero potuto diventare realtà. Avrei potuto toccarla, abbracciarla, baciarla, avrebbe potuto essere mia … sarebbe stata mia. Mi risedetti vicino a lei. E m’innamorai per la millesima volta dei suoi bellissimi occhi.
“Prima mi hai chiesto se sono sempre così loquace”
“Si”
“Lo sono soltanto quando serve, e ora la bocca non la voglio usare per parlare…” e ci baciammo. E che bacio! Le sue labbra erano morbide e dolci e la sua pelle profumava di pesca. Ci baciammo di nuovo. Ma questa volta le sue labbra erano infuocate e piccanti. Avevo trovato – ho trovato - la mia anima gemella. Facemmo l’amore. Ci conoscevamo da poco più di un’ora. Al piano di sotto c’era la mia famiglia. Eravamo in camera di mio fratello. E facemmo l’amore. Era come se ci conoscessimo da sempre. Avevo paragonato Beatrice ad una dea, ma adesso, a due anni da allora, so che lei è molto di più: è una comune ragazza ( magari un po’ sopra la media) che mi ama. Che amo. Che amerò per sempre.



 
 
 
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